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CAPITOLO 6 – MODI E FORME DELLE MOBILITA’ E DEL VIAGGIO

Un itinerario percorso a piedi consente al viaggiatore di avere un rapporto intenso e

significativo con il territorio che attraversa, nonché con i suoi pensieri e la sua memoria. In un libro per

ragazzi, Paolo Rumiz fa un elogio del camminare e un invito forte a viaggiare a piedi, perché è questo

il modo che aiuta a fantasticare e a sognare, a capire e a parlare con gli altri. Lo stesso contatto forte

si ha con la bicicletta o con altri mezzi di locomozione “a basso impatto”. Si cercano così modi e mezzi

alternativi per muoversi senza l’automobile, utilizzando magari autobus di linea e treni regionali. Alain

de Botton sottolinea che “tra tutti i mezzi di trasporto, il treno costituisce forse l’ausilio migliore per il

pensiero: i suoi panorami non hanno nulla della potenziale monotonia di quelli tipici della nave o

dell’aereo”. In una delle sue opere, Tiziano Terzani ha raccontato le sue esperienze di un anno

trascorso in Asia senza servirsi dell’aereo; ha sperimentato così un modo completamente diverso di

viaggiare e di esercitare la sua professione di giornalista. Le modalità con cui l’homo mobilis compie i

suoi spostamenti dipendono anche da tanti aspetti e situazioni; non ultime risultano le caratteristiche

climatiche, i ritmi stagionali, gli eventi atmosferici eccezionali. Negli ultimi anni i progressi della

meteorologia hanno accresciuto le conoscenze sul clima e sui suoi cambiamenti, conferendo alle

previsioni un’attendibilità soddisfacente. Il tempo atmosferico indice in maniera non trascurabile sulla

positiva riuscita di un viaggio turistico. Le guide turistiche, infatti, consigliano le stagioni migliori per

recarsi in un luogo o in un altro in funzione climatica. Gli impatti più forti si possono osservare nella

quotidianità, come nella mobilità urbana, che è molto influenzata dalle condizioni meteo. A Roma

l’evento neve è piuttosto raro; quando accade, incide in maniera rilevante su un traffico già di norma

poco scorrevole. Il traffico aereo risulta sensibile a eventi atmosferici di particolare virulenza, come

l’ondata di gelo, giunta nell’Europa centrale verso la fine di gennaio 2013. Anche il fenomeno

migratorio può risentire molto di una cattiva situazione meteorologica, che può ostacolare l’approdo di

nuove imbarcazioni. Il viaggio può essere collettivo, in gruppi più o meno estesi, o individuale: è il

caso di una scalata in montagna o di una traversata oceanica. Un turismo di massa, privo di un valido

supporto formativo, potrebbe diventare pericoloso nel depauperamento della risorsa turistica. Il

turismo di massa trova il suo centro nevralgico nei tour operator, che creano e vendono pacchetti;

simili aspetti accomunano al turismo i pellegrinaggi. In ogni caso, però, le scoperte e gli incontri, nel

viaggio del turista, sono di natura episodica, anche perché la durata temporale del giro turistico è

ridotta, spesso fugace. In molti casi il turista viene protetto da ogni contatto con la realtà del luogo.

Affollamenti enormi si possono riscontrare in circostanze particolari relative a tante motivazioni,

innanzitutto quelle religiose e sportive. Nella religione cattolica il Giubileo rappresenta la maggiore

espressione del pellegrinaggio. Altri eventi di fortissimo impatto sono le Giornate mondiali della

gioventù (World Youth Day), incontri internazionali di giovani cattolici, cominciate nel 1985 per

iniziativa di papa Giovanni Paolo II. Le grandi manifestazioni artistiche, quelle musicali in primo

luogo, vedono convergere flussi enormi di giovani, che si riuniscono soprattutto all’aperto, come gli

stadi o le piazze. Tra gli eventi sportivi, quelli di maggiore attrattività sono costituiti dalle Olimpiadi, ma

si possono anche ricordare i campionati mondiali di diverse discipline sportive, quelli di calcio in

particolare. I viaggi migratori possono essere di massa e di infiltrazione. Le migrazioni di massa sono

poco frequenti e sradicano definitivamente notevoli gruppi di popolazione dai loro territori d’origine. Le

migrazioni d’infiltrazione sono quelle che avvengono in piccoli gruppi d’individui, rispetto alla

popolazione che le assorbe. Vi sono poi migrazioni militari, commerciali, pacifiche per necessità di

lavoro. Osvaldo Baldacci sostiene che le migrazioni “sono di massa, se tutto un popolo o gran parte

si sposta verso nuove sedi; sono di infiltrazione se invece si tratta di piccoli gruppi, anche se

marcatamente individuati”. Il “viaggio migratorio” è un processo che inizia nella mente prima

dell’effettivo spostamento dalla terra di origine e forse, una volta iniziato, non si conclude mai. Si tratta

di un viaggio compiuto non per scelta, ma perché, nonostante gli enormi rischi, è in pratica l’unico

possibile per accedere a una condizione di vita migliore. Nel fenomeno migratorio il momento del

viaggio trova oggi ampio spazio nelle cronache dei mass media, anche perché altissimo è il numero

dei migranti morti durante il loro spostamento; e il Mare Mediterraneo ne è purtroppo triste

testimonianza. Cominciano, poi, ad abbondare anche i racconti che descrivono tanti viaggi disperati,

con le gravi violazioni dei diritti umani. Si ricorda quello di Enaiatollah Akbari, che la madre, per

salvarlo da morte sicura, accompagna attraverso un tragico atto di amore in Pakistan, dove lo lascia.

Qui per Enaiatollah inizia un incredibile viaggio che, dopo cinque anni trascorsi in strada, lo porta in

Italia, passando per Iran, Turchia e Grecia. Questo tipo di migrazioni sono solitamente intraprese da

una popolazione costituita in gran parte di giovani uomini non sposati, di età compresa tra i dodici e i

trent’anni, che arrivano in Europa passando dal confine iraniano, per la Turchia e per la Grecia. Non è

sempre semplice distinguere con precisione una migrazione forzata da una volontaria. Infatti la gran

parte degli spostamenti è sottoposta a una qualche forma di costrizione. Vi sono milioni di persone

obbligate o indotte a fuggire per evitare persecuzioni, conflitti armati e violazioni gravissime dei diritti

umani. Nella categoria delle migrazioni forzate si possono annoverare le vittime di catastrofi naturali o

coloro che devono lasciare la propria residenza in seguito a progetti e pianificazioni territoriali (si pensi

alla resistenza di Wu Ping e Yang Wu prima di abbandonare la propria casa in Cina). Nella storia,

però, la migrazione coatta dei Neri ha rappresentato l’evento più tragico e vergognoso di mobilità

forzata, collegato allo sfruttamento coloniale del Nuovo Mondo, con decine di milioni di persone prese

prigioniere in Africa, schiavizzate e costrette a lavorare nelle varie piantagioni negli USA e

nell’America Latina. Vaste regioni dell’Africa occidentale furono piagate da questa persecuzione, che

in realtà non risparmiò neppure quella orientale e il Corno d’Africa. Durante la lunga navigazione un

numero notevole di prigionieri (intorno al 20%) moriva, soprattutto per le condizioni terribili e disumane

del viaggio. La tratta degli schiavi durò a lungo. Un passo importante verso la sua abolizione avvenne

il 25 marzo 1807, quando il Parlamento inglese, approvando lo Slave Trade Act, determinò un

processo che gradualmente avrebbe portato alla cancellazione di questa vergogna. Altri spostamenti

più o meno imposti con la forza non sono mancati nella storia dell’umanità. Si possono citare i nativi

americani, espropriati nell’Ottocento delle loro terre; e ancora negli anni Trenta e Quaranta del

Novecento, le deportazioni di Ebrei e di altre minoranze nei campi di concentramenti nazisti.

Assimilabile alla migrazione forzata è la diaspora, ovvero la dispersione di un popolo costretto a

lasciare la propria sede di origine (si pensi alla dispersione degli Ebrei nel mondo antico). Nelle

migrazioni forzate va compresa la piaga ignobile del traffico di esseri umani. Il viaggio si può

preparare grazie alla preliminare lettura di carte geografiche e di libri. Ed è sull’atlante che si comincia

a viaggiare, seppure con la fantasia e con l’immaginazione. La realtà si coglie attraverso tutti i sensi.

Camminare è, nell’ambito della mobilità, l’attività che meglio consente di percepire l’ambiente

circostante con tutti i sensi. La passeggiata, inoltre, insegna a guardarci intorno. Per Jean-Jacques

Rousseau camminare senza fretta rappresentava un’esperienza di libertà, un’intensa immersione sia

nella natura sia nella fantasticheria e nella solitudine. Antonio Tabucchi, poi, ha espresso molto bene

gli elementi caratterizzanti un paesaggio olfattivo (dell’India), che scrittori, come Pasolini ad esempio,

sono riusciti a sentire totalmente attraverso una profonda esperienza sensoriale. Marco Aime si

sofferma molto sull’olfatto, sostenendo che “il viaggio, quello vero, è fatto di odori”. Quindi pure l’olfatto

è stimolato, in una contraddittoria mescolanza variabile secondo i luoghi. Nel corso del tempo non

sono state poche le donne viaggiatrici in grado di offrire contributi consistenti alla scoperta e alla

rappresentazione del mondo. Nella prima metà del Settecento, la scrittrice inglese Mary Montagu,

viaggiò a lungo in Italia e in Francia e a Costantinopoli, oppure la scrittrice francese Léonie d’Aunet,

autrice di un libro che descrive il suo viaggio verso il Polo Nord. Grande viaggiatrice è stata anche

l’austriaca Ida Laura Pfeiffer, che compì due viaggi intorno al mondo. Un contributo significativo al

Grand Tour al femminile viene da Luisa Rossi, che ha dedicato un libro alle esploratrici e viaggiatrici.

Un altro fenomeno concernente il viaggio riguarda le donne che viaggiano da sole o in compagnia di

altre donne.

CAPITOLO 7 – DIREZIONI E DESTINAZIONI

Il movimento ha una destinazione. Le direzioni e mete del movimento possono portare a

incontri e a ritorni. Nuove mete riescono ad attrarre o ad accrescere le proprie capacitò di richiamo,

mentre altre perdono di consistenza e vedono diminuire il loro interesse. Con l’evoluzione del quadro

storico mutano pure i centri di irradiazione di spinte e movimenti. I processi di europeizzazione e di

occidentalizzazione sono riusciti a sviluppare forze e movimenti tali da permettere la diffusione di una

determinata concezione del mondo. Rivolgendo lo sguardo al passato, fino alla preistoria, si può

osservare come in realtà le scoperte e i progressi più significativi per l’umanità si fossero diretti in

prevalenza da oriente verso occidente. Con l’aereo si assiste a una vera e propria rivoluzione delle

direzioni, perché questo mezzo consente possibilità molto più ampie di movimento, superando il

condizionamento terrest

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
22 pagine
33 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-GGR/01 Geografia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giovyviv94 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Geografia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof De Vecchis Gino.