Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
PSICODINAMICA
Gli studi inclusi nella presente rassegna sono raggruppati in base ai disturbi mentali su cui si
focalizza il trattamento, va tuttavia considerato che nella prospettiva psicodinamica i risultati di una
terapia per uno specifico disturbo psichiatrico sono influenzati da una serie di dinamiche, che
possono variare considerevolmente all'interno di una stessa categoria. Queste caratteristiche
psicodinamiche possono influenzare l’outcome del trattamento ancor più delle categorie
fenomenologiche del DSM. Gli studi randomizzati controllati sulla psicoterapia psicodinamica
riguardano determinati e specifici disturbi psichiatrici quali: disturbi depressivi riguardanti una
depressione maggiore e un lutto patologico, disturbi d'ansia riguardanti: disturbo di panico, fobia
sociale, disturbi sommato formi, disturbi dell'alimentazione che riguardano bulimia e anoressia
nervosa, disturbi correlati a sostanze, e tutti i disturbi di personalità che riguardano il disturbo
borderline e i disturbi di personalità del gruppo C.
L'EFFICACIA CLINICA DELLA PSICOTERAPIA PSICODINAMICA A LUNGO
TERMINE IN PAZIENTI CON DISTURBI MENTALI COMPLESSI: PROVA A
SOSTEGNO DEGLI STUDI NATURALISTICI
La metodologia del RCT non si adatta bene ad una psicoterapia che dura diversi anni. Per queste
forme di terapia a lungo termine gli studi sull'efficacia clinica o studi naturalistici rappresentano la
metodologia di ricerca più appropriata. La LTPP nel confronto pree-post o pree-follow-up produce
ampi effect size, che si riferiscono a sintomi, problemi interpersonali, adattamento sociale, numero
di giorni di ospedalizzazione e altri criteri di outcome.
Come accennato in precedenza la validità interna di efficacia clinica può essere promossa dal
ricorso a disegni quasi sperimentali. Per definizione gli studi quasi sperimentali non prevedono
l'assegnazione casuale, ma fanno leva su altri principi per dimostrare che le spiegazioni alternative
sull'effetto osservato non sono plausibili. La LTPP ha prodotto effect size significativamente
maggiori rispetto ai gruppi di controllo ed è risultata significativamente più efficace delle forme più
brevi di psicoterapia psicodinamica inoltre è molto più efficace delle forme più brevi di psicoterapia
psicodinamica rispetto alla variabile di risultato ovvero ai cambiamenti strutturali della personalità.
I risultati si riferiscono al trattamento di pazienti con più di una diagnosi.
LA RELAZIONE TRA PROCESSI E OUTCOME: I MECCANISMI DI CAMBIAMENTO.
Alcuni studi indicano che l’outcome della psicoterapia psicodinamica è associato alle tecniche
psicoterapeutiche utilizzate e alla competenza del terapeuta: tra i fattori che consentono di
prevedere l’outcome della STPP e della psicoterapia psicodinamica a medio termine sono elencati
l'accuratezza delle interpretazioni, l'aderenza degli interventi del terapeuta a programma e un uso
competente di tecniche espressive. Esistono prove di un'interazione fra tecnica, outcome e variabili
relative al paziente: la frequenza delle interpretazioni di transfert nella STPP sembra associata ad
un'outcome negativo e a una debole alleanza quando le relazioni oggettuali del paziente sono
giudicate deficitarie e in più aumenta la frequenza delle interpretazioni più è negativo l’outcome e
compromessa l'alleanza. Per quanto riguarda l'alleanza terapeutica in alcuni studi è indicata come
un modesto predittore dell'outcome del trattamento. L'accuratezza delle interpretazioni è risultata
significativamente correlata all'alleanza terapeutica della terapia a lungo termine. Per quanto
riguarda le variabili di processo relative al paziente, variazioni nel focus della psicoterapia
psicodinamica sono risultate correlate a modificazioni della sintomatologia. Riguardo alle
caratteristiche del paziente le seguenti variabili sono risultate associate ad un outcome positivo della
STPP: alta motivazione attese realistiche focus circoscritto, relazioni oggettuali di buon livello e
assenza di disturbi di personalità.
INDICAZIONI DELLA PSICOTERAPIA PSICODINAMICA A BREVE E LUNGO
TERMINE
Secondo i risultati degli studi presentati, gli RCT dimostrano che tanto la STPP quanto la LTPP
rappresentano trattamenti efficaci per i seguenti disturbi mentali: disturbi depressivi, disturbi
d'ansia, disturbi somatoformi, disturbi alimentari, disturbi correlati a sostanze, disturbo borderline
della personalità, disturbi di personalità del gruppo C. Limitatamente alla STPP le seguenti
caratteristiche relative al paziente hanno un'influenza positiva sull'outcome del trattamento: alta
motivazione, attese realistiche, focus circoscritto, relazioni oggettuali di buon livello, assenza di un
disturbo di personalità. Queste variabili non sembrano invece correlate all’outcome della LTPP
secondo questi risultati la LTPP sembra essere più adatta a pazienti con disturbi più gravi la stessa
regola sembra applicarsi alle interpretazioni di transfert: l'uso frequente di interpretazioni di
transfert non è utile con i pazienti con relazioni oggettuali di basso livello sottoposta a STPP ma
può esserlo nella LTPP. La psicoterapia psicodinamica è risultata più efficace rispetto al placebo
alla terapia supportava o al trattamento di routine o altrettanto efficace della CBT.
CAP. 6
FONDAMENTI TEORICI DELLA TERAPIA COGNITIVA
ASSUNTI DI BASE DELLA TERAPIA COGNITIVA
L'affermazione alla base della terapia cognitiva è che l'elaborazione dell'informazione è una
caratteristica distintiva dell'essere umano, poiché consente alle persone di costruire rappresentazioni
significative di se stessi e del mondo. Gli esseri umani elaborano continuamente flussi di
informazioni provenienti dall'ambiente sia esterno sia interno. Essi ricevono, decodificano,
interpretano, immagazzinano e recuperano informazioni; quest'elaborazione dell'informazione gioca
un ruolo centrale nell'adattamento e nella sopravvivenza dell'essere umano. Le persone rispondono
alle rappresentazioni cognitive dell'ambiente piuttosto che direttamente all'ambiente stesso. Queste
rappresentazioni cognitive, pensieri, interpretazioni, credenze, comportamenti, possono essere
monitorati, valutate e modificate. Dato il ruolo centrale occupato dalla cognizione, che è
caratterizzata da un'evidente plasticità, il cambiamento a livello cognitivo può avere un'influenza
significativa sul funzionamento emotivo e comportamentale. Infatti, il modello cognitivista
considera necessario il cambiamento cognitivo al fine di ottenere un cambiamento stabile sia nel
comportamento sia nella sfera emotiva. Le persone sono continuamente impegnate nella costruzione
personale della propria realtà. Queste costruzioni interpretative influenzano direttamente le risposte
comportamentali e fisiologiche in modo positivo, (indice di adattamento) o in modo negativo, che
può portare all'insorgenza di disturbi emotivi e a una compromissione del funzionamento mentale.
Le nostre interpretazioni sono il prodotto non solo dell'informazione sensoriale che riceviamo, ma
anche della memoria autobiografica a lungo termine e dei processi di ordine superiore come il
ragionamento e la comprensione. Secondo il modello cognitivista, il disturbo patologico del
pensiero, delle emozioni, dell'umore è caratterizzato da un bias all'interno del sistema di
elaborazione dell'informazione producendo l'attivazione eccessiva o deficitaria di particolari
strutture o schemi di significato. L'obiettivo della terapia cognitiva, perciò, è quello di regolare
questo bias all'interno del sistema di elaborazione dell'informazione smorzando la valenza eccessiva
di schemi negativi o disfunzionali e rinforzando l'accesso a modelli di pensiero più adattivi. Il
modello cognitivo parte dall'assunto che il cambiamento di condizioni disadattive, in strategie di
elaborazione e strutture di attribuzione di significato sia di cruciale importanza per la remissione dei
disturbi psichiatrici e psicologici.
CONCETTI CHIAVE DELLA TEORIA COGNITIVA
Il modello cognitivo offre una prospettiva della psicopatologia sia a livello descrittivo sia a livello
di vulnerabilità individuale. A livello descrittivo della concettualizzazione, il modello cognitivo
ritrae l'organizzazione e la funzione delle diverse strutture, processi e prodotti cognitivi, che
caratterizzano il funzionamento cognitivo, durante gli episodi sintomatici acuti. L'ipotesi ritenuta
particolarmente rilevante a livello descrittivo sono la specificità del contenuto cognitivo e il primato
cognitivo: 1. Ipotesi della specificità del contenuto cognitivo: ciascun disturbo psichiatrico e
psicopatologico ha un suo distintivo profilo cognitivo, riguardante determinati contenuti o temi
all'interno dei pensieri, delle immagini, delle credenze, delle valutazioni disfunzionali che vanno a
definire il disturbo. 2. Ipotesi del primato cognitivo: i pensieri e le credenze disadattive hanno
un'influenza diretta sui sintomi comportamentali, emotivi, somatici e motivazionali dei disturbi
psicopatologici. Il modello cognitivo inoltre propone alcuni costrutti legati alla vulnerabilità
individuale o alla causalità nell’eziologia della psicopatologia. Le differenze individuali sono viste
in termini di una sottostante vulnerabilità cognitiva la quale rimane latente e inattiva finché non
viene attivata da un'esperienza significativa. Il modello cognitivo perciò assume la prospettiva
diatesi-stress secondo la quale determinati schemi centrali disadattivi, risultano frutto delle
esperienze negative infantili, e restano inattive finché non vengono stimolati da un evento di vita
corrispondente.
LA TEORIA COGNITIVA UNA DEFINIZIONE
La teoria cognitiva della psicopatologia spiega il disagio psicologico in termini di rappresentazioni
schematiche preesistenti, disadattive e idiosincratiche del sé, degli altri e del mondo personale.
Queste vengono attivate da esperienze di vita corrispondenti e determinano un’elaborazione distorta
delle informazioni riferite a sé, conducendo a pensieri, emozioni, comportamenti e risposte
psicologiche che caratterizzano determinati stati psicopatologici. La teoria cognitiva rivela inoltre
che l'elaborazione distorta dell'informazione all'interno di un quadro psicopatologico non è in
generale un deficit cognitivo, quanto piuttosto una caratteristica altamente specifica delle
preoccupazioni individuali riferite al disturbo.
STRUTTURE COGNITIVE (SCHEMI DISADATTIVI)
Gli schemi sono stabili rappresentazioni interne semantiche di stimoli, idee o esperienze che
organizzano e integrano le nuove informazioni in maniera significativa, determinando il modo in
cui i fenomeni vengono percepiti e con