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L’AMBITO MEDICO GENERALE
Quando lo psichiatra agisce in quanto medico, si può basare su un diverso modello
concettuale per la descrizione del disturbo dell’utente rispetto allo psicologo. Mentre lo
psichiatra spesso funziona in base a un modello “di malattia” o medico, lo psicologo
spesso si esprime in termini di difficoltà nel vivere con le persone o con la società. Per una
comunicazione efficace della valutazione psicologica, il valutatore deve superare questa
differenza concettuale. In altre parole, un bravo valutatore deve sapere tradurre i suoi esiti
in un modello concettuale che possa essere sia comprensibile dallo psichiatra, sia utile in
una prospettiva orientata al compito (task-oriented).
Si stima che circa 2/3 delle persone viste dal medico soffrono primariamente di difficoltà
psicosociali e che dal 25% al 50% delle persone con una diagnosi medica definita hanno
degli specifici disturbi psicologici in aggiunta a quelli medici (Asaad, 2000; McLeod, Budd
e McClelland, 1997). La maggior parte di queste situazioni di disagio psicologico non
vengono diagnosticate nè inviate per una cura.
Inoltre, condizioni mediche quali disturbi coronarici, asma, allergie, cefalea, ecc.
possiedono importanti aspetti psicosociali.
I fattori psicologici non sono correlati solo alle malattie, ma sono coinvolti nello sviluppo e
mantenimento della salute.
Infine, la cura e la prevenzione dei fattori psicosociali delle lamentazioni “mediche” ha
mostrato un buon rapporto costi/benefici in aree quali preparazione alla chirurgia,
cessazione del fumo, obesità, riabilitazione del dolore cronico, intervento nelle patologie
cardiache coronariche, ecc. (Sobel, 2000)
Un approccio completo alla persona prevede la consapevolezza dell’interazione tra
variabili fisiche, psicologiche e sociali.
Potenzialmente, lo psicologo può fornire un contributo estremamente importante; perché
lo psicologo possa lavorare adeguatamente nell’ambiente medico, deve acquisire
familiarità con le descrizioni mediche – che implica apprendere un lessico complesso e
ampio – e ricordarsi che il medico ha la responsabilità ultima delle decisioni (anche se può
acquisire informazioni da varie fonti).
Le situazioni in cui il medico richiede con maggior frequenza la consulenza dello psicologo
sono (Maruish, 2002):
presenza di un sottostante disturbo psicologico;
possibili fattori emotivi associati alla condizione medica;
valutazioni di deficit neuropsicologici;
gestione psicologica del dolore cronico; 15
trattamento dell’abuso/dipendenza da sostanze psicoattive.
A questo elenco vanno aggiunte la valutazione psico-oncologica e la valutazione
prechirurgica
per l’analisi del rischio di gravi reazioni di stress all’intervento.
La valutazione psicologica in ambito medico generale prevede l’utilizzo non solo di
strumenti per la valutazione standard, ma anche di strumenti specifici per questo contesto,
quali PRIME-MD/Patient Health Questionnaire, Millon Behavioral Medicine Diagnostic, o
Millon Behavioral Health Inventory.
Un aspetto importante della neuropsicologia clinica: il neuropsicologo è chiamato a
valutare non come funziona il cervello, ma come funziona la persona a seguito di possibili
anomalie cerebrali. Il neuropsicologo viene quindi chiamato a rispondere a quesiti quali
natura e estensione di lesioni identificate, localizzazione delle lesioni, stato emotivo del
paziente con lesioni neurologiche, grado di compromissione, suggerimenti per il
trattamento – per es., riabilitazione cognitiva e riadattamento a familiari e amici.
IL CONTESTO EDUCATIVO
Le aree più rilevanti dell’intervento psicologico riguardano:
- la valutazione della natura e grado delle difficoltà di apprendimento del bambino;
- la misurazione dei punti di forza e di debolezza intellettivi;
- la valutazione delle difficoltà comportamentali;
- creazione di un piano educativo;
- la stima della risposta del bambino agli interventi;
- raccomandazione di modificazioni al programma o alla collocazione del bambino.
Qualsiasi piano educativo dovrebbe prendere in considerazione le interazioni tra le abilità
del bambino, la personalità del bambino, le caratteristiche dell’insegnante e i bisogni e le
aspettative dei genitori.
Corollario di questa affermazione è che la valutazione dei bambini nell’ambiente educativo
deve essere posto in un contesto più vasto rispetto alla pura interpretazione dei punteggi
testali. Si devono valutare le relazioni tra docente, familiari e studente, così come la qualità
dell’ambiente di apprendimento. Inoltre, è necessario prendere in esame i valori, la
motivazione, e il senso di efficacia personale del bambino, così come sue eventuali
problematiche biomediche. I valutatori devono conoscere le risorse scolastiche e della
comunità e imparare nuovi strumenti che hanno dimostrato livelli di affidabilità e validità
relativamente elevati.
Tipicamente il bambino andrebbe valutato e osservato in un contesto più ampio, cosa che
risulta contraria alla tradizione della valutazione individuale.
Se la valutazione individuale può essere combinata con una valutazione in classe o
familiare, si ottengono dati rilevanti addizionali col rischio però di generare resistenze –
gestire sempre con delicatezza estrema le osservazioni naturalistiche dell’interazione
bambino-genitori e tra i genitori, e le osservazioni naturalistiche in classe delle interazioni
bambino-insegnate(i).
Nella maggior parte dei casi, la valutazione nel contesto scolastico comprende
osservazioni comportamentali, test delle abilità intellettive – WISC-III, Woodcock-Johnson
Psychoeducational Battery-III, Kaufman Assessment Battery for Children – e test per il
funzionamento della personalità. A tale scopo, ai proiettivi sono andati sostituendosi altri
test con migliori proprietà psicometriche, meno lunghi da somministrare, valutare e
interpretare, quali l’Achenbach Child Behavior Checklist (CBCL), la Conner’s Parent
Rating Scale-Revised, la Conner’s Teacher Rating Scale-Revised e il Behavior Assesment
System for Children.
Vi sono poi numerosi altri solidi test oggettivi, quali il Personality Inventory for Children,
una misura sviluppata secondo la logica del MMPI, che viene compilata dal genitore del
bambino e fornisce 4 scale di validità e 12 scale cliniche - per es., Depressione, Relazioni
16
Famigliari, Delinquenza, Ansia, Iperattività – con dati normativi basati su un campione di
2400 bambini. In adolescenza, la valutazione della personalità può essere effettuata con
MMPI-A o col Millon Adolescent Clinical Inventory.
Ulteriori scale ben costruite che stanno venendo sempre più utilizzate sono l’Adaptive
Behavior Inventory for Children, le Vineland Adaptive Behavior Scales, il Wechsler
Individual Acheivement Test (WIAT); quest’ultimo sta gradualmente soppiantando il
celebre
Wide Range Achievement Test (WRAT-III).
Qualsiasi referto di una valutazione nell’ambiente educativo non deve incentrarsi solo sui
punti deboli, ma deve delineare anche i punti di forza del bambino.
I suggerimenti devono essere utili e pratiche: è necessario avere una chiara idea delle
risorse importanti nella classe, nel sistema scolastico e nella comunità.
I suggerimenti tipicamente specificano le competenze da apprendere, come insegnarle,
una gerarchia di obiettivi e le possibili tecniche per ridurre i comportamenti che rendono
difficile l’apprendimento.
I suggerimenti non sono il punto di arrivo, ma il punto di partenza; idealmente, il report
dovrebbe essere monitorato nel tempo
La valutazione dei bambini deve essere condotta in due fasi.
- La prima fase prevede una valutazione dell’ambiente di apprendimento del bambino
- La seconda fase prevede una batteria generale di valutazione, che comprende misure di
capacità intellettive, abilità scolastiche, comportamenti adattivi, e screening di disturbi
biomedici che possono danneggiare l’apprendimento.
Abilità intellettive: memoria, organizzazione spaziale, ragionamento astratto, porre in
sequenza
Indipendentemente dalle capacità scolastiche e intellettive, non ci sarà un buon
funzionamento scolastico in assenza di importanti capacità adattive, quali competenze
sociali, motivazione adeguata e capacità di controllo degli impulsi.
La valutazione dei valori e atteggiamenti del bambino verso l’istruzione è importante in
quanto indica la propensione dello studente a utilizzare le risorse a sua disposizione.
Il livello di efficacia personale ci dice se la persona è in grado di mettere in atto
comportamenti finalizzati al conseguimento dei suoi obbiettivi.
Considerare difficoltà fisiche quali scarsa vista, scarso udito, fame, malnutrizione o
disfunzioni endocrine
IL CONTESTO LEGALE
Gli psicologi possono essere coinvolti in qualsiasi passaggio del processo di assunzione di
decisioni legali.
Durante la fase investigativa, possono essere consultati per verificare l’attendibilità di un
teste, o per valutare la qualità delle informazioni fornite da questo. L’accusa può chiedere
a uno psicologo di valutare i referti di un altro psicologo, di valutare la capacità della
persona accusata di sostenere il processo, o di collaborare a identificare gli elementi
caratteristici di un crimine. Il giudice può utilizzare il referto dello psicologo come uno degli
elementi in base ai quali prendere le sue decisioni. Lo psicologo può anche essere
coinvolto nella valutazione della pericolosità e nella definizione del programma di
riabilitazione.
Si è assistito ad una progressiva differenziazione dei ruoli dello psicologo in ambito
forense e ad una proliferazione degli strumenti specifici di valutazione (Heilburn, 2001;
Otto e Heilburn, 2002).
Ambientarsi alla corte prevede essere cogniti dei diversi ruoli previsti dalla clinica e dal
tribunale e la necessità di avere familiarità con termini quali vizio parziale di mente o
incapacità di intendere e volere. Inoltre, molti avvocati conoscono la stessa letteratura
professionale dello psicologo e possono utilizzarla per discreditarne i metodi di valutazione
17
o – soprattutto – le conclusioni. Inoltre, gli psicologi devono essere sempre più sofisticati
nella valutazione della simulazione e della menzogna (Rogers, 1997).
Almeno negli Stati Uniti, gli psicologi vengono utilizzati principalmente nei casi di affido dei
minori – casi per cui sono stati sviluppati test specifici quali le Bricklin Perceptual Scales,
oltre alle linee guida della American Psychological Association – capacità di una persona a
disporre dei propri averi, detenzione minor