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TECNOLOGIA:
operazioni di miglioramento dei processo di produzione, dei metodi
PROCESSI:
e delle tecniche di lavorazione;
gestione interna ed esterna di processi logistici.
LOGISTICA:
Strategie economico-finanziarie. Riguardano tutte quelle azioni volte ad ottimizzare
i flussi finanziari. Si estrinsecano in:
interventi volti a migliorare il grado di
RAZIONALIZZAZIONE PATRIMONIALE:
efficienza aziendale, attraverso l’utilizzo di tutte le risorse disponibili;
decisioni inerenti al livello di
OTTIMIZZAZIONE DELLA STRUTTURA DEL CAPITALE:
indebitamento ottimale, accantonamento e impiego delle risorse eccedenti;
ottimizzazione dei flussi di liquidità attraverso
BILANCIAMENTO FINANZIARIO:
azioni volte alla massimizzazione delle fonti e razionalizzazione degli impieghi.
Strategie di comunicazione. Fanno riferimento a quelle strategie volte a comunicare
esternamente, in quanto le politiche di comunicazione interna riguardano la sfera
organizzativa. Viene analizzata la comunicazione aziendale e di offerta con la
precisazione che mentre la prima viene intesa a livello aziendale, la seconda è intesa
a livello di area di affari.
1. È una strategia finalizzata
COMUNIZAZIONE AZIENDALE LIVELLO AZIENDALE.
all’affermazione dell’immagine dei marchi commerciali di un’impresa che sia
consona alla sua posizione di mercato ricercata e all’instaurazione di rapporti
istituzionali con interlocutori esterni, pubblici o privati.
2. È una strategia che
COMUNIZAZIONE DI OFFERTA LIVELLO DI AREA DI AFFARI.
nasce con l’intento di tradurre un vantaggio reale di un prodotto/servizio in
un elemento differenziale positivo agli occhi del consumatore. È infatti
necessario che queste caratteristiche positive siano comunicate in modo
corretto. Attraverso questa comunicazione si passa dalla dimensione di
prodotto fisico a quella di prodotto percepito, ossia un insieme di
caratteristiche rilevanti agli occhi del cliente.
2. Strategie competitive di area di affari
A livello competitivo, bisogna sviluppare accanto ad una strategia competitiva
globale, una strategia per ogni area d’affari. Tali strategie si dividono in:
Copertura del mercato. Tali strategie mirano alla definizione della clientela obiettivo
attraverso attività di segmentazione del mercato, finalizzate ad individuare la
localizzazione geografica e le caratteristiche di acquisto e consumo dei clienti.
mira a suddividere e classificare i consumatori in gruppi
SEGMENTAZIONE:
omogenei che abbiano le stesse caratteristiche e che abbiano bisogni di
consumo più o meno simili; inoltre, definisce il target obiettivo;
comporta una selezione dei canali di distribuzione e
PRESIDIO TERRITORIALE:
vendita, le politiche di presidio territoriale e delle risorse interne ed esterne
dedicate alla vendita.
Focalizzarsi su un gruppo di consumatori con determinate caratteristiche porta in
genere a un numero di consumatori limitato, che si definisce nicchia di mercato.
Operare in un determinato segmento garantisce all’impresa la creazione di confini
competitivi maggiormente difendibili, ma la selezione di una nicchia di mercato
risulta economicamente conveniente solo se il segmento preso in esame sia al
contempo significativo e accessibile.
Strategia di offerta. Tali strategie mirano a definire le caratteristiche dell’offerta in
modo da riuscire a soddisfare i bisogni della clientela target e in modo da avere
caratteri distintivi rispetto ai prodotti-servizi dei concorrenti. Una simile strategia fa
leva su due dimensioni dell’offerta:
1. scelta delle caratteristiche fisiche e funzionali
FUNZIONI DI PRODOTTO (SERVIZIO):
dei prodotti che andranno a soddisfare i bisogni principali ( beneficio di base )
e secondari ( caratteristiche accessorie ) della clientela;
2. fa riferimento a servizi accessori che integrano l’offerta e
LIVELLO DI SERVIZIO:
che sono più o meno rilevanti nella decisione di acquisto.
Queste due dimensioni definiscono il livello di standardizzazione/personalizzazione
fisica e dunque il livello di specializzazione dell’offerta da perseguire in termini
produttivi. Possiamo quindi dire che suddividere l’azione competitiva dell’impresa in
distinte aree di affari risulta molto utile, in quanto , consente di implementare
strategie focalizzate e concrete. Inoltre, i risultati conseguiti dall’azienda a livello
competitivo possono essere scomposti nei singoli risultati conseguiti nelle varie aree
competitive in modo da intervenire in quelle dove si registra un basso rendimento.
Strategie sociali
Un’azienda persegue una strategia sociale nel caso in cui, volontariamente, mette in
atto iniziative che ricevano un consenso sia dalla comunità esterna ( tutti gli
interlocutori con cui l’impresa interagisce) sia da quella interna all’impresa ( i
dipendenti e gli azionisti/soci) ; in altri termini, una strategia che abbia come
obiettivo quello di conseguire un beneficio per la collettività. Occorre fare una
distinzione e capire se l’iniziativa è legata a istanze sociali dell’ambiente interno o
esterno all’organizzazione o se ha semplicemente il fine strumentale di ottenere un
vantaggio imprenditoriale. Questa distinzione comporta la classificazione della
strategia sociale in : strategia integrata e opportunistica. Soltanto la strategia
integrata viene accolta nell’accezione ristretta di strategia sociale, ed è definita tale
in quanto legata alla dimensione invisibile dell’azione imprenditoriale ( profilo
strategico di fondo ). Una strategia sociale opportunistica fa invece riferimento a
quelle azioni compiute dall’impresa spinta da motivazioni competitive od
opportunistiche. In questo ultimo caso, la strategia sociale diviene una leva
competitiva da utilizzare per raggiungere obiettivi specifici. La strategia sociale si
rivolge sia agli attori interni sia esterni all’impresa.
a. è compito di chi guida l’impresa creare una struttura che
SOCIALITA’ INTERNA:
valorizzi il personale e coinvolga il singolo lavoratore nella vita dell’azienda.
Risulta , quindi, fondamentale implementare un sistema interno di confronto
e di dialogo efficace ed efficiente. Importante è anche la gestione dei rapporti
con i soci o azionisti che devono essere improntati sulla fiducia e credibilità.
b. tutte le imprese di successo devono cercare di costruirsi
SOCIALITA’ ESTERNA:
una reputazione fondata su valori condivisi dalla comunità in cui operano
attraverso l’instaurazione di corretti rapporti commerciali, basati sulla fiducia
di lungo periodo, con gli interlocutori economici e sociali. Anche in questa
area, legata ai rapporti sociali, l’impresa agisce in funzione della visione
imprenditoriale , nel rispetto però di vincoli “esogeni” che limitano la sua
sfera di azione. Tali vincoli possono identificarsi nelle aspettative della
comunità così come in consuetudini di mercato.
POSIZIONAMENTO COMPETITIVO
A questo punto dell’analisi è utile evidenziare i tratti distintivi della propria azione
imprenditoriale rispetto ai concorrenti : studiare il mercato della domanda e le sue
esigenze, e il comportamento delle imprese presenti nel settore. Ciò permette
all’imprenditore di determinare non solo l’efficacia o l’inadeguatezza di una
determinata strategia, ma anche l’esistenza di opportunità di mercato latenti. Un
metodo molto efficace di analisi è la costruzione di schemi grafici a due variabili. Le
variabili devono essere scelte attentamente, in quanto non possono essere
impiegate due variabili con lo stesso grado di correlazione. L’impiego della mappa
consente di individuare raggruppamenti di imprese con le stesse combinazioni di
strategie, ed inoltre, saper leggere bene un raggruppamento di imprese significa
saperne prevedere con buona approssimazione, i percorsi dinamici di spostamento
nella mappa. Si tratta quindi di un’analisi che, partendo dalla situazione attuale,
proietta nell’immediato futuro il percorso di cambiamento o quello di
consolidamento delle strategie in atto. Infine, il fenomeno delle alleanze tra
imprese , definita come una strategia di crescita aziendale finalizzata allo scambio
di competenze, è in grado di alterare l’equilibrio corrente tra imprese e introdurre
significativi mutamenti nel posizionamento delle stesse.
ANALISI DEL RISCHIO IMPRENDITORIALE
Una volta presentata l’azienda ( o il progetto ) occorre effettuare l’analisi del rischio
d’investimento. Il rischio viene qui inteso come il rischio di successo o di insuccesso
dell’investimento, ossia il raggiungimento di un adeguato ritorno del capitale.
Emergono le seguenti tipologie di rischio:
Di contesto;
Di business;
Economico;
Finanziario.
Un’attività di pianificazione consente di minimizzare tale rischio in quanto fornisce
un quadro completo del contesto, delle caratteristiche del progetto ed effettua delle
simulazioni sulle sue potenzialità di successo. Durante la redazione del business plan
è possibile impiegare una serie di tecniche di analisi e di indicatori specifici che si
focalizzano sulla valutazione di una o più tipologie di rischio. Tali strumenti di analisi
sono: Swot, Test di prodotto, Break-even economico, Budget di tesoreria, Payback
period, Sensitività.
1. Rischio di contesto
Il rischio di contesto è il rischio legato ai fattori macro-economici del mercato, ma
comprende anche i rischi legati all’evoluzione della domanda o del settore. Si tratta,
dunque, di tutte quelle componenti esogene che sono fuori dal controllo del
management dell’impresa, e che possono comunque rappresentare sia dei fattori
positivi sia negativi al suo sviluppo: sono per questo definite minacce e opportunità
, e fanno arte della swot analysis, la tecnica di indagine che analizza i punti di forza e
di debolezza (rischio di business) di un’impresa. Lo studio del settore e della
domanda è fondamentale per comprendere i fattori di contesto che impattano
sull’attività economica dell’impresa. Le minacce e le opportunità sono componenti
esogene che determinato situazioni di pericolo/crescita del business che l’azienda
deve fronteggiare per migliorare la sua posizione competitiva. Questo tipo di
indagine è molto vantaggiosa per l’azienda in quanto impone una costante e
periodica verifica del contesto che non si limita ai concorrenti , ma è estesa anche ai
più generali fattori macro-economici del mercato.
2. Rischio di business
Nell’avvio di una nuova attività o nel valutare diverse alternative di investimento,
l’imprenditore si pone il problema della