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La guerra tra Ottaviano e Antonio
In Senato aumentò la corrente dei cesariani con sentimenti repubblicani. A capo del partito repubblicano c'era il vecchio Cicerone. Ottaviano assunse maggior prestigio perché la politica di Antonio incuteva timore anche nei cesariani. In cambio di riconoscimenti ufficiali, Ottaviano metteva a disposizione del Senato le sue truppe. Così ricevette un comando, un imperium, per agire contro Antonio, dichiarato nemico dello stato. Il 7 gennaio del 43 a.C. assunse i fasces, i segni del potere militare. Raggiunse Antonio a Modena, dove si trovava nell'assedio di Decimo Bruto. Con lui anche i consoli di quell'anno, Irzio e Pansa, 2 cesariani. Antonio venne sconfitto nella battaglia del 21 aprile. I 2 consoli morirono. Ottaviano assunse i comandi dei loro eserciti, ma il quadro generale cambiò presto.
Il Senato legittimò, infatti, le posizioni di Bruto e Cassio, i cesaricidi, in Siria e Macedonia. Inoltre Antonio si era accattivato le simpatie di...
Parecchi governatori in Spagna e in Gallia. Questi, tra cui Emilio Lepido, propagandavano la vendetta per Cesare. Ottaviano doveva quindi chiarire bene la sua posizione. Cercò di migliorare la sua posizione. Morti i consoli, inviò una delegazione dei proprio centurioni al senato, cui sollecitò il consolato per il proprio comandante e le ricompense promesse ai soldati. Il senato respinse la richiesta e Ottaviano marciò con centurioni e legioni su Roma, ottenendo un successo. Ottaviano fu eletto console nell'agosto del 43. Tramite una legge, venne poi istituito un tribunale contro i cesaricidi. Ottaviano legalizzò la volontà di vendicare Cesare. Fece rimuovere inoltre la delibera che voleva Antonio nemico dello stato. In questo modo facilitò le trattative con Antonio.
Cap. IIIl Triumvirato, ovvero l'arbitrio diventa legge. Nell'ottobre del 43, Antonio Ottaviano e Lepido si incontrarono a Bologna. Obiettivo era vendicare Cesare e
consolidare le proprie posizioni. Si creò un Tresviri rei publicae constituendae, un collegio di 3 uomini per l'organizzazione dello Stato. A differenza dell'accordo privato di Cesare, Pompero, Crasso i triumviri, stavolta, si fecero conferire un mandato ufficiale dall'assemblea popolare. Il mandato era circoscritto a una durata di 5 anni. Si divisero l'impero. Lepido ottenne la Spagna e la provincia della Narbonense. Ott. Sicilia, Sardegna e l'Africa. Ant. la Gallia Cisalpina e la Gallia Comata. Militarmente uscì benissimo Antonio, mentre Ott. fu ridimensionato. Le 2 isole erano di scarsa utilità, finché Sesto Pompeo, figlio di Pompeo, scorrazzava nel Mediterraneo con le sue navi. Antonio e Ottaviano dovevano condurre inoltre la lotta contro i Cesaricidi. C'era bisogno di denaro per motivare le truppe. Sull'esempio di Silla (ideatore delle prime proscrizioni), dichiararono fuorilegge i propri avversari, così che
chiunque poteva ucciderli. Inseriti in questa lista 300 senatori e 2000 cavalieri. Ottaviano si oppose all'inizio perché voleva salvare Cicerone, che Antonio perseguitava. Ma non fu possibile. Al loro posto, furono insediati persone di fiducia dei triumviri.
Il denaro a disposizione non era però ancora sufficiente e fu necessario erigere tributi straordinari, visto che Bruto e Cassio, in Oriente, con ogni mezzo a disposizione avevano approntato 19 legioni. Ad ogni modo, Antonio e Ottaviano finirono per raccogliere 28 legioni e dalla Macedonia si imbarcarono per raggiungere l'Oriente.
Nel 42 a.C. gli eserciti si sfidarono 2 volte nei pressi di Filippi. Vinse Antonio, che in seguito descrisse Ottaviano come un codardo, un vile. Ed effettivamente a comandare le legioni di Ottaviano sul campo fu Marco Agrippa. Antonio mantenne una posizione solida in Gallia, ma dovette pacificare l'Oriente e ricavarne denaro per la sistemazione dei veterani. Antonio concesse ad
Ottaviano alcune provincie spagnole a discapito di Lepido. Ma anche lui aveva lo stesso problema economico di Antonio. Questa operazione costava un prezzo politico, perché le popolazioni cacciate avrebbero seguito chiunque si sarebbe innalzato contro i propri usurpatori. Ottaviano lo sapeva, ma pose mano lo stesso alla riforma. Da alcune città furono cacciate intere popolazioni. Alcuni come Virgilio riottennero i beni paterni, presso Mantova. Gli espropriati trovarono la voce in Lucio Antonio, fratello del triumviro. A molti sembrava pericoloso non tanto Antonio, quanto Ottaviano. Si cercò perfino di sciogliere il triumvirato e di proclamare Ottaviano nemico dello stato. Ciò avrebbe però lesato agli interessi dei veterani, quindi Ottaviano ebbe la meglio sugli oppositori. Pose l'assedio a Perugia, dove si era rifugiato Lucio Antonio. Ottaviano risparmiò il fratello del triumviro. Giustiziò, invece, moltissimi cittadini di Perugia, tra cui
anche senatori e cavalieri. Chi venne risparmiato si affrettò in Oriente a sollecitare un intervento di Antonio. Si offrì ad Ant. la possibilità di eliminare Ott. con l'aiuto di Sesto Pompeo. Un cesariano alleato di un repubblicano. Ant. tornò in Italia e pose l'assedio a Brindisi, dove erano le truppe di Ottaviano, ma le legioni rifiutarono uno scontro. Così si giunse al trattato di Brindisi nell'autunno del 40. Ad Ottaviano furono assegnate tutte le province occidentali, tranne l'Africa che fu data a Lepido. Antonio tenne le provincie orientali. L'Italia doveva rimanere terra di tutti, specialmente per il reclutamento dei soldati. L'intesa fu sorretta da un matrimonio. La sorella di Ottaviano, Ottavia, andava in sposa ad Antonio, vedovo da poco tempo. Cap. III La legittimazione del Leader Ottaviano doveva inoltre trovare un accordo con Sesto Pompeo, che minacciava l'Italia. Si arrivò al trattato di Miseno del39 a.C.. Pompeo era riconosciuto come partner nella gestione del potere. Inoltre, gli venne assicurato il consolato per il 35 a.C.. Come contropartita terminarono le aggressioni e le provvigioni di grano tornarono a giungere nella capitale. Nel trattato erano compresi anche i seguaci di Pompeo, tra cui Tiberio Druso Nerone, sposato con Livia Drusilia, nipote do Marco Livio Druso, che nel 91 a.C. fu il protagonista dell'integrazione degli italici nella comunità politica romana. Livia era una figura importante da un punto di vista di legami politici. Ott. cercò di conquistarla, nel momento in cui la donna aspettava il secondo figlio dal marito. La legge non permetteva una separazione, ma Ottaviano riuscì a strappare un permesso al collegio sacerdotale e sposò Livia nel 38 a.C.. Dopo pochi mesi nacque Druso, mentre il primogenito Tiberio aveva già 4 anni. Nerone nominò Ott. tutore dei figli, immaginando che ciò avrebbe favorito la carriera di
entrambi.Nonostante ciò, il trattato di Miseno rappresentava un ostacolo per Ottaviano, che doveva liberarsi di Pompeo. Dovevano accadere due cose: prima di tutto Ottaviano doveva rafforzare la propria flotta e, secondo, bisognava che Antonio desse il suo consenso, nonché il suo aiuto. Ciò avvenne in una situazione poco felice per Antonio. In Oriente i Parti non erano ancora stati sconfitti, né era stata vendicata la sconfitta subita da Crasso nel 53 a.C.. Antonio aveva bisogno di un successo. Per ottenere ciò aveva bisogno di truppe nuove e esperte, da ottenere in Italia che, nonostante gli accordi di Brindisi, era sotto Ottaviano. I 2 si incontrarono a Taranto e risistemarono i loro rapporti, accordandosi anche per una continuazione del triumvirato, terminato il 31 dic. Del 38. Nel settembre del 37, si concordò di prolungare il triumvirato di altri 5 anni. Formalmente, il rinnovo avveniva su delibera dell'assemblea popolare. Ottaviano potettequindi fregiarsi del titolo di triumvir rei publicae constituendae iterum (triumviro per la seconda volta). Fu l'unico ad osservare queste formalità, che gli permettevano di far sì che osservasse le norme del diritto: Antonio le trascurò e Lepido perse gradualmente peso. L'accordo militare stabiliva che Antonio cedesse a Ottaviano 120 navi della propria flotta per la guerra contro Pompeo, in cambio di 20.000 legionari per la guerra contro i Parti. Le navi arrivarono subito. Provocatoriamente, Ottaviano inviò solo un decimo delle truppe promesse, cioè 2.000 legionari. In più, Ottaviano ottenne anche l'aiuto di Lepido che con le sue legioni arrivò in Sicilia. Sesto Pompeo cadde nel 35 a.C. e fu giustiziato a Mileto. Il suo esercito si divise: una parte passò a Ottaviano, l'altra si unì a Lepido che, sentendosi forte, pretese la cessione della Sicilia. Ma Lepido sottovalutava Ottaviano, che già aveva dato provadi abilità diplomatica. Ottaviano influenzò le truppe di Lepido, che passarono dalla sua parte. Il triumviro si arrese e depose la carica. Ottaviano lo graziò, ma gli rimase solo la carica di Pontefice Massimo, fino alla sua morte, nel 12a.C.. Ottaviano mostrò di voler rispettare i rapporti di proprietà e le strutture sociali esistenti agli abitanti d’Italia. Riconsegnò così gli schiavi fatti prigionieri, nella guerra contro Pompeo, ai padroni affinché gli punissero. Fece punire pubblicamente solo i 6 mila di cui non si poteva più individuare il padrone. Il ritorno a Roma fu un trionfo per Ottaviano che aveva vinto i pirati. Gli fu conferita la Sacrosanctitas, cioè uno dei diritti dei Magistrati responsabili del bene della popolazione. Era l’invulnerabilità del Tribuno della Plebe. Diritto che poi fu allargato anche a Livia e Ottavia. Inoltre Ottaviano aumentò il suo seguito in Senato, facendoEleggere alle cariche inferiori del Tribunato della plebe, della Questura e dell'Edilità numerosi suoi seguaci provenienti da tutta Italia. Antonio era lontano e da parte sua non fece molto per ostacolare Ottaviano, che, per giunta, influenzò anche la tradizione storica circa alcune notizie su Antonio. Nello stesso momento in cui Ottaviano vinceva i pirati, Antonio veniva sconfitto dai Parti. La perdita di prestigio di Antonio continuava. Ottaviano capì che era giunto il momento di sferrare una stoccata decisiva e, oltre ai 2000 dei 20 mila promessi, inviò in Oriente anche Ottavia. Solo Cleopatra, madre di alcuni suoi figli, era in grado di ripristinare le proprie forze militari, ma se avesse accolto Ottavia in Oriente, questo aiuto sarebbe venuto meno. Antonio rispedì Ottavia a Roma e offrì il destro a Ottaviano, visto che anche i suoi seguaci in Senato a questo punto potevano ribattere ben poco (amante orientale preferita a moglie romana).
stato romano. La cessione dell'Armenia da parte di Antonio ad AlessandroHelios segnò la fine dell'alleanza tra i due e diede a Ottaviano il pretesto per dichiarare guerra ad Antonio.