Anteprima
Vedrai una selezione di 4 pagine su 13
Riassunto esame Storia della Psicologia, prof. Antonelli Pag. 1 Riassunto esame Storia della Psicologia, prof. Antonelli Pag. 2
Anteprima di 4 pagg. su 13.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia della Psicologia, prof. Antonelli Pag. 6
Anteprima di 4 pagg. su 13.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia della Psicologia, prof. Antonelli Pag. 11
1 su 13
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

2.1 I PRIMI PROBLEMI PSICOLOGICI

:"Psicologia": "psyché" e "logos"-->"SCIENZA DELL'ANIMA"

Neologismo creato nel Rinascimento, non è chiaro da chi.

1520-->Il poeta Marko Marulic scrisse il libro "Psichiologia de ratione animae humanae" di cui è rimasto solo il titolo

(guida ad un uso corretto della ragione? trattazione di una dottrina della mente?).

Primi usi testimoniati del termine: 1575 con Freigius; 1583 con Taillepied.

Perchè si parli di psicologia con un senso analogo a quello corrente--> XVIII secolo

Christian Wolff: distingue tra psicologia razionale (filosofica) e psicologia empirica ("naturalistica")--> individua la

bipartizione delle riflessioni psicologiche che sarà alla base, un secolo dopo, della separazione tra psicologia scientifica

e filosofia. La riflessione sui problemi psicologici nasce molto prima ed è presente in ogni civiltà; in Occidente, va

fatta risalire come minimo ai presocratici: la psicologia ha infatti radici filosofiche.

2.2 LA PSICOLOGIA DEL PENSIERO CLASSICO

2.2.1 Mente e corpo nel mito: Esistono e sono esistite molte religioni che credono soprattutto nel corpo, e la

sopravvivenzadell'anima è legata a quella di quest'ultimo. I sumeri credevano in un'aldilà, il paese di Kur,

estremamente concreto e soggetto alle stesse leggi dell'aldiquà: anime e dèi vi possono morire. Nell'antico Egitto si

credeva in un'anima propria di ogni individuo, che possedeva anche il doppio etereo: la loro esistenza era però legata

alla conservazione di certe parti del corpo. Nel pensiero ebraico si ha una chiara affermazione dell'immortalità

dell'anima solo con il movimento apocalittico.

2.2.2 Mente e corpo nel pensiero greco: Il pensiero religioso greco fu chiaramente dualistico. Dal sapere medico del

corpus ippocratico emerge una lettura del corpo con i suoi equilibri e le sue crisi. Ippocrate incluse nei suoi studi vari

aspetti della psicopatologia personale e interpersonale. La malattia è determinata dal prevalere di squilibri nel rapporto

con se stessi e con gli altri: questi squilibri diventano spesso disarmonie psicologiche.

Dalla tradizione ippocratica ci giungerà, attraverso Galeno, una personologia fondata su 4 tipi temperamentali

(collerico, sanguigno, flemmatico, melanconico).

Ad Alcmeone si deve l'intuizione di porre nel cervello la sede centrale del pensiero.

A Democrito si deve la teoria degli èidola.

Ad Aristotele si deve l'aver lasciato la più completa teoria psicologica dell'antichità.

*Alcmeone: di lui sono rimaste poche notizie e pochi frammenti. Egli fu il primo a sezionare animali viventi. Egli

descrive con grande precisione l'occhio e soprattutto il nervo ottico: lo vede collegato al cervello-->qui pone la sede

della percezione e ne discute gli aspetti cognitivi. TEORIA CENTRIFUGA DELLA PERCEZIONE: nell'occhio c'è il

fuoco, e questo viene proiettato sugli oggetti percepiti. La visione è dovuta a proprietà dell'occhio, non dello stimolo.

Nell'occhio vi è il fuoco ma anche l'acqua, ed è questa ad essere causa prima della visione. Alcmeone si distingue dai

pitagorici, secondo cui è il fuoco dell'occhio che si proietta sugli oggetti che vengono percepiti.

*Democrito: TEORIA DEGLI EIDOLA: gli oggetti emanavano sorte di simulacri aventi la forma e le caratteristiche

percettive degli oggetti stessi, che raggiungeva gli organi di senso. Il predecessore di tale teoria è Empedocle secondo

cui dall'oggetto si ha un'emanazione dagli oggetti a pori dell'organismo.

Secondo Democrito dall'incontro tra èidola provenienti dall'oggetto ed èidola provenienti dal soggetto, l'aria si deforma

costruendo una sorta di stampo che comporta anche caratteristiche proprie del percipiente, raggiunge l'occhio e viene

riflesso dal trasparente dell'occhio. L'aria interposta tra soggetto e oggetto è indispensabile alla percezione ma provoca

anche distorsioni, ed è alla base delle illusioni.

*Aristotele: Nel De Anima Aristotele parlò dei problemi della psicologia mentre nel De Sensu et Sensibilibus parla

della percezione. Nelle sue opere più accentuata è l'unitarietà dell'uomo: non è immaginabile una qualunque parte

dotata di vita se non in relazione con il tutto--> la funzione crea l'organo, origina la vita dandogli senso e significato.

La capacità di percezione è per Aristotele la seconda facoltà dell'anima, l'anima sensitiva, quella che fa sì che gli esseri

viventi siano anche animali. Il senso e il sensibile, l'organo della sensazione e l'oggetto che viene sentito, sono per

Aristotele inizialmente dissimili, ma nell'attività diventano simili (si ha una sorta di assimilazione del senso al

sensibile, attraverso un'alterazione).

Egli pone la sede dell'anima sensitiva nel cuore: nel pensiero classico il cuore venne visto come centro della

sensazione, del pensiero e delle emozioni. Perchè il cuore? Perchè l'essere dell'animale consiste nel caldo e nell'umido

e tale è la zona del cuore.

2.3 La psicologia dal pensiero classico al cristianesimo: Nel pensiero cristiano (sino al RInascimento) lo studio

dell'uomo è visto con sospetto poichè egli è interposto tra Dio e Natura. Troppo vicino a Dio, la riflessione sull'uomo

va lasciata al teologo. Dal punto di vista corporeo l'uomo è visto facente parte della natura ma in posizione privilegiata,

al culmine di una struttura gerarchica che lo pone sotto Dio: ciò rende empi gli studi anatomici e fisiologici (viene

proibita la dissezione dei cadaveri fino al XVII secolo).

XVII secolo: rivoluzione cartesiana-->affermazione della diversità ontologica tra anima (res cogitans) e corpo (res

extensa)--> condanna da parte della Chiesa.

Il De Anima di Aristotele passò nel pensiero teologico cristiano diventandone una colonna e ponendosi come

indiscutibile. Solo con Cartesio fu possibile un superamento di certe interdizioni.

2.4 Dagli arabi al Rinascimento: Il pensiero arabo stava penetrando in Occidente. Gli studiosi cristiani non potevano

impegnarsi in discussioni sulla natura della vita mentale (a causa delle proibizioni della Chiesa), a differenza degli

aspetti psicologici del pensiero arabo che vennero invece accettati.

2.4.1 Un esempio sono gli studi dell'iracheno Alhazen, nato nel 965, che lasciò una grande eredità scientifica, sia dal

punto di vista fisico che anatomico che fisiologico ma anche matematico, astronomico, medico e filosofico,

concentrandosi soprattutto sull' ottica.

Egli riteneva che "la visione avviene per raggi emessi dalla cosa vista all'occhio per mezzo di una piramide il cui

vertice è nell'occhio e la base nella cosa vista". Secondo lui, il fatto che l'immagine postuma sia percepibile in assenza

di stimolo- ed anche ad occhi chiusi-smentisce la teoria in base alla quale sono raggi in partenza dall'occhio e diretti

agli oggetti che determinano la percezione. Fu lui il primo a vedere l'occhio come una camera oscura. Inoltre, il fatto

che nella camera oscura l'immagine venga capovolta e l'occhio invece non la percepisca tale, dimostra che nell'occhio

l'immagine non si forma sulla retina ma sulla superficie del cristallino. Alhazen distingue la sensazione pura (solus

sensus) dalla conoscenza (cognitio) e da pensiero e differenziazione (ratio et distinctio). Nel solus sensus, non

consapevole, a livello dell'ultimum sentiens si ha un'immagine bidimensionale, dove alla luce corrisponde una

sensazione di colore in quanto tale. Tutte le altre caratteristiche percettive (grandezza, forma, distanza..) sono ottenute

per ratiocinatio, attraverso la comprehensio per signum. Le idee di Alhazen pervennero in Occidente nel 1572 grazie a

Federico RIsner che ne tradusse il trattato. In realtà già da secoli le sue idee avevano circolato grazie a Witelo, detto

VItellione.

2.4.2 Keplero e il problema dell'immagine invertita: Keplero fondò la sua teoria della visione sull'opera di Alhazen

dando una completa dimostrazione del fatto che in una camera oscura si ha un'immagine completamente rovesciata, ma

che riproduce perfettamente l'oggetto proiettato. Egli non vede l'immagine invertita come un problema: nonostante

l'immagine retinica si sia capovolta, essa riproduce fedelmente l'oggetto.

Una soluzione al problema fu data da William Molyneux: anche se sull'occhio l'immagine si proietta invertita, non è

propriamente l'occhio che vede essendo solo l'organo o strumento, è piuttosto l'anima che vede per mezzo dell'occhio.

2.5 Il cambiamento della concezione dell'uomo con Umanesimo e Rinascimento: Con l'Umanesimo e il Rinascimento

inizia, soprattutto in Italia, un rivolgimento della concezione cristiana medievale. Vi è una nuova collocazione

dell'uomo nella natura, testimoniata dall'epistola sulla dignità dell'uomo di Pico della Mirandola. L'uomo viene visto

partecipe degli attributi della divinità. L'interesse per la cultura greca e per quanto si cominciava a sapere della cultura

araba diedero un grande contributo per la comprensione dell'uomo e della sua sorte che comprendeva anche le sue

attività mentali, non più in ottica teologica.

Sarà però necessaria la naturalizzazione dell'uomo come macchina biolgogica.

2.6 Cartesio: Il dualismo cartesiano fu precondiizone per la nascita della psicologia scientifica. Secondo Cartesio il

corpo è popolato di "spiriti animali", ma è anche un mondo "pieno", in cui non vi è movimento che non ne provochi un

altro. Quando egli parla del funzionamento della res extensa si riferisce ai nuovi robot idraulici tipici della prima metà

del '600: è l'atto riflesso il meccanismo principe per la regolazione del movimento della macchina corporea. L'esempio

di Cartesio è quello della retrazione diun arto scottato da una fiamma, un atto riflesso oggi chiamato nocicettivo.

Cartesio parla di percezione principalmente nel suo scritto De l'Homme. Il processo sensoriale viene suddiviso da

Cartesio in 3 livelli:

fisiologico (ambito della fisica, condiviso da uomini e animali-l'azione dei sensi è passiva); dello spirito (della res

cogitans- raggiunto al secondo grado, quando la sensazione diventa cosciente); terzo livello (ci formiamo u giudizio

sulle cose esterne attraverso il movimento degli organi corporei su di esse, a cui sin dalla giovinezza siamo abituati, e

così ci costituiamo delle rappresentazioni mentali del mondo esterno). E' ormai fatto acquisito che lo stimolo in grado

di eccitare il sistema visivo sia la luce, e in particolare i raggi luminosi emessi dagli oggetti. Inoltre egli sa che

l�

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
13 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Clariss19 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della psicologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Antonelli Mauro.