vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
San Pietroburgo, un imponente sciopero operaio fu seguito da una grande e pacifica manifestazione popolare in cui si chiedeva un miglioramento delle condizioni dei lavoratori. La reazione delle truppe zariste fu brutale: i soldati spararono sulla folla inerme provocando un alto numero di vittime. Nell'ottobre 1905, sotto la pressione di nuovi scioperi, lo zar fu costretto a concedere l'istituzione di un parlamento, la Duma. A questo punto i liberali abbandonarono le altre forze d'opposizione. Lo zar tornò allora all'attacco con una nuova stretta repressiva, limitando i poteri della Duma e poi sciogliendola. In seguito la Duma fu rieletta. Nella rivoluzione del 1905 trovò conferma il giudizio dei bolscevichi sul fatto che nel paese non esistevano le condizioni per la salda affermazione di un regime democratico-borghese.
1.4 Le riforme di Stolypin e i rapporti sociali nelle campagne
Il nuovo governo, nonostante il temporaneo ristabilimento
dell'ordine zarista, era consapevole che l'arma della repressione non avrebbe potuto avere un successo duraturo se non fosse stata accompagnata da una politica riformatrice intorno alla spinosa questione della terra. Così il primo ministro varò una serie di leggi allo scopo di rilanciare la produzione agricola e nel contempo di garantire una maggiore stabilità sociale. Il programma consentiva a ogni capofamiglia di appropriarsi della parte di terra che gli era stata assegnata dalla comunità. Tuttavia la riforma di Stolypin ebbe una serie di ripercussioni negative, che in molti casi finirono col far peggiorare ulteriormente la condizione dei contadini e persino col favorire i grandi proprietari terrieri. I contadini, privi dei mezzi economici per far fruttare la loro terra, furono in gran parte costretti a cederla di nuovo. La riforma determinò così una concentrazione della terra non più solamente nelle mani degli aristocratici, maanche di una emergente borghesia agraria. I contadini si riversarono nelle grandi città in cerca di lavoro. Le poche industrie, però, non erano in grado di occuparli: crebbe così vistosamente la disoccupazione e i conflitti sociali si acuirono ulteriormente. Lo scoppio della guerra agì come la benzina sul fuoco e le contraddizioni della società russa giunsero al limite della deflagrazione.2. La caduta degli zar
2.1 Le ripercussioni della grande guerra
Il regime zarista non era in grado di fare fronte ai nuovi compiti imposti dalla Grande guerra, che richiedeva un certo grado di consenso delle popolazioni civili. I tre anni di guerra costarono alla Russia gravissime perdite di uomini e mezzi. I comandanti infatti mandavano le truppe allo sbaraglio e intanto la popolazione civile vedeva peggiorare di giorno in giorno le sue già misere condizioni di vita, a causa del rincaro vertiginoso dei beni di prima necessità. Il governo dello zar sitrovò insomma deltutto impreparato ai provvedimenti che una guerra avrebbe richiesto, e ciò non fece altro che aumentare l'avversione popolare nei confronti dello zar e del governo. 2.2 La rivoluzione di febbraio: l'abdicazione dello zar Nei primi mesi del 1917 la situazione precipitò. Una rivolta di operai e di soldati scoppiata l'8 marzo a Pietrogrado e appoggiata dalle truppe della capitale che si rifiutarono di sparare sugli insorti, ebbe conseguenze straordinarie e del tutto inaspettate, se si considera il carattere tutto sommato limitato della protesta popolare: l'abdicazione dello zar Nicola. La rivolta si trasformò in una vera e propria rivoluzione politica, con la creazione di due distinti e indipendenti organismi di potere: il governo provvisorio (costituzionalista e legalitario, controllato dai liberali moderati) e il soviet di Pietrogrado (consiglio dei rappresentanti degli operai e dei soldati). Il governo provvisoriointendeva innanzitutto presentarsi agli alleati dell'Intesa come il legittimo detentore del potere dopo l'improvvisa caduta dello zar; nei suoi piani vierano la prosecuzione della guerra e la formazione di un'Assemblea costituente. Diversamente il soviet di Pietrogrado, rappresentante delle classi lavoratrici e di granparte dell'esercito, premeva per la pace immediata e per la distribuzione delle terre. 2.3 Il rientro di Lenin dall'esilio e le "Tesi di Aprile" Anche all'interno del soviet non mancavano i contrasti: i Menscevichi restavano fedeli all'idea che la rivoluzione democratico-borghese di febbraio era il massimotraguardo raggiungibile; Bolscevichi, invece, erano convinti che solo un rivolgimento radicale avrebbe consentito di costruire uno stato autenticamente democratico. Anch'essi però erano divisi al loro interno: vi era infatti una minoranza "di sinistra", guidata da Molotov, che intendeva creare.Immediatamente un governo rivoluzionario provvisorio, e una maggioranza più moderata, che con il passare delle settimane finì con l'imporsi. In questa situazione di estrema confusione e debolezza, la sera del 3 aprile 1917, Lenin torna in Russia dall'esilio in Svizzera e il giorno seguente legge le "Tesi di Aprile", il cui nucleo centrale era:
- Passaggio dalla prima alla seconda tappa della rivoluzione, che deve dare il potere al proletariato
- Non appoggiare in alcun modo il governo provvisorio (superamento del dualismo di potere)
- Riconoscere che il partito bolscevico è una minoranza e spiegare alle masse che i Soviet sono l'unico governo rivoluzionario possibile, evidenziando e correggendo gli errori delle masse.
- Fusione di tutte le banche in una banca nazionale controllata dai soviet.
- Nazionalizzazione delle terre del paese a disposizione dei soviet, e trasformazione delle grandi tenute in aziende modello.
Gravosa per la Russia:
- Indipendenza dell'Ucraina
- Occupazione tedesca della Bielorussia
- Perdita della Polonia e dei paesi baltici
- Rinuncia alla metà degli impianti industriali