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IND. COMM.

N.B.: Questo calcolo vale per le imprese monoprodotto!

Nel caso di aziende multi prodotto, più complesse per la presenza di costi comuni a prodotti

diversi, il calcolo del break even point è più complesso.

Al crescere dei costi fissi, soprattutto comuni, cresce la complessità di impresa e il grado di rischio,

perché oltre a coprire i costi fissi specifici è necessario coprire una quota di costi fissi comuni.

STEP:

1) Coprire i costi fissi specifici (CFS): Q = CFS/MDCu

CFS

2) Calcolare un indice di marginalità medio (Ω o 1 – k): Ω = MDCtot/FATTURATOtot → questo

rapporto, essendo MDCtot < FATTURATOtot, mi permette di calcolare ogni euro di

fatturato, quanto me ne porto effettivamente a casa (più questo valore si avvicina all’1,

prima e più facilmente arriverò a coprire i costi fissi comuni, CFC).

3) Stabilire un fatturato obiettivo che mi permetta di coprire i costi fissi comuni (più un

eventuale reddito operativo obiettivo): FATTURATO = (CFC + RO )/ Ω

OBJ OBJ

4) Ripartire il fatturato obiettivo sui diversi prodotti, attraverso il mix di vendita, che è una

costante. Es. MIX = FATTURATO /FATTURATOtot = 40% → FATTURATO =

A A OBJ(A)

FATTURATO × 0,4

OBJ

5) Trovare le Q (più eventuale reddito operativo obiettivo): Q + RO =

CFC CFC OBJ

FATTURATO /PV

OBJ

6) Trovare la quantità di break even point: Q = Q + Q

BEP CFS CFC

ESEMPIO

Siamo un intermediario che vende soggiorni ed, in aggiunta, voli e noleggi. Sui quali applica

provvigioni dell’8% sui pernottamenti, del 10% sui voli e dell’11% per i noleggi.

Sono stimati 60 soggiorni venduti, per ogni 10 dei quali vengono acquistati 8 voli e 3 noleggi.

Il direttore Marketing dice che il prezzo dei soggiorni dovrebbe essere ridotto di 27,80€ per

vendere il 50% in più. P V N

TARIFFE CHARTER A/R - 800 -

(costo acquisto dal vettore)

TARIFFE SETTIMANALI 210 - 490

(costo di acquisto dal

produttore)

PROVVIGIONI 8% 10% 11%

ACCORDATE %

(quanto portiamo a casa)

PROVVIGIONI 16,80 80 53,90

ACCORDATE ASSOLUTE

PREZZO AL PUBBLICO 226,8 880 543,9

0 0

MARGINE DI 16,80 80 53,90

CONTRIBUZIONE

UNITARIO

LIVELLO DI ATTIVITÀ (in 60 48 18

unità)

Dobbiamo ridurre il prezzo del pernottamento di 27,80€ per aumentare del 50% i soggiorni

(operazione caratterizzata da rischio perché basata su previsioni e non certa).

ATTENZIONE: dal punto di vista economico abbassare il prezzo di 27,80€ significa avere un

margine di contribuzione unitario negativo (16,80 – 27,80 = – 11).

Le alternative sono dunque: 7

8

PREZZO PIENO PREZZO Δ UNITARIO

RIDOTTO

MARGINE DI 16,80 -11

CONTRIBUZIONE

UNITARIO

PERNOTTAMENTO

VOLUMI:

• 60 90 30

PERNOTTAMENTO 48 72 24

• VOLI 18 27 9

• NOLEGGIO

MARGINE DI

CONTRIBUZIONE TOTALE

DA: 1008,00 -990 -1998

• 3840 5760 1920

PERNOTTAMENTO 970 1455,30 485,10

• VOLI

• NOLEGGIO

TOTALE 5818,20 6225,30 407,10*

*Alla fine conveniva avere un margine di contribuzione unitario negativo per i pernottamenti →

AVEVA RAGIONE IL DIRETTORE MARKETING

BREAK EVEN ANLISYS E RISCHIO OPERATIVO

Il sogno di un imprenditore è quello di chiudere con un bell’utile, che l’utile sia effettivamente

incassato e disponibile e creare valore, ossia lasciare qualcosa che valga economicamente

parlando.

Analizzeremo gli strumenti necessari per valutare il rischio di non riuscire a generare utili che

coprano tutti i costi.

Il rischio è legato al delicato equilibrio che esiste tra la capacità produttiva installata (risorse

dell’azienda) e il livello di attività.

Questo rischio è evidenziato dal rapporto tra costi fissi e costi totali (CF/CT), il quale indica il grado

di rigidità strutturale. Infatti, più tale rapporto tende ad 1, più l’attività è rischiosa.

Il grado di rigidità strutturale è la prima cartina tornasole del grado di rischio dell’attività

dell’impresa.

Vi sono altri due indicatori, uno l’inverso dell’altro, per misurare il rischio:

1) GRADO DI LEVA OPERATIVA (GLO): indica la variazione percentuale del risultato

operativo a fronte di una variazione percentuale del fatturato dovuta a una variazione dei

volumi.

Al crescere dei costi fissi, aumenta il fattore di leva, ossia aumenta la variazione del

fatturato in relazione ad una variazione del risultato operativo.

GLO = Δ% R.O. / Δ% FATTURATO

N.B.: il fatturato dipende da variazioni di volume e non di prezzo (corollario seconda ipotesi del modello

di break even analisys)

Δ% R.O. = GLO × Δ% FATTURATO

Δ R.O. = Δ% R.O. × R.O.

ASSOLUTA

In alternativa (più semplice):

GLO = MDC1 / ULTIMA CONF. DI REDDITO DISPONIBILE

TOT

ULTIMA CONF. DI REDDITO AZIENDALE = MDC2 oppure R.O.

→ al crescere del grado di leva operativo cresce il rischio perché si è in presenza di

imprese con un crescente ammontare di costi fissi.

2) MARGINE DI SICUREZZA (MDS): ci dice quale livello di calo di fatturato (in termini di

volumi) possiamo sopportare prima di entrare nell’area di perdita.

a. A livello di prodotto: MDC2 / MDC1

b. A livello di azienda: R.O. / MDC1

N.B. MDS = 1/GLO

VEDI GRAFICO 5

Un’azienda rigida raggiunge dopo il BEP rispetto ad un’azienda flessibile, però genera un margine

di contribuzione maggiore. Ad ogni modo, l’azienda flessibile è caratterizzata da un margine di

rischio inferiore. 9

10

CONTABILITÀ ANALITICA

Insieme di metodologie e strumenti con i quali è possibile spezzare la complessità aziendale verso

precisi oggetti finali di calcolo.

Nello specifico, nell’ambito del sistema di contabilità direzionale, la contabilità analitica può essere

definita come un sottosistema informativo grazie al quale vengono rilevati in modo sistematico i

dati elementari di costo e di ricavo. Successivamente, tali dati elementari vengono organizzati in

relazione a prescelti oggetti di calcolo.

CONTABILITÀ GENERALE vs CONTABILITÀ ANALITICA

Fornire una misura del reddito Supportare il processo

FINALITÀ

e del capitale di funzionamento decisionale

Variazione della posizione Quando avviene il consumo di

MOMENTO DI RILEVAZIONE

monetaria un fattore produttivo

Esterni (bilancio d’esercizio) DESTINATARI Interni (management)

ARTICOLAZIONE DELLE Informazioni altamente

Informazioni sintetiche INFORMAZIONI analitiche

Tutte le possibili gestioni PROFONDITÀ DELLA Si concentra sulla gestione

dell’impresa GESTIONE caratteristica

Rileva informazioni per natura Rileva informazioni per

TIPOLOGIA DI

di fattore produttivo acquisito destinazioni d’uso (es. provv.

INFORMAZIONI

(costo) o ceduto (ricavo) per vendere X al cliente Y in Z)

Progettare un sistema di contabilità analitica richiede delle scelte di carattere progettuale. La

contabilità analitica è dunque paragonabile ad un lavoro sartoriale ed ogni azienda sviluppa la

propria, anche in virtù del fatto che, a differenza della contabilità generale, essa non è normata

dall’ordinamento.

Necessita, senz’altro di:

1) Analisi costi/benefici: molto spesso gli imprenditori sono talmente tanto innamorati della

propria idea che tendono a non abbandonarla nemmeno se i costi superano i benefici.

2) Analisi della complessità ambientale a strutturale dell’impresa: analizzare dunque il

rapporto tra costi fissi e costi variabili (più costi fissi significa minor flessibilità).

Le scelte di carattere progettuale riguardano dunque:

1) Le informazioni di costo:

a. Selezionare le informazioni rilevanti: non si misura ciò che si può misurare ma ciò

che serve

b. Classificare i costi

c. Scegliere la configurazione di costo da realizzare

2) Le metodologie di calcolo: come porto le informazioni rilevate per natura dalla contabilità

generale sui diversi oggetti finali di calcolo. Ciò dipende dalla configurazione di costo che

seleziono.

3) Gli oggetti finali di calcolo: entità di cui mi interessa misurare un risultato

CONFIGURAZIONE DI COSTI

Una metodologia di calcolo dei costi è il modo attraverso il quale le diverse classi di costo, rilevate

per natura dalla contabilità generale, vengono aggregate intorno a un prescelto oggetto finale di

calcolo (un prodotto, un’attività, un processo, …).

Dobbiamo rifarci alla dottrina anglosassone che distingue due configurazioni di costo,

caratterizzate da una diversa concezione di cosa sia il costo di prodotto.

1) Costo diretto: all’interno del costo di prodotto dovrebbero confluire solo i fattori produttivi

che manifestano un’utilità diretta con la singola unità di prodotto finito. In questa

metodologia, dunque, è costo di prodotto solo che tendenzialmente è costo diretto o è

direttamente riconducibile all’unità di prodotto.

2) Costo pieno: valorizza il consumo di tutti i fattori produttivi che hanno contribuito

direttamente e indirettamente alla realizzazione della singola unità di prodotto finito.

Un’informazione di costo pieno si costruisce in questo modo:

MOD + MP + altri costi diretti = Costo pieno di fabbricazione

Costo pieno di fabbricazione + Costi indiretti industr. = Costo pieno industr. 11

Costo pieno industr. + Costi diretti comm. + Costi indiretti comm. = Costo pieno

comm.

Costo pieno comm. + Costi amministrativi generali = Costo pieno aziendale

Come scelgo tra le due configurazioni? 12

DIRECT COSTING vs FULL COSTING

Flessibile STRUTTURA DI COSTO Rigida

PROCESSO DECISIONALE

Decisioni tattiche di breve Decisioni di lungo periodo

(momento in cui avviene il

periodo (strategiche)

P.D.)

Alta OGGETTIVITÀ Bassa

Bassa COMPLETEZZA Alta

Fase di maturità/declino Fasi di introduzione/sviluppo

CICLO DI VITA

(costi fissi già coperti) (incertezza)

GRADO DI SFRUTTAMENTO

Basso DELLA CAPACITÀ Alto

PRODUTTIVA

COSTO

Inferiore Superiore

DELL’INFORMAZIONE

La scelta dell’una, piuttosto che dell’altra informazione ha un impatto fortissimo sulla

determinazione del reddito.

Il costo di prodotto, ad esempio, ha un impatto sulla valutazione del magazzino e delle rimanenze,

valori che concorrono alla formazione dello stato patrimoniale.

Se uso una configurazione piuttosto che l’altra, posso arrivare a un reddito operativo molto

differente nel breve periodo.

ESEMPIO

PV = 25

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
38 pagine
21 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher A.T. di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Programmazione e controllo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Sacco Paola.