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La natura di Rousseau valorizza i bisogni spontanei dei bambini: è quindi importane ascoltare la

voce spontanea dei bambini.

La pedagogia negativa di Rousseau è l’idea che il precettore debba il più possibile farsi da parte.

Deve sorgere in maniera istintiva l’idea di imparare e di apprendere da parte del bambino. La

motivazione all’apprendere non deve essere indotta dall’insegnante, ma deve partire dall’interno

del bambino. Da parte di Rousseau possiamo quindi notare una centralità del bambino nella

pedagogia.

Rousseau distingue tra motivazione intrinseca (che permette di apprendere) e motivazione

estrinseca (che non rinforza l’apprendimento, ma si trova alla fine di un processo di

addestramento). Un esempio di motivazione estrinseca sono i voti (ex. studio perché voglio

prendere 30). Con la motivazione intrinseca, le conoscenze si solidificano e diventano parte del

bagaglio culturale di una persona.

Secondo Rousseau, il bambino deve da solo capire come arrivare a certe soluzioni; solo grazie

all’esperienza sarà possibile la costruzione dei processi di apprendimento. L’esperienza e il fare

esperienza sono fondamentali per il bambino.

La pedagogia indiretta in Rousseau sostiene che l’insegnante non è mai colui che dirige.

L’insegnante sostiene la guida che facilita il rapporto fra motivazione ed esperienza. Dall’analisi

molto approfondita di alcuni passaggi dell’Emilio si scopre che Rousseau dà insegnamenti precisi

all’insegnante: l’insegnante, pur non guidando apertamente, conduce la situazione apprenditiva e

crea le condizioni affinché quella situazione si venga a creare nel modo in cui desidera. Qui

capiamo l’antinomia di Rousseau, cioè il fatto che certe volte è contraddittorio nei suoi discorsi. 6

Il fine dell’Emilio non è quello di formare un dotto o un erudito, ma quello di formare un uomo.

L’educazione di Rousseau non è un’educazione conformante, ma è un’educazione che libera il

bambino prima e l’adolescente poi e gli permette di diventare un buon cittadino in un contesto

democratico. Il processo educativo è in Rousseau un processo che conduce ad un processo di

formazione che Emilio, alla fine del suo percorso di formazione, incarna pienamente.

Il supporto di ogni apprendimento, secondo Rousseau, è il rapporto con l’insegnante. Il benessere

ambientale è la base di ogni rapporto di ogni apprendimento e insegnamento: il soggetto si deve

trovare bene nell’ambiente in cui si trova se vuole apprendere.

Rousseau capisce il passaggio da adolescenza a preadolescenza. La preadolescenza è un’età di

ragionamenti concreti, in cui si fa esperienza con i materiali attorno al bambino. E’ importante

apprendere in questo periodo l’arte della falegnameria che consente di prendere manualità con i

materiali. Durante l’adolescenza, Emilio farà un lavoro di astrazione: dal fare esperienza al far

emergere il processo teorico. L’Emilio adolescente deve andare a scuola, studiare la letteratura,

l’etica e la fisica. Solo quando Emilio sarà diventato un buon cittadino, avrà la possibilità di

sposarsi. Emilio e Sofia sarà una coppia che andrà a vivere in una cittadina dove porteranno

democrazia. Emilio sarà rappresentante di questa cittadina e quindi entrerà in politica. Qui

capiamo a partire dalla famiglia potrà nascere un buona società.

Gli esiti della pedagogia di Rousseau rispetto alla futura storia della pedagogia sono quelli di

essere colui che feconda un nuovo modo di pensare. Abbiamo come autori interessanti Pestalozzi

e Fröbel. Sull’onda del pensiero di Rousseau, Pestalozzi diventa il più grande pedagogista

dell’Ottocento. Pestalozzi sarà un grande innovatore dal punto di vista della prima infanzia. Sia

Pestalozzi che Fröbel mettono in atto il pensiero di Rousseau, mentre quest’ultimo rimane più che

altro un teorico. Pestalozzi e Fröbel costruiscono scuole.

Pestalozzi costruisce scuole fra la Svizzera e la Germania, ma di fatto furono un fallimento.

Pestalozzi fonda scuole nella sua casa ed è aperta sia ai bambini della piccola cittadina Svizzera

in cui viveva, sia a bambini che arrivavano da altre parti dell’Europa, sia ai bambini disabili. Ed è

proprio verso i bambini disabili a cui Pestalozzi tende maggiormente la mano. Pestalozzi pensa

che al centro dell’educazione ci debba essere l’amore (inteso in senso umano e non religioso)

l’uno per l’altro.

Pestalozzi sostiene che il legame insegnante-allievo deve rifarsi al legame madre-figlio.

Quest’affermazione è molto forte e continua a sostenere l’amore alla base di ogni insegnamento o

apprendimento e il fatto che l’apprendimento deve essere una relazione che sia un insieme di

mano, mente e corpo. Deve essere quindi un apprendimento globale.

Per l’epoca in cui sviluppa queste affermazioni saranno tutte un fallimento perché non ha risultati

da questo processo educativo: da parte dei bambini che vivevano disagi molto forti, non ci saranno

risultati o miglioramenti sul fronte della trasformazione dei soggetti.

Fröbel lavora con i bambini fra i 3 e i 6 anni. Fröbel istituisce i giardini d’infanzia. Al centro di questi

giardini ci sono gli strumenti educativi: l’ambiente, per un bambino piccolo, è un luogo da costruire

appositamente affinché questo possa usufruirne al massimo.

Ci si prende cura sia dell’infanzia che del soggetto adulto grazie a servizi educativi costruiti

appositamente per i grandi e per i piccoli.

John Dewey (20 ottobre 1859 - 1º giugno 1952) non solo fa in modo che la pedagogia assuma la

vesta di scienza dell’educazione, ma innova il panorama pedagogico e le sue idee ebbero un

lunghissimo corso e tutt’oggi sono molto attuali.

Anche sotto il punto di vista filosofico fu molto attivo. Dewey aveva una formazione filosofica molto

profonda, ma si inserì molto bene nel percorso della pedagogia del Novecento. Ha molto valore il

pensiero di Hegel, da cui deriva la sua formazione. C’è un’idea di bildung e quindi di educazione

come processo del soggetto che vede questo interessato all’apprendimento e al proprio sviluppo

personale.

Fino agli inizi del Novecento lavora all’Università di Chicago dove ha un interesse preponderante

per la scuola: la scuola è la chiave di volta per la crescita e lo sviluppo del soggetto e per gli stati,

affinché diventino stati democratici. All’Università di Chicago costruirà una scuola-laboratorio che

riporterà anche alla Columbia University. La Columbia University rappresenta il luogo di sviluppo

del pensiero di Dewey. Anche qui ricostruì la scuola-laboratorio. 7

Testi fondamentale di Dewey è Scuola e società, un testo che riflette sia sulla scuola, sia sulla

società. La scuola deve essere finalizzata alla possibilità di costruire stati democratici. A scuola si

sviluppano le discipline per un apprendimento che possa andare a formare il futuro cittadino.

Altri testi sono Democrazia ed educazione (1916) e Esperienza ed educazione (1938), che sono i

testi pedagogici di Dewey. Scrive anche testi filosofici, come Logica, teoria dell’indagine (1939),

dove vedrà nel metodo lo strumento principale per fare pedagogia.

Dewey scrive Scuola e società (1899) quando ancora si trovava alla scuola di Chicago. Viene

descritto il modello di scuola di Dewey, che è attualmente alla base dell’architettura scolastica nei

paesi anglosassoni. Il volume, nel momento in cui fu pubblicato, portava un’appendice molto

interessante: Dewey dirigeva una scuola elementare e in questa lettera si rivolge ai genitori per

chiedergli il conto delle spese scolastiche e per comunicargli i principi pedagogici su cui Dewey

fonda il suo processo educativo.

Il pensiero pedagogico e filosofico di Dewey si basa sul concetto di esperienza tra uomo e

ambiente, dove l’uomo non è uno spettatore passivo, ma attivamente modella e modifica

l’ambiente. Qui l’esperienza è di tipo sociale. L’ambiente rappresenta un punto di riferimento

insieme al soggetto per capire come l’esperienza educativa si viene a sviluppare.

Un atto, un’azione educativa non è mai agita solo dal soggetto, ma si sviluppano grazie ad

un’inter-relazione che il singolo intrattiene col resto dell’ambiente. E’ fondamentale, in Dewey come

in nessun altro, il concetto di relazione: non c’è educazione senza relazioni. L’esperienza si

produce a partire da relazioni e su questa si basa il processo educativo.

Dewey aveva un punto di riferimento in Hegel, ma all’inizio dell’Ottocento in America si crea una

corrente si filosofi naturalisti che considerano l’ambiente come punto di riferimento dell’uomo. I

filosofi naturalisti mettono al centro dello sviluppo dell’uomo un ritorno alla natura che, con la

rivoluzione industriale, si stava sempre più allontanando.

Il concetto di democrazia e di collaborazione comune è qualcosa che si può realizzare con la

collaborazione di molte forze: il concetto di natura fa nascere il concetto di democrazia.

Per Dewey, la scuola è un’istituzione sociale ed è un cardine nevralgico per l’educazione dei

singoli e dei popoli e lo è a maggior ragione con l’avvento della seconda rivoluzione industriale:

senza istruzione non è possibile il progresso. Dewey è attento a ciò che accade a livello

economico e sostiene che la scuola è il mezzo per il progresso dell’economia. Scuola e società ci

fa capire che il progresso di carattere industriale passa per la costruzione della scuola, intesa

come luogo dove il lavoro diventa il tramite per produrre futura cittadinanza. La scuola non si

costituisce su discipline, ma si costituisce sul concetto di lavoro.

La scuola viene definita attiva perché il bambino deve venire a contatto, per mezzo della scuola,

con le molteplici attività che poi lo vedranno impegnato nel mondo del lavoro. La scuola di Dewey

è anche progressiva, in quanto l’attività che si svolge al suo interno presuppone un sviluppo

progressivo, per gradi.

Per Dewey, come per Rousseau, abbiamo tre fasi di sviluppo del bambino:

1. dai 4 agli 8 anni, dove prevalgono gli istinti spontanei del bambino che si manifestano col gioco

e con l’attività ludica;

2. dai 9 ai 12 anni, dove il bambino frequenta la scuola primaria che è basata sul lavoro, per

permettere al bambino di acquisire quelle capacità che gli potranno servire per lavorare nella

società;

3. dai 12 ai 14 anni, dove il bambino avrà basi teoriche oltre che a quelle pratiche già in suo

possesso.

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
18 pagine
8 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher likelikelike di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedagogia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Boffo Vanna.