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La divisione economica della Germania

La Germania divisa sarebbe stata governata economicamente come un tutto uno, ma si sarebbero incontrati due modi completamente diversi di economia: quella centralizzata e pianificata dei sovietici e quella di mercato delle potenze occidentali. Un altro aspetto scottante era quello delle riparazioni che i sovietici, provenienti da una terribile esperienza di guerra e da un sistema economico in cui i beni di consumo erano considerati un lusso borghese del tutto superfluo, operarono una sistematica opera di espianto di interi complessi industriali ed una espropriazione di tutti i beni di consumo posseduti dai tedeschi. È evidente che erano due modi completamente contrapposti e che tale convivenza richiedeva qualche compromesso. Mentre nelle aree di pertinenza anglo-americane, e in misura minore anche i francesi, si perseguì una lenta e cauta ricostruzione del tessuto produttivo, i sovietici invece attuarono subito una radicale trasformazione economica e sociale. Quindi l'idea che la

Germania potesse essere amministrata come una unica entità rimase sulla carta. Si può dire quindi che sfumò la possibilità e la speranza che la via istituzionale, sul piano politico-giuridico e quella del multilateralismo sul piano economico-finanziario sfumò definitivamente affacciandosi il bipolarismo est-ovest, o meglio si affacciò l'idea di aggregare il mercato possibile e quindi tutto il mondo meno le aree controllate dai sovietici e successivamente dai cinesi che nella guerra civile portò al potere il partito comunista guidato da Mao. Il ripensamento della politica estera degli Stati Uniti ebbe inizio nel 1946 e giunse alle sue conclusioni nel 1947 con la stipulazione dei trattati di pace con i paesi minori dell'asse compresa l'Italia, nasceva quindi un piano alimentato dalla dottrina Truman diretta a tutelare la Grecia e la Turchia dalla minaccia politica-militare dei sovietici, e con il piano Marshall di aiuti.

paraboladall’isolazionismo alla chiara assunzione di responsabilità era compiuta, il baricentro si spostavainevitabilmente verso gli Stati Uniti e si presentavano come la forza politica ed economica in gradodi salvare l’Europa dai rischi che la minacciavano, solo il dollaro poteva salvare il sistemaeconomico da qui ebbe origine il piano Marshall, il dollaro divenne la moneta mondiale e gli StatiUniti la banca centrale del mondo che emetteva moneta per tutto il sistema monetariointernazionale.

Inizialmente gli Stati Uniti, in particolare i politici ed i finanzieri erano alquanto scettici adaccogliere gli appelli provenienti dalla Gran Bretagna e dalla Francia tutto ciò era condizionatodalla diffidenza rispetto ai debiti della prima guerra mondiali non pagati ad eccezione dellaFinlandia, addirittura c’era una legge che lo proibiva.(scetticismo riguardante la Gran Bretagna esuoi possedimenti)

Nel 1940, quando la situazione in Europa fu abbastanza chiara

Roosevelt ribadì che la sicurezza americana dipendeva dalla sopravvivenza della Gran Bretagna, con la legge affitti e prestiti si anticipava un progetto al quale gli Stati Uniti intendevano collegare il loro intervento negli affari europei, con la Carta Atlantica del 1941 Roosevelt ed il primo ministro britannico si impegnavano durante la guerra e dopo di essa in taluni principi fondamentali, erano una serie di punti di ispirazione vagamente Wilsoniani.

Intanto sul fronte europeo i rapporti tra i sovietici erano stati guastati dai continui mutamenti della situazione balcanica, in Romania, dopo l'alto prezzo pagato al predominio italo-tedesco elementi filonazisti presero il potere e subito si orientarono ad una richiesta di protezione tedesca, la situazione rumena era un segnale preciso per Stalin, i colloqui diplomatici sostanzialmente fallirono ed anche per l'Unione Sovietica si poneva il dilemma se considerare la Germania già vincitrice e quindi negoziare con Hitler.

I dividendi di tale vittoria o prendere tempo e allargare il nuovo cordonesanitario per la propria protezione. In effetti il Fuhrer aveva già predisposto gli ordini per una offensiva lampo contro i sovietici, premessa per la grande guerra globale contro la Gran Bretagna e gli Stati Uniti, la cosiddetta operazione barbarossa doveva cominciare il 15 maggio del 1941, e nelle intenzioni tedesche doveva essere una vittoria lampo invece incontrò ostacoli diplomatici ed una inattesa situazione militare. Gli ostacoli politico-diplomatici derivavano dalla situazione della Jugoslavia attraversata da una gravissima crisi che opponeva elementi favorevoli all'asse ed elementi ostili ad esso, nel marzo del 1941 la contesa portò al governo una parte dell'esercito slavo ed a rovesciare gli elementi favorevoli ad un compromesso con la Germania, si formò un governo militare che costrinse il principe reggente a lasciare il paese chiamando al trono il giovane re Pietro II.

Che accolse confavore un patto di amicizia con i sovietici, questi eventi provocarono un brusco ritardo nei progetti di Hitler, le operazioni contro i sovietici e successivamente contro la Grecia presupponeva una Jugoslavia tranquilla, egli pertanto fu costretto ad agire con rapidità ed il 5 aprile stabili che le forze tedesche attaccassero la Jugoslavia con fiancheggiamento degli italiani, in 12 giorni anche questa guerra fu vinta, tre giorni dopo anche i comandi greci chiesero di arrendersi, tutto questo portò inevitabilmente a ritardare l'attacco ai sovietici al 22 giugno e probabilmente quel rinvio risultò fatale per l'esito dell'impresa, poiché le forze tedesche avrebbero raggiunto Mosca nel momento in cui l'inverno le avrebbero bloccate.

Hitler contava anche sulla presunta collaborazione giapponese che avrebbe da un lato tenuto a freno gli Stati Uniti e dall'altro messo i sovietici nelle peggiori condizioni militari.

entrambe le premesse erano sbagliate, il governo giapponese ormai aveva deciso verso una guerra nel pacifico estipulò un trattato di neutralità con l'Unione Sovietica, questa operazione in definitiva segnò l'inizio della fine della potenza germanica.

L'attacco contro l'Unione Sovietica fu lanciato dai tedeschi con un ottimismo del tutto fuori luogo e con un preciso proposito di genocidio contro il nemico più disprezzato, gli slavi-russi o gli ebrei della zona di confine fra la vecchia Polonia e l'Ucraina furono oggetto delle più crudeli persecuzioni, erano le premesse per la costruzione dei campi di sterminio ove dalla metà del 1942 e forse anche prima furono assoggettati i prigionieri di guerra e gli ebrei.

L'attacco a sorpresa fu diretto (scatenato nel momento stesso in cui l'ambasciatore tedesco consegnava a Mosca la dichiarazione di guerra) in tre direzioni, verso Leningrado, verso Mosca e verso

l'Ucraina e la Russia meridionale, le operazioni belliche all'inizio ebbero un incredibile successo, basti pensare che il 24 novembre i tedeschi erano a soli venti chilometri da Mosca, l'ottodicembre le difficoltà di movimento e le prime avvisaglie di una tenace resistenza dei sovietici portarono a sospendere l'offensiva. La resistenza sovietica all'inizio del conflitto fu debole e poca organizzata, successivamente bisogna dire che Stalin riuscì militarmente e politicamente a reggere l'offensiva in maniera molto efficace facendo anche leva sul patriottismo ammettendo i propri errori e richiamando il paese tutto a combattere assieme agli altri nemici della Germania per la libertà e l'indipendenza dei popoli, ed assunse anche il titolo di comandante in capo dell'esercito segno che voleva personalmente coordinare gli aspetti della strategia militare. Il valore politico della reazione di Stalin non stava solo in queste misure, in

prospettiva l'immediato avvicinamento alla Gran Bretagna ed agli Stati Uniti, cancellava in un sol colpo gli effetti psicologici dell'accordo nazi-sovietico e legittimava definitivamente la posizione dell'Unione Sovietica nella comunità internazionale, inoltre egli trasformò l'armata rossa in grande esercito di liberazione dalle atrocità tedesche riuscendo a conquistare un prestigio tale da oscurare il ricordo dei delitti compiuti da Stalin prima durante e dopo la guerra.

Nel 1942 tutto lasciava presagire a più ottimistici progetti del Fuhrer, l'assetto della regione caucasica, quello del medio oriente e quello africano con l'avanzata di Rimmel erano ricchi di potenzialità filotedesche alle quali solo la sconfitta militare dell'esercito hitleriano impedì di esprimersi. 16

Sul volga ebbe luogo la battaglia decisiva che, dal febbraio 1943 si sarebbe trasformata in una disastrosa ritirata germanica.

dimensione mondiale della guerra fu l'attacco dei giapponesi contro la flotta americana ancorata a Pearl Harbor, fin dall'inizio i giapponesi dichiararono gli stessi obiettivi generali della Germania e dell'Italia ma, all'atto pratico, si guardarono bene dal confondere le due situazioni, la guerra era mondiale ma si svolgeva come se vi fossero due guerre separate, tutto ciò per non provocare imbarazzi verso i sovietici e gli stessi giapponesi e sebbene il patto tripartitico avesse sul piano giuridico solo una portata difensiva Hitler e Mussolini dichiararono guerra agli Stati Uniti in questo modo le due guerre parallele si sovrapponevano non sul piano militare ma per la conseguenza implicita che le decisioni italo-tedesca significava, di fatto l'idea che la sconfitta dell'Unione Sovietica fosse il preludio per la lotta contro gli Stati Uniti perdeva di senso nel momento in cui le due potenze erano di fatto alleate. La scelta giapponese di mantenere unaneutralità nell'attacco ai sovietici orientò gli stessi ad una azione più energica nel pacifico, riprendendo quindi una politica espansionistica in primo luogo verso l'indocina approfittando della caduta della Francia, in realtà il vero obiettivo era Singapore per colpire al cuore gli interessi della Gran Bretagna e controllare tutta la situazione dell'Asia sud-orientale, la comune contromisura anglo-americana fu l'embargo totale sui commerci giapponesi, inoltre chiudendo il canale di panama alle navi giapponesi e creando un comando delle forze americane in estremo oriente. I successivi negoziati fra gli americani e i giapponesi ove quest'ultimi cercarono di persuadere gli americani ad una divisione dell'oceano pacifico in zone di influenza e che gli Stati Uniti riconoscessero la posizione speciale del Giappone in Cina, l'insuccesso dei negoziati portò ad un ulteriore irrigidimento delle posizioni giapponesi ed alla
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A.A. 2009-2010
49 pagine
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SSD Scienze politiche e sociali SPS/06 Storia delle relazioni internazionali

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher flaviael di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia delle relazioni internazionali e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Scienze Sociali Prof.