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GEOGRAFICA

Si è cercato di ricostruire una storia dell’educazione geografica analizzando l’evoluzione nei

vari settori e soprattutto seguendo un percorso cronologico dal mondo classico a oggi. Le radici di una

geografia della quotidianità si collocano in tempi remoti. Lo spirito d’osservazione nei primi uomini è

assolutamente indispensabile per sopravvivere in un mondo difficile. Da questa geografia spontanea

deriva anche il legame con il mito, il modo primitivo per spiegare il mondo. La narrazione mitologia

rispecchia la visione del mondo di un popolo. Nelle civiltà in possesso di una scrittura, la narrazione

mitologica può comparire in opere letterarie. Non a caso, la storia della geografia, secondo

Eratostene, inizia da Omero, che è considerato il grande educatore dell’antichità. Assai diffusi erano i

miti cosmogonici, utilizzati non soltanto per spiegare la posizione della Terra nell’universo, il corso del

sole o le fasi lunari, ma anche per dare una motivazione alla presenza sul pianeta delle montagne e

dei vulcani, del mare, dei corsi d’acqua. Negli ultimi secoli nuovi miti, come quello del sangue (razza)

e della nazione (nazionalismo) sono esplosi in maniera dirompente, proponendo aberranti visioni del

mondo, che hanno portato fino alla mostruosità dell’ideologia nazista. L’insegnamento della geografia

può avvalorare o combattere questi pregiudizi. In passato il tema delle razze ha trovato a scuola un

ampio spazio come principale elemento di distinzione qualitativa della popolazione, esaltandone le

differenze e creando l’identità del bianco superiore. Mito della razza e della nazione insieme

producono visioni pericolosamente deformate. In questo modo, l’insegnamento della geografia

accentua un’impostazione finalizzata a conoscere il mondo non per comprenderlo, ma per dominarlo.

La carta geografica, manifestazione principale del linguaggio della geograficità, è la prima espressione

grafica dell’intelligenza spaziale e trova ampia diffusione e utilizzo anche nel lontano passato. Essa

risulta, inoltre, essenziale per la descrizione e l’interpretazione di sistemi territoriali e di fenomeni

storico-sociali. La forma e le dimensioni della Terra costituiscono due oggetti di studio essenziali per la

trasmissione del sapere geografico. In ambito cartografico le grandi scoperte geografiche costringono

gli studiosi del Rinascimento ad affrontare nuovi problemi e a cercare soluzioni soddisfacenti. Alcuni

secoli dopo Jean-Jacques Rousseau offre spunti di riflessione utili per l’insegnamento. Il problema

della trasmissione delle conoscenze è problema antico, che viene risolto grazie alla poesia. Lo scopo

della poesia nella Grecia arcaica non è solo quello di raccontare una storia, è soprattutto pedagogico.

Per l’uomo greco il poeta è in primo luogo un educatore. Anche il sapere geografico si avvale della

poesia. Un esempio è costituito dai peripli, relazioni e descrizioni di circumnavigazioni (si pensi ad

Apollodoro di Atene). La funzione della geografia ben si adatta allo spirito pratico di Roma, nelle cui

scuole la geografia rientra nella geometria. La geografia, quindi, è considerata utile nel mondo

classico, perché consente di comprendere meglio luoghi e regioni. Nel Medioevo cambiamo

profondamente obiettivi e valori: secolari quelli della scuola romana, ultraterreni quelli della scuola

cristiana. La comprensione e lo studio dei testi sacri rappresentano, in questo periodo, il momento

educativo fondamentale. Nel Medioevo, il Dittamondo (Dicta mundi) di Fazio degli Uberti, è un

trattato di geografia che si sviluppa attraverso un fantasioso viaggio in Europa, in Africa e in parte

dell’Asia. Il viaggio diviene un’opportunità didattica, utile per liberare il ragazzo da una dimensione

egocentrica della vita. La pedagogia dell’Umanesimo e del Rinascimento, proseguita nel Seicento

inglese, nel Settecento francese e italiano attribuisce allo studio della geografia e ai viaggi grande

rilievo nella formazione della classe dirigente europea. Lo scrittore Antonio Tabucchi esprime bene

la sensibilità naturale, derivante dal rapporto tra fascinazione-scoperta letteraria e realtà-scoperta

geografica, che si può riscontrare in molti ragazzi e che potrebbe trovare nella scuola approcci di

sicuro interesse. Gli atti legati alla mobilità e al viaggio fanno parte della geografia. I geografi, inoltre,

possono avvalersi con profitto delle narrazioni degli scrittori, che riescono a comprendere attraverso la

loro sensibilità poetica il genio dell’incontro (genius loci). La scoperta del mondo si collega al viaggio,

ma soprattutto all’esplorazione. Ampliare lo spazio conosciuto è da sempre una grande aspirazione

dell’uomo, che Dante esprime magistralmente nel canto XXVI dell’Inferno (il canto di Ulisse). Viaggio

ed esplorazione sono due aspetti della stessa medaglia. Le grandi scoperte geografiche imprimono

una svolta decisiva nella conoscenza del mondo, in quanto la rivelazione di nuove terre emerse

amplia l’orizzonte geografico creando una serie di problemi legati alla forma e dimensioni della Terra,

alla distribuzione dei mari e delle terre emerse, ai confini dell’ecumene. Il primo contributo alla storia

della scienza è costituito dalla de-mitizzazione e dalla de-antropomorfizzazione delle immagini del

mondo. Esemplari a questo proposito è il trattato De terrae di Seneca, che analizza il fenomeno del

terremoto, con l’intento di dimostrarne l’origine naturale e non divina. In qualche modo scienza, poesia

e mito convivono (si pensi ai Fenomeni di Arato). Nel Medioevo la natura rispecchia la perfezione di

Dio. Nel Rinascimento, la natura è riprodotta attraverso l’arte pittorica e poeticamente descritta, con

influenza educativa. Il metodo sperimentale del Seicento prende avvio dall’opposizione alla filosofia

della natura. Il Seicento è il secolo degli strumenti usati per misurare e per osservare ( termometro e

barometro). Il pensiero scientifico per secoli si baserà sulla logica di Cartesio. L’Illuminismo instaura

uno spirito critico e attacca l’invecchiata scuola umanistico-letteraria. La ragione si pone come organo

di verità e mezzo di progresso. Ne consegue una lotto contro il pregiudizio, il mito e la superstizione.

Relativamente alle carte geografiche, a Comenio si deve un merito generale, fondamentale per

l’insegnamento della geografia: l’associazione tra la parola e l’immagine, tra l’apparato scritto e quello

iconografico. L’invito di Comenio è quello di imparare guardando le figure che traducono le cose. Le

figure hanno la grande capacità di stimolare l’immaginazione, nonché di rinforzare il testo. Nei libri di

testo, le fotografie non devono svolgere la funzione di semplice supporto. Foto antiche e moderne

agevolano l’osservazione indiretta. L’impiego di foto e film nella didattica della geografia è

costantemente aumentato nel corso degli anni. Tanti strumenti sono utili per aiutare gli studenti a

comprendere meglio lo spazio geografico, vicino e lontano. L’episcopio, per esempio, consentendo di

proiettare su uno schermo un’immagine, ha una facile applicabilità. La lavagna luminosa ha invece di

un precedente trasferimento dell’immagine su un foglio trasparente. Negli ultimi anni questi strumenti

sono stati scalzati dalla grandissima diffusione dei computer. La LIM presenta una serie di vantaggi tra

cui: la fruizione immediata senza l’oscuramento dell’aula; la pluralità e l’integrazione tra i vari

linguaggi, valorizzando le “intelligenze multiple”.

CAPITOLO 3 – GEOGRAFIA A SCUOLA. METODI, TECNICHE, STRATEGIE

Agli inizi del Novecento, Alfred Whitehead parlava di “idee inerti” per definire quelle

conoscenze che gli studenti sono capaci di acquisire e di esporre, ma che non sanno applicare in

contesti diversi da quello scolastico, né collegare alle conoscenze pregresse. In effetti le conoscenze

assumono carattere significativo solo quando si è in grado di applicare anche in contesti di vita reale

quanto si è appreso a scuola. Per poter passare da un’idea inerte a una conoscenza “significativa”

occorrono alcuni fondamentali presupposti: 1) coinvolgimento affettivo-emotivo; 2) aggancio alle

conoscenze pregresse; 3) partecipazione alla costruzione della conoscenza. In ogni caso un

apprendimento significativo deve essere autentico, cioè valido e spendibile nei diversi contesti

esperienziali di vita. Conoscenze autentiche in geografia possono permettere ai giovani di operare a

scala locale e globale per migliorare la situazione della Terra, adottando atteggiamenti di salvaguardia

e valorizzazione. La teoria dell’apprendimento che dai primi anni Novanta riscuote maggiore successo

è il costruttivismo, ispirato al pensiero di Dewey, Piaget e Vygotski. Nel processo di

autocostruzione del sapere giocano un ruolo fondamentale le nuove tecnologie, che consentono una

maggiore autonomia di chi apprende, mentre il docente svolge la funzione di tutor. La coscienza del

sapere di non sapere è la molla che fa scattare la curiosità e l’interesse e che mette in moto strategie

conoscitive diverse. Il Problem-based learning (“apprendimento basato su un problema”) rientra

perfettamente nell’ottica costruttivista, in quanto mobilita le conoscenze e le abilità pregresse, facendo

leva su una forte motivazione personale. Si tratta quindi di un tipo di apprendimento attivo che esige

un’attenta definizione del problema, la riflessione sulle conoscenze già possedute, la necessità di

integrare le conoscenze con altre, la capacità di ipotizzare soluzioni, la capacità di argomentare la

propria ipotesi mediante adeguata documentazione. Il docente agisce da facilitatore attraverso

domande-stimolo. Il Cooperative Learning è basato sul principio dell’interazione fra pari, che

contribuisce a determinare i risultati dell’apprendimento influendo sullo sviluppo dei soggetti coinvolti.

Durante il Cooperative Learning si ha l’aiuto reciproco in ogni fase del compito di apprendimento. Nel

Cooperative Learning il docente deve: costruire un significativo ambiente di apprendimento; osservare

i gruppi e i singoli in ogni fase; assegnare un test individuale a fine compito; mettere in pratica rubriche

di valutazione. I compiti dello studente invece sono: confrontare il proprio punto di vista con quello

altrui; mettere in comune le informazioni ricercate; condividere il processo di ricerca-azione; risolvere

costruttivamente i conflitti. Il processing, infine, è la revisione del lavoro svolto e della riflessione

sull’efficacia delle azioni che ciascun componente ha messo in campo. L’obiettivo di un

apprendimento significativo è il possesso di competenze. Si tratta di andare be

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Publisher
A.A. 2014-2015
14 pagine
16 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-GGR/01 Geografia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giovyviv94 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Geografia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof De Vecchis Gino.