Anteprima
Vedrai una selezione di 7 pagine su 27
Storia romana I, J. Thornton Pag. 1 Storia romana I, J. Thornton Pag. 2
Anteprima di 7 pagg. su 27.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia romana I, J. Thornton Pag. 6
Anteprima di 7 pagg. su 27.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia romana I, J. Thornton Pag. 11
Anteprima di 7 pagg. su 27.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia romana I, J. Thornton Pag. 16
Anteprima di 7 pagg. su 27.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia romana I, J. Thornton Pag. 21
Anteprima di 7 pagg. su 27.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia romana I, J. Thornton Pag. 26
1 su 27
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Orientano, condizionano e manipolano

Il pubblico è in grado di farsi un'opinione matura. Tuttavia, il rapporto tra oratori e masse è spesso negativo, poiché viviamo in un sistema politico repubblicano in cui le masse appaiono indifese di fronte all'oratoria dei politici. Questo divario di conoscenze e competenze crea un'ineguaglianza.

Flavio Giuseppe Agrippa II, ad esempio, attribuisce ad un discorso la politica migliore in una situazione di particolare tensione, in cui la rivolta non è una soluzione razionale. Egli cerca di dissuaderli, come fece Polibio per la guerra acaia.

Erodoto e Ecateo di Mileto, entrambi attivi in quel periodo, perseguono lo stesso intento per la rivolta ionica. Erodoto riporta gli argomenti mossi da Ecateo nel suo libro V, capitolo 36.

tutti i popoli sui quali esercitava dominio e forza militare Dario verso il quale intendevano fare guerra. Ciò fa vedere l'estensione dell'impero romano sotto i Flavi. C'è un rapporto tra i modelli di Flavio Giuseppe ed Erodoto? Non è soltanto un riecheggiamento di un ruolo della retorica: storico da parte di uno storico a livello letterario ma c'è uno studio delle strategie utili a persuadere, non a scrivere bene; l'educazione retorica di Flavio Giuseppe rientra ma questa educazione non è propria soltanto degli storici ma, in primo luogo, lo è dei politici: consapevolezza della magnificenza dell'impero. Ecateo di Mileto è un politico che interviene, la persiano è diffusa prima di tutto tra i politici, poi tra gli storici. La cultura retorica di Flavio Giuseppe era la stessa che impregnava tutti gli storici del bacino mediterraneo: ricondurre il popolo ad un'opinione fredda e razionale. Alla

fine della rivolta, quando l'esito previsto dal saggioretore si avvera, egli può assumere il ruolo di mediatore con la potenza imperiale, la sua figura si impregna di autorevolezza.

Dalla lettura dei popoli che Ecateo passa in rassegna, secondo quanto riporta Erodoto, l'ampiezza dell'impero passaggio che dimostra che si intende sfidare: fa riferimento all'invasione della Grecia da parte di Serse che porta, nella seconda guerra persiana, gli Ateniesi ad abbandonare la città; immagine di Serse che cammina sull'acqua: riferimento alla del re che ponte di navi attraversa l'Ellesponto costruendo un e che navigava sulla terra: riferimento di un canale all'apertura per navigare dove prima c'era territorio (nella scorsa spedizione le navi persiane naufragarono). Se gli Ateniesi, che hanno sconfitto Serse, accettano la schiavitù ai Romani, come possiamo noi sperare di battere i Persiani? Stesso riferimento agli Spartani,

Ai Partie ai Macedoni che ancora sognano le imprese di Filippo e Alessandro che sottomisero tutto il mondo abitato (proskynesis: atto di prostrazione); idea che sia la a governare questopassaggio di egemonia: da un lato ciò può far capire che questo dominio non è meritato, è un capriccio della fortuna. Al contrario, Plutarco invita i membri della classe dirigente greca a dimenticare le vittorie ottenute, in quanto questi temi potrebbero essere focolai di rivolta, non bisogna attirare l'attenzione di Roma per mantenere l'autonomia. Un'indicazioneAgrippa fa una considerazione economica delle risorse dell'impero romano e della dislocazione delle province romane in età Flavia in Asia (imperium) che, seppur esenti dal contingente romano sul proprio territorio, pagano il tributo. Con i Liri fa riferimento alla

Mesia, ricchissima Gallia a nord della Tracia; nemmeno la può parlare di rivolta, non furono battuti solo dalla Spagna: dai Romani ma anche dalla fortuna. Passa dall'Asia all'Europa e arriva in nemmeno la lontananza difese naturali. mette al riparo dal dominio di Roma e nemmeno le Ritorna poi ai Germani, non totalmente assoggettati, perché i Romani rinunciano ad andare oltre il Reno; dopo Cartagine considera i Britanni, circondati dall'oceano. Si riferisce a Scipione, di uno che può essere: Scipione l'Africano che vinse Annibale a Zama nel 204 a.C., o Scipione l'Emiliano che alla fine della terza guerra punica distrugge Cartagine nel 146 a.C.; nomina poi altri popoli africani, difficili da annoverare: Agrippa ha girato tutto il Mediterraneo, arrivando fino all'Egitto, ai confini con la Giudea, ove ritorna il tema delle difese naturali. Agrippa alleanza divina presta al pubblico che l'unica che resta

è quella che, però, anch’essa è a favore dei Romani: prevede quindi la sconfitta.

Lezione di approfondimento di sabato 30/03/19 esortazioni ad evitare la rivolta. Le sono tipiche anche di intellettuali greci contemporanei a Flavio Giuseppe: Plutarco e Dione Crisostomo, questi autori si sforzano a dire alle città greche di non farsi notare da Roma con denunce e sommosse che avrebbero suscitato interventi repressivi, serviti soltanto a restringere ulteriormente lo spazio ristretto di autonomia.

Che atteggiamento avere con Roma?

Quindi: Problema che nasce dalle guerre civili: schierarsi con Silla e con i suoi nemici? Con Cesare, Pompeo o con i Cesaricidi? Con Ottaviano o con Antonio?

Ad esempio la Licia è soggetta ad esenzioni dalle regolari imposte e dalla presenza continua dell’esercito, mantiene questa condizione privilegiata fino all’età Giulio-Claudia, ciò lo deve alla resistenza Licia durante le guerre Mitridatiche e al fatto che

Seppero schierarsi sempre dalla parte giusta. Amministrazione e caratteristiche delle province le guerre nelle.

Ogni anno, ad ogni console, veniva affidata una sfera provinciale di pertinenza: province conferivano gloria, i due consoli si contendono il comando della provincia della Macedonia, più ricca in termini di bottino e gloria.

Le province sono quelle aree fuori dall'Italia amministrate da Roma tramite l'elezione di magistrati, la prima è la Sicilia occidentale nel 241 a.C., poi Sardegna e Corsica, infine le province spagnole. Nell'area mediterranea le province si annettono con maggior lentezza: la provincia d'Asia nel 133 a.C..

Da Augusto vi è distinzione tra le province del popolo (senatorie) e le province del princeps (imperiali): le prime sono rette da proconsoli di rango pretorio o consolare (la pretura è il consolato sono le due cariche più alte, i nobili romani si possono distinguere a seconda delle cariche che hanno ricevuto:

se consoli o pretori, i quali aspirano al consolato). I proconsoli sono accompagnati da procuratori di nomina imperiale che amministrano le province del popolo.

Nelle province del si richiede la presenza di un esercito e di legioni, l’imperatore nomina dei suoi legati che gestiscono non solo l’impero un ma anche la riscossione delle imposte.

L’Egitto diventa provincia romana nel 30 a.C., dopo Azio, è particolare in quanto ricca, sede dell’ultimo Regno ellenistico e per la funzione che svolge nell’alimentare la plebe romana con le frumentationes per difficoltà di approvvigionamento: il Re egiziano avrebbe potuto bloccare irifornimenti di grano verso Roma. Quindi in Egitto non viene inviato un senatore (proconsoli pretori prefetto d’Alessandria e d’Egitto o consolari) ma viene governato dal che appartiene all’ordineequestre romano e viene nominato direttamente dall’imperatore.

L’ordine senatorio l’ordine

Equestree sono eredità di età repubblicana: in questa l'ordine equestre è attivo non tanto nella politica (non possono accedere alle magistrature) ma nelle attività finanziarie che i senatori direttamente non potevano svolgere: riscossione delle imposte province che vengono date in appalto ai cavalieri che le acquistano; in questo sistema porta ad eccessi nello sfruttamento: a partire da Cesare e poi con Augusto il sistema dell'appalto viene progressivamente abbandonato e la riscossione delle imposte viene affidata alle singole città perché Roma non ha i fondi da destinare all'opera di riscossione che comporta la presenza miglioramento delle condizioni dei provinciali di impiegati nelle province = che si fanno carico di un'imposta fondiaria (sulle proprietà terriere e sui prodotti di queste) e dell'imposta personale. La ragione principale dell'ammissione delle città d'Asia alla prima guerra

Mitridatica al fianco di Mitridate è dovuta al fatto che non sopportavano più la pressione delle imposte = massacro degli italici nella città d'Asia, per questo il sistema d'appalto viene abolito.

I cittadini romani, invece, pagavano solo una tassa del 5% sull'eredità che finanziava una cassa specifica che conferiva una liquidazione ai soldati dopo il congedo.

Guerre civili l'intero bacino

Nelle guerre civili sono coinvolti non solo Pompeo e Cesare con i loro eserciti ma mediterraneo: anche popoli formalmente liberi devono fare i conti con gli imperatori che le comunità che non facevano volevano accumulare risorse per affrontare il nemico. Anche parte delle province romane appartenevano all'imperium per il fatto che non vi si potevano trattati bilaterali che imponevano clausole militari.

Perché l'Oriente viene coinvolto: nella I guerra civile contro i Mariani, Silla, con la marcia

suRoma nell'88, aveva esercitato il suo diritto di comandare l'esercito e va in Oriente. Ma Mario diventerà console nell'87 e Silla, dopo aver sconfitto Mitridate, sa che deve tornare in Italia a affrontare i Mariani e prende le risorse in Oriente. Prima di tornare aveva arruolato ausiliarie in Macedonia e nel Peloponneso e finanziò le sue imprese con le ricchezze delle province d'Asia (che erano passate al fianco di Mitridate), vengono quindi punite con sanzioni pesantissime; le regioni che invece rimasero fedeli a Roma furono ricompensate con la concessione di privilegi: la Licia e Rodi; concessione di privilegi: la Licia e Rodi; rimangono fedeli anche perché non facevano parte delle province romane e non avevano avuto esperienza delle sanzioni di Roma. Questione dei Lici La concordia tra Lici e Rodi è però una novità perché i loro rapporti erano stati tesi anche a causa dell'intervento romano contro Antioco III, guerra che termina con la

La pace di Apamea

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
27 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/03 Storia romana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Atreyu di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia romana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Thornton John.