Anteprima
Vedrai una selezione di 4 pagine su 12
Riassunto esame psicologia dell'handicap e della riabilitazione, prof. Limberti, libro consigliato La famiglia di fronte alla disabilità. Stress, risorse e sostegni, Zanobini, Manetti, Usai Pag. 1 Riassunto esame psicologia dell'handicap e della riabilitazione, prof. Limberti, libro consigliato La famiglia di fronte alla disabilità. Stress, risorse e sostegni, Zanobini, Manetti, Usai Pag. 2
Anteprima di 4 pagg. su 12.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame psicologia dell'handicap e della riabilitazione, prof. Limberti, libro consigliato La famiglia di fronte alla disabilità. Stress, risorse e sostegni, Zanobini, Manetti, Usai Pag. 6
Anteprima di 4 pagg. su 12.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame psicologia dell'handicap e della riabilitazione, prof. Limberti, libro consigliato La famiglia di fronte alla disabilità. Stress, risorse e sostegni, Zanobini, Manetti, Usai Pag. 11
1 su 12
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Una prima considerazione riguarda le aree di maggiore disagio evidenziabili nelle risposte delle

madri. Mentre la percezione di difficoltà nella cura risulta bassa e la sensazione di compiere

rinunce è presente, molte madri dichiarano di essere spesso preoccupate per il futuro dei loro figli

per la gestione del quotidiano e per il pensiero di un futuro dai confini incerti. Per quanto riguarda

le percezioni relative al tempo libero, sembrano perseverare la possibilità di andare in vacanza e di

vedere gli amici, mentre molto ridotti sono i tempi di svago senza figli. Tuttavia, per le madri, è

fortemente limitato il tempo per sé rispetto al che il tempo ricreativo della famiglia. La gravità della

menomazione ha un’influenza molto modesta e limitata sulla percezione delle rinunce. La

necessità di assistere costantemente il bambino durante la giornata comporta la percezione di

coping

uno stile di orientato a prendere le distanze dalla situazione. Quando si è costantemente

immersi in compiti di accudimento, allontanarsi momentaneamente dal problema può costituire

una strategia temporaneamente utile alla salvaguardia di un equilibrio personale. Tuttavia è una

strategia che a lungo termine risulta inefficace. È cruciale offrire alle madri la possibilità di

utilizzare momentanei intervalli dalla cura o altre fonti di supporto che consentano un recupero di

energie e una maggiore condivisione delle difficoltà. Il tempo di cura ha un’incidenza sulla

percezione di difficoltà e sulla percezione delle rinunce. Il fatto di svolgere attività di riabilitazione a

casa si accompagna a uno stile che tende a rivalutare gli aspetti positivi della situazione quando

si affrontano eventi potenzialmente stressanti. Monitorare giorno per giorno anche i piccoli

successi può accrescere l’autostima e spostare l’attenzione sugli aspetti di crescita personale

connessi alla cura. La partecipazione del bambino a gruppi di coetanei è invece connessa

positivamente all’autocontrollo e negativamente alla tendenza di fuga.

Capitolo7: Effetti del supporto sociale sul benessere delle famiglie con bambini disabili 8

Il supporto sociale ha una funzione di tutela della persona rispetto a eventi stressanti e questo ha

valore anche quando una famiglia si trova a crescere un bambino disabile. Il fine è comprendere:

quali sono le condizioni in cui la rete è in grado di corrispondere in maniera puntuale alle

• necessità delle madri producendo soddisfazione e benessere;

quando e come si vengono a creare condizioni critiche per la madre allo scopo di predisporre

• programmi di prevenzione.

strumento

Lo di esplorazione utilizzato per offrire un quadro qualitativo e quantitativo delle rete di

madri è composto da otto sezioni finalizzate ad analizzare:

1. il supporto affettivo;

2. l’amicizia;

3. l’aiuto pratico;

4. l’aiuto finanziario;

5. i consigli.

campioni

I presi in considerazione sono un gruppo di madri con o senza partner.

I dati relativi all’interferenza delle misure di supporto sociale sui vari aspetti della vita delle madri

di bambini disabili sono variegati e hanno richiesto analisi particolarmente articolate. Le analisi

hanno rilevato:

una minor ampiezza nelle varie aree del supporto e della rete totale;

• le molteplici funzioni svolte da poche persone;

• una criticità legata alla condizione di vita casalinga associata a un basso titolo di studio.

Sono presenti, invece, altri dati che indicano aree positive di rapporto:

il livello di soddisfazione riportato;

• il livello di interconnessione della rete;

• il riconoscimento di significativi rapporti intimi.

Tra il momento in cui si verifica l’evento disabilità e il momento in cui la persona corre il rischio di

vedere la propria rete smagliarsi probabilmente intercorre un tempo più o meno lungo di

evoluzione, che riguarda solo una parte di tutte le persone. A quanto punto è necessario

comprendere l’andamento del processo e il ruolo dei servizi per intervenire con un lavoro di

mantenimento che consenta alle persone, superato il momento di crisi, di trovarsi in un contesto

relazionale ancora ricco e articolato.

Capitolo8: Una nuova immagine della paternità: autobiografie di padri con figli disabili

Il ruolo della figura del padre nella situazione in cui in famiglia è presente un bambino disabile può

essere raccontato attraverso i racconti scritti di alcuni padri. Le motivazioni per studiare questo

ruolo sono:

portare evidenze contro i pregiudizi e gli stereotipi ancora presenti nei confronti delle persone

• con disabilità e delle loro famiglie che riguardano:

1. l’identificazione della persona disabile con la patologia che lo affligge;

2. la credenza di un nucleo familiare chiuso e che vuole nascondere la disabilità del figlio;

3. il mito dell’assenza paterna, che presenta un uomo incapace di trovare soluzioni diverse

dalla fuga;

Rompere lo stereotipo significa riconfermare e valorizzare l’unicità di ogni individuo e lo

specifico di ogni situazione familiare.

ribadire l’importanza dell’esperienza come fonte e strumento di conoscenza.

Le autobiografie scritte da padri di bambini disabili rispondono all’obiettivo di dare voce

direttamente ai protagonisti di un’esperienza, senza filtri interpretativi e pregiudiziali. La disabilità

del figlio rende le storie degne di essere raccontate. Per indagare questo argomento si è

proceduto con una metodologia qualitativa, attraverso un’analisi lessicale computer-assistita di

sei volumi scritti in prima persona da padri di disabili, ed è stato concluso che:

il nome del figlio, presente come primo termine in quasi tutti i volumi, sottolinea la volontà di

• tutti gli autori di parlare dell’unicità della loro creatura;

il riferimento frequente alle figure familiari è presente in tutti i volumi. Ciò indica un

• coinvolgimento forte di tutti i componenti e in alcuni volumi si sottolinea l’importanza di una

condivisione dei problemi e della vita quotidiana. La frequenza meno rilevante del termine

“padre” non deve dar penare a una marginalità di tale figura, in quanto spesso sostituito dal

racconto in prima persona. A seconda dei casi egli assume maggiormente compiti di cura o

mansioni prevalentemente sociali;

l’autonomia è sempre un obiettivo primario, pur non mandando i riferimenti ai limiti che le

• diverse patologie comportano; 9

gli autori mettono in gioco dei valori che portano ad una rivalutazione complessiva della vita dei

• personaggi;

la sfida comune consiste nel parlare apertamente della disabilità, con toni talvolta lontani dalle

• definizioni scientifiche, come argomento che può entrare nella vita delle persone;

il raccontare ha una funzione personale e sociale perché la disabilità non è solo affare di chi la

• viva, ma entra anche, attraverso l’autobiografia, nella vita dell’intera comunità. In tutti i volumi è

presente l’intento di riscattare agli occhi dell’intera società l’immagine del proprio figlio.

Alcune tappe fondamentali nel ciclo di vita delle famiglie con disabili raccontate attraverso le

autobiografie sono:

1. l’impatto. Tutti i padri iniziano il racconto della loro storia come una narrazione cronologica

che parte o dal momento dalla nascita del bambino o dal momento in cui appare loro evidente

il deficit o la malattia da cui è colpito. Inoltre tutti i padri raccontano del modo in cui hanno

ricevuto la notizia, in modo dolce o brutale, dell’anormalità del figlio. I genitori vengono poi

lasciato soli con la notizia inaspettata che mai si sarebbero aspettati ricevere;

situazione di crisi.

2. la La consapevolezza del proprio figlio mette in atto dinamismi di

accettazione e di rifiuto. Queste reazioni sono complesse e differenti da famiglia a famiglia e

all’interno di una stessa famiglia perché ogni membro reagisce alla condizione di disabilità del

bambino e alle reazioni degli altri membri verso questo stato. I padri cercano una spiegazione

a quanto è loro accaduto, tuttavia la ricerca lascia spazio solo all’accettazione;

dinamiche di accettazione, contesto e risorse familiari.

3. le il le I padri raccontano di come

non sia facile, e forse neppure desiderabile, essere genitori di figli disabili: ci si può sentire

sopraffatti e si possono rompere equilibri personali e familiari. I padri sottolineano l’importanza

di farsi carico di tutti i rischi che l’educazione di un bambino disabile comporta: in gioco c’è la

possibilità per i figli di diventare adulti e di rimanere se stessi;

ruolo del padre.

4. il I padri risultano molto coinvolti dal punto di vista emotivo nella situazione

familiare e forse questo li ha spinti a raccontare la propria esperienza. I momenti di incertezza

e di insicurezza rispetto all’educazione del figlio disabile colgono entrambi i genitori, ma in

modo particolare il padre. I padri hanno ben chiaro che il loro compito è di favorire lo sviluppo

dei propri figli nel senso di una sempre maggiore autonomia e indipendenza.

Capitolo9: I futuri possibili: problemi, prospettive e interventi per una migliore qualità della

vita segmentazione

Fra i problemi che allontanano operatori e famiglie c’è la del servizio reso alle

famiglie. I bambini disabili e le loro famiglie hanno spesso necessità di essere seguiti da team

multidisciplinari che fanno capo a una o più agenzie. È quindi necessaria l’esistenza di un

operator).

operatore addetto alla funzione di chiave di collegamento (key Tale figura può

costituire un importante nodo di raccordo anche nella realtà italiana, a patto che il suo ruolo non

rimanga solo una potenzialità sulla carta. Tale figura potrebbe diventare un vero e proprio

referente per la famiglia, fornendo a essa un feedback per consentire ai genitori di fare una

valutazione dei progressi e dei processi di cura o educazione del bambino e di avere un quadro

key operator

completo della situazione. In questo senso è utile che il abbia anche una funzione di

aiuto all’interpretazione, in modo da facilitare l’individuazione di nuove prospettive e l’evoluzione

di problemi. Il ruolo di questo tipo di referente dovrebbe comprendere anche la funzione

dell’esserci, cioè essere presente rispetto alle emozioni e alla costruzione dei significati,

rassicurare il genitore per quanto riguarda la conoscenza del bambino e la visione complessiva

del problema. Tale funzione consente al genitore di sapere che è possibile una condivisione con

un operatore in grado di contemplare la sua realtà e i

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
12 pagine
1 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/05 Psicologia sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher likelikelike di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dell'handicap e della riabilitazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Limberti Carolina.