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BES.
Il bambino ad alto potenziale cognitivo impara più velocemente e in maniera qualitativamente
differente, arrivando a conquistare prima alcune tappe evolutive. Questi bambini mostrano
performance nettamente superiori a quelle raggiunte dei loro coetanei, caratterizzandosi per un
precoce e ampio sviluppo del linguaggio, un'elevata abilità di ragionamento astratto di problem
solving, una buona capacità di attenzione, alti livelli di curiosità e di motivazione intrinseca ad
apprendere, un elevato senso dell’umorismo, un'elevata sensibilità e all’empatia e un frequente
ricorso alla fantasia e all’immaginazione.
Gli insegnanti acquistano un ruolo di primaria importanza nel sostegno delle elevate capacità
intellettive dei bambini ad alto potenziale cognitivo. I docenti possono rappresentare un incentivo e
al tempo stesso un punto di riferimento per questi studenti contribuendo al loro benessere facendo
sì che l'elevato potenziale non venga sprecato. Su queste premesse, lo scopo dell'indagine
condotta in Toscana nell’anno 2013 era quello di conoscere le percezioni degli insegnanti della
scuola primaria relativamente alle caratteristiche generali dei bambini ad alto potenziale cognitivo e
di rilevare alcune personali convinzioni in merito. La metodologia utilizzata era di natura
quantitativa e qualitativa, attraverso l'uso di un questionario a struttura mista, contenente domande
a risposta chiusa, a risposta aperta e su scala. I risultati del questionario hanno riferito la necessità
degli insegnanti di prevedere per i bambini ad alto potenziale cognitivo un potenziamento
individualizzato, delle strategie alternative alla lezione frontale, un più efficace approccio
metodologico da parte dell’insegnante, una valorizzazione delle potenzialità, una maggiore cura
degli aspetti relazionali ed una maggiore flessibilità organizzativa.
La criticità sta nel fatto che un bambino ad alto potenziale, essendo considerato molto intelligente,
può essere facilmente lasciato da solo nel processo di apprendimento, dato che l'attenzione degli
insegnanti viene focalizzata verso gli allievi che presentano più evidenti difficoltà. Questi bambini
speciali hanno un grande bisogno di complessità, sennò saranno facilmente demotivati davanti un
problema troppo facile per loro e lo tralasceranno, mentre saranno stimolati da una sfida
intellettuale che può sembrare irrealizzabile ad altri.
I DSA dentro la scuola di Arianna Garuzzo
Nell’Istituto Comprensivo di Lucca 2 presenta 9 bambini, cioè il 2%, con una certificazione DSA.
Accogliere quotidianamente le problematiche dei DSA significa lavorare con responsabilità e
competenza alla continua ricerca di soluzioni adatte bisogni di ciascun alunno.
Importante è il ruolo del dirigente scolastico che, da un lato, ascolta, orienta e sostiene gli
insegnanti che presentano qualche difficoltà nella gestione degli alunni con problemi, dall'altro si
documenta sugli studi condotti dalla comunità scientifica nell'ambito dell’apprendimento. Ne deriva
una sensibilizzazione dei docenti attraverso la proposta di alcuni corsi di aggiornamento con
esperti specialisti.
Per quanto riguarda le azioni concrete, nelle classi prime, lo screening è uno strumento utile ad
individuare precocemente bambini con disturbi. Lo screening consiste in un dettato di 16 parole da
svolgere secondo precise indicazioni. Se il numero di errori è superiore ad 8, il bambino deve
essere tenuto sotto controllo perché è considerato a rischio. Il laboratorio fonologico consiste in
una serie di incontri settimanali di poco meno di un'ora dove i bambini ripercorrono il percorso già
svolto nei primi mesi di scuola con una tempistica più adeguata al loro stile di apprendimento.
Vengono generalmente formati gruppi di 4 bambini. Gli insegnanti comunicano alle famiglie il
percorso svolto nel laboratorio fonologico del proprio figlio, fornendo tutte le informazioni possibili
mostrando quanto svolto, in un clima di totale collaborazione. Il percorso viene reso noto ai genitori
per la dovuta trasparenza nel rapporto reciproco. Negli ultimi anni sono stati attivati laboratori
anche nelle classi successive alla classe prima. Quanto più il disturbo si consolida, tanto più la
strategia didattica da applicare e personalizzata. 24
Strumenti per l'integrazione di Marianna Piccioli
Da oltre 30 anni, il nostro Paese è impegnato in una politica scolastica tesa alla piena integrazione
degli alunni disabili ma, col passare del tempo, questa visione insieme necessita di un
ampliamento d’orizzonte: infatti anche nella scuola ha fatto il proprio ingresso il termine inclusione.
È opportuno interrogarsi su quali possano essere le condizioni e gli aiuti che permettano al
bambino di gestire e intervenire su un'autonomia personale. Invece di soffermare l'attenzione sulle
difficoltà che creano maggiori problemi nell’apprendere, il mondo della scuola sta iniziando a
chiedersi quali metodologie siano maggiormente facilitanti e quali siano gli strumenti più funzionali
per tutti.
In una piccola scuola nel verde delle colline di Pistoia, il gruppo classe era composto da 15 alunni
dei quali 7 con BES e una bambina con la sindrome di Williams. Il gruppo docente ha iniziato
interrogarsi su quali potessero essere le strategie più idonee per poter consentire l'acquisizione
delle capacità di lettura della scrittura alla bambina. La bambina era caratterizzata da una
personalità socievole e accattivante, ricercava l'approvazione sociale e usava impianto e il
compiacimento come strumenti per ottenere un determinato risultato, come specifico della
sindrome. Sul linguaggio verbale spontanea risultava un posto da frasi grammaticalmente
complesse, anche se non sempre accoppiate contesto. Invece la sua narrazione risulta
problematica, con ristretto vocabolario e decadente sul piano morfologico e sintattico nel riferire
avvenimenti reali accaduti anche poco tempo prima.
Ai bambini è stato proposto un solo carattere, lo stampato maiuscolo, per permettere loro di
concentrarsi maggiormente in una scrittura uguale per tutti. Sono stati utilizzati quaderni a righe.
L'idea che ispira tutti questi accorgimenti consiste nel far apprendere esclusivamente al bambino la
lettura e la scrittura. Le strategie messe in atto inizialmente per tutti sono state mantenute più a
lungo per la bambina certificata e per altri bambini della classe. Apprendere concetti nuovi richiede
all’alunno un'attività complessa che risulta particolarmente difficile per quelli con difficoltà di
apprendimento o con disabilità cognitiva. L’azione di prompting, aiuto, favorisce l'apprendimento
corretto di concetti nuovi o nuove procedure non consentendo all'alunno di apprendere gli errori
che dovrebbero essere modificati per ottenere il corretto apprendimento. La bambina ha sempre
mostrato buone capacità di decodifica fino ad arrivare a leggere, oltre allo stampato maiuscolo,
anche lo stampato minuscolo e il corsivo. La scelta di farle apprendere comunque tutti caratteri è
derivata dalla volontà ti rendere accessibile la lettura di tutte le tipologie di scrittura. Inoltre ha
sempre ottenuto ottimi risultati nella comprensione del testo non commettendo mai più di 3 errori
nelle stesse prove di comprensione proposte alla classe.
Capitolo7: La valutazione degli apprendimenti
La valutazione nella scuola attuale di Giuliano Franceschini
L’argomento della valutazione può essere affrontato attraverso molteplici prospettive di analisi. Da
un punto di vista pedagogico-generale e filosofico-educativo è possibile indagare il ruolo, il
significato e il senso delle attività di valutazione all’interno del processo formativo. Da una
prospettiva socio-pedagogica è invece possibile evidenziare i legami che regolano il rapporto tra la
valutazione scolastica e l’integrazione sociale. Nell’ambito delle politiche della formazione nazionali
ed internazionali è possibile individuare le diverse linee di sviluppo che hanno caratterizzato il ruolo
della valutazione all’interno dei vari sistemi scolastici nazionali ed internazionali. Dal punto di vista
didattico, possiamo individuare, classificare e confrontare i molti strumenti attraverso i quali la
valutazione si esprime.
Nella storia della scuola moderna, la valutazione occupa una posizione cruciale. La storia degli
stati liberali e totalitari è estremamente selettiva, infarcita di esami di prove di valutazione. La
valutazione scolastica è una valutazione totale del soggetto in formazione, della sua cultura
intellettuale e morale, che si realizza attraverso l'accertamento del possesso delle nozioni
dell'insegnante e di un repertorio di comportamenti individuali e sociali prestabiliti ritenuti essenziali
al mantenimento dell'ordine sociale. Chi non rientra in tali parametri viene espulso dal sistema
formativo ed avrà pochi e limitati sbocchi professionali. Non si conosce alcun legame tra i risultati
della valutazione e la qualità della didattica effettivamente realizzata, anzi la selettività di ogni
scuola è ritenuta un segnale di qualità didattica e pedagogica. La valutazione scolastica è
espressa attraverso voti, note e giudizi soggettivi, tendente ad indebolire la violenza fisica che
tradizionalmente regolava il rapporto insegnante-alunni. Attraverso il conseguimento dei titoli di 25
studio era possibile arrivare ad occupare posizioni professionali e livelli culturali inaccessibili alle
classi sociali meno abbienti.
Dal Novecento, alla visione piramidale, classista ed elitaria della scuola si sostituisce quella di una
scuola aperta a tutti senza alcuna distinzione e soprattutto finalizzata a porre le basi di una società
non più dominata dalla disuguaglianza, dall'ingiustizia e dalla violenza, ma dalla convivenza civile,
dal rispetto reciproco, dalla non violenza e dal primato della soluzione politica di conflitti. Dal 1945,
in Italia, la scuola assume le caratteristiche di un servizio sociale universale pubblico e gratuito. Il
ruolo della valutazione scolastica si modifica profondamente rispetto al periodo precedente, anche
sotto la spinta della rinnovata importanza della ricerca pedagogica e didattica del secondo
dopoguerra. Adesso le prove di valutazione non vengono più considerate come strumenti di
selezione sociale, ma come strumenti finalizzati ad aiutare i docenti nella pianificazione del
processo di istruzione. La valutazione è ora uno strumento didattico necessario garantire il
successo formativo al maggior numero di studenti. Verso la fine del Novecento il ruolo della
valutazione assume un ulteriore significato, destinato poi a condizionare in modo significativo il
momento attuale. La centralità della misurazione