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RIFORME:
Limitò il potere dei Tribuni ( perdendo la facoltà di proporre leggi senza previo consenso del Senato e il loroDiritto di Veto fu ridotto ad una farsa, in quanto sarebbero stati multati se lo avessero esercitato in un modoinopportuno.
Stabilì un intervallo di 2 o più anni tra una carica e l’altra e di 10 anni per reiterare la stessa carica (legge giàesistente ma ne stabilì una regolamentazione più rigorosa in quello che i romani chiamavano CURSUSHONORUM cioè la carriera degli onori): per essere Questore occorreva l’età minima di 30 anni, per l’Edilità di37,Pretura 40 e per il Consolato 43.
Vietò l’accesso alla penisola agli eserciti, tracciando i confini al Rubiconde e all’Arno, per impedire ai generali diimporsi all’Oligarchia.
Il numero dei Senatori fu raddoppiato da 300 passarono a 600.
Ai Cavalieri fu sottratta totalmente la loro presenza nelle Questiones.
e il Senato ebbe pienamente l'autorità giudiziaria. SILLA avrebbe potuto utilizzare protraendo a suo piacimento il potere assoluto, ma questo personaggio enigmatico si ritirò nella sua villa a Pozzuoli nel 79 ove morì l'anno successivo. (GNEO POMPEO) La Spagna divenne il luogo di raccolta e il rifugio dei perseguitati da SILLA. Lo stesso SERTORIO abile politico e generale di parte popolare si trovava li, e per anni riuscì a sostenersi e confrontarsi contro i generali Sillani. Nella penisola Italica la situazione non era delle migliori, vi era un malcontento generale da parte della plebe che volevano che si reintegrassero i diritti dei tribuni; i cavalieri volevano riottenere il potere giudiziario perso con l'uscita dalle Questiones. Perciò, alla morte di SILLA il Console MARCO EMILIO LEPIDO voleva smantellare la riforma Sillana, ma venne bloccato dalla Nobilitas. LEPIDO tentò l'anno successivo con la forza delle armi, ma venne.solo quella straordinaria di proconsole in Sicilia. Pompeo riuscì a sconfiggere Sertorio grazie alla sua abilità militare e alla sua strategia. Dopo la morte di Sertorio, Pompeo tornò a Roma come un eroe e fu accolto trionfalmente. Questa vittoria gli diede grande prestigio e lo mise sulla strada per diventare uno dei più importanti generali romani.si era distinto al seguito di SILLA. POMPEO riuscì a porre fine alla guerriglia. Sertorio però, tradito da PERPERNA, POMPEO intuendo che PERPERNA potesse divenire pericoloso, a sua volta venne ucciso. (SPARTACO) Mentre POMPEO era impegnato in Spagna; in Italia esplose una rivolta da parte degli schiavi, brutalmente trattati. Già in passato erano avvenute simili ribellioni là dove vi erano le più alte concentrazioni di lavoro schiavile (Sicilia e Asia Minore). La rivolta ebbe inizio a Capua nel 73, quando una decina di gladiatori guidati da SPARTACO della Tracia, evasero dalla scuola di addestramento. Man mano che i gladiatori si spostavano in Italia riuscivano ad ottenere sempre più consensi, diventando numerosi e addestrando gli altri schiavi a combattere. L'obiettivo degli schiavi era quello di superare le Alpi e rientrare ognuno nella propria patria. I romani dopo diversi fallimenti decisero di mandare MARCO LICINIO CRASSO, che riuscì adomarli grazie anche all'aiuto di POMPEO reduce dalla SPAGNA. SPARTACO però in battaglia e 6000 prigionieri furono crocifissi lungo la via Appia. POMPEO e CRASSO pretesero una ricompensa dal Senato, imponendo la loro candidatura al Consolato(70). Nonostante la rivalità che percorreva fra i due personaggi, intuirono che solo una reciproca intesa, avrebbe fatto da contrappeso al Senato, cercarono di conquistare le simpatie dei democratici e dei cavalieri abbattendo la costituzione di SILLA ( quello per cui avevano lottato prima ), poiché erano spinti da ambizioni personali.
Si reintegrarono i diritti dei tribuni della plebe.
Si stabilì che i membri dei tribunali dovevano essere formati da un misto di Senatori e Cavalieri.
La loro politica non fu disinteressata come quella dei GRACCHI. ( L'IMPERIALISMO ALLA FINE DELLA REPUBBLICA )
Anche durante il periodo delle guerre civili l'espansionismo di Roma non ebbe sosta. La crescente forza militare
Guidati dalle ambizioni dei loro generali, gli interessi di imprenditori e finanzieri, sono altrettanto incentivi alla politica imperialistica. La guerra contro MITRIDATE non si era ancora conclusa, questo alleatosi con l'ARMENIA, nel 74 rioccupò la BITINIA ed aveva resistito all'azione del generale inviatogli contro dal Senato (LUCIO LICINIO LUCULLO). Anche se LUCULLO aveva più volte vinto su MITRIDADE, non riuscì ad ottenere il successo definitivo. Nel frattempo la pirateria nel mediterraneo diventa insostenibile (i pirati molto pericolosi, con le loro navi piccole e veloci arrecavano danno al commercio di Roma saccheggiando le navi mercantili romane).
Nel 67 per deliberazione dei comizi fu conferito a POMPEO un comando triennale straordinario con potestà suprema su tutti i mari e coste, e a sua disposizione 500 navi da guerra e un conveniente numero di soldati. Questo potere gli venne quindi conferito dalla LEX GABINIA, una legge presentata da
untribuno della plebe GABINO, che fece scandalo perché prevedeva mezzi militari e finanziari esagerati. POMPEO divise il mediterraneo in tanti quadrati sotto stretta sorveglianza e in soli 3 mesi riuscì a stanare e a sconfiggere i Pirati in CILICIA. Ma il pericolo di MITRIDATE era in agguato, e POMPEO per la LEX MANILIA, assunse il comando contro MITRIDATE, POMPEO riuscì a sconfiggerlo. Si riorganizzarono i domini romani in Asia; si costituì la nuova provincia di SIRIA, importante per il commercio della seta e spezie, e poi quelle della BITINIA e del PONTO, POMPEO riuscì a conquistare anche GERUSALEMME. La LEX MESSIA gli affidava il compito per 5 anni di mettere ordine in Asia con diritto di dichiarare guerra o pace a suo piacimento. (CATILINA) La partecipazione politica specialmente in questo periodo richiedeva una notevole disponibilità di denaro. Un'altra prova di instabilità si ebbe nel 63, quando CATILINA, un proprietario terriero epatrizio sanguinario seguace di SILLA, presentandosi più volte alle elezioni consolari l'ultima nel 63 con esito fallimentare, spinto dalla disperazione ordì una congiura per uccidere CICERONE console in carica ed impadronirsi con la forza del potere. CICERONE scoperta la congiura, attaccò CATILINA di fronte al Senato, riuscì ad ottenere le prove della trama dei complici di CATILINA, e poté trascinarli in Senato e farli condannare a morte. CATILINA riuscì a fuggire in Etruria ma cadde poi combattendo. CICERONE, pensando di avere salvato la repubblica, venne accusato da un Tribuno PULCRO CLODIO per quelle condanne senza giusto appello alla PROVOCATIO. Una legge stabiliva l'esilio a chi aveva ucciso cittadini senza un regolare processo. CICERONE fu costretto quindi ad allontanarsi da Roma e gli vennero confiscati i beni. Nel frattempo POMPEO rientrò a Roma nel 62, a Brindisi sciolse l'esercito e dato il grande potere e prestigio.
che aveva raggiunto, promise ai suoi veterani la distribuzione di terre, andando però incontro a delusioni. Il Senato gli concesse, se non dopo tante difficoltà, il trionfo, ma escludendo la concessione di terre ai veterani (alienandogli così le simpatie dei legionari congedati), e non gli venne ratificato il suo riordinamento dei territori nella provincia d'Asia. Le vicende ebbero però un esito imprevisto. (L'ALLEANZA FRA POMPEO - CRASSO - CESARE) Nel 60 CAIO GIULIO CESARE, di antichissima gens patrizia che vantava una discendenza divina da Venere, di suo godeva dell'appoggio della parte popolare dovuto all'unione in matrimonio della zia paterna IULIA con GAIO MARIO, non aveva soldi, ma era un genio della propaganda e sapeva che nulla eccitava la plebe più degli scontri tra gladiatori. Eletto edile, aveva organizzato giochi gladiatori in tutta Roma con una tale intensità da spingere i Senatori preoccupati ad.Emanò una legge che limitava lo sfruttamento dei giochi per fini elettorali da parte dei candidati a cariche politiche. Il giovane CESARE aspirava a cariche ben più alte di quella già occupata, e riuscì in questo, grazie alla fonte che proveniva da CRASSO, (considerato l'uomo più ricco di Roma che finanziava i politici indebitati). Corruzione e tangenti erano maliampliamente diffusi a Roma). CESARE intuì fin dall'inizio che il processo di disgregazione delle istituzioni repubblicane era irreversibile e che il futuro apparteneva ormai ad un potere personale fondato sul potere militare e appoggiato dai più ampi consensi. Strinse un'intesa con POMPEO, ottenendone l'appoggio nelle elezioni consolari, impegnandosi a sua volta a far approvare i provvedimenti avanzati da POMPEO però bocciati dal Senato. All'accordo prese parte anche CRASSO; nasceva il I TRIUMVIRATO, che non costituiva una pubblica magistratura, ma un'intesa privata.
L'amante del re Nicomede della Bitinia. (GUERRA GALLICA): CESARE, concluso l'anno del consolato, prima di abbandonare la capitale per assumere il proconsolato nelle province che gli erano state assegnate, intuì che la sua assenza avrebbe ricreato una presa di potere da parte dell'aristocrazia.