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I GRACCHI
La storiografia tradizionale aristocratica considera il tribunato della plebe "la più eversiva di tutte le cariche" identificando nell'età dei Gracchi l'origine della degenerazione dello stato romano, non più rispettoso della tradizione, e l'inizio delle guerre civili. Ciò è eccessivo, ma è vero che... Premessa: in questo periodo si acuirono i problemi che nascevano dagli squilibri dovuti all'espansione del dominio romano. Indennità, bottini, tributi, aumento dei beni demaniali avevano arricchito Roma, soprattutto i Senatori che anche tramite i prestanome praticavano il commercio (lex Claudia = vietava il commercio marittimo per navi con capacità superiore alle 300 anfore), e i privati a cui erano appaltate opere pubbliche. Soprattutto era mutata la fisionomia dell'agricoltura italiana: ci fu un massiccio ricorso alla manodopera servile.eèl’importazione di grandi quantità di grano che portò a una CONCORRENZA ROVINOSA per la tradizionale agricoltura d’auto-sussistenza => piccoli proprietari = impoveriti, trattenuti a lungo lontano dai campi per i conflitti si vedono costretti a vendere le loro terre inurbamento. La CONCENTRAZIONE FONDIARIA tende sempre più a una agricoltura di prodotti destinati al commercio (più che all’auto-consumo) e al PASCOLO = nasce al VILLA RUSTICA / azienda agricola con sfruttamento intensivo degli schiavi esenti dal servizio militare.
Crebbe il malcontento e ci furono due grandi rivolte a ENNA e ad AGRIGENTO (139 a.C.), dove fu inviato il console PUBLIO RUPILIO che le domò con estrema durezza (lex Rupilia).
Si vennero a creare due diverse fazioni: gli OPTIMATES che si richiamavano alla tradizione degli avi, si autodefinivano “boni”, sostenitori dell’autorità del Senato; i POPULARES, aristocratici difensori dei
Diritti della popolazione pro-leggi ad hoc per sanare la condizione miserevole dei più poveri. Con le guerre di conquista Roma si era espansa e ciò aveva determinato squilibri sociali, era cresciuto a dismisura l'ager publicus = il terreno demaniale dello Stato che a titolo di "occupatio" veniva concesso ai privati. Lo Stato si riservava la facoltà di revoca e il versamento di un canone (VECTIGAL) irrisorio che non sempre riceveva => nelle mani dei proprietari terrieri più ricchi e potenti a scapito dei piccoli proprietari. Servivano norme che LIMITASSERO l'ager publicus in mano ai privati CAIO LELIO che da PLUTARCO - VITA DI TI. E C. GRACCO sappiamo che era amico di Scipione Emiliano, nel 145 a.C. tentò di sanare la situazione ma i potenti gli si opposero e per paura dovette ritirare, per questo fu soprannominato "il saggio". Questa proposta fu ripresa da Tiberio Gracco, nel 133 a.C., istruito nelle lettere greche.
E seguito dal filosofo Blossio di Cuma (propugnatore di uno stoicismo egualitario) e Diofane. Da PLUTARCO apprendiamo che Caio aveva lasciato scritto che il fratello in viaggio verso la Numanzia passando per l'Etruria era rimasto colpito dalla desolazione di terre una volta piene di liberi coltivatori, ora grandi latifondi coltivati da schiavi e barbari deportati e enormi distese per il pascolo (anche in territori più adatti alla coltura, e dunque "sprecate") => concepì per la prima volta l'idea di quei provvedimenti "DAI QUALI SAREBBERO VENUTO PER LORO DOLORI INFINITI" ma fu il popolo stesso che diede la spinta maggiore ai Gracchi scritte sui portici, muri, apparvero monumenti per far restituire ai poveri le terre dell'ager publicus. Tiberio, che era anche un ottimo oratore, diceva che le bestie sparse in Italia avevano ciascuna la propria tana, un giaciglio, invece chi aveva combattuto per l'Italia NON AVEVA CHE ARIA E LUCE.
popolo non è degno di conservare l'inviolabilità che gli viene dal popolo. Decaduto Marco Ottavio la legge fu approvata. Ma fu osteggiato dall'opposizione conservatrice e quando si ripresentò alla scadenza del mandato, per non far interrompere l'opera di distribuzione delle terre che era iniziata fu accusato di aspirare al potere personale e nel corso dei comizi assalito e ucciso.
PLUTARCO ci dice che Tiberio e i suoi furono MASSACRATI da Senatori avversari GUIDATI DA P. CORNELIO SCIPIONE NASICA, infierirono con bastoni e pietre anche sul cadavere e non permisero a Caio di seppellirlo, ma lo gettarono al fiume.
Ma la commissione agraria continuò il suo programma (che per un poco proseguirono anche dopo la morte di Caio cippi graccani da cui conosciamo la progressione delle riassegnazione nel PICENO, CAMPANIA, LUCANIA).
ELOGIO DI POLLA - iscrizione latina su marmo in prima persona elogia le opere compite di un anonimo, mutila. Ha catturato
entrarono nella lista dei nuovi senatori. Assegnati ai cavalieri i TRIBUNALI PERMANENTI per i processi di concussione (prima Senatori che giudicavano Senatori= CONFLITTO DI INTERESSI).
Oligarchia senatoria: VEDE MINATI I PROPRI PRIVILEGI => pone MARCO LIVIO DRUSO a fare proposte esagerate approfittando "come un demagogo dell'assenza di Caio (a dedurre Cartagine) da commedia" (PLUTARCO), propone la fondazione di 12 colonie.
Quando Caio tornò la sua popolarità era minata. Nel 121 a.C. si ricandidò ma non fu eletto. Per minare ancora di più al suo prestigio => furono collegati funesti presagi alla fondazione della colonia a Cartagine, e fu proposto che LA DEDUZIONE FOSSE REVOCATA (lupi che avevano fatto cadere i cippi confinari – ci dice APPIANO ne LEGUERRE CIVILI). Caio si oppose alla votazione del provvedimento e ne scaturirono gravi disordini => SENATUS CONSULTUM ULTIMUM per la prima volta – i sostenitori di Caio
furonomassacrati e lui si fece uccidere da uno schiavo.
Le riforme dei Gracchi non furono abolite ma COL TEMPORIDIMENSIONATE: nel 121 a.C. i lotti attribuiti tornaronoALIENABILI e nelle mani dei più abbienti, nel 119 a.C. fuinterrotta l’operazione di recupero e riassegnazione delleterre e abolita la commissione agraria, 111 a.C. fu soppresso iltributo da versare per le terre assegnate che, occupate, divenneroproprietà privata.
APPIANO – Le guerre civili: “COSì FINì LARIVOLUZIONE DEL SECONDO GRACCO”.
30MARIO E SILLAPLUTARCO – ne “LA VITA DI CAIO MARIO” racconta di come larisultò essere il primoconsegna di Giugurta da parte di SILLA “seme del feroce dissidio fra i due, che per poco non mandòin rovina la stessa Roma ”.
Facciamo una necessaria premessa: inNumidia, da sempre fedele alleata romana (la cavalleria numida fuessenziale nello scontro cartaginese), alla morte di Massinissa,seguì Micipsa,
Che morì nel 118 a.C. lasciando il REGNOINDIVISO ai due figli e al nipote, GIUGURTA, che aveva adottato. Egli, volendo il regno tutto per sé pianificò di uccidere i cugini, 31 con uno riuscì con l'altro no, che fuggì a Roma e chiese l'arbitrato del Senato, il quale assegnò il regno a occidente (quello più vasto) a Giugurta e quello a oriente (il più ricco) al cugino.
MA nel 112 a.C. Giugurta invase il regno del cugino, ASSEDIA CIRTA, base operativa di mercanti romani e italici, che TRUCIDO' assieme al rivale. Roma allora dichiarò guerra a Giugurta 111 a.C. Dopo una serie di successi romani, fu concessa una pace a condizioni molto lievi per Giugurta che determinarono un vero e proprio scandalo a Roma. 110 a.C. fu ripresa la guerra e Roma subì un'umiliante sconfitta, con l'umiliazione di sfilare sotto il giogo di lance nemiche, oltre alla richiesta di SGOMBERO IMMEDIATO del territorio numida.
Roma si mossero accuse di INCAPACITÀ e sospetti diCORRUZIONE, sicché il comando della guerra fu affidato a QUINTO CECILIO METELLO, con CAIO MARIO suo legato. Quinto Cecilio Metello, sconfisse ripetutamente Giugurta, ma non riusciva a concludere la guerra polemiche e proteste dagli ambienti commerciali. ACCADDE CHE, anche se il Senato aveva dato la sua PROROGA a Metello, un PLEBISCITO VOTATO DAI COMIZI affidò l'incarico a Mario, che fu eletto console nel 107 a.C. (e sarà console per 7 volte!). Mario veniva dall'ambiente equestre ed era HOMO NOVUS, ossia non aveva antenati illustri ed era stato IL PRIMO della sua famiglia a ricoprire incarichi pubblici.