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INPUT
Chiarezza/ Tecnologia di “concatenamento” e di Tecnologia di “conformità” e di
routine adattamento alla domanda
uniformità
Ambiguità/ Tecnologia di “mediazione” e di Tecnologia “intensiva”
adattamento della domanda
variabilità
La tecnologia di “concatenamento e di routine”, caratterizzata da chiarezza/uniformità degli input e
programmabilità/stabilità dell'output, è quella in cui si verifica il principio di standardizzazione semplificatrice,
dove sono definite norme e procedure stabili, consolidate e ripetitive. È presente la massima stabilità e certezza
del sistema, con una programmazione rigida e certa dell'attività. Tale tecnologia sviluppa un'interdipendenza
seriale delle unità organizzative. Il processo produttivo associato è quello “a grandi serie” o anche “di massa”.
La tecnologia di “conformità e di adattamento alla domanda” è caratterizzata dalla chiarezza dell'input ma da
una totale variabilità dell'output. Infatti l'adattamento alla domanda porta a inserire input (sempre uniformi nel
tempo) in processi produttivi disomogenei e che portano alla creazione di flussi di output differenti quali-
quantitativamente e distribuiti nel tempo in via non programmabile. Il processo produttivo tipico è quello “su
modello” dell'impresa artigiana.
La tecnologia di “mediazione e di adattamento della domanda” mira al contrario a condizionare la domanda, e
dunque a standardizzare l'output, imponendo alla clientela prodotti omogenei. L'input allora sarà soggetto ad alta
variabilità a seconda delle ampiezza della gamma di prodotti standardizzati, ampiezza che d'altra parte deve
tenere conto della economicità della produzione. L'organizzazione si deve concentrare allora nella produzione di
prodotti che “medino” fra le esigenze differenziate di settori di domanda e l'economicità della definizione
dell'output. Il processo produttivo tipico è quello dei servizi pubblici.
La tecnologia “intensiva” è caratterizzata dalla variabilità sia di input che di output. L'organizzazione si trova a
dover affrontare una domanda ampiamente diversificata, che necessita per il suo soddisfacimento di input/output
ugualmente diversificati e non programmabili. Le risorse devono essere combinate fra loro a seguito di continui
messaggi di feedback provenienti dall'esterno del sistema. Il processo produttivo tipico è quello dei servizi
professionali.
Razionalità tecnologica e razionalità organizzativa
Ogni organizzazione in quanto tale tende a cercare la razionalità nel processo produttivo, intesa come una
sostanziale corrispondenza fra l'azione svolta da un operatore e quella ritenuta (per esperienza o principi
accettati) più conforme all'ottenimento dei risultati prestabiliti.
Le scelte tecnologiche devono avere le seguenti finalità:
formulare orientamenti e decisioni strategiche coerenti con la mission e con gli obiettivi
• impiegare elaborazioni teoriche per pianificare razionalmente gli interventi produttivi
• sfruttare efficientemente le conoscenze acquisite per risolvere problemi pratici e ottimizzare le
• procedure di funzionamento delle strutture
Si tratta dunque di costruire un sistema tecnologico inteso come l'insieme di elementi umani, concettuali e
materiali coordinati fra loro per formare un complesso organico funzionale soggetto a proprie regole.
La scelta tecnologica manageriale non può che essere razionale, ovvero ispirarsi al concetto di razionalità
proprio dell'economia politica in termini di:
previsione nell'individuazione dello scopo
• esame di ogni possibile alternativa
• attribuzione di un ordine di preferenze
• analisi di ogni variabile esterna che possa influire sul risultato, stima della probabilità e quantificazione
• della influenza
Ciò non deve portare però a chiudersi in una logica di razionalità tecnologica, ovvero in un sistema di logiche
chiuso che accetta all'interno dell'organismo solo gli elementi in grado di funzionare secondo precisi principi
prestabiliti, senza subire l'influenza di variabili che si mantengono esogene rispetto all'organismo. Questo
perché l'organizzazione agisce sotto imperfezione informativa in un ambiente naturalmente variabile, e ogni
sistema operativo è un produttore di anomalie. Tali anomalie possono e devono essere regolate “aprendo”
l'organizzazione verso l'esterno.
Si parla allora di razionalità organizzativa intesa come la consapevolezza continua dell'influenza esercitata sul
sistema operativo da numerosi vincoli interni ed esterni, studiando l'interazione fra le tre fondamentali
componenti interdipendenti di input, attività tecnologiche (principali e ausiliarie) e output, ottenendo nuova
conoscenza coerente con il cambiamento ambientale. La scelta di un tecnologia riguarda allora la necessità di
operare su queste tre componenti per ottenere un risultato vicino a quelle preventivato. Si tratterà allora di
effettuare:
interventi che mirino a regolare gli input e gli output
• interventi che mirino ad incidere sugli strumenti e procedure tecnologiche
•
Interventi di regolazione della tecnologia: azioni che incidono su input e output
Perseguire la razionalità organizzativa significa considerare la disponibilità degli input come un presupposto, ed
ugualmente considera la accettabilità degli output da parte dei relativi destinatari. Tale condizioni si verificano
di rado, ma perseguire la razionalità organizzativa si concretizza proprio nel creare artificialmente queste
condizioni di regolarità, adottando condizioni che si oppongano alla variabilità ambientale esterna:
procedure di sbarramento (buffering): agire sugli input accettando la variabilità, per creare condizioni
• di regolarità nel processo tecnologico (e dunque proteggerne i nuclei tecnologici), tramite soglie di
approvvigionamento prestabilite
procedure di livellamento (smoothing): agire sugli output per creare le condizioni di cui sopra, tramite
• un condizionamento della domanda (es. destagionalizzazione) in modo da generarne una continuità
“artificiale” e lasciare comunque inalterata la struttura, riducendo marcatamente la variabilità
intervento di “rationing”: terza via, in caso di domanda ambientale variabile e non influenzabile,
• disciplinare gli output verso un soddisfacimento solo parziale della domanda
Si può aggiungere anche una “non scelta” che è quella della chiusura ermetica: appare chiaro che l'impresa non
può sopravvivere.
Interventi di regolazione della tecnologia: azioni che incidono sulle operazioni tecnologiche
Obiettivo di questi interventi è modificare il carattere delle operazioni tecnologiche e la consistenza di input ed
output, in armonia con le esigenze ambientali. Tali interventi sono:
anticipazione ed adattamento programmati (anticipate and adapts): semplice modifica tecnologica in
• concomitanza di una previsione di picchi di domanda
potenziamento delle capacità di adattamento: tramite l'inserimento di elementi (uomini o macchine) che
• risultino più flessibili ed in grado di sopperire ad esigenze difformi dalla normalità del sistema. Le
variazioni ambientali sono più difficilmente prevedibili
innovazione tecnologica: indicata se si reputa di modificare i criteri-base della tecnologia adottata, per
• ottenere risultati più coerenti con le esigenze della domanda o migliorare il rendimento del sistema
Riassumendo il conseguimento della “razionalità organizzativa” è realizzabile attraverso tre punti:
A. rispetto dei vincoli ambientali che incidono durevolmente sul sistema (adottare tecnologie ad hoc)
B. considerazione di “contingenze” (tramite aggiustamenti operativi tempestivi)
C. manovra di variabili suscettibili di controllo da parte dell'organizzazione
Capitolo III – L'ambiente di riferimento e la sua influenza sull'organizzazione
Le relazioni organizzazione-ambiente. Il concetto di “task environment”
La nozione di ambiente si può dividere in più concetti più o meno ampi e più o meno influenzanti
l'organizzazione:
ambiente generale: il livello più ampio, entità fisica e immateriale, in cui avvengono relazioni fra
• individui e gruppi accomunati da motivazioni diverse (culturali, sociali e tecnologiche). Gli effetti sulla
singola organizzazione sono nulli, ad eccezione che sul lungo termine in cui le conseguenze sono
difficilmente distinguibili e misurabili
ambiente istituzionale: più ristretto, vi operano gli organismi istituzionali e gli altri organi di governo
• locale, il sistema legale e di regolamentazione. Le decisioni sono prese come dati immodificabili
ambiente interaziendale: composto da organismi economici operanti in settori di vario tipo e che
• operano in un contesto concorrenziale nazionale o internazionale. Tale ambiente è rilevante solo in
ottica intersettoriale
ambiente operativo (task environment): il “cuore” significativo dell'ambiente, in cui operano soggetti
• operanti in uno stesso settore e legati da interdipendenze di cui l'organizzazione deve tenere conto prima
di assumere qualsiasi decisione in merito alla struttura organizzativa, poiché essa dovrà dipendere dalla
sua: complessità: il numero delle relazioni significative per sopravvivere all'interno dell'ambiente
◦ variabilità: la dinamicità degli attori che ne fanno parte
◦ campo di attività: il campo di azione, la posizione occupata dall'organizzazione nell'ambiente
◦
È importante presentare due criteri per delimitare i confini organizzativi, ovvero confini dell'ambiente operativo,
tenendo presente che le organizzazioni percepiscono soggettivamente l'ambiente:
criterio della remunerazione: elementi del sistema sono quei soggetti che dall'organizzazione traggono
• beneficio
criterio della decisione: elementi del sistema sono tutti gli attori che influenzano le scelte rilevanti
• dell'organizzazione
Il “task environment” dunque, inteso come quel complesso di interlocutori, individui e organi che direttamente o
indirettamente appaiano rilevanti per la definizione dello scopo dell'organizzazione per il suo raggiungimento,
risulta essere articolato in:
clienti
• fornitori di materie prime e materiali diversi
• concorrenti sul lato della domanda e su quello delle risorse
• gruppi di regolamentazione, nonché gruppi