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RESISTENZA ALL’INERZIA:
Supponiamo che io voglia passare da una velocità di 50 km/h ad una velocità di 70 km/h, ovvero
sto accelerando e nasce una forza che si oppone alla variazione di velocità alla quale ha un verso
opposto al moto ed è una forza chiamata forza d’inerzia che è il prodotto della massa per
l’accelerazione (rapporto tra la derivata della velocità rispetto al tempo) e se ci ricordiamo che la
massa non è altro che il rapporto tra la forza peso e g, otteniamo la forza d’inerzia che si oppone al
moto, ora bisogna dire che esiste anche l’inerzia degli organi di rotolamento all’interno del volano
che hanno un moto relativo proprio che si oppone a questo cambiamento di velocità e quindi
un’inerzia che fanno nascere una maggiorazione dell’inerzia che stiamo considerando e tutto
questo lo definiamo con il coefficiente BETA.
Va detto anche qui che mettiamo + o – a seconda se stiamo accelerando o decelerando perché la
forza d’inerzia se stiamo accelerando è positiva allora delta V su delta T è positiva mentre è
negativa quando stiamo decelerando perché delta V su delta T è negativa e la forza d’inerzia tende
a spingere la macchina quando decellero ovvero la forza d’inerzia sarà concorde alla direzione del
moto. 8
EQUAZIONE DELLA TRAZIONE
In tale equazione deve esserci un equilibrio alla traslazione tra le forze di trazione e le resistenze
al moto ,chiaramente qualora lo sforzo di trazione fornito dal motore è superato dalla resistenza al
moto il corpo non si muoverà.
T=R
tot
T=R + R + R + R + R
r C i a Fi 2
T= µ P+ µ P ± P i ± β + K S V
r c 2
T= P( µ + µ ± i ± ) + K S V EQ. DELLA TRAZIONE IN CONDIZIONI
r c DI MOTO VARIO
2
T= P( µ + µ ± i )+ K S V EQ. DELLA TRAZIONE IN CONDIZIONI
r c DI MOTO UNIFORME
Ovvero nel caso di moto uniforme NON avrò forze di inezia dato che viaggiando a una velocita
costante nn ho variazione di velocità.
ESEMPI
1 Supponiamo di avere un autovettura di peso P=10 KN in condizioni di moto uniforme ad una
velocità V=100 km/h muovendosi su una livelletta con pendenza i=2%
Applicando l’equazione di eq. Della Trazione e supponendo di essere in un tratto in cui la
resistenza in curva sia ritenuta trascurabile (rettifilo) avrò:
2 4 2
T= P( µ + µ ± i )+ K S V 1*10 (0.025+0+0.02)+0.017*1.9*100 =773 N
r c
Supponendo ora di avere un autocarro del peso P=100 KN soggetto alle medesime condizioni avrò
2 5 2
T= P( µ + µ ± i )+ K S V 1*10 (0.035+0+0.02)+0.030*7*100 =7600 N
r c 2
Laddove si è valutato la sezione maestro dell’autocarro pari a 7 m e k =0.030
2 calcolare lo sforzo di trazione neccessario per superare la rampa con pendenza pari al 2%
supponendo che la macchina sia ferma.
Valutando il moto attraverso l’equazione della trazione in condizioni di moto vario , si osserva
come l’ultimo termine dell’equazione variando con il quadrato della velocità diviene trascurabile . 9
T= P( µ + µ ± i ± )
r c
Volendo invece calcolare quale sia la massima pendenza che il mio autoveicolo può superare
dovrò, innanzi legare lo sforzo di trazione alla potenza del motore attraverso la seguente
relazione.
Quindi mettendo a sistema la precedente equazione con l’eq di trazione determinata in
precedeza per il caso caratteristico della rampa avrò
i
Posso ricavare quindi valutando come velocità V pari a 5 km/h
max
Il termine inerziale dovrà comparire qualora le condizioni iniziali dell’autoveicolo non sono a
velocità nulla., un esempio pratico può essere calcolare la pendenza massima viaggiando a una
data velocità su strada.
Ovviamente nel primo caso riesco a raggiungere delle pendenze molto elevate (30-40 %) quando
invece sono su strada dovrò considerare l’ulteriore contributo delle forze di inerzia.
ADERENZA RUOTA/STRADA
Andiamo a considerare un pneumatico a contatto con il suolo
stradale, andando ad analizzare le forze su di esse agenti
osserviamo la forza peso P e una reazione uguale e opposta la
forza che il sottofondo esercita su di essa, con R le resistenza
agente in direzione opposta al moto e con M il momento
motore, pensiamo ora di scomporre quest’ultimo rispetto al
raggio r con la coppia di forze corrispondente di modulo M/r.
10
Dovendo tale sistema di forze risultare in equilibro dovrò avere che vi sara una forza A
Aderenza,diretta nel verso del moto dove dove F è la forza di aderenza .
a
Possiamo avere diversi casi:
Caso 1
in tal caso noi avremo che lo sforzo di trazione risulta inferiore alla resistenza naturamente in tal
caso il veicolo non riesce a muoversi.
Caso 2 staimo facedo crescere M/r il che implica che anche T è crescente
Abbiamo in questo caso che il veicolo si muove in quanto la resistenza risulta essere uguale allo
sforzo di trazione e quest’ultimo minore della forza di aderenza.
Caso 3 staimo facedo crescere M/r
Il veicolo non riesce ad avanzare, tale caso rappresenta il fenomeno di slittamento , il veicolo non
avanza. In tal caso pur avendo una macchina molto potente nn riesco a far avanzare il veicolo per
la resistenza è molto elevata.
La forza di aderenza risulta essere uguale a :
F = f P
a a a
P
dove =PESO ADERETE ovvero la quota parte di forza peso che grava sulle ruote motrici, negli
a
autoveicoli ordinari circa il 60 % di P , eccezzion fatta per i veicoli a 4 ruote motrici che avrà peso
aderente pari a P e di conseguenza hanno maggiore forza di aderenza.
f COEFFICIENTE DI ADERENZA
a 11
N.B Da quanto suddetto si capisce bene che se ritorniamo al ragionamento fatto per quanto
i
riguarda l’esempio 2 ovvero della rampa , bisogna chiaramente coniugare l’equazione della
max
trazione con il concetto di aderenza, si avrà quindi :
La dove devo sostituire nella prima equazione la seconda .
Da tale semplice relazione si capisce che tutto sia legato al coefficiente f a
Da questa semplice equazione si capisce come e perché nei casi pratici legati allo slittamento (si
resta impantanati con l’autovettura), si può o cercare di aumentare il peso aderente
posizionandosi sul cofano o migliorare la componente attritiva apportando materiale sotto la
ruota, come anche il tir risulta avere una buona aderenza in quanto il suo peso scarica tutto
mediante il trattore anteriore. Possiamo valutare la variabilità del coefficiente
degli abachi ,dove si osserva come all’aumentare
mediante
della velocità tale coefficiente diminuisca, dove si osserva
che ho diverse curve in funzione di s ovvero del velo
idrico presente sulla strada stessa ,finchè ad un certo
punto di tale curva essa diviene
orizzontale , cioè avrò il fenomeno
dell’aqua planing ovvero lo spessore
idrico e tale da perdere aderenza , per
evitare appunto tale fenomeno
avremo che la sezione trasversale di
una strada è a doppia falda con pendenza minima del 2.5%, dotate di cunette di raccolta alle
estremità della strada stessa
Naturalmente tale fenomeno dipende anche dallo spessore del battistrada stesso.
Il realtà tale coefficiente di aderenza può essere visto come la risultante tra la componente
orizzontale ovvero componente nella direzione del moto aderenza longitudinale e aderenza
trasversale se sono in rettifilo tale termine è nullo cosa che non accade in curva per effetto
della forza centrifuga per cui avrò che
Posso quindi valutare
Bisogna inoltre dire che dipende da se la strada è: 12
ASCIUTTA si raggiungono pendenze del 40-45 %
BAGNATA si raggiungono pendenze del 20-25 %
PROBLEMA DELLA FRENATURA 09/03/2017
Ruota frenante
Immaginiamo di avere una ruota sul manto stradale ipotizzato un certo verso del moto avrò
seguenti azioni:
Supponendo ora di frenare avrò un Momento frenate (Mf) sulla ruota stessa , si osservi con
attenzione che esso risulta essere opposto in verso del momento motore, avrò comunque le azioni
sulla ruota che avrò comunque una forza di inerzia che si oppone , per cui in tal caso avrò che essa
sarà quindi diretta in direzione del moto .
Scomponendo ora il momento frenante rispetto al raggio avrò una coppia di forze la prima diretta
nella stessa direzione delle Resistenze al moto R , la seconda diretta nel verso del moto, di modulo
pari a Mf/r, anche in questo caso avrò che per l’equilibrio delle forze dovrà nascere una forza A
(aderenza), dove naturalmente i suoi valori saranno .
Condizione necessaria e sufficiente affinché non si abbia lo bloccaggio delle ruote: 13
Ovvero dovrà accadere che la forza di inerzia meno le resistenze (ovvero la risultante delle forze
che agiscono nel baricentro )dovranno essere minori o tt al più uguali alla forza aderente e che a
sua volta lo sforzo derivante dal momento frenante sia anch’esso minore (in quanto non voglio
che il momento frenante non permetta la rotazione della ruota), Il Bloccaggio è un
comportamento che diviene pericoloso in quanto il veicolo non segue più la traiettoria di guida
ma scivola sul suolo stradale, naturalmente qualora sulla sua traiettoria sia presente un qualcosa
(sasso) il veicolo cambia direzione fuori dal controllo dell’ utente .
Esplicitiamo
β 2
R= R + R + R + R + R = µ P+ µ P ± P i ± β + K S V
r C i a Fi r c
Volendo semplificare tale calcolo si va a valutare che il moto stia avvenendo in rettifilo , in quanto
solitamente si è soliti frenare prima di una curva e non durante.
Si osservi in oltre che in tal coso ho P peso totale e non il peso aderente poiché sto considerando il
veicolo in fase di frenatura e quindi tutte le ruote contribuiscono all’aderenza, essendo tutte e 4 le
ruote frenanti.
Per effetto della semplificazione di essere in rettifilo avrò da cui
P( µ + µ ± i) + + semplificando P e moltiplicando per
r c si avrà quindi
Andando ora a valutare le derivata della funzione composta V(s,t)
Ritornando alla precedente equazione avrò moltiplicando il tutto per ds 14
Andando ora chiaramente ad integrare tale relazione avrò :
N.B. ( è nullo essendo in rettifilo)
Tale integrazione ci consente di calcolare lo spazio di frenata sf ovvero lo spazio necessario per
passare da una velocità V a 0, tale formula dipende dalle resistenze al moto, e dipende inoltre
dalla resistenza all’ara inoltre dall’aderenza in questo caso longitudinale l, naturalmente sf
dipende molto dall’aderenza, ovvero dalle condizioni della