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Studio delle varietà linguistiche e classificazione
Vogliamo studiare la loro varietà e classificarle in base a somiglianze e differenze strutturali. La tipologia si approccia alla lingua in un modo funzionalistico ovvero guarda alla funzione delle lingue, in certi casi per i tipologi bisogna prima partire dalla funzione, per esempio per capire il congiuntivo in quale altre lingue lo troviamo, dobbiamo cercare la funzione del congiuntivo in altre lingue ma che hanno probabilmente nomi diversi e si presentano in modi differenti.
Alcune domande?
Quale lingua urbana è possibile?
Questa domanda parte dall'idea che tutte le lingue in quanto manifestazioni del linguaggio verbale umano (processo spontaneo), lingue storico-naturali (e non artificiali come il linguaggio elfico di Tolkien) hanno caratteristiche comuni che una lingua non può non avere.
La tipologia si basa su:
- Comparazione interlinguistica
- Dimensione sincronica (nasce infatti come rapporto sincronico per poi interessarsi alla diacronia)
- Correlazione tra
forma-funzione;
Interesse verso le lingue vive (ma non esclude le lingue estinte e non più parlate).
Indagine di un campione di lingue: deve tenere conto di fattori:
- tipologici;
- genetici;
- areali;
- connessi alle dimensioni di comunità di parlanti.
Un tipologo deve partire prima di tutto su quali tratti tipologici si vuole soffermare e questi devono essere in tutte le lingue che identifica, per fattori genetici si intende il prendere lingue che sono distanti geneticamente ovvero di diverse famiglie, per fattori areali si intende lingue parlate in aree diverse del continente, per areali dobbiamo scegliere lingue parlate da molte persone o lingue parlate da piccole comunità bilanciando le due cose.
3 obiettivi della tipologia:
- Typological classification: classificazione che suddivide le lingue in base alla loro appartenenza a un tipo strutturale;
- Typological generalization: individuazione di universali linguistici assoluti e implicazionali attraverso la
Studio dell'ordine dei costituenti Soggetto, Verbo, Oggetto nella frase indipendente dichiarativa.
l'italiano SVO che è per noi l'ordine non marcato ma possiamo anche dire "la mela, la mangio io!" con una dislocazione a sinistra, mettendo il complemento oggetto a sinistra e il soggetto a destra, è quindi un costrutto possibile, se io però devo assegnare all'italiano un tipo, andrò ad assegnare quello non marcato e quindi quello più usato SVO. Il tipologo poi compara le possibilità tra le lingue che potrebbe essere SOV oppure VSO, in astratto potrei arrivare a 6 combinazioni possibili: Tipo SOV (circa 45% delle lingue); Tipo SVO (circa 42% delle lingue); Tipo VSO (circa 10% delle lingue); Tipo VOS (raro); Tipo OVS (raro); Tipo OSV (raro). Tra questi 6 tipi vado a cercare quelli che sono davvero attestati guardando l'ordine non marcato delle lingue, un problema si pone però con lingue come il latino che ha un ordine tendenzialmente libero, guardando quindi la tendenza che sarebbe SOV (che è solouna prevalenza). I tipi rari sono talmente appunto rari, che Greenbergnon aveva nemmeno trovato delle lingue quando aveva fatto le sue ricerche,vediamo infatti che solo il 3% si distribuisce sugli altri 3 tipi.
I tipi più ricorrenti:
- Tipo SOV (circa 45% delle lingue): ad es., basco, turco, giapponese, lingue caucasiche, parte delle lingue ugrofinniche ecc;
- Tipo SVO (circa 42% delle lingue): ad es., lingue romanze, germaniche, slave, baltiche, estone, lingue bantu, cinese ecc;
- Tipo VSO (circa 10% delle lingue): ad es., lingue celtiche, arabo, ebraico, lingue polinesiane, berbero ecc.
Non esistono tipi puri. Una lingua appartiene ad un tipo in modo preferenziale e la cosa più diffusa nel mondo sono le lingue tipologicamente miste.
Carattere artificiale dei tipi linguistici, che "non sono oggetti concretamente osservabili e non si realizzano integralmente in nessun sistema linguistico, in quanto tali e tanti fattori condizionano l'evoluzione di una lingua da
indirizzarlafrequentemente verso configurazioni tipologiche non del tutto coerenti. Esempio: il tipo morfologico dell'inglese, lingua isolante, ma con strategie del tipo agglutinante (pl. dei nomi: es., boy-s) e del tipo fusivo (forme pronominali di III persona: es. he/him; she/her; suffisso -ed con valore di passato e participio passato).Universali linguistici
Portare alla luce i tratti di somiglianza tra tutte le lingue del mondo, sulla base dell'idea che la variazione non è infinita, le lingue infatti non variano indiscriminatamente: i limiti imposti alla variazione interlinguistica sono rappresentabili come universali linguistici.
Universali linguistici assoluti
Sono tratti uniformi in tutte le lingue indipendentemente dalla famiglia o regione geografica a cui appartengono. Uno di questi universali è che tutte le lingue hanno la categoria nome come tutte le lingue hanno la categoria verbo, non esistono lingue senza queste categorie, mentre possiamo dire che non tutte
le lingue abbiamo una categorie per gli aggettivi, il thailandese per esempio che per esprimere elle caratteristiche utilizza verbi, non dice la borsa rossa ma la borsa rosseggia.
Altro universale: tutte le lingue distinguono tra vocali e consonanti, non esiste una lingua fatta tutta di vocali o fatta tutta di consonanti, stiamo parlando però di sistema fonologico.
Tutte le lingue hanno vocali orali ma non tutte le lingue hanno le vocali nasali, come accade nel caso dell'italiano mentre il francese per esempio le ha entrambe.
Gli universali assoluti quindi descrivono le lingue in base ad un singolo parametro, ad ogni universale assoluto corrisponde un solo tipo linguistico.
Universali linguistici implicazionali
La presenza di un certo tratto o proprietà comune alle lingue storico-naturali viene stabilita ponendola in correlazione con una o più proprietà o tratti. Formulazione di correlazioni linguistiche in termini di implicazione logica: "Dato il tratto X in...
Unacerta lingua, allora troviamo sempre il tratto Y (ma non viceversa!)”Si caratterizza per la non reversibilità della lingua, se ho X ho Y ma non viceversainfatti.
Un universale implicazionale pone in correlazione due parametri virtualmenteindipendenti, per esempio come nel caso delle vocali nasali che sul piano logicoabbiamo:
Le preposizioni sono quelle che precedono il nome le posposizioni sono quelle chesi presentano dopo il nome. I tipi sintattici basati sull’ordine delle parole possonoimplicare la presenza di preposizioni (PREP) o posposizioni (PO)
Tipo V(S)O: PREP;
- Tipo (S)VO: PREP [include diversi sottotipi];
- Tipo (S)VO: PO;
- Tipo (S)OV: PO;
Possiamo affermare quindi che:
- Tipo VSO > solo preposizioni;
- Tipo SOV > solo posposizioni.
E ancora possiamo affermare:
- Tutte le lingue di tipo VSO hanno preposizioni;
- Non esistono lingue VSO senza preposizioni;
- Non tutte le lingue con preposizioni hanno l’ordine VSO;
- Possono esistere lingue senza ordine VSO e
Universali oggi
Man mano che aumenta la nostra conoscenza delle lingue aumenta anche il pensiero che sia sempre più impossibile parlare di tratti universali, ce ne sono infatti pochi universali validi a tutte le lingue ma si può dire che ci siano tratti che tendono all'universale. Oggi in tipologia si preferisce distinguere tra universali privi di eccezioni (pochi) e tendenze universali (più numerose).
Tipologia e funzionalismo
La linguistica tipologica si appella al concetto di funzione, la lingua è condizionata dall'uso che facciamo della lingua stessa, ci sono principi cognitivi che influenzano le strutture della lingua.
Per esempio il 97% delle lingue del mondo ha solo 3 tipi di ordine sintattico per trovare una spiegazione la cerco nei principi funzionali, osservandoli possiamo notare che: SOV, SVO, VSO, in nessuno dei 3 abbiamo il complemento oggetto prima del soggetto, in una frase transitiva a livello di concetto il soggetto è
il motore cheriversa l'azione sul complemento oggetto, fa passare (transitare) l'azionesull'oggetto, ci sono addirittura verbo transitivi rispetto ai quali l'oggetto vienecreato in conseguenza dell'azione "Maria cucina una torta" la torta non esistevaprima che Maria la cucinasse, questa è una spiegazione funzionale, riflette laprecedenza cognitiva del soggetto rispetto all'oggetto.Il soggetto inoltre è anche il tema, ovvero ciò di cui si parla, che è spesso in primaposizione e nella maggior parte delle lingue del mondo tende a coincidere con ilsoggetto.Altro esempio: il singolare non presenta alcuna marca mentre il plurale contienespesso una marca aggiuntiva come in inglese con la -s, questo accadecognitivamente perché il plurale va a segnalare più cose e quindi è normale che io