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Riassunto esame Metodologia e tecnica del gioco e dell'animazione, prof.ssa Romina Nesti, libro consigliato "I giochi e gli uomini", Caillois Roger Pag. 1 Riassunto esame Metodologia e tecnica del gioco e dell'animazione, prof.ssa Romina Nesti, libro consigliato "I giochi e gli uomini", Caillois Roger Pag. 2
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GON LEA IMICRY LINX

(competizione) (fortuna) (simulacro) (vertigine)

P

AIDIA imitazioni infantili

corse roteare infantile

} filastrocche per giochi illusionistici

combattimenti non soggetti a giostra

chiasso fare la conta bambola

ecc. regolamento altalena

testa o croce costumi vari

atletica valzer

agitazione maschera

travestimento

fou-rire boxe scommesse volador

teatro

aquilone biliardo roulette luna-park

arti dello

scherma

solitari lotterie semplici, sci

spettacolo in

dama composte o a alpinismo

generale

calcio

cruciverba ripetizione acrobazia

scacchi

L competizioni sportive in genere

UDUS

Nella tabella, in ogni colonna verticale, i giochi sono classificati (molto approssimativamente) in un

4

ordine tale per cui l’elemento paidia diminuisce costantemente, mentre aumenta

proporzionalmente l’elemento ludus.

Capitolo3: Vocazione sociale dei giochi

Il gioco non è soltanto distrazione individuale, ma i giochi di abilità, ad esempio, assumono la

caratteristica di giochi di competizione nell’abilità. Per quanto sia individuale l’atteggiamento con

cui si gioca con l’aquilone, con lo yo-yo o con il cerchio, ci si stancherebbe presto di giocarci se

non ci fossero né concorrenti, né spettatori. In questo tipo di esercizi affiora pur sempre un

elemento di rivalità e ogni giocatore cerca di far colpo sui rivali. I proprietari dei giocattoli si

riuniscono in un luogo abitudinario o comodo, dove vi misurano e vi esibiscono la loro abilità. La

tendenza alla competizione porta ad un regolamento che viene adottato di comune accordo.

Generalmente, i giochi trovano la pienezza del loro significato solo nel momento in cui suscitano

una corrispondenza complice. Anche quando i giocatori potrebbero tranquillamente dedicarvisi in

disparte, i giochi diventano ben presto pretesti di gare o spettacolo. La maggior parte di essi,

infatti, appare come domanda e risposta, sfida e accettazione della stessa, provocazione e

contagio, effervescenza o tensione condivisa. Nessuna categoria di giochi sfugge a questa legge

perché presuppongono non la solitudine, ma la compagnia. Tuttavia, si tratta di una cerchia

necessariamente ristretta perché si deve giocare uno alla volta e condurre il gioco personalmente

e come stabiliscono le regole. Ognuna delle categorie fondamentali del gioco presenta così degli

aspetti socializzanti che hanno acquisito diritto di cittadinanza nella vita collettiva.

Forme culturali che restano in margine al meccanismo sociale

A GON sport

(competizione)

A LEA lotterie, casinò, ippodromi, totalizzatori

(fortuna, caso)

M IMICRY carnevale, teatro, cinema, mito divistico

(simulacro)

I

LINX alpinismo, sci, alta acrobazia, ebrezza alla velocità

(vertigine)

Capitolo4: Degenerazione dei giochi

E’ interessante chiedersi cosa diventino i giochi quando la rigida barriera che separa le loro regole

ideali delle leggi dell’esistenza quotidiana perda la necessaria nettezza. I giochi prendono così

forme diverse. Gli atteggiamenti psicologici che spingono ad adottare un gioco sono 4: per l’agon è

l’ambizione di trionfare grazie al solo merito personale in una competizione regolata e il giocatore

conta solo su sé stesso, per l’alea è l’abdicazione della volontà a vantaggio dell’attesa della

sentenza della sorte e il giocatore conta su tutto tranne che su sé stesso, per la mimicry è il fusto

di assumere una personalità diversa dalla propria e il giocatore immagina di essere un altro e

inventa un universo fittizio e per l’ilinx è la ricerca della vertigine e il giocatore appaga il suo

desiderio di vedere distrutti la stabilità e l’equilibrio del proprio corpo. Ad ognuna delle categorie

fondamentali corrisponde una perversione specifica che è la risultante dell’assenza di freno e di

protezione. La vita normale è subordinata il più possibile alle proprie esigenze. Il principio del gioco

è corrotto per la contaminazione della realtà che porta allo smarrirsi e ad un andare alla deriva

delle quattro pulsioni primarie che presiedono ai giochi. Il baro resta invece all’interno dell’universo

del gioco e, se ne stravolge le regole, lo fa comunque fingendo di rispettarle. Se viene scoperto,

l’imbroglio viene cacciato via. Per i pugili, i ciclisti o gli attori professionisti, l’agon o la mimicry non

è più una distrazione, ma è il loro lavoro e, quando finisce, tornano alla realtà.

La perversione dell’agon è la più diffusa fra tutte che si manifesta in ogni antagonismo che non è

più temperato dal rigore dello spirito di gioco. La corruzione dell’agon comincia dove non vengono

riconosciuti né arbitri né arbitraggi.

Per i giochi d’azzardo c’è corruzione nel momento in cui il giocatore cessa di rispettare il caso: la

degenerazione dell’alea nasce con la superstizione. Per colui che si affida al destino, è allettante 5

cercare di prevederne le decisioni. Il giocatore accorda un valore significante a ogni sorta di

fenomeni, incontri e prodigi che immagina prefigurare la sua buona o cattiva sorte. Infine, procede

o fa procedere agli opportuni scongiuri. Chi dispera delle proprie capacità è portato a contare sul

destino e ad affidarsi alle forze esterne.

La corruzione della mimicry si manifesta quando l’imitazione non è più presa per tale, ma il

mascherato crede alla realtà del travestimento e della maschera. Egli non fa più la parte del

personaggio che rappresenta, ma, convinto di essere quel personaggio, si comporta di

conseguenza e dimentica il suo vero essere. La perdita della propria identità profonda rappresenta

il castigo di colui che non sa limitare al gioco il proprio gusto a indossare i panni di un’altra

personalità: si tratta dell’alienazione. Il riconoscimento e il rispetto dei limiti del gioco impedisce

l’alienazione.

Per introdurre la vertigine nella vita quotidiana, si chiede alla droga o all’alcool l’ebrezza desiderata

o il panico che si ricerca al luna-park. Questa volta, il vortice non è più fuori dalla realtà o separato

da essa, ma vi è insediato e vi si sviluppa all’interno. Lentamente alcolismo e droghe alterano

l’organismo e tendono a creare uno stato d’ansia crescente ed insopportabile: alla fine lo

stordimento è ricercato. L’ebetismo, l’ebrezza e l’intossicazione da alcool spingono l’uomo verso

una strisciante ed irreversibile autodistruzione. Alla fine, privato della libertà di volere qualcos’altro

al suo veleno, egli si trova in preda ad uno smarrimento organico continuo, più pericoloso della

vertigine fisica che, almeno, compromette solo provvisoriamente la capacità di resistere al fascino

del vuoto. Forme istituzionali integrate alla Degenerazione

vita sociale

A concorrenza in campo commerciale, violenza, volontà di potenza, astuzia,

GON

(competizione) esami e concorsi inganno

A LEA speculazione in Borsa superstizione, astrologia…

(fortuna, caso)

M uniforme, etichetta cerimoniale, alienazione, sdoppiamento della

IMICRY

(simulacro) professioni rappresentative personalità

I tutte le professioni il cui esercizio

LINX alcolismo e droghe

(vertigine) implica il dominio della vertigine

Capitolo5: Per una sociologia che parta dai giochi

Per molto tempo, lo studio dei giochi è stato semplicemente rivolto agli strumenti e agli accessori.

In generale, si consideravano i giochi semplici e insignificanti svaghi infantili e non si pensava di

attribuire loro un valore culturale. Tuttavia, Huizinga, nel 1938, nella sua opera principale, Homo

ludens, sostiene la tesi esattamente opposta: è la cultura che viene dal gioco. Il gioco è libertà e

invenzione, fantasia e disciplina insieme e tutte le manifestazioni importanti della cultura sono

ricalcate su di esso. Sotto certi aspetti, le regole del diritto, della prosodia, del contrappunto, della

prospettiva, della messinscena teatrale, della liturgia, della tattica militare e della controversia

filosofica sono altrettante regole di gioco. «Tutto avrebbe dunque origine dal gioco?» ci si

domanda in Homo ludens. In un caso, i giochi sono presentati come degradazioni delle attività

adulte che, avendo perso la loro vera portata, decadono a livello di distrazioni. Nell’altro, lo spirito

ludico è all’origine delle convenzioni che permettono lo sviluppo delle culture, stimola l’ingegno, la

sottigliezza e l’inventiva, insegna la lealtà nei confronti dell’avversario e dà l’esempio di

competizioni in cui la rivalità non si prolunga mai oltre l’incontro.

Lo spirito del gioco è essenziale alla cultura, ma giochi e giocattoli, nel corso della storia, sono

effettivamente i residui della cultura. I giochi appaiono ogni volta estranei al funzionamento della

società in cui li si riscontra perché sono sopravvivenze incomprese di una condizione superata o

elementi presi a prestito da una cultura estranea e che si trovano espropriati dal loro significato

all’interno dei quella in cui sono introdotti. In precedenza, i giochi erano parte integrante delle

istituzioni religiose e laiche, mentre oggi è mutata la loro funzione sociale, non la loro natura. Il

“transfert” o degenerazione che sanno subito, li hanno svuotati del loro significato politico o 6

religioso. Non esiste alcun gioco che non sia apparso agli storici specializzati come lo stadio

estremo della progressiva decadenza di un’attività solenne e decisiva che determinava la

prosperità o il destino degli individui o delle comunità.

Strumenti, simboli e rituali della vita religiosa e comportamenti e gesta della vita militare vengono

normalmente imitati dai bambini che si divertono a comportarsi come gli adulti e a fingere per un

momento di essere adulti. Di qui il successo delle armi-giocattolo e dei vari costumi che, grazie ad

alcuni accessori caratteristici e agli elementi di un rudimentale travestimento, permetto al bambino

di trasformarsi in qualunque personaggio interessante che avrà colpito la sua attenzione. Lo stesso

discorso vale per la bambola che permette alla bambina di imitare la madre e di essere una madre.

Non c’è dunque uno svilimento di un’attività seria degradata a divertimento infantile, ma esiste una

presenza simultanea di due diversi registri.

Considerando le occupazioni degli adulti, il torneo è un gioco, la guerra non lo è. A seconda delle

epoche vi si muore, poco o molto che sia. In questa prospettiva, il gioco si presenta come

un’attività parallela, indipendente, che

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
14 pagine
2 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/04 Pedagogia sperimentale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher likelikelike di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Metodologia e tecnica del gioco e dell'animazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Nesti Romina.