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PROGETTI
Lo sviluppo organizzativo attraverso l’orientamento la mercato
Il passaggio da un modello per input ad uno per output va di pari passo con la necessità di spostare
l’attenzione dall’interno all’esterno: la ripartizione per attività omogenee ( modello funzionale) guarda in
primis dentro, ad una ottimale organizzazione delle risorse che, raggruppate secondo l’omogeneità delle
abilità richieste, creano le condizioni di razionalità e efficienza interna.
La dinamicità presente negli attuali contesti rende necessario guarda in primis fuori per cogliere e tenere
sotto controllo le specifiche e mutevoli esigenze di parti di una domanda differenziata e immettere in modo
incessante informazioni all’interno che permettano un coordinamento dinamico e una innovazione continua
sui prodotti.
Quando l’organizzazione non dispone di sufficienti risorse da ripartire tra output diversi, si mantiene
un’articolazione per output (tipica della struttura divisionale) basata però su risorse condivise con altre unità
interne. Si viene così a creare una gerarchia duale.
La forma organizzativa a matrice
Le difficoltà di guida e coordinamento evidenziate nelle strutture funzionali, diversificate o integrate,
possono essere tali da richiedere interventi di assestamento o cambiamento di struttura. Si può suggerire
quindi l’adozione di un modello, il modello a matrice.
CARATTERISTICHE
Suddivisione per funzioni
Creazione di gerarchie verticali
Suddivisione di tipo orizzontale
- Garantisce un coordinamento ed un’integrazione “laterale” fra operatori che svolgono
funzioni diverse (gruppi di lavoro con project manager).
La struttura a matrice diventa necessaria laddove si presentino le seguenti condizioni:
1. Pressione all’utilizzo flessibile delle risorse interne.
2. Pressione ambientale sugli output:
- Necessaria la conoscenza approfondita e costante delle variabili di mercato;
- E la conoscenza tecnico-specialistica delle risorse e delle fasi di realizzazione dei prodotti.
3. Elevata complessità e incertezza del mercato.
Risulta quindi più adatta:
- Quando le organizzazioni sono chiamate a rispondere agli input del mercato con soluzioni ad hoc
- In contesti altamente competitivi
- Che richiedono una continua capacità di innovazione
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- Valorizzando l’unicità del cliente
In base alla durata possiamo distinguere tra:
Struttura a matrice TEMPORANEA:
Si costituiscono gruppi di lavoro temporanei, dediti specificatamente alla soddisfazione della richiesta
aggiuntiva ricevuta dai committenti, il cui lavoro si esaurisce al completamento della commessa ricevuta. è
composta membri che sono già parte dell’organizzazione e a cui vengono temporaneamente affidati
compiti diversi da quelli loro abituali.
La responsabilità della conduzione e del coordinamento è affidata al project manager, che si trova collocato
trasversalmente rispetto alle funzioni. Conclusa la commessa, la struttura torna ad assumere i caratteri del
modello funzionale.
È tipica delle imprese specializzate che decidono di cambiare orientamento, servendo settori/segmenti
diversi da quelli tradizionalmente serviti e di piccole imprese che si trovano a dover soddisfare richieste di
articoli collegati al loro core business
Esempio:
Un’impresa che produce jeans si trova a dover produrre anche cinture in pelle.
Struttura a matrice STABILE
Quando l’attività svolta occasionalmente possa trasformarsi in attività duratura, la forma organizzativa
individuata può costituirsi in modo stabile. È un modello che vede dipendere dalla direzione generale due
categorie di manager, i responsabili dei settori funzionali e i responsabili di progetti o di prodotti. Il lavoro
viene organizzato stabilmente secondo due criteri:
INPUT :
Risorse omogenee disponibili e impiegate nel processo produttivo
Coordinate dai Responsabili funzionali (es. produzione, commerciale, etc.)
OUTPUT:
Risorse disomogenee da integrare in prodotti/servizi da offrire al mercato
Coordinate dai Responsabili di progetto (es. progetto 1, progetto 2, etc.)
Quattro diversi livelli gerarchici:
Livello 1: Direzione Generale
Livello 2: Dipartimenti funzionali (es. Ricerca&Sviluppo, Progettazione, Produzione, etc.)
Livello 2: Direzioni di progetto (es. Progetto 1, Progetto 2, Progetto 3, etc.)
Livello 3: Unità operative
La principale conseguenza di questa trasformazione è costituita dall’affermazione della duplice linea di
autorità e coordinamento, cui è posto un numero più o meno elevato di soggetti posti a livelli intermedi e che
dipendono da due manager. Inoltre viene meno il principio dell’unità di comando, per il quale nessun
membro dell’organizzazione dovrebbe essere sottoposto all’autorità di più di un capo, ciò per non andare
incontro a inconvenienti relativi a comandi contraddittori i cui effetti possono neutralizzarsi.
Nelle imprese che adottano questo modello gli effetti negativi della duplice autorità di possono mitigare
attraverso la gestione integrata di ciascun team dedito ad una specifica attività e per ogni progetto si devono
definire le risorse da impiegare, la loro origine e consistenza, la destinazione ed il ruolo che dovranno
assolvere.
Questo modello si articola in due sezioni distinte ma collegate, ognuna affidata ad un gruppo di manager:
Responsabili funzionali 51
coordinano le risorse ed il personale da avviare alla realizzazione di molteplici progetti (o prodotti)
distinti
gestiscono tali risorse (in termini di acquisizione, inserimento, formazione) proprio in vista di tale
realizzazione.
Il personale del dipartimento funzionale mantiene una propria unitarietà. Si svolge efficientemente i compiti
quando esiste una relazione.
Responsabili di progetto (o di prodotto)
gestiscono in modo integrato le risorse loro assegnate, per realizzare le attività diversificate alle
quali l’intera organizzazione è in pratica dedicata
possono esprimere il loro giudizio in fase di assegnazione di risorse, come pure nelle fasi
(precedenti) di acquisizione e formazione
talvolta non hanno sufficiente autonomia decisionale sulle risorse da gestire
Tipologie di strutture a matrice:
Matrice bilanciata o matura
Caso di perfetto equilibrio fra i manager funzionali e di progetto.
I manager di funzione e di progetto condividono l’autorità e il potere sulle risorse.
Duplicità di comando pura. Sono collocati nel punto di confluenza posto fra due leadership,
ciascuna chiamata a svolgere un proprio distinto compito;
Leader funzionali garantiscono la crescita professionale e tecnica del personale rendendolo idoneo a
partecipare a progetti innovativi.
Leader di progetto svolgono un’opera in cui viene misurata la loro capacità realizzativa, di
coinvolgimento e responsabilizzazione dei quadri, di pronta valutazione delle circostanze che
possono ostacolare o ritardare il progetto.
Matrice orientata funzionalmente
Direttori funzionali esercitano un pieno controllo delle risorse che destinano, secondo una propria
valutazione alla realizzazione dei distinti progetti;
I direttori di progetto coordinano le risorse loro assegnate sulla base di un progetto della cui
definizione e conduzione sono responsabili;
Possono “negoziare” la modifica delle risorse durante lo svolgimento delle operazioni.
La loro posizione in termini di autorità è abbastanza debole.
È adottata soprattutto da imprese dedite a molteplici attività in cui impiegano risorse comuni.
Matrice orientata per progetti
La scelta di risorse materiali ed umane per la realizzazione dell’opera spetta ai project manager. Essi
sono quindi in grado di esercitare una guida degli organi dotati delle specializzazioni funzionali che
dovranno essere coinvolte di volta in volta;
Organi funzionali risultano a servizio del progetto cui sono destinati, e assumo il carattere di
aggregazioni professionali di specialisti;
I direttori di funzione hanno un ruolo di servizio, in quando forniscono indicazioni in base alle
competenze possedute dal personale incluso nel loro settore.
In tutte e tre le tipologie di matrice:
• Il coordinamento avviene soprattutto attraverso meccanismi di collegamento orizzontale o laterale
• È assicurato dai manager di progetto/prodotto
• Non è richiesta integrazione tra le varie funzioni, in quanto autonome
• La direzione generale interviene solo in casi di inefficacia dei suddetti meccanismi di
coordinamento oppure quando devono affrontare problemi che coinvolgono simultaneamente le due
dimensioni della struttura ( es conflitto tra i due manager)
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Punti di forza
Possibilità di usufruire contemporaneamente del coordinamento verticale per funzioni e del
coordinamento orizzontale per output.
Flessibilità di impiego delle risorse, a seguito della opportunità di spostare uomini e mezzi da un
progetto ad un altro, in relazione a mutate esigenze, secondo criteri concordati fra manager di
funzione e manager di progetto (implicito ottenimento di “economie di scopo”). Questo si verifica
quando coesistono modello funzionale e quello per progetti.
Punti di debolezza
Si moltiplicano i motivi e le occasioni di conflitto fra organi diversi che condividono autorità e
responsabilità, con il rischio che una dimensione della struttura prevalga su un’altra;
Si possono determinare tensioni ed insicurezza nei titolari di certe posizioni organizzative (quadri e
livelli operativi). In caso di dubbi o incertezze sullo svolgimento dei compiti, l’operatore può avere il
dubbio sull’opportunità di rivolgersi al direttore generale che può trovarsi a dover fronteggiare una
massa consistente di problemi operativi
La molteplicità di organi di comando sulle due dimensioni della matrice può causare un
rallentamento dei processi decisionali ed una lievitazione dei costi di funzionamento della struttura
L’organizzazione per progetti
I modelli organizzativi finora considerati: mostrano caratteri per lo più definiti, se non rigidi,con ruoli
assegnati, linee di autorità e precisi collegamenti di staff. In molti casi i prodotti da realizzare per soddisfare i
clienti committenti non sono conformi a modelli prestabiliti ed immutabili, al contrario il successo di molte
imprese si fonda sulla capacità di adattare i beni realizzabili alle esigenze della domanda di mercato.
I prodotti si possono quindi considerare progetti, ossia oggetti che si presentano in modo sempre diverso, per
la cui realizzazione si debbano definire sequenze di opera