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Chemioterapici antibatterici
I chemioterapici sono prodotti chimici di sintesi che presentano
un’azione antibatterica selettiva. Sono largamente usati per la
terapia di malattie infettive a eziologia batterica.
Sulfamidici
Dopo la scoperta da parte di Ehrlich del primo chemioterapico
selettivo utile per il trattamento di una malattia infettiva,
sono dovuti passare altri 25 anni perché fossero sintetizzati e
introdotti nuovi chemioterapici. Nel 1935 Domagk, dimostrò le
proprietà antibatteriche del colorante Prontosil rosso, una
sulfamidocrisoidina che doveva la sua azione antibatterica al
gruppo sulfanilamide liberato nella reazione.
La sulfanilamide è la sostanza iniziale da cui è derivata una
nuova serie di chemioterapici ad ampio spettro antibatterico e
antagonisti dell’acido folico chiamati sulfamidici (o
sulfonamidi) che hanno la seguente struttura fondamentale:
I sulfamidici si sono rivelati utili nel trattamento di
infezioni respiratorie causate da streptococchi e stafilococchi,
di infezioni urinarie causate da batteri Gram-negativi, di
infezioni sostenute da meningococchi e shigelle. Sono inoltre
utilizzabili per la profilassi della febbre reumatica,
dell’endocardite batterica, delle infezioni delle ferite e del
tratto urinario conseguenti a interventi chirurgici e a
cateterizzazioni
Tali farmaci non determinano, in genere, reazioni tossiche nel
paziente. Il sulfamidico è un chemioterapico ad azione
batteriostatica, attivo solo su batteri in accrescimento e
moltiplicazione. Agisce come è infatti simile
antimetabolita:
strutturalmente a un metabolita naturale essenziale per il
metabolismo batterico, ma anche, nel contempo, lievemente
diverso, così da poter da un lato essere assorbito dal batterio e
dall’altro interromperne importanti processi biosintetici. Nei
batteri, infatti, i sulfamidici assorbiti si sostituiscono al
metabolita essenziale acido para-aminobenzoico (PABA), uno dei
costituenti dell’acido folico, bloccandone la sintesi; l’acido
folico è un coenzima essenziale per la moltiplicazione di molti
batteri, gran parte dei quali non è in grado di utilizzare il
folato esogeno. I sulfamidici sono selettivi, non danneggiano
cioè le cellule eucariotiche umane, dato che i mammiferi
ottengono l’acido folico con la dieta e lo trasportano con i
fluidi corporei alle cellule.