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Intervento riabilitativo per l'età precoce
In riferimento all'età si avvia un percorso riabilitativo. Parliamo di "intervento precoce" quando l'intervento riabilitativo ha avvio nel periodo di vita da 0 ai 3 anni, in questo periodo il bambino acquisisce importanti competenze motorie, cognitivo-simboliche, affettivo-relazionali. Il canale visivo svolge un ruolo importante affinché alcune tappe dello sviluppo del bambino possono essere raggiunte nei tempi previsti. L'intervento riabilitativo precoce del bambino con pluridisabilità deve necessariamente prendere in considerazione la riabilitazione visiva con l'obiettivo dell'uso funzionale del residuo visivo, lo sviluppo senso-percettivo, l'uso delle prassie, lo sviluppo immaginativo-motorio.
Il periodo dopo i 3 anni di età (età scolare, età adulta) i progetti riabilitativi, sempre fortemente personalizzati, hanno come obiettivo il raggiungimento del massimo livello possibile di autonomia, comunicazione.
esocializzazione della persona disabile attraverso interventi calibrati sull'individuo e sulla famiglia. La riabilitazione della persona con pluri-disabilità è un percorso che inizia precocemente e prosegue per tutto il ciclo di vita. Interventi riabilitativi: - I ritardi di sviluppo del bambino non vedente si dimostrano più o meno consistenti anche in rapporto al ruolo svolto dai genitori e dagli educatori nella relazione con il bambino. Nonostante le difficoltà strettamente connesse alla disabilità sensoriale, la presenza di stimolazioni costanti, di interazioni coinvolgenti e di arricchimenti continui dell'esperienza fanno sì che un bambino con disabilità visiva possa evidenziare uno sviluppo psicofisico simile a quello di un vedente. La formulazione di un progetto riabilitativo parte da una valutazione accurata dell'individuo e del contesto (ad esempio la famiglia). La definizione di tale progetto dipende da variabili.qualil'età del soggetto, le sue caratteristiche e quella del contesto. È importante la precocità dell'intervento. I 18 mesi sono il periodo sensibile per lo sviluppo dei circuiti neurali coinvolti nei processi percettivi visivi. In età precoce la riabilitazione prevede sia la stimolazione del sistema visivo attraverso materiali luminosi sia l'esercizio delle funzioni nervose superiori come l'attenzione, la memoria, le prassie e le funzioni gnostiche. Con l'esercizio si intende stimolare lo sviluppo dei processi senso-percettivi come la capacità di fissazione, la motricità oculare, l'adattamento alla luce e all'oscurità, la sensibilità ai colori. Mentre in età precoce l'intervento è caratterizzato dall'obiettivo di garantire il pieno sviluppo dell'individuo e di potenziare le capacità percettive attraverso logopedia, musicoterapia, fisioterapia. Successivamente, peresempio in età scolare, l'intervento è volto a favorire la comunicazione, promuovere la capacità di orientamento e la mobilità attraverso l'uso degli ausili. Accanto a tale intervento sono previste tutte le iniziative volte a potenziare la percezione e la motricità. In età adulta gli obiettivi dell'intervento riguardano il raggiungimento e mantenimento dell'autonomia personale, della comunicazione scritta, l'addestramento all'uso delle tecnologie riabilitative informatiche, attività laboratoriali, musicoterapia, nuoto, ippoterapia, in sostanza iniziative volte alla socializzazione e alla conoscenza dell'ambiente. La famiglia riveste un ruolo molto importante e deve essere in grado di mettere in atto il processo di adattamento funzionale alla situazione. La menomazione impone una riorganizzazione non solo a livello dell'individuo interessato ma di tutto l'ambiente familiare. La famiglia fornisce al soggettocon disabilità visiva supporti a vari livelli, che sono fondamentali per l'adattamento alla perdita della vista e costituiscono fattore di protezione sia nei confronti dello stress sia per gli eventuali esiti negativi in relazione alla salute. Per questo è importante prestare attenzione anche alla famiglia degli individui nelle attività di riabilitazione. L'acquisizione di un soddisfacente livello di autonomia rimane l'obiettivo principale degli interventi educativi riabilitativi rivolti ai non vedenti. Negli ultimi anni sono stati sviluppati strumenti volti a migliorare l'autonomia degli individui ciechi o ipovedenti che includono ausili per la casa (bilance, orologi da muro) con caratteri ingranditi, display braille o sintesi vocale. Parallelamente gli ausili tiflotecnici a supporto della scrittura e lettura hanno avuto enormi evoluzioni a partire dalla scrittura manuale in braille, ai display in braille, sintetizzatori vocali, sistemi per laRiconoscimento dei tasti, screenreader (vengono presentati al soggetto non vedente attraverso la barra Braille o un dispositivo di sintesi vocale, stampanti Braille.
Tiflodidattica: si occupa della didattica dei ciechi, supporto alle problematiche incontrate dai ciechi nell'apprendimento (dal greco tiflòs che significa cieco), risponde alle particolari esigenze educative dell'alunno con minorazione visiva.
Il "primo" sussidio tiflodidattico sia da un punto di vista temporale sia qualitativo per l'importanza che riveste, è il libro Braille, la cui realizzazione è stata ed è tuttora possibile grazie alla geniale invenzione di Louis Braille. Dal 1829, anno in cui fu pubblicato il sistema di scrittura per i ciechi ideato da Louis Braille, ad oggi, la produzione dei sussidi tiflodidattici si è progressivamente ampliata e strutturata, soprattutto dai primi decenni del secolo scorso quando, in seguito alla metodologia innovatrice.
Introdotta da Augusto Romagnoli e ad alcune disposizioni legislative, si è affermata la convinzione pedagogica che il processo educativo degli alunni con minorazione visiva necessita di un intervento metodologico precoce e competente, nonché di sussidi e materiali specifici.
La particolarità della scrittura braille è quella di essere costituita da punti di rilievo che vengono incisi procedendo da destra a sinistra, in questo modo quando si gira il foglio è possibile leggere normalmente da sinistra a destra i singoli segni. Essi vengono rappresentati mediante un numero differente di punti (da uno a sei) collocati su due colonne, ognuno dei quali è costituito da tre righe. Il significato del segno è determinato in base al numero di punti presenti e alla posizione in cui sono collocati. In totale si possono ottenere 63 segni che coprono tutte le esigenze di ogni forma di linguaggio scritto e di tutte le segnografie matematiche e musicali.
La maggior
Parte dei bambini con disabilità visiva necessitano di supporto per l'acquisizione del movimento autonomo. L'orientamento e la mobilità sono acquisiti dalla persona cieca mediante attività grosso-motorie quali il gioco, è tuttavia necessario che il bambino non vedente sia in possesso di determinati prerequisiti essenziali:
- Conoscenza del proprio corpo
- Padronanza dell'abilità uditive, tattili e olfattive
- Lateralizzazione
- Comprensione dei concetti topologici
- Controllo posturale
Il training di orientamento e mobilità prevede dapprima percorsi motori graduati per difficoltà, interamente decisi e guidati dall'adulto, in seguito il ruolo dell'adulto passa in secondo piano e lascia al bambino ampi spazi di autonomia.
I più comuni ausili per la mobilità sono l'accompagnatore vedente, il cane guida e il bastone bianco. Anche il tradizionale bastone basato sulla conoscenza tattile del territorio "un"
passo avanti a sé” ha visto sperimentazioni con l'introduzione di sensori e segnali vibranti per aumentare le informazioni di contesto e il relativo controllo spaziale. Tutti questi ausili impongono una buona rappresentazione dell'ambiente circostante e l'acquisizione precisa della tecnica tale da garantire condizioni di sicurezza e capacità di orientamento. L'insegnamento delle tecniche di autonomia di movimento mediante l'uso del bastone bianco richiede nel bambino non vedente un buon livello di sviluppo intellettivo e motorio, e costituisce la fase preliminare per l'utilizzo del cane guida, che risulta efficace dal punto di vista della fluidità, della velocità e della sicurezza della mobilità, in quanto la sua presenza costante a fianco della persona non vedente diminuisce il livello di stress e favorisce la corretta esecuzione del percorso anche con una soglia di attenzione più bassa. Mentre il bastone biancoprevede fondamentalmente due modalità d'uso: la posizione centrale del bastone rispetto al corpo associata con un movimento di oscillazione da sinistra a destra ovvero la posizione diagonale del bastone tenuto di fronte a sé. Entrambe le tecniche hanno lo scopo di proteggere da eventuali ostacoli lungo il percorso e di fornire informazioni aggiuntive rispetto a quelle uditive o olfattive. Ovviamente il bastone bianco richiede al soggetto un coinvolgimento diverso rispetto al cane guida soprattutto in riferimento al livello di attenzione necessaria, al livello di stress nella deambulazione e alla connessa percezione del grado di sicurezza personale. Per quanto riguarda i giocattoli come i finti carrelli della spesa e i tagliaerba giocattolo, essi hanno il vantaggio di essere adatti all'infanzia per dimensione e materiali, offrendo una certa protezione contro gli ostacoli e la possibilità di impratichirsi nel centrare la presa, ma contemporaneamente sono oggetti che iBambini non hanno sempre con sé. Con il termine potenziamento dell'efficienza visiva intendiamo l'utilizzo significativo del residuo visivo allo scopo di ottenere informazioni sull'ambiente circostante e migliorare l'autonomia. È importante che l'intervento sia individualizzato in funzione al tipo di patologia, alla gravità della disabilità, alla prognosi e alle pluri-disabilità correlate. Le abilità che è possibile e necessario potenziare sono: la consapevolezza della luce (valutare attraverso la risposta di orientamento in presenza di uno stimolo), l'attenzione alla luce, la localizzazione della luce in vari punti del campo visivo, la capacità di seguire con lo sguardo una luce in movimento, la consapevolezza e la presenza o assenza di una luce, la capacità di seguire con lo sguardo oggetti o persone in movimento, la localizzazione di oggetti e l'uso della visione periferica. Nelle persone ipovedenti.È possibile, dopo una corretta valutazione della condizione, potenziare il risultato.