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IL TERMINE CITTA' PER I ROMANI
URBS = città con riferimento strutturale: case, vie, piazze, cinte murarie.
CIVITAS = con riferimento umano, ai cittadini.
ARX = rocca. E' il punto più alto, dove risiede il potere, è preso dalle città greche. Vi si rifugeranno i romani
nel 390 a.C. Quando vengono invasi dai Galli e durante la seconda punica quando Annibale è in città.
OPPIDUM ITALICO = centro fortificato dove i cittadini del pagus possono rifugiarsi in caso di invasione o
pericolo. Dev'essere molto esteso, ci si deve poter pascolare, coltivare e risiedere.
RAPPORTI DI ROMA CON TARANTO: Taranto era sempre stata ostile perchè aveva capito la volontà di
Roma di conquistare l'Italia. Quando Roma assediò Napoli, Taranto promise flotte e aiuti a quest'ultima;
offrirà persino un'alleanza ai Sanniti vs Roma.
Passati 5 anni dalla fine della terza sannitica (285 a.C.) Thurii (erede politica e fisica di Sibari colonia greca) è
attaccata da Lucani e Bretti. Chiede aiuto a Roma. Roma non può intervenire per due motivi:
1) aveva stretto un patto con Sanniti e Lucani (si sarebbero dovuti espandere verso sud) e Bretti (verso
la costa)
2) doveva far fronte a un'invasione gallica da Nord (gli etruschi avevano aperto un passaggio per i Galli
che riescono a distruggere i romani).
Paradossalmente questa situazione favorisce Thurii. I Sanniti, infatti, vedendo Roma in difficoltà, sperano in
una vittoria, chiamano a se' i Lucani, i quali non si concentrano più su Thurii. Tuttavia Roma si riprenderà;
nel 282 Thurii verrà riattaccata da Lucani e Bretti, chiede aiuto a Roma rompendo la tradizione che voleva
che si chiamasse una città greca. Taranto, leader delle città greche, prende questo atteggiamento come
un'offesa.
Perchè Thurii chiede l'aiuto di Roma?
− vi era una vecchia ostilità con Taranto (una guerra durata 10 anni)
− a Taranto vi era il partito democratico e l'aristocrazia di Thurii teme di perdere il potere una volta
arrivata Taranto.
− Roma, vinte le sannitiche, era la maggiore potenza della penisola.
Roma arriva e sotto le mura di Thurii sconfigge Lucani e Bretti, poi pone un presidio a Thurii. Anche altre
città greche chiedono e ottengono il presidio romano: Locri, Crotone, Reggio.
Tra Roma e Taranto c'era un trattato stipulato nel 303 a.C. Detto “Trattato di Capo Lacinio”. Le navi
romane, cioè, non potevano oltrepassare Capo Lacinio ed entrare nel Golfo di Taranto. Nel 282 Roma, per far
vedere che le cose sono cambiate, invia dieci navi, senza nessuna spedizione militare. Taranto non prende
bene l'affronto, occupa Thurii togliendole il presidio di Roma. (in realtà, a freddo, i Tarentini si renderanno
conto del fatto che non potevano reggere il confronto non essendo inclini alle fatiche militari).
Taranto, quindi, chiede aiuto a Pirro, re dell'Epiro, considerato il miglior generale, grande erede della
tradizione strategica di Alessandro Magno.
Pirro è aiutato dal re d'Egitto Tolomeo, che è suo suocero. In realtà vi sono altri scopi: Tolomeo voleva
sminuire la potenza cartaginese e scacciarli dagli scambi commerciali. L'Egitto fornisce a Pirro denari, navi e
forse elefanti. Quando Pirro arriva in Italia, Roma è arrivata allo stretto di Messina, ha presidi a Thurii e a
Reggio; Pirro sa che Taranto abbandonava gli aiuti stranieri quando scopriva che essi erano mirati a fare
regni e non erano aiuti veri; lo scopo di Pirro era il medesimo.
Arrivato in Italia si fa dare la rocca da Taranto per evitare tradimenti. Le truppe romane si dispongono sulla
piana di Sibari. I tarentini avevano promesso a Pirro migliaia di soldati; Lucani, Bretti e Sanniti stavano con
Pirro (lo avevano incoraggiato a venire in Italia) quindi per evitare di combattere contro un esercito
numerosissimo, Roma punta subito su Taranto. Lo scontro avviene ad Heraclea (nell'attuale Policoro) 280
a.C. Le truppe romane, spaventate dagli elefanti (i buoi lucani) scappano.
TATTICA MILITARE DI PIRRO
I Romani non avevano mai combattuto contro un esercito professionista, ben organizzato. Pirro adoperava a
volte la falange, altre volte sganciava gli elefanti. Altra particolarità è l'uso delle riserve. Contingenti
adoperati solo quando le linee stavano cedendo.
TATTICA MILITARE ROMANA
I Romani combattevano su tre linee non continue, secondo i manipoli organizzati come una serie di quadrati
con in mezzo uno spazio libero.
principes triari
In prima linea stavano i ; in seconda linea gli hastati (con asta) , in terza linea i (soldati
più esperti, forti, che davano coraggio agli altri e stavano con un ginocchio poggiato per terra per non
stancarsi e per essere pronti.
I Romani vennero sconfitti. I popoli italici vogliono allearsi con Pirro nonostante abbiano presidi romani;
Sanniti, Lucani e Bretti si alleano con Pirro, Reggio sta per dargli il presidio. A Reggio stava Decio Vibellio,
quando questo viene a sapere che Reggio sta per passare dalla parte di Pirro, organizza una festa dove uccide
la maggior parte della cittadinanza, consegnando i beni e le donne ai soldati.
La seconda battaglia di Pirro coi Romani avviene nel 279 ad Ascolti Satriano (Foggia); l'esito è incerto; come
le fonti, si sa solo che i romani lanciavano fascine contro gli elefanti che, spaventati, si rivoltavano contro
Pirro. Ad Ascoli Satriano combattono epiroti e italici; i primi a cedere nello schieramento di Pirro furono
Lucani e Bretti. Si creò un vuoto dove si infilò la legione romana; Pirro manda le riserve per “tappare il buco”.
Preoccupato per la guerra, nonostante i siracusani lo sollecitano ad andare in Sicilia, decide di chiudere lo
scontro coi Romani e propone una pace nel 278. Mentre il Senato sta discutendo, arriva una flotta di 120 navi
cartaginesi alla foce del Tevere. Sono aiuti per Roma. Cartagine teme Pirro in Sicilia. Il Senato non ratifica la
pace e nel 278 firma un patto con Cartagine (aggiunto come clausola al precedente trattato di Filino) Le navi
cartaginesi erano di supporto all'esercito romano, nessuna delle due potenze poteva stipulare paci separate
con Pirro.
Pirro lascia una parte dell'esercito in Italia, con l'altra si reca in Sicilia spinto dai siracusani. Rimane in Sicilia
due anni e mezzo durante i quali riduce Cartagine a poche città costiere che non riesce ad espugnare, decide
di spostare la guerra in Africa, quando poi vede che Cartagine molla la presa, torna in Italia, riesce
fortunatamente a passare lo stretto di Messina (occupato dalla stessa Cartagine) e sbarca a Locri, dove ha
urgente bisogno di soldi per pagare il suo esercito mercenario.
A Locri vi era il tempio di Persefone che era un tempo extramurario, collocato fuori le mura. (figlia di
Demetra, leggenda delle stagioni con Ade), gli ex voto di questo tempio erano di una forma d'arte particolare,
ossìa il pinax cioè tavolette di terracotta su cui venivano disegnate scene di Persefone. Il tempio era molto
ricco perchè possedeva terre che assicuravano una rendita. Pirro se ne impadronisce, organizza una flotta per
recarsi a Taranto, ma una tempesta fa naufragare la nave e il bottino del tempio torna sulle rive di Locri.
Questo è visto come una maledizione della divinità.
CONCLUSIONE: i Romani sconfiggono Pirro a Maleventum nel 275 a.C. Per l'occasione rinominata
Beneventum. Pirro decide di tornare, lascia un presidio epirota comandato dal figlio, tuttavia nel 272 muore
a causa di una tegola lanciata per sbaglio sulla sua testa da un'anziana signora.
Roma ha il problema di risolvere la questione di Reggio dove c'era Vibellio, di origini campane, visto ciò che
aveva fatto Roma denuncia i Campani, assedia la città e condanna a morte i Campani. Con questa guerra
conclusa nel 275 a.C. Roma si afferma nell'italia peninsulare.
In Italia c'erano i cartaginesi in Sardegna e nelle isole Lipari, Siracusa era governata dal re Gerone II.
Dopo la morte di Pirro, Cartagine si presenta di fronte al porto di Taranto violando il patto del 306 a.C. I
romani si arrendono ma aiutati da Gerone II si inoltrano in Sicilia; dopo Pirro, Roma non ha il tempo di
riorganizzare i territori perchè iniziano subito gli screzi coi cartaginesi.
Roma confiscava ai vinti 1/3 del territorio. Dionigi di Alicarnasso ci parla del fatto che i Brutti si sottomisero
spontaneamente a Roma e cedettero loro metà dei loro territori, montagne chiamate Sila. La Sila brutia
comprendeva anche l'Aspromonte e la catena costiera. Dionigi dice che era un territorio con molti alberi
(faggi) adatto a costruire navi e utensili (sistema dei tronchi giù a mare per i fiumi, senza costi). La Sila
produce anche la pix brutia (la pece) che è fondamentale per impermeabilizzare le navi e le anfore a punta.
Roma traeva vantaggio anche dal fatto che affidava le risorse a chi offriva di più, come una gara d'appalto.
LA PRIMA GUERRA PUNICA
Causa remota o sostanziale: il dominio, la supremazia sul Mediterraneo. Particolarità: Polibio nega
l'esistenza del trattato; Livio lo da quasi per scontato.
Causa immediata o occasionale: Alla morte del tiranno di Siracusa Agatocle i mercenari campani
(chiamati Mamertini perchè devoti al dio Mamerte, divinità osca corrispondente a Marte) che egli stesso
aveva chiamato cercano di impadronirsi della città ma vengono scacciati, sulla strada del ritorno si recano a
Messina, uccidono tutti i cittadini maschi, si sostituiscono a loro e si impadroniscono della città; cominciano
a fare scorrerie e ad imporre leggi sullo stretto che danneggiano Siracusa. Siracusa, che dopo Agatocle aveva
in reggenza Gerone, schiera un esercito per combattere i Mamertini; questi non potendo competere,
chiamano in aiuto Cartagine. I Mamertini non erano tutti d'accordo, vi era una fazione filopunica e un'altra
filoromana; quest'ultima, infatti, chiama in aiuto Roma poiché i Cartaginesi erano protettori duri ed esigenti
(264 a.C.). Se Roma fosse intervenuta avrebbe infranto il trattato di Filino, il Senato vorrebbe rispettarlo ma
nell'indecisione fa decidere alla plebe che accetta di difendere i Mamertini. Roma dichiara implicitamente
guerra a Cartagine, il console Appio Claudio si reca in Sicilia con le sue due legioni; a quel punto Gerone
decide di schierarsi con Cartagine, Roma vince su Gerone e su Cartagine. Da quel momento Gerone sosterrà
sempre i romani, anche nei momenti più difficili. La prima punica si combatte quasi esclusivamente in
Sicilia; Roma è una potenza terrestre, nel 262 sconfigge Cartagine ma si rende conto che questa deteneva
alcune città costiere perchè rifornite.
Sorge il problema di come vincere Cartagine sul mare. Nel 311 i Romani avevano creato una magistratura: il
duumviri navali che erano due uomini che avevano il compito di controllare due mari. Roma non possiede
flotta da guerra, Livio narra che nel 2