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CARATTERISTICHE:
L'attuale formulazione diagnostica riportata dal DSM V è rimasta immutata, definisce il DDA/I stabilendo alcuni criteri.
In primo luogo la presenza dei sintomi per almeno sei mesi e l'età d'insorgenza anterore ai 7 anni. I sintomi sono
suddivisi per tipologia: manifestazioni riconducibili a disattenzione, a iperattività e infine a impulsività. I criteri
indicano la presenza della compromissione in almeno due contesti(casa,scuola,lavoro ecc) e l'interferenza del disturbo
nel normale funzionamento sociale, scolastico e lavorativo. In fine, è riportato il criterio che individua la specificità del
disturbo differenziandolo dai sintomi che si presentano in altri disturbi mentali. Il DSM V distingue all'interno del
disturbo tre tipologie:
DDA/I combinato,forma in cui risultano presenti 6 o più sintomi tra quelli relativi alla disattenzione e 6 o più tra quelli
legati all'iperattività- impulsività, DDA/I con disattenzione predominante e DDA/I con iperattività-impulsivita
dominanti. Nonostante le molteplici revisioni che i due sistemi di classificazione dei distrurbi hanno subito, contnuano a
rilevarsi sotanziali differenze nei campioni identificati con disturbo ipercinetio e con DDA/i. I gruppi con DDA/i
combinato e con disturbo ipercinetico differirebbero agli individui con DDA/I disattento e iperattivo soprattutto per lo
scarso controllo inibitorio.più della metà degli individui con DDA/i manifestano altri disturbi mentali: circa la metà
degli individui con DDA/I disattento presentano sintomi internalizzanti quali ansia e depressioni, mentre sono rari i
sintomi esternalizzanti; al contrario il 40% degli individui con DDA/I-iperattivo/impulsivo preesenta sintomi
esternalizzanti e rari sono i casi di sintomi internalizzanti.
LE CAUSE
Risulta difficile risalire alle cause predisponenti o scatenanti. Inoltre è spesso difficile distinguere cause da fattori che
sono invece associati o conseguenti al disturbo. Dal punto di vista organico è stata suggerita l'esistenza di un
disfunzione dei lobi prefrontali che risulterebbero coinvolti nei processi relativi alle funzioni esecutive. Recentemente è
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stata evidenziata un'alterazione relativa ad un specifico neurotrasmettitore, la dopamina, che sarebbe responsabile di una
serie di problemi evidenziabile nei diversi sottotipi, inoltre è coinvolto anche il sistema noradrenergico che modula il
funzionamento di numerose aree cerebrali coinvolte nei meccanismi di vigilanza, allerta e attenzione e che favorisce il
manteniemnto degli stati di attivazione, di inibizione. Accreditata è l'ipotesi di una predisposizione di tipo ereditario.
Altre ricerche hanno evidenziato alcuni fattori che combinandosi possono determinare l'insorgenza come problemi nel
periodo pre o peinatale: ritardi nella crescita intrauterina, spesso alla nacita al di sotto dei limiti della norma, asfissia
perinatale. Bambini con aggressività provenienti da genitori con storie di assunzione di sostanze stupefacenti. Tra i
fattori associati al verificarsi di insuccesso scolastico e/o altri sintomi relativi al DDA/i si annoverano anche alcune
sostanze tossiche con cui il bambino viene a contatto durante la vita intrauterina.( alcol tabacco cocaina).
LE MANIFESTAZIONI
Secondo gli attuali sistemi di classificazione del disturbo, i babini e gli adulti con DDA/i vengono comunemente
indicati come individui con difficolta croniche riguardo all'attenzione e/o ll'impulsività e all'iperattività.
LA DISATTENZIONE
Come riportato dal DSM V gli individui con DDA/I possono manifestare difficoltà a prestare attenzione ai particolari,
commettono spesso errori di disattenzione, risultano disordinati, non riescono a mantenere l'attenzione e a portare a
termini le attività, i giochi, passando talvolta da un'attività all'atra. Difficoltà a organizzarsi, si interrompono spesso e
sono sistematicamente attratti da eventi irrilevanti; nel corso di una conversazione interrompono gli altri e saltano da un
argomento all' altro.
IL COMPORTAMENTO IMPULSIVO
Il DDA/I è stato spesso associato a difficoltà inerenti la capacità di inibire risposte inappropriate e affrettate.
L'impulsività può manifestarsi attraverso lo scarso controllo del comportamento, l'incapacità a ritardare una risposta, a
definire le gratificazioni o a inibire risp prepotenti. L'incapacità di stare a sentire fino in fondo spiegazioni o istruzioni
utili per l'esecuzione di un'attività, l'incapacità di aspettare il proprio turno in un gioco, l'incapacità di tener conto delle
conseguenze di azione potenzialmente pericolose, o la tendenza a ricercare soddisfazioni immediate e a prendere
scorciatoie.
L'IPERATTIVITA'
E' l'eccessivo o inappropriato livello di attività motoria e verbale. Le descrizioni riportano infatti bambini che non
possono stare seduti, sono sempre in movimento, parlano troppo, borbottano e rumoreggiano. Siano più attivi,
instancabili e irrequiti sia di giorno che di notte rispetto ai bambini normali. Data la presenza di deficit nelle capacità di
base, è intuitivo ipotizzare che i bambini dimostrino prestazioni inferiori alla norma in compiti più complessi, sono
meno adatti dei bambini normali a controllare il loro comportamento e a inibire risoste non corrette, meno capaci di
svolgere un compito che richiede l'isolamento di uno stimolo importante partendo da uno sfondo confuso,
maggiormente attirati da aspetti più appariscenti del campo, più lenti quando si tratta di un compito che richiede
rapidità. Deficit di pianificazione del tempo e delle mete. Barkley presenta una rassegna degli studi che hanno messo in
luce difficoltà associate al disturbo sia nei bambini che negli adulti. Fra i problemi indicati:
-lievi deficit cognitivi (disturbi specifici dell'apprendimento, scarsa capacità di stima del tempo, difficoltà della
memoria di lavoro, ridotta sensibilità agli errori, deficit di pianificazione, lievi ritardi intellettivi),
-disturbi del linguaggio(ritardo nell'acquisizione del linguaggio, difficoltà nell'eloquio, scarsa organizzazione ed
espressione inefficiente delle idee)
-difficoltà nelle funzione adattive;
-disturbi dello sviluppo motorio;
-disturbi a livello emotivo( scarsa tollerenza alla frustazione);
-difficoltà nel contesto scolastico(ripetizione di una classe, sospenzioni o espulsioni scolastiche);
-difficoltà nell'esecuzine dei compiti;
-rischi nella salute(propenzione agli infortuni, ritardi nella crescita durante la fanciullezza, difficoltà riguardanti il
sonno, rischi nella guida di autoveicoli in età adulta).
LE MANIFESTAZIONI IN ETA' PRECOCE
Il DDA-i ha un esordio precocie, molti bambini che prima dei cinque anni mostrano un livello di attività motoria
elevato non sviluppo un problema clinicamente significativo nè nel corso della scula dell'infanzia nè alla scuola
primaria. L'iprattività-impulsività a livelli clinici non rilevanti è nel periodo prescolare una caratteristica piuttosto
diffusa nei bambini. Con l'ingresso alla scuola primaria, l'ambiente e le attività proposte contribuiscono a favorire la
modulazione dell'eccesso di attività motoria e il controllo degli impulsi. Le caratteristiche del comportamento infantile
interaggiscono con le caratteristiche dell'ambiente e in particolare delle pratiche di cura: atteggiamenti responsivi,
sensibili sono in grado di contribuire a trasmettere al bambino la capacità di regolare le emozioni negative. L'iperattvità
può indurre uno stile genitoriale coercitivo che può avere un effetto ancora più negativo sul comportamento del
bambino, Sonuga-Barke hanno proposto una tassonomia delle difficoltà associate a iperattività in età prescolare:
Tipo I (oppositività emergente): si caratterizza per bassi livelli di iperattività associati a bassa tolleranza da parte
dell'ambiente familiare; sono presenti interazioni conflittuali genitore-bambino e uno stile educativo coercitivo; questi
abini possono essere a rischio per problemi comportamentali di tipo oppositivo. 17
Tipo II (insorgenza tardiva di DDA/I):la presenza di una moderata attività prescolare è gestita dal contesto familiare ed
educativo nel corso del periodo prescolare. Con l'ingresso a scuola le capacità di autregolazione del bambino sono
insufficienti.
Tipo III (DDA/i limitato al periodo prescolare): si caratterizza per elevati livelli di iperattività con molti elementi tipici
del DDA/I. La presenza di caratteristiche positve nel contesto familiare ed educativo (adeguate strategie di
contenimento, presenza di ambiente strutturato) agiscono come fattori protettivi per l'insorgenza di problemi scolastici e
di comportamenti oppositivi o antisociali.
Tipo IV (insorgenza precoce e cronica di DDA/I): si caratterizza per elevati livelli di iperattività associati a
caratterisctiche temperamentali oppositive. L'associazione di questi due fattori aumenta la probabilità che il disturbo si
cronicizzi e conduca a interazione disturbate adulto-bambino.
Le manifestazioni del DDA/i tendono a essere stabili e a essere associate a esiti evolutivi negativi in adolescenza.
Iperattivo, disattivo e combinato i dati indicano una rudotta stabilità nel tempo, tanto da suggerire che i sottotipi non
debbano essere considerati come categorie discrete permanenti, ma come manifestazioni dimensionali che variano
lungo un continuum sotto le influenze dei cambiamenti evolutivi. Lo studio indica che il disturbo iperattivo-impulsivo
permane nel 74% dei casi e che gran parte di questi bambini mostrano successivamente i sintomi del tipo combinato.
INTERPRETAZIONE DEL DISTURBO
Secondo Castellanos e Tannok esisterebbero tre particolari endofenotipi in grado di spiegare il DDA/i il primo indica
una anomalia nei meccanismi legati alla ricompensa che determinerebbe una ridotta capacità di attendere per una
gratificazione; il secondo assume che un deficit nell'elaborazione temporale sia alla base della grande variabilità nella
prestazione intra individuale e di altre manifestazioni quali deficit nella stima del tempo e nella consapevolezza
fonologica; il terzo richiamerebbe l'esistenza di deficit nella memoria di lavoro che spiegherebbero i problemi nelle
funzioni esecutive e nell'attenzione focalizzata. Molti studi convergono nell'associare i DDA/I con problemi alle
funzioni esecutive, che possono essere definite come l'insieme dei processi cognitivi alla base dei comportamenti
finalizzati complessi: manifestano difficoltà a interrompere una risposta quando questa ha avuto inizio e tendono a
“sparare” immediatamente le risposte anche quano è richiesto di ritardarle. Second