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CONSTITUTIO
30
La Constitutio Antoniniana( constitutio di cui ci è giunto parte del testo grazie a un papiro
conservato in Germania) è un provvedimento voluto e scritto da Caracalla che estende la
cittadinanza romana a tutti i provinciali ed è quindi la tappa fondamentale di un cammino di piena
integrazione giuridica che era cominciato con l'estensione della cittadinanza agli Italici dopo la
guerra sociale del 90-88 a.C.
Questa decisione di Caracalla che Sant'Agostino nel De Civitate Dei ricorda ancora come la piena
realizzazione con una misura giuridica concreta dell'ideale romano di humanitas.
Gli antenati di Agostino,africani,erano diventati romani grazie alla constitutio antoniniana ed egli lo
ricordava bene e affermava che tale provvedimnto fosse appunto la realizzazione di un ideale.
Questa misura ebbe una limitazione e una conseguenza:
la limitazione è che ne furono esclusi i Tetitici,cioè sono esclusi quei barbari che si erano insediati
nell'impero dall'epoca di Marco Aurelio. Perché Caracalla riteneva che 30 anni di insediamento
nell'impero romano fossero troppo pochi per un'integrazione simili:non si potevano equiparare
barbari arrivati trent'anni prima agli egizi (es.) che erano ormai da generazioni e generazioni
provinciali. Quindi la cittadinanza va a tutti i provinciali tranne a coloro che erano stati accolti negli
ultimi 30 anni.
La conseguenza preparava all'assimilazione dell'Italia con le province: se anche tutti i provinciali
sono cittadini romani l'Italia non è più il luogo in cui tutti sono cittadini,non si distingue più. L'impero
smette così di essere Italocentrico.
Quell'italocentrismo che era stato teorizzato da Augusto viene meno.
La Contitutio Antoniniana (si chiama così perché il nome ufficiale di Caracalla era Marco Aurelio
Antonino) è il punto di arrivo che apre le porte anche all'inizio di un ulteriore rivoluzione che è
quella della tarda antichità,in cui l'Italia perderà il suo ruolo centrale e,non molto tempo dopo,sarà
addirittura provincializzata.
22/03/2019
Riassunto lezione precedente:
Eventi principali di politica interna.
Claudio
Nerone. decisa politica Filoellenistica e filo-orientale che lo portò alla sua fine violenta.
Vespasiano,esponente opinione pubblica italica,estende il diritto latino a tutta la Spagna.
Adriano invece è una specie di riedizione meno impulsiva della politica filo ellenica di Nerone
(rischio Damnatio Memorie). Da Adriano in poi primi senatori di origine orientale,lingua e cultura
greca,in senato.
Caracalla: institutio Antoniana (estende la cittadinanza),no differenze con il resto dell’impero.
Caracalla metà africano metà Siriaco.
Crisi del III secolo
Periodo ambiguo per la storia romana. Due impostazioni per cui questo secolo si allarga e
restringe a fisarmonica in modo quasi grottesco. Partendo da un’ottica socio economica
dell’impero romano bisognerebbe far cominciare questa crisi già tra Marco Aurelio e Commodo
(anni 70 del II secolo) e farla finire con l’avvento al potere di Diocleziano nel 284. (inizia prima e
finisce prima). 31
Se invece adottassimo una prospettiva politico militare la crisi inizia con la fine della dinastia dei
severi 235 e finisce nel 284 (mezzo secolo).
Periodo della anarchia militare dopo il 235. Non ci sono più dinastie. Ci sono imperatori effimeri dai
regni molto brevi e conclusi con una morta violenta e quasi tutti imperatori di estrazione militare.
Crisi di tipo socio economiche sono meno evidenti,presentano sintomi impercettibili ma che a un
certo punto di evidenziano.
II secolo: grande prosperità materiale e sicurezza. Sensazione che la storia non avrebbe più subito
mutamenti.
L’impero romano sembrava qualcosa di immutabile. I primi sintomi che questo sistema stava
andando in crisi furono gli effetti devastanti della peste Antonina (epidemia di vaiolo portata dopo la
guerra Partica di Lucio Veio).
Il più grande medico dell’epoca morì cercando di curare l’epidemia. Tale epidemia però provocò un
brusco calo demografico.
Un calo demografico nel mondo antico non era facile da recuperare e la mortalità infantile era
molto elevata. Si poteva recuperare su tempi molto lunghi.
Conseguenza: avvio di una crisi che si estende in ambito economico sociale;una spirale difficile
da controllare. Di conseguenza i prezzi crescono e gli imperatori tentano di intervenire per
spezzare questa spirale di crisi economica a partire da Caracalla.
Caracalla prova coniando un denaro detto Antoniniano (nome originale Antonino),fortemente
svalutato rispetto al denaro precedente che era quello di Marco Aurelio.
Con Caracalla comincia una nuova mobilità monetaria e molti imperatori conieranno una nuova
moneta (in argento e non in rame). Queste monete d’argento progressivamente diminuivano il
tasso di fino.
Nerone aveva fatto lo stesso ma questi tentativi si riveleranno inefficaci.
La svalutazione di Nerone fu minima,quella di Caracalla fu tale che il vecchio denaro di M. Aurelio
valeva due volte e mezzo l’Antoniniano.
Inflazione fuori controllo,i prezzi crescono a dismisura.
Il risultato fu che ,queste nuove monete chiaramente non valevano quello che dicevano di
valere,non avevano un corrispondente metallo prezioso al loro valore nominale.
Nel III secolo gli imperatori romani cercarono di introdurre una moneta a valore nominale
(Kusitmunze).
Questo tentativo fallì,gli imperatori non riuscirono a ottenere da part anche dei consumatori la
fiducia in queste monete. Sono stati ritrovati dei tesoretti di monete di M. Aurelio sepolte sotto
terra.
Nessuno si fidava delle nuove monete. Altre monete ritrovate graffiate per vedere al di sotto della
patina di argento che le rivestiva cosa c’era.
A un certo punto si immergeva la moneta di rame nell’argento ma graffiandola veniva via la
rivestitura. L’imperatore ne garantiva il valore ma nessuno si fidava;il popolo non vuole la moneta
nominale. Grande sfiducia nell’economia monetaria,in certi luoghi si tornò addirittura a
un’economia di baratto.L’impero si stava anche trasformando in una serie di entità minori che non
comunicavano più tra di loro.
Crisi demografica,economica e monetaria.
Fenomeno che comincia ad emergere verso la fine del II secolo e procede oltre l’età dei severi sul
piano giuridico.
L’età dei severi,età di grandissimi giuristi. Nella pratica comincia in modo in cui non si riesce a
cogliere un punto d’addio,ma in modo strisciante cominciano a manifestarsi le categorie degli
Honestiores (più onorevoli) e gli Humiliores (di più bassa estrazione sociale), all’interno dei
cittadini.
In certi casi riguardanti il diritto penale si distinguevano queste due categorie,un Honestior non
poteva essere sottoposto a torture,Humiliores. Aspetto molto grave.
Sin dall’età più arcaica ogni cittadino romano,in quanto tale,era perfettamente uguale di fronte alla
legge e punizioni corporali potevano essere inflitte soltanto in tempo di guerra da parte del
comandante per punire soldati disubbidienti.
Ma nel 133 a.C. quando Scipione emiliano si trovò di fronte a un esercito disubbidiente egli
introdusse lo strumento dello scudiscio che i centurioni potevano utilizzare per stringere
all’obbedienza soldati insubordinati. 32
Fu un caso estremo e necessario ma che suscitò grande stupore il fatto che un cittadino romano
venisse picchiato come uno schiavo. Non era pensabile che in tribunale un cittadino potesse
essere picchiato al fine di confessare. Ma in quegli anni stava diventando consuetudine.
Caracalla allargò la cittadinanza credendo che questo suo gesto lo avrebbe reso ancora più in
favore agli dei. Quando Caracalla fa tutto ciò già in corso un processo di svilimento dei contenuti
giuridici della cittadinanza.
A partire dalla fine del II ci si aiutai a pensare a due categorie di cittadini.
Quindi non basta più essere cittadini se non si è Honestiores. (processo di decadenza). Tuttavia
fino alla dinastia dei severi,sotto il punto di vista militare,non si può parlare di crisi.
Forte richiesta dal basso di riscattare l’onore iranico dopo le diverse sconfitte,ed ecco che mentre a
Roma con la morte di Alessandro Severo si entra in un periodo di assenza di dinastie e quindi di
precarietà e instabilità del potere militare.
Tremenda instabilità del potere centrale. Il senato cerca di recuperare spazi di azione politica. Il
senato nominerà due imperatori (come i consoli),uno più esperto militarmente e uno
giuridicamente: staranno al potere pochi mesi.
Su questo sfondo di debolezza si sommano due fattori esterni: Augusto ridusse drasticamente
l’esercito (forze armate sotto dimensionali) poiché le frontiere erano tranquille e non serviva un
numero troppo elevato di militari.
Rimase così a lungo. Nel III secolo la situazione cambia: i Sassari applicano una politica
aggressiva nel vicino oriente,vogliono restaurare il vecchio impero,quello delle guerre persiane che
si estendeva fino al mediterraneo.
Le vicende orientali sono vicende all’inizio abbastanza alterne,subentra poi invece la prima vittoria
sassarese. Intorno al 260 l’imperatore romano Valeriano viene invece pesantemente sconfitto.
Viene catturato,fatto prigioniero e umiliato dal re di Persia:evento clamoroso.
Dopo la sconfitta l’esercito persiano arriva fino ad Antiochia (ora in Turchia prima di Siria).
L’intero lines sull’Eufrate e la ricchissima provincia romana di Siria era perduta.
Mentre i romani sembravano non riuscire a reggere l’offensiva persiana dal Danubio cominciarono
le invasioni barbariche del III secolo.
I romani cercano di adottare un atteggiamento offensivo ma compaiono nuovi barbari. Non si sa
per quali motivi i barbari si mettano in moto.
Subentra un nome che avrà grande importanza: Goti.
I Goti non sappiamo esattamente da dove provenissero. (forse Scandinavia o Polonia
settentrionale) in ogni caso arrivano al Danubio. Passano in Danubio e iniziano a penetrare
l’impero romano. Nel 251 d.C.l’imperatore cerca di affrontarli in battaglia ma vengono annientati a
Abritto cade in battaglia e muore. I Goti conquistano Atene.
Non c’è esercito romano che possa soccorrere la Grecia.
A questo punto di fronte a pressioni di tribù barbariche la Gallia se ne va: si autoproclama
Imperium Galliamun.
Si affida al suo governatore e decide di autogovernarsi,organizzando la resistenza
autonomamente. Interessanti testimonianze in ambito cristiano sottolineano i segni evidenti della
fine del mondo. Il re di Persia è visto come l’anticristo.
Se crolla roma è arrivata la fine del mondo: non si può