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CONFUTAZIONE
CONFORMITÀ
A
FINI
Che Nietzsche non creda affatto ad una conformità a fini in natura è testimoniato da numerosi passi all’interno della Teleologia, tra cui: “Le forze cieche agiscono senza intenzioni e dunque non possono produrre nulla di conforme a fini” (pag 85). La tesi empedoclea è solo il presupposto della confutazione che Nietzsche farà della conformità a fini (“un’arma”).
contro la teleologia in generale: dimostrazione di ciò che non è conforme a fini"): il fulcro viene infatti individuato nella lotta tra specie. Tale concetto è (pag 65) derivato dalla kantiana lotta fra sessi, presentato nell'Antropologia Pragmatica e in diversi carteggi con Schiller, come presupposto della generazione. In questa lotta tra specie, per Nietzsche, come per Kant nella lotta tra sessi, noipossiamo solo constatare gli effetti, ma ci risulta impossibile risalirne alle cause: da ciò l’assurdità della teleologia. Nietzsche fa poi un passo avanti, differenziando la conformità a fini, ipotizzandone una esterna ed una interna: quella esterna ricade nell’ambito della catena alimentare, ma èscartata da Nietzsche in una asserzione contenuta nella Teleologia: “Un’esterna conformità a fini è solo
un’illusione”
(pag 71)
Per quanto riguarda la conformità a fini interna, questa ricade nell’ambito dell’autoconservazione, dell’esistenza, ovvero, della capacità di vivere:
“La conformità a fini si mostra soltanto in quanto capacità di vivere” (pag 71)
Ma, nel momento in cui un determinato ente esiste, significa che devono esserci le condizioni di esistenza per un tale ente: ma se è
La vita, ovvero l'esistenza, il presupposto al finalismo, come può essere finale essa stessa? "Le cose esistono [ovvero vivono] dunque esse devono poter esistere cioè devono possedere le condizioni per l'esistenza" (pag 75) "La vita stessa non può essere pensata in quanto fine, dal momento che essa viene presupposta per agire secondo fini" (pag 99) Il finalismo non è altro che ungiudizio
riflettente
posto
dal
nostro
intelletto
sugli
enti
organici,
quindi
non
esiste.
È un’idea illusoria.
è il discorso intorno la Conoscenza. Nietzsche crede fortemente che le nostre capacità conoscitive siano limitate, che il nostro intelletto sia limitato, e nella Teleologia va proprio a definirne i limiti. Sarà proprio Nietzsche a scrivere:
“La conformità a fini di ciò che è organico, la conformità a leggi di ciò che è inorganico viene introdotta nella natura dal nostro intelletto”
(pag 67)
Quindi è il nostro intelletto che ci porta a vedere in natura qualcosa che nella stessa è assente, tra cui la finalità.
"La conformità a fini della cosa può valere sempre soltanto in relazione a un'intelligenza alla cui intuizione la cosa si accorda" (pag 77)
Alla base di ogni conoscenza vi è l'organizzazione psico-fisica dell'uomo (lo dice Nietzsche stesso in
una
lettera
del
1866),
il
quale
ragiona
per
analogie
(tema
che
troverà
fortuna
con
la
famosa
dicitura
“il
mobile
esercito
di
metafore”):
è
per
analogia
con
se
stesso
che
l’uomo
pone
negli
enti
organici
una
conformità
a
fini.
“Anche
il
concetto
di
ciò
che
è
organico
è
soltanto
umano:
occorre
richiamare
l’attenzione
all’analogo”
(pag
81)
“Perciò
egli
definisce
anche
le
condizioni
di esistenza delle cose [inorganiche] conforme a fini: ciò vale soltanto ammettendo che esse siano sorte allo stesso modo delle opere umane” (pag 75)
“Le cause finali, esattamente come il meccanismo, sono modi umani di vedere” (pag 89)
Da quest’ultima citazione si capisce come la finalità dell’organico e la regolarità dell’inorganico sono introdotte in natura dal nostro intelletto. Di conseguenza anche
La scienza diviene un modo umano di vedere la natura. Perciò i giudizi determinanti che stanno alla base della scienza non sono altro che giudizi riflettenti, quindi soggettivi. Sia la spiegazione meccanicista, il cui oggetto è