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ROSA.  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Con  la  configurazione  della  mano  che  abbiamo  usato  per  segnare  ROSSO,  cioè  un  pugno  con  il  dito  

indice  disteso,  ma  questa  volta  realizziamo  quella  stessa  configurazione  con  tutte  e  due  le  mani.  

Teniamo  le  mani  nello  spazio  davanti  al  torace,  una  accanto  all’altra,  ad  una  distanza  di  qualche  

centimetro   e   con   le   punte   dei   due   indici   rivolte   in   avanti.   Giriamo   ora   i   polsi   in   modo   che   le   punte  

degli   indici   si   rivolgano   al   cielo   per   poi   tornare   nella   posizione   iniziale.   Questo   è   il   segno   per  

DIFENDERE.   Se   invece   cominciamo   con   le   due   mani   nella   stessa   configurazione,   nello   stesso   luogo  

e   anche   con   lo   stesso   orientamento,   ma   questa   volta   separate   di   circa   venti   centimetri,   e  

ravviciniamo  le  mani  finchè  si  toccano,  otteniamo  il  segno  CORTO.  

Quindi   un   segno   deve   essere   specificato   riguardo   all’orientamento   del   palmo   della   mano,   alla  

configurazione   della   mano,   al   suo   luogo   e   al   movimento   che   compie.   Tali   parametri,   cosiddetti  

formazionali,   pur   non   avendo   un   significato   indipendente,   sono   linguisticamente   significanti:   un  

segno,   infatti,   non   è   un’unità   indivisibile,   ma   contiene   una   struttura   interna.   Questi   quattro  

parametri   hanno   funzione   distintiva   nel   senso   che   il   significato   di   un   segno   cambia   se   cambia   il  

valore   di   uno   di   essi   e   sono   perciò   paragonabili   ai   tratti   che   distinguono   i   fonemi   nel   linguaggio  

orale.   Come   nei   linguaggi   orali   ci   sono   coppie   minime   di   parole,   così   ci   sono   coppie   minime   di  

segni.  

La   struttura   interna   di   un   segno   può   inoltre   essere   paragonata   a   quella   di   una   sillaba.   La   fonologia  

di  una  lingua  naturale,  sia  essa  orale  o  manuale,  divide  cioè  una  stringa  in  elementi  più  o  meno  

salienti:   vocali   e   consonanti   nel   linguaggio   orale,   movimenti   e   luoghi   in   quello   manuale.   Nelle    

lingue   orali,   un   concetto   importante   nella   definizione   della   sillaba   è   la   sonorità.   Una   sillaba   ha  

  54  

sempre   la   massima   sonorità   nel   nucleo,   in   genere   vocalico.   Essa   va   poi   discendendo   man   mano  

che  ci  si  allontana  dal  nucleo.  

Volendo   rendere   conto   anche   della   struttura   della   sillaba   nelle   lingue   dei   segni,   la   sonorità   va  

interpretata   in   modo   più   astratto   come   salienza   percettiva.   Un   movimento   è   infatti   visivamente  

più  saliente  di  un  luogo.  

Una  sillaba  in  un  linguaggio  dei  segni  coincide  nella  maggior  parte  dei  casi  con  una  parola.  Non  vi  

sono  cioè  parole  plurisillabi  che,  eccezione  fatta  per  alcune  parole  composte.  

 

  11.6  

La  rappresentazione  della  morfologia  

 

La   morfologia   delle   lingue   dei   segni   usa   poco   gli   affissi,   in   paragone   ad   una   lingua   orale.   Diversi  

aspetti   morfologici   sono   invece   indicati   da   cambiamenti   nel   valore   dei   quattro   parametri   e   da  

componenti  non  manuali.  

Per   comunicare   differenze   nell’aspetto   di   un’azione,   per   esempio,   il   movimento   del   verbo   può  

venire   modificato   in   vari   modi,   come   nella   sua   ampiezza   o   nella   velocità   o   nella   forma   del   suo  

percorso.  

Per   esempio,   nella   Lingua   dei   Segni   Americana   (ASL)   un   movimento   piccolo   e   circolare   unito   al  

movimento   normale   del   verbo   aggiunge   il   senso   di   continuamente;   un   movimento   grande   e  

circolare   aggiunge   il   senso   di   per   un   lungo   periodo   di   tempo;   un   movimento   che   va   avanti   e  

indietro  aggiunge  il  senso  di  

regolarmente  e  così  via.  

Il   movimento   del   segno   può   far   parte   della   morfologia   derivazionale,   la   parte   della   morfologia   che  

genera  nuove  parole  e,  nel  nostro  caso,  nuovi  segni.  Per  esempio,  alcuni  segni,  se  fatti  con  certi  

movimenti   sono   verbali,   fatti   con   un   movimento   ripetuto   oppure   accorciato   possono   diventare  

nominali.  Un  terzo  modo  in  cui  il  movimento  contribuisce  considerevolmente  alla  morfologia  della  

ASL  e  delle  lingue  dei  segni  in  generale,  è  la  reduplicazione,  cioè  la  ripetizione  di  un  segno  o  di  una  

parte  del  segno,  che  viene  usata,  per  esempio,  per  indicare  il  plurale  di  certi  nomi.  

Il  movimento  viene  usato  anche  nel  processo  morfologico  della  flessione  e,  in  questi  casi,  indica  

l’accordo  fra  gli  argomenti  del  verbo.  

Le  espressioni  facciali  possono  manifestare  variazioni  di  grado,  misura  o  quantità,  o  possono  avere  

un  ruolo  emotivo.  Ad  esempio,  un  naso  arricciato  può  rivelare  un’intensità  forte  se  accompagna  

un  aggettivo  di  valutazione  negativa,  come  ad  esempio  CATTIVO;  i  denti  serrati  possono  produrre  

lo  stesso  effetto  quando  connessi  a  un  verbo  di  disgusto,  come  ad  esempio  ODIARE.  

 

  11.7  

Aspetti  sintattici  e  semantici:    

i  classificatori,  la  negazione,  l’ordine  delle  parole  

 

le   lingue   dei   segni   sono   caratterizzate   dall’esistenza   di   cosiddetti   classificatori.   Per   esempio,   nel  

fare  il  segno  per  MACCHINA  si  utilizzano  due  mani.  Ma  una  volta  che  il  segno  è  stato  introdotto  

nella   conversazione,   chi   continuasse   a   parlare   della   macchina   la   rappresenterà   con   una   sola   mano  

e  la  configurazio

Dettagli
A.A. 2012-2013
83 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/01 Glottologia e linguistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher beariassunti.net di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Glottologia I e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Franchi Annalisa.