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CAPITOLO 2, ETNIE E MIGRAZIONI NIGERIANE
1. Le ambiguità del dizionario etnico
Etnia: termine utilizzato per indicare popolazioni che hanno caratteristiche che venivano definite
“esotiche”, per cultura e modi di vivere (africani, indiani e latino americani).
Etnico: aggettivo che significa tutto ciò che è assimilabile al tribale.
Etnicità: solitamente rivendicata da un gruppo sociale attraverso processi che variano dalla
valorizzazione di alcuni tratti culturali o interiorizzazione di caratteristiche etniche.
Etnicizzazione: processo di classificazione arbitraria che produce gerarchie sociali, politiche ed
economiche.
Origini; la parola etnia deriva dal greco Ethnos, che indicava popolo dalle istituzioni indistinte,
senza un’organizzazione sociale precisa. Società altre, contrapposte alla polis, i barbari che non
parlavano il greco ed era chiaramente una parola dispregiativa, che sottolineava una supremazia
culturale della polis. L’etnicità oggi è un insieme di segni e simboli condivisi da una comunità, si
afferma in rapporto a precise condizioni sociali e storiche.
2. L’etnia nella riflessione sociologica: il pensiero dei classici:
La sociologia europea ha dato all’etnia un significato molto simile al Nationhood britannico:
condizione in cui un gruppo di persone costruisce una propria comune identità, attraverso la quale
vuole essere riconosciuta. I quattro “padri” della sociologia europea (Marx, Durkheim, Simmel e
Webber) offrono delle elaborazioni del concetto di etnia, anche se solo Webber utilizza questo
termine nei suoi lavori. Per Marx l’etnia non è un punto focale della sua analisi ma introduce 3
concetti fondamentali legati all’idea dell’etnia:
- Supremazia base economica su quella culturale e di conseguenza anche sulla base etnica,
- Particolarità etnica come ostacolo al progresso universale dell’umanità,
- Ascesa storica della classe sull’identità etnica.
Anche Durkheim non si sofferma più di tanto sul termine etnia, la ritiene soltanto un sistema di
classificazione sociale: fornisce un sistema di categorie, nei cui termini i singoli individui strutturano
il loro ambiente e regolano alcune delle loro relazioni con gli altri. Le diversità culturali sono
coestensive della storia umana, e un’etnia rappresenta una funzione organizzata non istituzionale.
Simmel ritiene invece che la società sia una forma di relazioni dove gli individui crescono insieme
tenuti da un’unità e dalla necessità di realizzare i loro interessi. L’azione sociale è reciproca, quindi
interazione. Nell’analisi dello straniero, Simmel ritiene che quest’ultimo si definisca attraverso la
sua potenziale mobilità e le sue peculiarità culturali diverse. Lo straniero è un singolo, ma
rappresenta ache un particolare gruppo.
L’unico tra questi, a parlare di etnia è stato Weber. L’etnia è formata da un’insieme di individui uniti
da discendenze e memoria collettiva, ogni tradizione etnica è considerata speciale ed eccezionale
dalle rispettive comunità. La coscienza di gruppo si forma all’inizio attraverso la comune
esperienza politica e non grazie alla comune discendenza. Il modello etnico è: una forma di status
di gruppo, meccanismo di chiusura sociale monopolistica, molteplicità forme etniche di
organizzazione sociale e mobilitazione etnico-politica.
Le interpretazioni successive sono partite dalle teorie dei 4 “padri” della sociologia. Il sociologo
Olivier Cox, ad esempio, parte dall’analisi di Marx e ritiene che le relazioni etniche possono essere
studiate come una forma di sfruttamento di classe. Gli antagonismi di un gruppo etnico sono
relativi a un determinato periodo storico legato all’economia capitalista.
Parsons definisce il gruppo etnico come un aggregato parentelare, costituisce la propria identità
unica ed irripetibile attraverso un chiara e netta interpretazione della propria storia. L’etnicità è vista
come una sorta di solidarietà e la preservazione dei simboli etnici è il collante che unisce il passato
al presente e al futuro.
Park ritiene che le relazioni etniche siano un modello stabile e ben definito, basato sulla iclicità di 4
momenti diversi di interazione:
- Contatto/competizione: forma universale di interazione sociale,
- Conflitto, momento individuale: in cui non vengono coinvolte le altre persone del gruppo,
- Adattamento,
- Assimilazione: fase in cui il conflitto è definitivamente superato, nella quale l’individuo
acquisisce memorie, sentimenti e abitudini della società in cui è inserito.
Park inoltre ritiene che il pregiudizio etnico è avvertito in modo maggiore quando il gruppo etnico
subordinato inizia a percepire la realtà sociale come qualcosa che dev’essere cambiata. I bambini
nati da matrimoni misti sono prodotto di una cultura ibrida, si sentono non accolti e perennemente
ai margini. L’uomo marginale, infine, per Park è prototipo del futuro: cosmopolita, civile e
progressista.
Teoria dell’élite: ha due distinte interpretazioni, simbolica e strumentale.
- Simbolica: deriva dagli studi antropologici e interpreta simboli, ideologie, discorsi usati dai
leader politici per subordinare le masse,
- Strumentale: vicina agli studi di scienze politiche, si concentra sull’analisi delle strategie e
degli strumenti logici sviluppati dalle elite politiche al fine di manipolare le masse.
Cohen studia i simboli per capire la collocazione sociale di una determinata etnia, ritiene i segni
fondamentali per la comunicazione, c’è una relazione tra simboli e potere.
Foucault: non ci sono strutture essenziali per la conoscenza della realtà, tutti i significati sono
assunzioni storiche a cui giungiamo attraverso pratiche discorsive.
Goldberg ritiene che i gruppi etnici non hanno nessuna caratteristica fondamentale, si identificano
con il nome della propria etnia di appartenenza. Carter invece supera l’interpretazione di Goldberg,
sostenendo che le pratiche di un gruppo generano un’esperienza etnica e fanno dell’etnia una
verita negoziata e interpretata in tutti gli ambienti sociali.
Bhabha e Bauman credono che il voler creare una collettività etnicamente coerente sia un’illusione
sin dallo stesso concetto di etnia. Ogni singolo si identifica all’interno di un gruppo etnico, il quale
diviene un vero e proprio fenomeno sociale, multi prospettico.
Community study: ogni studio su una popolazione immigrata nella società ospite è approfondita
precedentemente da un’analisi dei luoghi d’origine e della storia, usi e costumi della popolazione in
questione. Non dev’essere un lavoro di ricostruzione fine a sé stesso, ma deve contribuire ad
approfondire le conoscenze del fenomeno migratorio, quadro socioeconomico e politico.
Importante capire il bagaglio culturale che l’immigrato porta con sé, utile per comprendere il
confronto con una nuova realtà istituzionale. Il community study ha una visione primordialista delle
etnie e uno dei limiti è il “ghetto storiografico” che si viene a creare: isolare campo di studio da
fenomeni più vasti della società ospite, senza scambi e relazioni.
3. Le principali etnie nigeriane
La Nigeria è lo stato più popoloso dell’Africa e vi sono presenti oltre 250 gruppi etnici.
- Nord: predominanza Hausa-Fulani, a maggioranza islamica,
- Sud: predominanza popolazione Yoruba, metà musulmana, l’altra metà divisa equamente
tra cristiani e religioni animiste tradizionali,
- Sud-Est: Igbo principale gruppo etnico, maggioranza cattolici di rito romano, grande seguito
tuttavia la Chiesa Anglicana. In questa zona sono presenti anche molte altre etnie, tra le più
numerose vi sono gli Urhobo e Ijaw.
Etnia Igbo
L’etnia Igbo vive nella zona sud-est nigeriana, chiamata appunto igboland, divisa dal fiume Niger in
due sezioni: orientale (più grande) e medio-occidentale. Il fiume è un importante mezzo di
comunicazione e fondamentale nell’equilibrio precario del paese. L’origine dell’etnia è stata molto
discussa ma è stata fatta risalire a l’essere supremo, Chukwu, creatore di piante, animali e uomo.
La leggenda narra che il supremo costruisce una casa e invita quattro uomini (Eke, Orie, Afo,
Nkwo), che hanno i nomi dei primi 4 villaggi originari dell’etnia. La teoria dell’origine degli Igbo più
accreditata è di Edmund Ilogu, da migrazioni dall’Egitto nel 1870 ac. I primi contatti tra l’etnia e i
coloni europei si ha solo nel XV secolo, grazie al fiume Niger, favorendo la comunicazione e
l’attività mercantile dei portoghesi. Solo nel 1928 gli inglesi riuscirono a sottomettere gli Igbo, dopo
oltre 20 spedizioni militari: aveva interessi commerciali e espansionistici. Nel 1929 i villaggi si
resero protagonisti di una sommossa, caratterizzata per l’impegno delle donne, e inoltre negli anni
60 è stata la comunità protagonista della guerra separatista del Biafra. Sono villaggi con una
democrazia solida e strutturata e consta di 20 milioni di abitanti, pari quasi a ¼ dell’intera
popolazione nigeriana. Anche se la lingua ufficiale è l’inglese, solo l’etnia Igbo parla più di 30
diversi dialetti, tutto questo infatti porta a problemi comunicativi sia all’interno della comunità, sia
nelle relazioni interetniche. Gli Igbo sono dediti all’agricoltura e meno all’allevamento (soprattutto
per sacrifici di animali). Il terreno della zona è caratterizzato dalla presenza dell’argilla, materiale
fondamentale per la costruzione di case ed edifici.
Per quanto riguarda l’idioma, viene classificato come Kwa, appartenente al ceppo delle lingue
sudanesi. La parola per la comunità in questione è molto importante: oltre al significato razionale
della stessa, è un veicolo di potere, ogni suono della cultura orale Igbo ha un elemento conduttore:
il potere e la forza.
La famiglia per gli Igbo è un’istituzione molto importante, il capo di un villaggio è conosciuto con il
nome di Anya Oha (occhio del popolo), a cui viene dato un Ofo (ramo di un tipo di albero
“speciale”) che simboleggia forza e autorità. Ogni capo villaggio convoca sempre il consiglio degli
anziani per prendere le decisioni. L’etnia Igbo ammette solo il matrimonio monogamo, come
prevede la religione cristiana. Il matrimonio ha una cerimonia tradizionale ed ha delle regole
precise: dover sposare un membro diverso dalla propria comunità, donna sposata è proprietà della
famiglia del marito, figli di una coppia discendono da famiglia paterna. Inoltre lee fasi di un unione
matrimoniale sono mo