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COSTRUZIONE TEST STANDARD:
Esame teorico,
Costruzione di una prova – pilota
Verifiche con la prova pilota e costruzione della prova definitiva
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Controllo della validità e attendibilità della prova
Standardizzazione della prova definitiva
I testi offrono prove di valutazione uguali per tutti che si focalizza su abilità e competenze che
dovrebbero essere possedute da tutti. Così sarà possibile distinguere i bambini con una vera e
propria difficoltà. Il bambino si considera migliorato quando ottiene in una prova risultati migliori
rispetto alla precedente. Molte volte i progressi possono essere molto lievi e nelle verifiche
sfuggono all’occhio dell’insegnante mentre i test hanno una sensibilità da riconoscerli e registrarli.
Infatti i test forniscono un quadro preciso delle difficoltà, consentendo di distinguere la mancanza di
studio da un deficit specifico.
Gli strumenti di misurazione dell’apprendimento devono essere finalizzati a individuare la natura
del problema in modo da consentire la progettazione di un programma di intervento. L’ideale è un
lavoro mirato che consenta al bimbo di sviluppare strategie utili. Infatti l’obiettivo ultimo di ogni
progetto educativo è sempre permettere al bambino di acquisire abilità e strategie che gli
consentano di operare autonomamente. Per questo ogni attività dovrà essere strutturata in modo
tale da diminuire il supporto e la mediazione dell’adulto.
L’intervento può avere diverse caratteristiche in base a come viene condotto, con un solo bambino,
con l’intera classe o con un piccolo gruppo di alunni.
INDIVIDUALE/PERSONALIZZATO: richiede una certa disponibilità di risorse. Si utilizza in caso
di difficoltà che investono abilità molto specifiche (lettura, scrittura, calcolo).
IN COPPIE O PICCOLI GRUPPI: a volte nella classe ci sono bambini che hanno le stesse
difficoltà (scarsa capacità di problem solving, problemi con il metodo di studio). Nel gruppo
l’interazione aiuta a portare ricchezza perché condividere con altri le proprie difficoltà può
motivare il bimbo e ridurre l’imbarazzo. Si hanno obiettivi comuni e specifici per ciascun
membro. Questo contesto favorisce il TUTORING= possibilità che un compagno affianchi l’altro
(è utile formare coppie in cui il ruolo di tutor sia interscambiabile).
IN CLASSE: nella classe si ha una scarsa padronanza generale di alcune abilità. Il metodo più
proficuo è la discussione, che permette a ogni bambino di esprimere il suo punto di vista e di
approfondire attraverso il confronto le proprie carenze specifiche.
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5. LA DISLESSIA
Dislessia specifica evolutiva = difficoltà del bambino nella lettura, non dovuti ad altri fattori (es.
handicap, o ritardi mentali). È relativo alle abilità di base che consentono di riconoscere le parole
contenute in un testo e si manifesta con una difficoltà nella velocità e nella correttezza.
Il dislessico è spesso un bimbo intelligente, di buone condizioni socioculturali e senza
problemi emotivi rilevanti. possibilità della “RICORRENZA FAMILIARE”
Nella dislessia c’è la
del disturbo.
Spesso è associata ad altri disturbi disortografia, discalculia, oppure ADHD (deficit di
attenzione).
Gli aspetti più problematici sono:
La memorizzazione precisa della forma di ciascuna lettera
La capacità di porre attenzione alla disposizione della lettera nello spazio
L’integrazione dell’aspetto visivo delle lettere con il suono corrispondente.
Molte TEORIE sulla dislessia
∼ la lettura può avvenire seguendo due linee:
1. VIA FONOLOGICA: trasformazione di ogni segno grafico nel suono corrispondente. Consente
la lettura di parole regolari.
2. VIA DIRETTA: riconoscimento immediato della parola scritta in base al suo aspetto visivo.
Consente la lettura di parole irregolari con ambiguità nell’accento.
∼ Teoria neuropsicologo D. Bakker:
1. Dislessie TIPO L: legate all’uso dell’emisfero cerebrale sinistro per cui il bambino risulta troppo
lento;
2. Dislessie TIPO P: legate all’uso dell’emisfero cerebrale destro per cui il bambino non legge
correttamente.
Per valutare il modo migliore è far leggere ad alta voce un testo breve. È importante che non sia
conosciuto dal bambino ma che sia come quelli che è abituato ad affrontare.
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Per le lingue trasparenti, come l’italiano che si legge quasi come si scrive, il parametro
fondamentale è la RAPIDITA’, mentre nelle lingue non trasparenti, come l’inglese, il parametro è la
CORRETTEZZA. (Alcune ricerche mostrano che i bambini dislessici hanno una velocità di lettura
pari a circa la metà dei loro coetanei).
Oggi a scuola sono presenti molti materiali per il potenziamento e il recupero della lettura, infatti è
sostenere l’aspetto
attraverso l’esercizio che il bambino può migliorare. È importante
MOTIVAZIONALE, non facendo vivere come peso il disturbo perché il bambino anche dislessico
può raggiungere qualsiasi traguardo intellettuale. Nel bimbo dislessico non si riduce l’impegno ma
si cambia solo modalità.
I programmi d’intervento più proficui sono quelli che migliorano la correttezza piuttosto che la
rapidità. Sono definiti METODI SUBLESSICALI quelli finalizzati a velocizzare il processo di lettura
e la sua automatizzazione facilitando il riconoscimento rapido di sillabe o gruppi di lettere.
Nell’avviare un programma da tenere in considerazione:
L’età del bimbo non penalizza il risultato
La > parte dei bimbi può raggiunge un normale livello di lettura
Si ottengono risultati apprezzabili indipendentemente dagli altri disturbi
Ogni bambino dislessico ha un profilo caratteristico che lo distingue da un altro comunque
dislessico.
6. LA DISORTOGRAFIA
La scrittura = abilità complessa percorso lungo. Scrivere in lingua italiana significa memorizzare
il rapporto tra i suoni di una parola e i corrispondenti simboli grafici e la relazione tra determinati
vocaboli e la loro forma ortografica.
un numero > di errori
Il bambino disortografico = (nella scrittura di parole, frasi, periodi) rispetto ai
Non è un bambino che non conosce le regole ma ha difficoltà.
bimbi della sua età. Gli errori
più rilevanti sono: omissioni di lettere o parti di parola; commettono errori sia con parole con
eccezioni che con parole normali una stessa parola può essere scritta, a distanza di poche
righe, in molti modi diversi. Spesso la disortografia si associa alla dislessia. Perché le conoscenze
della lettura e della scrittura sono strettamente correlate.
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PROVA DETTATO DI UN BRANO. (c’è anche la possibilità di sostituire la prova di dettato di
brano con la trascrizione di un testo, evitando che la prestazione possa essere influenzata da una
modalità di lettura non idonea). professionista.
Non tutte le difficoltà di lettura sono affrontabili a scuola, in alcuni casi serve un
indicare le parole scritte in
A scuola l’insegnante può al momento della correzione limitarsi a
modo errato, chiedendo al bimbo di individuare e correggere l’errore.
SOFTWARE di videoscrittura
Vengono utilizzati i con sintesi vocale consentono al bimbo di
riascoltare ciò che ha scritto e sentire oltre che vedere i suoi errori. (in alcuni casi, se la parola è
scritto in modo corretto appare la sua rappresentazione grafica). pregio rendere
immediatamente visibile l’errore al bimbo, abituandolo a controllare la propria scrittura e a
correggerla. Critica = la correzione viene servita su un piatto d’argento, quindi non è così chiaro
fino a che punto ci sia la correzione e il miglioramento.
Obiettivo del professionista lavorare sui prerequisiti e migliorare i processi di produzione
di parole. Non consigliato l’allenamento di memorizzazione lessicale perché troppo impegnativo.
Tipi di errori:
FONOLOGICI: scambio di fonemi, la scrittura non corrisponde alla pronuncia. (i più frequenti)
NON FONOLOGICI: c’è corrispondenza tra scrittura e pronuncia
SINTONIZZAZIONE: errato uso di doppie e accenti
nell’insegnare le strategie di controllo consapevole
Particolare attenzione posta anche
dell’errore.
7. I DISTURBI DELLA COMPRENSIONE DEL TESTO
difficoltà di cogliere e comprendere
Il disturbo della comprensione del testo = in modo adeguato
significato
il di un brano. Affetta il 510 % della popolazione scolastica. Il bimbo viene chiamato
POOR COMPREHENDER (=cattivo lettore) mostra le difficoltà specifiche di cogliere il significato di
un testo. Per molto tempo disturbo di comprensione associato a quello di lettura. Oggi è diverso
dimostrato che è possibile leggere un brano cogliendone a pieno il significato oppure leggere
correttamente e non comprendere. Anche se l’automatizzazione del processo di lettura rende
disponibili maggiori risorse per il processo di comprensione.
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scarso funzionamento della memoria di lavoro
Il disturbo di comprensione legato a uno =
difficoltà a mantenere attivate alcune informazioni, elaborarle e organizzarle. Infatti non basta
memorizzare le informazioni lette ma è necessario mantenere attivi i dati più rilevanti mettendoli in
relazione e integrandoli.
lettori con difficoltà meno consapevoli dello scopo non
I si dimostrano per cui leggono
cercano di capire il significato, perché sono concentrati sul leggere correttamente. I cattivi lettori
non si accorgono di non capire.
Per la valutazione proporre un brano adatto all’età e avendo cura di comunicargli che egli può
adottare la modalità di lettura che preferisce. Al termine vengono date delle domande a scelta
multipla, offrendo la possibilità di consultare il brano. Ci consente di valutare l’abilità di analisi
mirata e sistematica del testo. problema di memoria =
Alcuni bimbi potrebbero avere un non riuscire ad integrare tutte le
informazioni importanti, non distinguere di dati più rilevanti. È quindi opportuno osservare in classe
il bimbo per individuare gli aspetti specifici per lui maggiormente difficoltosi.
INTERVENTO METACOGNITIVO: favorire la riflessione sul processo di comprensione. Obiettivo:
promuovere le conoscenze sugli scopi
1. della lettura e sulle strategie per affrontarla, 2.
usare le strategie
Indirizzare il ragazzo ad in base allo scopo da raggiungere, 3. Il lett