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Il concilio e l'inadeguatezza del clero secolare

IV concilio sarà tanto limpido nel progetto quanto debole e fallimentare negli esiti. Il mantenersi della fragilità di capacità di inquadramento religioso esercitata dal clero secolare e dalle parrocchie sarà un elemento costante nei secoli successivi => su questa inadeguatezza si è lungamente insistito con uno sguardo che molto spesso ha fatto proprie anche le immagini che venivano tramandate dalle fonti letterarie che parlavano del rapporto tra fedeli e parroci (es. la novellistica tardo medievale), MA a parlare dell'insufficienza del clero secolare saranno i veri competitors del clero parrocchiale sul piano dell'esercizio della pastorale che saranno proprio i frati degli ordini mendicanti => vediamo quindi da un lato questa insistenza dei concili (a partire da quelli del XII sec.) sulla proibizione del gioco, sull'importanza del contenimento del concubinato, della necessaria formazione degli ordinandi (la formazione culturale, teologica di...

coloro che devono esercitare la cura d'anime), dall'altro lo sguardo negativo che i testi di matrice mendicante danno sulla pastorale esercitata dal clero secolare hanno fatto si che l'idea della supposta insufficienza del clero secolare sia un elemento che viene dato per scontato => certo è che alla fine del tardo medioevo (nel passaggio del primo '500) le esigenze della riforma guarderanno a quest'insufficienza e proveranno con maggiore insistenza a porvi rimedio e si può dire che alla controriforma cattolica riesce lo scopo di disegnare il modello di perfetto curato => il modello tratteggiato da Manzoni di Don Abbondio (il curato di ancien régime) è ancora segnato dall'insufficienza, ma è rigorosamente controriformistico => il modello positivo cui Don Abbondio non corrisponde è quello del buon curato così come lo avrebbe voluto il Cardinal Federico Borromeo (uno dei campioni della controriforma) quindi

più al dettato del concilio di Trento che non a quello dellateranense IV => è chiaro che la riforma non sarebbe stata pensabile se il lateranenseIV avesse messo in pratica il modello ideale tratteggiato in questo testo => la grandeefficacia di questa svolta pastorale dei concili del primo '200 è un successo sul pianodell'elaborazione del modello (che poi sarà costantemente riproposto e infine lacontroriforma cattolica tradurrà in realtà). 84Dunque parrocchia, clericalizzazione del clero, formazione e adeguamento del cleroparrocchiale alle esigenze nuove che la svolta pastorale della chiesa di Innocenzo IIIadditava a questa cellula della vita religiosa dell'occidente tardo medievale cheavrebbe dovuto essere la parrocchia => riuscita solo parziale di questo grandeprocesso che tuttavia viene compensata, nello stesso progetto del conciliolateranense, dall'affiancarsi (a queste strutture e personale della pastorale

La predicazione è un compito importante della Chiesa, come sottolineato nel canone X del Concilio Lateranense IV. Questo canone si concentra sulla cura pastorale e introduce nuove figure incaricate della predicazione. In particolare, si fa riferimento alla predicazione vescovile, evidenziando che molti vescovi non hanno né il tempo né le competenze necessarie per svolgere questo compito in modo adeguato. Questo ci fa riflettere sulla realtà della situazione, considerando che anche i parroci, come abbiamo visto in precedenza nel canone sulla confessione al proprio sacerdote, possono essere insufficienti o inadeguati nella loro predicazione.

Essere il compito specifico della figura vescovile) => elementocentrale di questa concreta azione pastorale che la chiesa si trova nell'esigenza di85organizzare => esigenza dettata, oltre che da un progetto, anche dalla concorrenza.

Come mai il concilio lateranense IV è così assillato dal vincolare i fedeli al clero ealla struttura ordinaria della vita sacramentale (inquadramento pastorale dellapredicazione)? Uno degli elementi che comporta questa esigenza di una efficaciepresenza pastorale è la “concorrenza”, la presenza che vanno esercitando i gruppiportatori di una proposta religiosa alternativa: le chiese catare nel sud della Francia(che aveva determinato pochi anni prima del lateranense IV la crociata contro glialbigesi) => non è un caso che proprio l'istituzione di predicatori era stata nellaFrancia meridionale (zona di Tolosa) degli anni 1206-1215 uno degli elementifondamentali di quest'azione del papato.

Innocenzo III si mostrò aperto nei confronti della diffusione di nuove forme di vita religiosa, anche se alcune di esse erano considerate problematiche. In particolare, era interessato ai messaggi alternativi provenienti da chiese dualiste come i catari o da gruppi che si erano distanziati dalla Chiesa di Roma, come coloro che rivendicavano il diritto alla predicazione anche per i laici.

La predicazione era considerata parte di un'azione anti-ereticale o, se vogliamo, un'azione per contenere il potenziale destabilizzante della diffusione di messaggi religiosi alternativi. Un altro aspetto di questa situazione era l'atteggiamento di accoglienza da parte di Innocenzo III nei confronti di alcune di queste nuove realtà religiose.

Innocenzo III, a differenza di Lucio III, aveva riammesso nella Chiesa cattolica i poveri cattolici o i poveri riconciliati, ovvero quei gruppi che erano stati condannati dal movimento dei poveri di Lione. In questo modo, aveva istituzionalizzato una possibilità di sopravvivenza e sviluppo all'interno della Chiesa di Roma per questi gruppi di umiliati.

di Lombardia aveva accettato il propositum di vita di Francesco e dei freres minores. Quindi un atteggiamento plastico in cui l'accoglienza di alcuni elementi rilevanti delle novità emerse dal fermento religioso dei decenni precedenti, era andato di pari passo con l'indurirsi di una azione repressiva nei confronti di tutti quegli aspetti che erano apparsi inaccettabili. L'atteggiamento di coloro che non riconoscevano il ruolo della chiesa romana e del sacerdozio nella mediazione della grazia, gli atteggiamenti più polemici come la rivendicazione del diritto alla predicazione a prescindere dall'approvazione delle autorità. Quindi repressione e accoglienza sono due aspetti della stessa politica che ha a che fare con l'esigenza di dare efficacia all'azione pastorale che l'agenda pastorale di Innocenzo III deve avere per contrastare, per combattere, il diffondersi dell'eresia si doveva attuare un'azione pastorale.

efficacie.Questa esigenza di efficacia trova nel canone X° un altro passaggio importante nellapredicazione che avrebbero dovuto fare i vescovi a cui ora il concilio affianca deicoadiutori, ma per essere efficace quali caratteristiche deve avere? Perché lapredicazione serva al suo scopo quali caratteristiche devono avere i vescovi o i lorosostituti? questi coadiutori che devono esercitare la predicazione in vista dellasalvezza, devono essere arruolati e devono essere potentes in opere et sermone =>devono essere efficaci con la parola ma anche con l'azione => dietro questaespressione c'è l'esigenza di qualcosa che sia efficacie ma non solo legato al dominiodella retorica e ai contenuti teologici, non si predica solo con la parola => questipredicatori dovranno insegnare con la parola E con l'esempio => le figure di86coadiutori, predicatori scelti, istituiti per affiancare e sostituire in qualche modo ivescovi, prima ancora che i parroci,

in questo compito di predicazione che è vitale nella sua portata anti ereticale, devono essere anche dei testimoni: qui il concilio fa proprio qualcosa che avevamo visto in bocca a Valdo e ai primi compagni, a Francesco e ad altri ovvero quel legame forte tra diritto-dovere alla predicazione e l'impegno in una forma di vita veramente evangelica e apostolica. Cosa vuol dire che dovranno essere potenti nelle pere e nella parola e che dovranno edificare con la parola e con l'esempio? Vuol dire che il modo di vita di questi predicatori dovrà essere più efficace di quella del clero, che il concilio si preoccupa di ricondurre a degli standard minimi => qui si tratta di edificare con la parola e con l'esempio (che è qualcosa di più). Il fallimento del modello della pastorale ordinaria, così come era stato pensato dal concilio lateranense IV, è iscritto già in questo canone X° che si preoccupa di affiancare ai vescovi (o megliodi sostituire la loro efficacia pastorale) altre figure non si da un nome a questi uomini potenti, efficaci sul piano della predicazione ma sappiamo che il loro profilo è quello dei nuovi membri degli ordini mendicanti nel 1215 (momento in cui viene scritto questo testo) l'esperienza minoritica è ancora un po' troppo giovane, ma nello scrivere queste parole Innocenzo III ha ben in mente l'esperienza condotta da un gruppo di canonici regolari (quindi chierici) che negli anni 1204-1212 era stato molto attivo nella predicazione anti-catara: gruppo guidato da Domenico di Guzmán (canonico regolare, cioè un chierico) che seguiva la regola di Agostino, che era uscito dalla chiesa mettendosi al servizio dei vari vescovi delle diocesi (prima del Portogallo) del sud della Francia che si trovavano a confrontarsi con il dilagare della proposta catara, in azioni di predicazione e di gestione del comportamento nei confronti degli eretici. NB: di Domenico(fondatore dei frati predicatori) noi possediamo pochissimi testi, mentre del laico illetterato che non sapeva il latino, Francesco d'Assisi, abbiamo un buon numero di testi e scritti => del dotto e litteratus Domenico abbiamo pochissimi testi, soprattutto documentari che ci parlano di quello che succedeva dopo la predicazione anti-ereticale => un testo per la riconciliazione di un ex eretico, che sanciva la riammissione nella chiesa di qualcuno che aveva fatto parte delle chiese catare, e un salvacondotto per una persona che ospitava un ex eretico e che per questo non sarebbe dovuto essere colpito da infamia => quindi due testimonianze di come funzionava concretamente la predicazione di questo canonico e dei suoi fratres. Domenico diventa un predicatore efficace perché assume in primo luogo lui, e poi coloro che lo seguono, un modello di vita che è improntato all'impegno religioso sul piano dell'adesione a quello stesso modello di vita evangelica che

caratterizzava tante altre esperienze consimili (scelta per la povertà evangelica, predicazione e testimonianza)

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A.A. 2021-2022
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/06 Storia delle religioni

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher 99Totta di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia religiosa e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Siena o del prof Pellegrini Michele.