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ALCUNI SCENARI SETTORIALI NELL'ULTIMA RECESSIONE (2007-2008) - EFFETTI DELLA RECESSIONE SUL SETTORE DELL'ACCIAIO

Quali sono stati gli effetti della recessione?

  • Crollo della domanda di acciaio
  • Blocco del settore edile
  • Blocco dei costruttori di auto
  • Blocco dei produttori di elettrodomestici

Fra la crisi del 2007-2008, che aveva una matrice finanziaria con una certa connotazione, e l'attuale crisi, c'è un'enorme differenza: entrambe sono crisi globali, ma nascono da ceppi differenti e quindi inevitabilmente hanno un impatto almeno in parte peculiare.

Questa crisi (2007-2008) ha investito in modo sistemico e trasversale praticamente tutti i settori.

È crollato il prezzo dell'acciaio, frutto del crollo della domanda.

Cos'hanno deciso di fare i player di questo comparto?

Decisioni di breve termine:

  • Taglio di produzione importante e veloce
  • Licenziamenti, abbastanza contenuti rispetto ad altri comparti (già si era dato avvio ad un processo)
Strategie di medio - lungo termine: - INTEGRAZIONE A MONTE, quindi integrazione verticale ascendente, andiamo a conquistare le miniere (quindi la produzione delle materie prime per avere più controllo della filiera e per abbattere ulteriormente i costi) - CONCENTRAZIONI INDUSTRIALI, quindi facendo shopping sul mercato di aziende preesistenti; abbiamo qui il caso Arcelormittal in Italia, ovvero ex Ilva EFFETTI DELLA RECESSIONE - PETROLIO Abbiamo dinamiche simili: - CROLLO DELLA DOMANDA del petrolio (si è verificato anche nella crisi attuale, con il crollo dei prezzi) e conseguente rapido crollo dei prezzi - CRISI DI LIQUIDITÀ delle imprese petrolifere, che però sono delle aziende con le spalle molto larghe Decisioni di breve periodo: - WAIT AND SEE: aziende guardinghe, che aspettano di capire quale possa essere l'effettivo decorso della crisi, la durata della crisi, recessione.

per poi orientare, calibrare gli sforzi successivi- GESTIONE ATTENTA DELLA LIQUIDITA', perché la liquidità diventa l'elemento chiave, evidentemente- BLOCCO DI QUEI PROGETTI CHE RICHIEDONO DEGLI INVESTIMENTI E IMMOBILIZZO DI CAPITALI IMPORTANTI, quindi le esplorazioni petrolifere (ricerca di nuove fonti di estrazione) Strategie di medio - lungo termine:- DIVERSIFICAZIONI verso fonti alternative rispetto al petrolio, con un ritorno indietro o un balzo in avanti verso le rinnovabili. Per ciascuno di questi passaggi possiamo riscontrare effettivamente ciò che è accaduto nella storia degli ultimi anni; sono tutti step fatti dalle aziende più importanti di questi settori, che possiamo riscontrare facilmente nei fatti.

EFFETTI DELLA RECESSIONE - TRASPORTO AEREO- CROLLO DELLA DOMANDA, sia passeggeri che cargo (come sta accadendo adesso; è uno dei comparti che in via più immediata subisce un effetto di rallentamento o di blocco

della domanda)- FORTE AUMENTO DELLA CONCORRENZA, della pressione concorrenziale fra imprese (è diventato subito un fattoimportante), con ascesa molto veloce, molto importante delle low cost, soprattutto di quelle più strutturate- NUMEROSI FALLIMENTI, effetto ovvio della crisiRisposte delle imprese:- CONSOLIDAMENTO ALL’INTERNO DEL SETTORE: varie fusioni, alleanze, takeover- RIDUZIONE DELLA CAPACITA’ OPERATIVA (cosa che si sta verificando anche adesso), quindi mantengo gli aerei aterra, taglio le rotte meno redditizie- FORTE TAGLIO DELL’OCCUPAZIONE- TAGLIO DEI SERVIZI ACCESSORI, proprio per una razionalizzazione estrema del servizio, e quindi anche per tagliaresui costi e reggere maggiormente l’onda d’urto della crisi- NUOVA STRUTTURA DELLE ROTTE, quindi una revisione delle rotte sempre nell’ottica della riduzione, contenimentodei costi- BLOCCO DEL RINNOVO DELLE FLOTTE E/O RINVIO DEGLI AEREI GIA’ ORDINATI, quindi tamponare,bloccare gli immobilizzi di capitale; e SOSPENSIONE DI ALTRI PROGETTI DI INVESTIMENTO o di natura pluriennale

EFFETTI DELLA RECESSIONE – AUTO- CALO DELLA DOMANDA, anche in questo caso dovuto (la crisi ha avuto una forte matrice finanziaria) alla difficoltà di offrire credito ai compratori. È oramai un fattore critico di successo ben consolidato la possibilità per le varie case automobilistiche di abbinare la vendita dell'auto all'offerta di soluzioni finanziarie (molto spesso sono soluzioni offerte all'azienda all'interno del medesimo gruppo, come nel caso FCA)

- ESASPERAZIONE DELL'ECCESSO CRONICO DI CAPACITÀ PRODUTTIVA, tipico dei costruttori, che spesso producono più di quanto sanno di poter vendere, perché si gioca molto sui numeri di unità prodotte che vengono poi scaricate sulla rete dei concessionari, distributori, rivenditori, che con varie politiche cercano di smarcare quel numero e farlo come

unità prodotta e venduta (pensiamo a tutte le politiche sul km 0 e sulle semestrali, ecc.)- RISTRUTTURAZIONE DELL'INTERO SETTORE IN USA ED EUROPA, CON FORTE ASCESA DELLA CINA; è un mercato disbocco interessante anche per i produttori occidentali, ma che comincia ad essere già dalla seconda fase della recessione e sempre di più nel corso degli ultimi anni un player importante in chiave prospettica anche sui mercati occidentali, non solo un acquirente di auto ma anche un produttore di auto in modo indipendente, o in partnership con aziende occidentali, auto da piazzare poi su tutti i mercati (con aziende occidentali sempre più interessate a stringere delle partnership produttive forti con i player cinesi per progetti congiunti; questo riguarda anche piccoli produttori, come nel caso della Dr, brand molisano che nel corso degli anni ha cercato di ritagliarsi uno spazio nel mercato dominato dei player internazionali proprio giocando sulle partnership con

produttori cinesi, assemblando dei prodotti con componentistica non esclusivamente ma prevalentemente cinese, dando poi un posizionamento dal sapore italiano a queste auto, che hanno avuto anche un discreto successo rispetto al posizionamento che voleva perseguire e al tipo di risorse che ha potuto mettere in campo)- DOMANDA DI AUTO PIÙ PICCOLE CON PIÙ BASSI CONSUMI- CRISI DEI FORNITORI DI COMPONENTI, inevitabile che se va in crisi il produttore d'auto va in crisi anche la filiera che lavora con i produttori d'auto, con le case automobilistiche

Risposte delle imprese:

  • FORTI PRESSIONI SUI GOVERNI, per supportare il settore, in particolar modo con lo strumento principe che è quello degli incentivi (che da sempre vengono utilizzati per sorreggere le vendite del settore, che spesso rallentano il manifestarsi di crisi settoriali proprio perché fanno un po' da cuscinetto; parliamo di rottamazioni e affini)
  • TAGLIO SUI COSTI, FERMO SULLE PRODUZIONI

PRESSIONI SUI FORNITORI (per recuperare dei margini di licenze, quindi ricerca di minori costi di fornitura), RIDUZIONE DELLA CAPACITÀ PRODUTTIVA (per far fronte al problema degli invenduti, per limitare il ricorso agli immobilizzi di capitale)- ALLEANZE E FUSIONI, per trovare nei volumi una nuova fonte di vantaggio competitivo; quindi grandi alleanze, fusioni(casi: FCA, Peugeot,..) i casi sono tanti; l'obiettivo è quello di creare die poli di riferimento globali nel comparto automotive, per fare economie di scopo (quindi efficienza di base, modularizzando la produzione, e poi varietà con i vari brand che danno vita a modelli che fino ad un certo punto condividono le piattaforme produttive, e poi dopo assumono la loro fisionomia e questo grazie al modo in cui i player o nell'ambito di neo gruppi che si vanno a formare, o altro tipo di partnership più o meno formalizzati, si vanno a creare per garantire un equilibrio fra l'efficienza e

La capacità delle imprese di seguire i gusti del mercato

Le imprese in questione hanno la capacità di seguire i gusti del mercato a seconda dell'evoluzione. In particolare, si concentrano sulla produzione di prodotti green di nuova generazione, come ad esempio le auto a basso impatto ambientale. Questo settore è diventato estremamente interessante all'interno del mercato.

Effetti della recessione nel settore farmaceutico

In base al ceppo della recessione, alcuni settori possono operare di meno, perdere in modo selettivo o addirittura crescere. Nell'attuale recessione causata dal coronavirus, ad esempio, vediamo che tutto ciò che riguarda la sanità, il settore curativo e l'agroalimentare sta crescendo.

Il settore farmaceutico, rispetto ad altri, ha sofferto meno durante la recessione del 2007-2008. Tuttavia, si è verificata una situazione di stallo per molti investimenti, soprattutto per la ricerca e lo sviluppo.

determinano più immobilizzo di capitale). Quindi:

- DOMANDA RELATIVAMENTE AL RIPARO- RISCHIO PIÙ ALTO NELLA RICERCA E SVILUPPO.

Decisioni di breve periodo: hanno riguardato soprattutto la gestione del cash flow, per evitare di mandare in eccessiva sofferenza l'azienda a fronte di un blocco (in questo caso selettivo) della domanda, nel senso che è chiaro che il farmaceutico in quella crisi non abbia visto una crisi generalizzata ma tutto quello che poteva essere rimandato/tagliato/ridotto è stato oggetto di rallentamento.

Strategie di medio - lungo termine:

- ACQUISIZIONE DI ALTRE IMPRESE da parte di main player, operatori che "fanno la voce grossa" nel settore, per stringere le sinergie tra R&S e marketing, che sono i due grandi driver di creazione del valore in questo settore

- SVILUPPO IN ASA CON UN FUTURO MENO INCERTO rispetto ad altre, quindi quelle ASA che, richiamando la BCG, potremmo inquadrare come degli enigmi in quella fase per

molte imprese del settore, quindi i vari farmaci da banco, senza prescrizione, e quelli per la salute animale, come modo per stabilizzare lo sviluppo (infatti l'obiettivo, il problema, è quello di garantire una prospettiva di sviluppo a fronte di un blocco nell'immediato che la crisi avea determinato nelle primissime fasi della recessione).

EFFETTI DELLA RECESSIONE - GDO (GRANDE DISTRIBUZIONE ORGANIZZATA: SUPERMERCATI-IPERMERCATI-CATENE DISTRIBUTIVE)- CAMBIAMENTI NEI COMPORTAMENTI DI ACQUISTO, in quella fase con una crescente attenzione alle promozioni da parte dei clienti (i vari 3x2, sottocosto,..) e la propensione per il "trading down", per scalare verso il basso in termini di acquisti, quindi magari preferendo la marca meno nota rispetto a quella nota, oppure preferendo la cosiddetta "private label", la marca del distributore, anziché quella industriale, proprio come occasione di risparmio.

Essendo stata una crisi di natura finanziaria,

tutto l'aspetto collegato all'ottimizzazione del risparmio non poteva che essere un driver di cambiamento trasversale per i vari settori. - CRESCONO I DISCOUNT, che p
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
9 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/08 Economia e gestione delle imprese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Elena_m1997 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Strategia e politica aziendale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Ferrara o del prof Fortezza Fulvio.