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ROMA E IL MONDO GRECO NEL 3 SEC
La realtà storica e politica di Roma emerse all'attenzione della Grecia solo dopo la sua vittoria su Pirro, re dell'Epiro. E come dice Somigliano, la scoperta di Roma da parte dei Greci è opera di Timeo da Tauromeni, fra 4e3° sec. ad Atene. Egli si occupava delle istituzioni romane.
Dopo la vittoria dei romani su Pirro, la Grecia fu sbalordita e sorpresa, perché vide una popolazione semi-barbara che emergeva molto in fretta. L'esigenza del mondo politico greco fu quella di capire le ragioni della potenza di Roma.
Polibio sostiene che la superiorità romana e la legittimità della sua espansione avessero radici nell'ordine militare e costituzionale; la costituzione romana era mista, con il potere saldamente nelle mani dell'oligarchia senatoria, ma sempre con la collaborazione dei magistrati e del popolo.
Roma nel 3° sec. riconobbe la sua inferiorità culturale rispetto al mondo greco e sentì il
Bisogno di giustificarsi. Così nacque la storiografia romana in greco, proprio per offrire una autorappresentazione in funzione della sua nuova posizione internazionale.
4. CONQUISTA DELL'EGEMONIA IN ITALIA. LE GUERRE SANNITICHE. L'intervento romano in Italia meridionale fu motivato dal bisogno di acquisire nuove terre sulle quali fondare nuove colonie latine e romane. Fu un'espansione difficoltosa perché da una parte avevano le popolazioni sannitiche delle montagne, e dall'altra le città della magna Grecia. Il territorio montuoso di Sannio costrinse i romani a cambiare tattica dell'esercito, abbandonando lo schieramento compatto della falange, e iniziando tattiche più elastiche composte di manipoli di soldati liberi di muoversi con relativa autonomia. I sanniti erano insediati sul territorio montuoso dietro alla Campania (oggi in Abruzzo e Molise). Parlavano lingua osca e le attività prevalenti erano
l'agricoltura, l'allevamento e la produzione di ceramiche. Erano organizzati in un raggruppamento di tribù (touto) che si articolava in "Pagi", distretti funzionali all'arruolamento e all'organizzazione agricola e religiosa. Il potere era gestito in modo oligarchico da un senato e magistrati (meddiss) a capo dei quali c'era il meddix touto, cioè il capo della touto. Prima guerra sannitica (343-341 a.C) I sanniti tentarono di annettersi al popolo dei Sidicini. Essi avevano chiesto aiuto ai campani e ai Romani, che intervennero. Il conflitto però si risolse con un compromesso: annessione dei Sidicini al popolo Sannitico, e consolidamento dell'egemonia romana sulla costa marina. Fino alla seconda guerra sannitica Roma consolidò la sua posizione nel Lazio Meridionale e durante la guerra latina (340-338) i sanniti appoggiarono i romani. Seconda guerra sannitica (326-304). Nel 328 ci furono provocazioni reciproche, ma i romanifecero il passo più grande creando la colonia latina di Fregellae in territorio sannitico. Nel 326 occuparono per poi abbandonarla e riconquistarla nel 310, la città sannitica di Allefe. Dopo le vittorie di Roma nel 322, le legioni dei consoli furono costrette alla resa. Esse furono spinte in una gola e furono circondati alle forche caudine. La guerra riprese nel 316 ed i sanniti si allearono con Equi, Marsi, Etruschi, campani ed altre popolazioni e riuscirono a vincere a Laurìtulae nel 315. Nel 311 la Battaglia di Talion, Roma conquistò per breve tempo Boviano. Nel 305 avvenne la sconfitta per i sanniti e Roma riconquistò Boviano. Roma fondò sul territorio sannitico molte colonie (Luceria, Saticula, Sora ecc.) In questo periodo Appio Claudio Cieco fondò la via Appia che portava da Roma a Capua. Inoltre propose che la valutazione dei beni per essere inquadrati nelle centurie elettorali e militari si basasse sia su beni immobili che mobili. Terzaguerra sannitica (298-290)
Nel 299 mentre i romani erano impegnati a combattere contro i galli senoni, i sanniti assalirono i Lucani, alleati dei Romani.
Nel 295 i sanniti vinsero sui romani a Camerino, ma poi vennero sconfitti a Sentino.
I sanniti furono trattati come prigionieri arresi (decicticii) e il territorio di Sannio fu distribuito al popolo romano.
PIRRO IN ITALIA.
Poco dopo le guerre sannitiche Roma combattè contro una potenza fuori dall'italia, per la prima volta: la monarchia ellenistica dell'Epiro con il re Pirro.
I Romani volevano penetrare in magna Grecia, con la quale avevano iniziato molti contatti.
Il progetto di Pirro era quello di inserirsi nelle contraddizioni delle città della magna grecia e avere un'egemonia greca su quell'area; contrastare quindi i romani e poi confrontarsi con Cartagine per creare un nuovo regno ellenistico in occidente.
Egli sarà sostenuto da tutte le monarchie ellenistiche (macedonia siria egitto) e dai
Greci. Roma aveva alleanze con Crotone e Napoli e guarnigioni militari in altre citta meridionali che sostenevano citta guidate da aristocrazia. La città di taranto, democratica entrò in conflitto con Roma. Inizio della guerra. Nell'autunno del 282 10 navi da guerra romane entrarono nel golfo di Taranto, che lo prese come un casus belli romano per iniziare la guerra. Così taranto marciò su Turi, alleata di roma, costringendo alla fuga le legioni e il regime aristocratico. Taranto poi chiese aiuto a Pirro che sbarcò in Italia con un grande esercito ed elefanti da guerra. I romani arruolarono anche i proletarii e riuscirono ad avere un esercito di poco superiore a quello di pirro. Nel 280 si scontrarono ad Eraclea ma i soldati romani furono sconfitti per gli elefanti. Dopo la vittoria, i popoli italici e città greche si allearono a Pirro fornendogli aiuti. Ma Pirro invece che attaccare cercò un accordo. Appio Claudio Cieco spinse per continuare la
guerra. La battaglia decisiva fu ad Ascolum nella primavera del 279 ma Pirro vinse di nuovo grazie agli elefanti. Ora Pirro mirava alla costruzione di un grande regno greco in Sicilia, ma aveva Roma e Cartagine come avversari. Nell'autunno del 279 Cartagine stipula un alleanza in parità con Roma per un azione anti-pirro. In un primo momento l'avanzata di Pirro sulla Sicilia continuò, ma i cartaginesi lo fermarono e Pirro tornò in Italia per aiutare i suoi alleati sanniti attaccati da Roma. Nel 275 a Benevento i romani trionfarono battendo la falange di Pirro e mettendo in fuga gli elefanti. Pirro muore in una battaglia in Macedonia: mentre corre ad Argo una donna lo colpisce con una tegola e muore.
LE DINAMICHE ECONOMICHE E LA PRIMA MONETAZIONE. Grazie alle vittorie ci fu una grandissima espansione territoriale, con la creazione di 20 colonie e l'assegnazione di terre ai cittadini. Si assiste alla prima formazione della grande proprietà terriera. Le leggi
Lacinie sestie limitavano l'uso del agro pubblico a 500iugeri di terra (125 ettari). La città di Roma si ingrandisce e si abbellisce di templi e opere pubbliche finanziate dal bottino di guerra. Si sviluppano anche importanti attività artigianali in bronzo o le ceramiche a vernice nera che vengono commerciate in Gallia, Spagna e Grecia. L'allargarsi degli scambi rese necessario l'adozione della moneta, già inventata in Grecia nel 6°sec. Le prime forme di pagamento a Roma consistevano in barre di rame che valevano solo il loro peso (aes rude). Ora si introducono lingotti di rame fuso con immaini diverse. Il loro peso era ca. 1625gr. e il loro valore doveva esser superiore a quello del loro peso: inizia così la civiltà della moneta. Tra il 214 e 211 i romani adottarono un particolare sistema monetario. (vedere tabella pag.82) Il denario d'argento era il perno del sistema. Pesava 4gr e valeva circa 4dollari.
LA FRONTIERA SETTENTRIONALE: I GALLI E...
Quasi contemporaneamente alla sua espansione meridionale Roma dovette combattere contro i Galli cisalpini. Essi erano dediti alla caccia e pastorizia e i loro sacerdoti erano i druidi. Prevedendo il pericolo Roma fondò colonie di cittadini-soldati vicino a quelle zone. Nel 289 furono fondate Sena Gallica e Ariminum. Davanti agli attacchi dei Galli Roma cercò sia di dividerli creandosi nuove alleanze, sia con repressoni violente. Nel 255 le tribù galliche dei Boi e Insubri, alleati con galli transalpini e germanici, penetrarono in Italia ma a Telamone, a 3 giorni da Roma, vennero fermati e sconfitti. Era ormai chiaro che per sicurezza bisognava conquistare tutta la Gallia cisalpina. Nel 218 vennero fondate le colonie di Cremona e Piacenza. Roma cominciò a colonizzare il settentrione. Nel 187 venne costruita la via Emilia che collegava Rimini a Piacenza passando per Modena e Parma. Circa nel 150 fu costruita la via Postumia che collegava Genova (e Roma) con la via Emilia.
Aurelia) ad Aquileia. L'estensione e la ricchezza dei territori sbalordì i romani. Vennero bonificate molte zone paludose e organizzate in decumani e cardi massimi che suddividevano il territorio in unità agrarie di base.
5. L'Età DELL'IMPERIALISMO CARTAGINE. Essa era una colonia fenicia fondata nel 9° sec. presso l'attuale Tunisi. Aveva una costituzione mista che comprendeva tre poteri: quello di re o magistrati, degli aristocratici e del popolo. I magistrati, i suffetti, avevano carica annuale; a differenza dei consoli romani, che erano leader politici e militari, avevano solo il potere politico. Il loro potere era controllato da un assemblea di vecchi nobili e da una del popolo. Il potere militare era detenuto dai Strategoi con carica pluriennale. Cartagine aveva un economia per lo più basata sui traffici commerciali, ma anche l'agricoltura era fiorente. La sua cultura era fortemente influenzata da quella greca. Essendo una potenza
commerciale dovette stipulare accordi con le potenze che frequentavano il suostesso mare, quindi con etruschi e romani.Il primo trattato romano-cartaginese risale al 509 ma in esso risulta preminente il ruolo diCartagine rispetto a Roma.Il secondo trattato, fu equo, quello di alleanza contro Pirro, nemico comune.Un terzo trattato verrà stipulato dopo la prima guerra tra le due potenze: il trattato dell'Ebro(fiume spagnolo) nel 226 che impedirà a Cartagine di espandersi a nord del fiume.
LE GUERRE PUNICHE.Dopo la vittoria su Pirro, la città di Messana (messina) venne occupata da truppe di mercenari, iMamertini (perché adorano marte dio della guerra). Siracusa li sconfisse nel 270 ed essi chieseroaiuto prima ai cartaginesi, che però si allearono a Siracusa e poi ai Romani.La guerra a roma fu sostenuta dalle famiglie nobili, che miravano ad avere privilegi e ricchezze incaso di vittoria (fabii e Claudii) anche se Roma non era ancora preparata per
affrontarla.
Furono