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FONTE DI DIONIGI DI ALICARNASSO- LE ORIGINI DI TARQUINIO PRISCO
Dionigi di Alicarnasso racconta che un abitante di Corinto (città greca) di nome Demarato, della stirpe dei Bacchiadi (aristocrazia politica di Corinto), si diede al commercio giungendo in Italia. Dopo aver venduto le merci nelle città tirreniche (Mar Tirreno: mare etrusco e quindi i tirreni sono gli etruschi) egli si arricchì. Alloscoppio della rivolta a Corinto e all’istaurazione della Tirannide contro la sua stirpe, egli pensò che non sarebbe stato più al sicuro. Così per preservare le sue ricchezze si spostò a Tarquinia, vi stabilì la sua dimora e sposò una donna illustre. Da questo matrimonio nacque un bimbo di nome Lucio Tarquinio. Ad un certo punto Lucio si trasferì a Roma con la sua famiglia e il suo clan, entrando in contatto con Anco Marcio in un rapporto di confidenza perchè la sua amicizia poteva essere favorevole alla città di Roma.
Roma. Morto Anco Marcio, per volontà del popolo divenne re Lucio Tarquinio (chiamato anche Lucumo Tarquinio - che vuol dire capo delle città etrusche). Egli fu il primo re di origine etrusca a portare il nome di una città etrusca. Dopo la sua incoronazione la città si ingrandì ed entrarono a Roma medici, esperti religiosi (arte aruspicina), artigiani, commercianti.LA GRANDE ROMA DEI TARQUINI
Giorgio Pasquali, a proposito di ciò, coniò un termine: "la Grande Roma dei Tarquini": una Roma trasformata rispetto a quella precedente da risultare qualcosa di molto grande. Arrivarono a Roma anche costruttori e idraulici. La professione dell'idraulico, infatti, a quel tempo era molto importante, in quanto gli etruschi erano un popolo che conosceva la professione dell'idraulica e la canalizzazione delle acque. Ciò è un passaggio importante per capire il motivo per il quale giunsero gli idraulici a Roma. Essi vi
giurisdizione religiosa. Altri edifici importanti erano il Comizio, dove si svolgevano le assemblee del popolo, e il Tempio di Giove Ottimo Massimo, il più grande e importante tempio di Roma. Durante il regno di Tarquinio Prisco vennero anche costruite le prime mura difensive intorno alla città, per proteggerla dagli attacchi esterni. Queste mura furono poi ampliate e rinforzate dai successivi re romani. Tarquinio Prisco fu un sovrano molto attivo e ambizioso, che contribuì in modo significativo allo sviluppo e all'espansione di Roma. La sua opera fu fondamentale per trasformare la città da un semplice insediamento iniziale a una vera e propria capitale.La funzione di pontifex maximus. Il foro potrebbe essere paragonato all'agorà di Atene (piazza centrale). Venne creato anche il comitium, ovvero il luogo dove si svolgevano le assemblee del popolo. Il foro, dunque, era sia un luogo dove si svolgeva la vita politica perché vi era la Regia, sia un luogo dove si svolgeva la vita pubblica perché vi era il comitium. Il re risiedeva in un palazzo che si affaccia sul foro e anche il senato ottenne un luogo fisico fisso dove radunarsi all'interno del foro: il palazzetto del senato romano. Cuore della vita pulsante della Roma dei Tarquini erano le taberne, luoghi in cui i negozianti e i commercianti vendevano i loro prodotti, arricchendosi. Intorno al foro vennero costruite delle strade con un pavimento lastricato che permettevano anche il passaggio dei carri e non solo delle persone. Tarquinio Prisco, dunque, creò la Via Sacra che partiva dal foro e si dirigeva verso est (zona dell'attuale Colosseo).
L’esistenza di questa via è testimoniata da una satira di Orazio, nella quale troviamo la frase: IBAM FORTE VIA SACRA, facendo riferimento ad un episodio durante il quale egli stava camminando per la Via Sacra, fino a quando non gli si avvicinò un seccatore di cui conosceva a mala pena il nome che gli ruppe l’anima. La strada venne creata principalmente per le processioni religiose ma anche per la celebrazione dei Trionfi, ovvero una processione fatta nella città di Roma alla fine di una guerra vinta per celebrare il comandante e il suo esercito. A questa processione partecipavano il comandante, l’esercito, i rappresentanti dei popoli vinti, il carro con il bottino di guerra, e tutto il popolo. Il comandante vittorioso era chiamato imperator, parola che non può essere tradotta con imperatore, ma con la parola “imperator” si designava colui che utilizzò il suo impero per sconfiggere il territorio nemico. Si diventava imperator.quando alla fine dellabattaglia vinta il comandante veniva acclamato dall'esercito soddisfatto. Durante il trionfo, l'imperatore sf ilava con il volto dipinto di rosso, che secondo alcuni, indicava il sangue dei nemici, secondo altri indicava il suo stato di superiorità rispetto agli altri uomini. Alla sua esaltazione, vi era una controparte, in quanto i soldati avevano la facoltà di prenderlo in giro e di insultarlo. Un esempio potrebbe essere il "Trionfo di Cesare", infatti le malelingue dicevano che egli avesse dei gusti omosessuali. Infatti, i suoi soldati intonarono un canto che citava: "Cesare ha sottomesso la Bitinia ma Nicomede (re di Bitinia) ha sottomesso Cesare", sottolineando questo rapporto omosessuale. Nacque a Roma anche il Circo Massimo. Ancora oggi l'area del Circo Massimo è visibile. Si trattava di un'immensa fossa a forma di ippodromo (dove si svolgevano corse dei cavalli) con delle tribune costruite intorno.da Tarquinio Prisco. Era largo 85000 m quadrati pari a 600 m di lunghezza e 140/150 m di larghezza(sei volte uno stadio di calcio). Il Circo Massimo divenne luogo di festa e di aggregazione aggregazione incui il popolo pronunciava insulti contro il re. L'ultimo edificio importante è un tempio a tre divinità, dedicato a Giove, Giunone e Minerva. Questo tempio venne iniziato da Tarquinio Prisco e finito sotto Tarquinio il Superbo e diventerà il tempio romano per eccellenza. Il fatto che questo tempio fosse in onore di tre divinità era proprio una caratteristica della religione etrusca che credeva nel culto della triade di divinità. Il tempio, dunque, era etrusco. VITA POLITICA ROMANA CON TARQUINIO PRISCO A livello politico, da Tarquinio Prisco in poi, i re etruschi si trovarono in un rapporto conflittuale con il Senato. Le fonti ci raccontano, quindi, di un rapporto re-senato che si stava deteriorando. In generale il re consultava il Senato chiedendo consigli.aruspici per interpretare i segni divini e prevedere il futuro. Questa pratica diventò molto popolare a Roma durante il regno di Tarquinio Prisco. Durante il suo regno, Tarquinio Prisco introdusse anche importanti riforme urbanistiche, come la costruzione del Circo Massimo e dell'acquedotto dell'Appia. Inoltre, promosse la costruzione di nuovi templi e monumenti per esaltare il potere e la grandezza di Roma. Tuttavia, nonostante le sue numerose riforme e il suo grande potere, Tarquinio Prisco non riuscì a mantenere il favore del popolo romano. Alla sua morte, il senato romano riprese gradualmente il controllo del governo e il potere dei re diminuì sempre di più. In conclusione, il regno di Tarquinio Prisco segnò un importante periodo di trasformazione per Roma, con l'introduzione di nuove insegne di potere e riforme urbanistiche. Tuttavia, la sua figura rimane controversa e il suo potere fu alla fine limitato dal senato romano.dèi tramite il volo degli uccelli. Gli aruspici erano indovini che consultavano la volontà degli dèi tramite il volo degli uccelli e i fenomeni naturali oppure prendevano un animale, lo uccidevano e guardavano le sue viscere per avere il responso degli dèi.
SERVIO TULLIO
Dopo Tarquinio Prisco, salì al trono Servio Tullio che, in realtà, non ha un nome da re, in quanto presenta dentro di sé la radice "servus" che vuol dire schiavo. Per tradizione storiografica Servio era un personaggio di origine latina o di origine incerta oppure, secondo altri storiografi, era il figlio di una prigioniera di guerra latina. Quindi abbiamo un'origine latina e umile (servo o prigioniera). Questa versione, però, è falsa, perché Servio Tullio, in realtà era un etrusco come Tarquinio Prisco e Tarquinio il Superbo. La tradizione dice che la successione tra i tre re non avvenne pacificamente e si dice che Servio
organizzasse un complotto con la complicità della moglie di Tarquinio Prisco per impossessarsi del potere, riuscendovi e uccidendo re.
FONTE STORICA: TAVOLA DI LIONE
Abbiamo un documento chiamato Tavola di Lione, ovvero una tavola di bronzo scritta a Lione contenente la trascrizione di un discorso tenuto nel 48 d.C. da un imperatore di nome Claudio (quarto imperatore romano). Questo discorso contiene un riferimento a Servio Tullio, e si concentra precisamente sulla successione tra Tarquinio Prisco e Servio Tullio. Claudio, prima di diventare imperatore, fu uno studioso ed era appassionato di antichità etrusca, quindi, è una fonte particolare che ci dà una versione dei fatti diversa dalle altre, che proviene da qualcuno che conosceva la storia. Il riferimento a Servio Tullio lo troviamo nella frase: "Servius tullius si nostros sequimur" (Servio Tullio se noi seguiamo i nostri storici romani) "captivanatus" (capiamo che è nato da una
(prigioniera) "Ocresia si tuscos. Nomine nam tusce Mastarna (di nome inetrusco Mastarna). Se seguiamo, invece, gli storici etruschi capiamo che ebbe rapporti solidali con "Celio Vibenna" che era un etrusco alleato con gli eserciti etruschi. Si dice che quando Celio fu sconfitto, Servio Tullio si impadronì del monte Celio con i resti dell'esercito di Celio, che poi diventerà un colle romano (dal nome del suo comandante Celio). Poi egli mutò il proprio nome, perché si chiamava Mastarna in etrusco, in Servio Tullio e diventò re.
FONTE STORICA: LA TOMBA DI FRANCOIS
Nel 1857 l'archeologia ci ha restituito qualcosa di clamoroso: nella città di Vulci nella tomba Francois è stato trovato un ciclo di dipinti che rappresentano scene di guerra. I personaggi rappresentati sono identificati con delle didascalie. Tra questi personaggi abbiamo: Caile e Aule Vipinas (Celio e Aulo Vibenna). In questi dipinti c'è che un
personaggio chiamato Macstrna (Mastarna) che è a destra e Celio è legato. Mastarna libera Celio Vibenna e questo attesta la tradizione di Claudio che dice che Celio Vibenna e Mastarna erano alleati. Tra i personaggi, spicca anche un certo abbia