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BENEFICI E LIMITI DELLA PIANIFICAZIONE
I benefici della pianificazione sono: 10
- Piani e obbiettivi forniscono una fonte motivazionale e d’impegno . La
pianificazione riduce l’incertezza nei lavoratori chiarendo il traguardo che devono
8 Materiale didattico per il corso di programmazione e controllo (progredito) S. Baraldi, A.
Cifalinò
9 Remember this 15
raggiungere. Senza di essa gli obbiettivi non risultano chiari e non si capisce per
quale fine si sta lavorando. 10
- Piani e obbiettivi guidano l’allocazione delle risorse . Pianificare aiuta i manager a
prendere decisioni su come allocare le risorse tra e varie unità. Ad esempio
nell’incontro con il manager di Warner Bros, è emerso che l’azienda destina maggiori
risorse alla funzione innovativa, piuttosto che a contrastare una grossa minaccia
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come la pirateria. 10
- Piani e obbiettivi sono una guida per l’azione . La panificazione focalizza la sua
attenzione su specifici obbiettivi e dirige lo sforzo lavorativo nell’ottenimento di
risultati. Inoltre aiuta i manager a capire quali azioni intraprendere per raggiungere gli
obbiettivi. 10
- Piani e obbiettivi fissano uno standard di valutazione . Pianificare obbiettivi
significa definire i risultati desiderati. Essi stabiliscono anche criteri di performance
con cui i manager possono valutare l’operato delle scelte adottate. Questo porta ad
uno standard di valutazione delle performance.
I limiti invece sono: 13
- Piani e obbiettivi possono creare delle false certezze . Avere un piano può indurre
un manager ad avere una visione sbagliata di ciò che avverrà in futuro. Infatti tutti i
piani sono basati su supposizioni future, e i manager non hanno la certezza di cosa
accadrà nei prossimi anni. Questo è confermato anche dalla testimonianza del
manager di Warner Bros, il quale, avendo a disposizione numerosi strumenti di
previsione futura, è stato molto incerto su ciò che accadrà nei prossimi anni, dato che
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il mercato in questione è in continua evoluzione . 13
- Piani e obbiettivi possono creare delle rigidità in un ambiente in evoluzione . La
pianificazione può bloccare l’organizzazione in specifici piani e obbiettivi che non
sono più adeguati. In condizioni di forte cambiamento e incertezza serve un maggior
grado di flessibilità.
10 Remember this
11 Incontro con il manager di Warner Bros
12 Incontro con il manager di Warner Bros 16
13
- Piani e obbiettivi possono intralciare l’intuito e la creatività . Il successo spesso
deriva da intuizioni geniali e dalla creatività. Questa può essere ostacolata con
processi routinari. Per esempio la creatività di un lavoratore può essere repressa dal
manager in quanto non si adatta con i piani d’azione predeterminati.
PIANIFICARE IN UN AMBIENTE TURBOLENTO
Come abbiamo visto precedentemente nel pianificare ci sono inevitabilmente dei
vantaggi e degli svantaggi. Sta nella bravura del manager ottenere dei benefici dalla
pianificazione cercando di controllare i suoi limiti. Questo è reso possibile attraverso
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l’utilizzo di approcci innovativi che si adattano agli odierni mutamenti ambientali . Tre
sono gli approcci che sostengono l’organizzazione in caso di eventi inaspettati: i piani
d’emergenza, la costruzione di scenari e i piani di crisi.
I piani di emergenza
Quando le organizzazioni operano in un ambiente incerto o hanno orizzonti temporali
elevati, a volte, pianificare può sembrare una perdita di tempo. In realtà, piani poco
flessibili possono ostacolare piuttosto che aiutare un’organizzazione di fronte a
cambiamenti tecnologici, sociali, ed economici. Per non sopperire, i manager devono
sviluppare una molteplicità di possibili alternative future. Questa metodologia serve ai
manager per facilitare la creazione di piani che ben si adattano alle alternative
delineate in precedenza. I piani di emergenza possono essere definiti come delle
risposte aziendali da adottare in casi di recessione o eventi inaspettati. Per definire
un piano di emergenza, i manager devono individuare i fattori più importanti che
14
possono modificare l’ambiente . Tra i fattori ambientali si possono trovare le flessioni
economiche, le crisi di mercato, l’aumento dei costi di fornitura, lo sviluppo di nuove
tecnologie o gli incidenti riguardanti la sicurezza. I manager, quindi, prevedono una
serie di risposte alternative relativi ai fenomeni più probabili, focalizzando l’attenzione
sull’alternativa peggiore. Per esempio negli ultimi anni, la compagnia FedEx ha
attivato una serie di paini d’emergenza in tutto il mondo a causa di eventi imprevisti
come tempeste tropicali, scioperi dei lavoratori, blackout elettrici che hanno
modificato i piani aziendali. Naturalmente la compagnia aveva già previsto questi
possibili scenari, e quindi attraverso piani d’emergenza specifici, è stata in grado di
13 Remember this 17
gestire al meglio la situazione. Senza di essi la FedEx sarebbe stata in grande
difficoltà, con conseguenti perdite per la compagnia.
La costruzione di scenari
La costruzione di scenari è uno strumento che estende la metodologia dei piani
d’emergenza. Costruire scenari significa cercare di prevedere le tendenze e le
discontinuità future, visualizzando le possibili soluzioni per essere in grado di gestirle
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al meglio quando esse si manifestano . Piuttosto che guardare solo la storia
aziendale e pensare a quello che è stato, i manager devono pensare a ciò che
potrebbero essere l’organizzazione. Le aziende che falliscono in un momento così
dinamico sono quelle che pensano di non essere coinvolte nel cambiamento, che
pensano al passato come linea di successo per il futuro. Oggi il mondo è turbolento e
la pianificazione tradizionale non può aiutare i manager ad affrontare una
complessità così elevata di variabili fuori controllo che influenzano l’organizzazione. I
manager non sono in grado di prevedere il futuro con certezza, nessuno può farlo,
ma possono disegnare dei piani in cui gli eventi futuri possono essere gestiti.
Attraverso la costruzione di diversi scenari possibili, i manager cercano di anticipare i
vari cambiamenti che potrebbero influire sull’organizzazione. Gli scenari sono
rappresentazioni possibili della realtà futura, delle “storie” a cui i manager devono
dare delle risposte. Di solito vengono sviluppati dai due ai cinque scenari per ogni
fattore, che vanno dalla più ottimistica previsione a quella peggiore. Gli scenari
aiutano mentalmente il manager nel caso in cui il suo miglior piano fallisce.
I piani di crisi
Alcuni sondaggi hanno rivelato che l’utilizzo di tecniche manageriali come gli scenari
e i piani d’emergenza, sono aumentati in modo consistente dopo l’attacco terroristico
alle torri gemelle. Dopo un periodo di minor popolarità, questi approcci sono tornati in
auge grazie all’aumento dell’instabilità ambientale e alla recente crisi finanziaria.
Secondo il sondaggio della McKinsey Quarterly, nel 2009, il 50% degli intervistati ha
dichiarato di aver utilizzato piani d’emergenza o scenari in maggior numerosità
15
rispetto al precedente anno . Inoltre gli approcci utilizzati hanno giocato un ruolo
fondamentale per le organizzazioni, aiutando i manager nel prendere decisioni ad
14 Remember this 18
hoc per le proprie aziende. Oltre a questo le aziende cercano di pianificare la crisi
per affrontare eventi inaspettati, i quali sono così improvvisi e devastanti che hanno il
potere di distruggere qualsiasi organizzazione, anche le più solide, se non
adeguatamente tempestive nel rispondere a questi fenomeni. Le crisi sono diventate
parte integrante delle organizzazioni nel mondo di oggi. Anche se di varia natura, un
piano accurato e ponderato può prevenire qualsiasi situazione disastrosa. Ad
esempio, l’azienda BP è stata fortemente criticata per la mancanza di un piano di
crisi, nel Golfo del Messico, durante la fuoriuscita di petrolio dalla base estrattiva. Un
efficace piano avrebbe quantomeno limitato il disastro ecologico verificatosi. Ci sono
15
due fasi importanti nel pianificare una crisi: preventiva e preparatoria . La fase
preventiva consiste nell’individuare i segni premonitori di una potenziale crisi per
cercare di prevenire la sua manifestazione. Una parte critica di questa fase è la
costruzione di una relazione fiduciaria con gli stakeholder dell’azienda come i
lavoratori, i clienti, i fornitori, apparati statali e i sindacati. Attraverso queste relazioni,
i manager spesso possono prevenire la crisi si dall’inizio. In più possono rispondere
con maggior efficacia a ciò che non può essere evitato. Ad esempio una stretta
relazione con i lavoratori e i sindacati può evitare una paralisi aziendale dovuta a
scioperi e manifestazioni. La fase preparatoria comprende tutta la programmazione
dettagliata per gestire una crisi quando si verifica. E’ suddivisa in tre fasi. La prima
consiste nel definire un team e un suo portavoce che gestisca la crisi.
Successivamente bisogna creare un piano dettagliato di gestione della crisi. L’ultima
fase consiste nel creare un efficace sistema di comunicazione. I team sono dei
gruppi inter-funzionali designati in precedenza, che entrano in azione se la crisi si
verifica. Il portavoce del team invece deve essere “la voce” della compagnia durante
il periodo di crisi. Il piano di gestione della crisi (CMP), è un piano scritto che
specifica le azioni da intraprendere. Oltre a questo definisce i soggetti a cui è
assegnata la responsabilità di attuare le suddette azioni. La cosa fondamentale è che
il CMP deve essere un documento in continua evoluzione, rivisto e aggiornato con
regolarità. Esso non serve a nulla se una volta definito non viene modificato negli
anni in base alle necessità. Questo perché le crisi, gli scenari e l’ambiente si
evolvono, mutano e un piano statico non può contrastarli.
15 Remember this 19
APPROCCI INNOVATIVI NELLA PIANIFICAZIONE
I processi di pianificazione cambiano nel tempo come gli altri aspetti del
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management per essere in sintonia con i cambiamenti ambientali . Un nuovo
approccio di pianificazione ha l’obbiettivo di coinvolgere tutti nell’organizzazione, a
volte anche stakeholder esterni. L’evoluzione verso questa metodologia innovativa
iniziò con l’introduzione di piani decentralizzati, dove manager e esperti di
pianificazione, delle varie divisioni, lavoravano insieme per definire gli obbiettivi da
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raggiungere . Il pensiero era quello che l’azienda fosse in grado di sviluppare delle