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2.1 LO STRANIERO COME PROMOTORE DEL MUTAMENTO

Cent'anni di solitudine il romanzo di Gabriel Garcia Márquez Si apre con Buendia di fronte al plotone di

esecuzione, si ricorda del giorno in cui suo padre l'aveva condotto a conoscere il ghiaccio. La vita a

Macondo un piccolo villaggio isolato nel mezzo delle paludi era monotona ma in ogni primavera una

famiglia di zingari cenciosi si accampa va nei pressi del villaggio e faceva conoscere le nuove invenzioni. Fu

così che arrivarono a Macondo le prime invenzioni ma soprattutto arrivo l'idea che “nel mondo stanno

accadendo cose incredibili e che è a portata di mano c’è ogni sorta di apparecchiatura magica e noi

continuiamo a vivere come gli asini.” Una parte rilevante della riflessione occidentale sulla genesi del

passaggio di comunità a società si è soffermata sul ruolo dello straniero interrogandosi su come sia stato

possibile il passaggio da società contadine a feudali. L'argomentazione generale è che una società isolata

chiusa in sé stessa legata ai vincoli della tradizione non è in grado di pensare il cambiamento e superare la

costrizione del pensare come il solito. Perché possa immaginarsi il cambiamento è necessario uno sguardo

esterno una posizione marginale che consenta di estraniarsi dai legami forti della comunità. Henri Pirenne

nel suo studio le città del medioevo, individua una massa di vagabondi avventurieri i cosiddetti mercanti

che porteranno a una serie di trasformazioni. Per vivere gli individui di questa massa Errante praticavano

l'elemosina prestavano saltuariamente la loro opera nei lavori stagionali di mietitura e si offrivano come

mercenari esercitavano la rapina e Il saccheggio. Questi Mercanti ben presto colgono le occasioni favorevoli

quando si presentavano e divennero presto il commercio. La loro vita Errante li portava a frequentare i

porti i mercati e in una società statica legata alla terra erano in grado di far circolare merci e mettere in

connessione nuove domande di beni con nuove offerte. D'inverno le strade di Venivano spesso

impraticabili e i nuovi mercanti iniziarono a insediarsi costruendo i loro depositi nei pressi dei Castelli e

monasteri formando il nucleo per le nuove città. Quindi i mercanti erano visti come degli stranieri e

faticavano a trovare posto nella gerarchia sociale feudale all'interno di un'organizzazione sociale senz'altro

alternativa che è quella di possedere il suolo o di lavorarlo ed essere servo.

Il commercio fece del mercante un uomo la cui condizione normale fu la libertà e questa posizione di uomo

libero e la stranezza della sua condotta di vita mettevano a soqquadro l'intera struttura sociale feudale. I

mercanti rivendicavano la libertà personale la possibilità di spostarsi e di risiedere dove si desidera e di

avere tribunali speciali per sfuggire alle molteplicità delle giurisdizioni feudali. La città divenne luogo

speciale autogestito e la libertà delle città divenne la libertà dei suoi cittadini. È nella città che le idee di

autonomia e individualismo si diffusero creando la base dell'ethos Borghese. Gli stranieri nella figura degli

erranti degli sradicati dalla terra giocarono un ruolo fondamentale quello di introdurre nuovi modi di fare di

pensare in comunità isolate. Un'interpretazione molto simile è focalizzata sulla nascita del capitalismo da

Sombart Perché lo straniero è colui che consente l'innovazione è che innesta all'interno delle comunità

chiuse nuove idee. In particolare l'origine dello spirito capitalistico risiede in un atteggiamento psicologico.

Il capitalismo è caratterizzato da un'etica economica nuova rispetto al sistema feudale precedente perché i

soggetti si impegnano nella produzione di capitale. Queste etica del lavoro è in contrasto con lo spirito

feudale basato sulla produzione del necessario. Per Sombart gli ebrei gli eretici e i migranti sono i soggetti

che occupano una posizione marginale che permette loro un agire spregiudicato verso la ricerca del

guadagno illimitato. Oltre al processo di selezione delle personalità più intraprendenti della migrazione,

anche le condizioni che il migrante trova nel nuovo posto di residenza contribuiscono allo sviluppo del

capitalismo. La migrazione sradica da quel tessuto di relazioni che caratterizzano la vita comunitaria e il

rapporto con il nuovo ambiente è di puro sfruttamento pratico è il principale interesse è il guadagno. La

condizione di solitudine isolamento favorisce l'impegno nel lavoro e non avendo legami interessi il migrante

non è neppure sottoposto ai vincoli della vita comunitaria.

I rapporti che lo straniero intrattiene con altri sono definiti su base razionale, inoltre tutte le persone con

cui interagisce e ha rapporti sono per lui degli estranei. Non essendo legato alla tradizione lo straniero può

permettersi le condotte devianti e spingere fino alle ultime conseguenze il razionalismo Tecnico Economico.

Proprio per questo gli emigranti sono i promotori del Progresso commerciale e industriale in Europa.

Sia Pirenne che Sombart Evidenziano come i marginali e I migranti grazie alla loro differenza siano in grado

di introdurre il cambiamento in società statiche. Le comunità chiuse in sé stesse sono destinate a

soccombere E solo grazie alle innovazioni possono sfuggire alla decadenza. La comunità solidale al proprio

interno ma isolata priva di un confronto è destinata a diventare anacronistica. Nel dibattito contemporaneo

l'idea che lo straniero sia indispensabile per contrastare l'invecchiamento trova argomentazione sul piano

demografico economico. Per alcuni studiosi la società occidentale sta attraversando una crisi demografica

perché il basso tasso di fecondità non assicura un ricambio Generazionale. Considerato che gli immigrati

sono generalmente giovani nel primo periodo successivo alla emigrazione ci furono tassi di fecondità

superiori a quelli degli autoctoni. Sul piano economico invece costituiscono una componente strutturale del

funzionamento delle economie avanzate. Senza gli stranieri l’economia sarebbe inconciliabile, e non

sarebbe in grado di sostenere il passo della domanda e consente di superare le mancanze interne. Per gli

occidentali aperti al cambiamento e innovazione, gli stranieri sono un potenziale stimolo di esperienze e

sensazioni. Come afferma Bauman dal punto di vista dei soggetti privilegiati della società post moderna

contemporanea “Abbiamo bisogno degli stranieri perché in quanto essere culturalmente plasmati

perderemmo preziose opportunità di emancipazione”. Questo non ci permetterebbe mai di affrancarci del

tutto dalle concezioni in cui le nostre vite si sono formate e sono state vissute, inoltre lo straniero con la

sua ricchezza è indispensabile per mantenere viva la comunità. In un contesto di crescente globalizzazione

diviene necessario per l’élite con Maggiore capitale economico per sentirsi vivi e mantenersi giovani per

alimentare quel flusso di sensazioni indispensabili alle personalità cosmopolite in costante mutamento.

2.2 LO STRANIERO COME ICONA DELL’INDIVIDUO MODERNO

Lo straniero è spesso visto come capace di evidenziare i fondamentali aspetti dell'esistenza umana e di

costruire il modello dell'individuo moderno, lo spunto di questa riflessione proviene da un excursus di

George Simmel. Egli analizza un tipo particolare di straniero colui che oggi viene è che domani rimane con

lui che arriva a insediarsi in una nuova società occupando una posizione sociale specifica. Inoltre egli

occupa la posizione specifica di che è vicino Perché è prossimo ed è presente nelle interazioni però è anche

lontano perché è considerato diverso è conservata tratti di alterità che lo fanno sentire dissimile. Questo

straniero è nella Comunità ma non è della Comunità Infatti questo rende evidente che la logica della

contrapposizione noi loro di un'identità che si costruisce nella completa distinzione da altre identità non

corrisponde alla realtà delle relazioni umane. Inoltre Lo straniero di cui parla Simmel è un elemento della

comunità è conosciuto ma non riconosciuto come membro del gruppo Infatti questa posizione consente di

cogliere nello straniero in modo nitido alcune caratteristiche che sono la base di ogni relazione umana. La

lontananza dello straniero fa sì che sia percepito come una categoria piuttosto che come individualità. Lo

straniero c'è vicino in quanto sentiamo tra lui e noi eguaglianza di carattere nazionale sociale e ci è lontano

in quanto questa eguaglianza e vanno al di là di lui e di noi. Sull'asse della polarità tra vicinanze lontananza

il rapporto con lo straniero è vicino al secondo Polo in quanto un rapporto che tende a generalizzare l'altro,

Infatti in questo alle relazioni erotiche che si pongono prossime al Polo della vicinanza. Le relazioni erotiche

respingono decisamente nello stadio della prima passione quei principi di generalizzazione Infatti si ritiene

che un amore non sia mai esistito e che nulla sia paragonabile con la persona amata. Ogni rapporto è

caratterizzato da una miscela di vicinanza e lontananza così come l'idea di unicità Si mescola con quella di

incomprensione pur non annullando l'armonia e la vicinanza così come rapporto con lo straniero e la

progressiva familiarità che l'altro acquista lasciando spazio per riconoscimento dell'individualità dell'altro.

Lo straniero come rapporto amore Lo straniero come rapporto amoroso rende evidente la polarità che

caratterizza il rapporto umano; il fatto di essere nel gruppo ma non del gruppo fa dello straniero una

persona oggettiva e distaccata e non essendo radicato nelle singole parti o nelle tendenze laterali del

gruppo si contrappone a tutte queste con l'atteggiamento del oggettivo.

Questo lo rende idoneo per ruoli super partes Come amministratore dei beni pubblici il giudice il sacerdote

il confidente. Lo straniero assicura il distacco dalle trame relazionali e di potere che caratterizzano le

comunità e può svolgere in modo obiettivo i ruoli per le valutazioni e decisioni ponderate, Inoltre a

differenza di Simmel, Robert Park porta l'attenzione sulle peculiarità psicologiche dell'immigrato di colui

che nella Comunità ma non è parte. Lo sviluppo delle civiltà umane non è un processo lineare e graduale

Ma avviene in modo discontinuo Infatti le comunità isolate e prive di conflitti interni non evolvono ma sono

le guerre che garantiscono quel fermento. A differenza delle guerre e delle rivoluzioni la migrazione ha

implicazioni importanti anche a livello s

Dettagli
A.A. 2024-2025
63 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher antonio_lamacchia di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia delle culture e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bari o del prof Calefato Patrizia.