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LA VITA DOMESTICA QUOTIDIANA!
Se una donna di servizio aveva superato il serio esame di una padrona di casa, iniziava presto un
processo di progressiva disillusione. I VINCOLI IMPOSTI concedevano poco spazio per camminare: dalla
cura delle faccende domestiche nella casa padronale e la lunghezza dell’orario di lavoro. Le più giovani si
aspettavano dalla famiglia padronale un surrogato emozionale della famiglia di origine che avevano
prematuramente dovuto abbandonare, iniziarono presto a sentire i limiti dei legami familiari: nessun senso
di libertà, né di essere a casa.!
Nel migliore dei casi occupavano la camera in mansarda, che di solito non poteva essere riscaldata; nei
peggiori di casa disponevano solo di un letto. In città era in uso l’allestimento del soppalco: piccolo spazio
ricavato nelle abitazioni attraverso delle coperture introdotte nella dispensa, nel bagno o nel corridoio.
Guadagnavano circa un terzo di ciò che portavano a casa le donne che lavoravano in una fabbrica, ma di
solito le donne di servizio potevano contare a VITTO E ALLOGGIO, a donazioni per occasioni speciali,
intascavano mance, ereditavano vestiti.!
Prima di pensare a una propria sistemazione familiare, la donna di servizio doveva porre la sua forza
lavoro a servizio in una casa di estranei per un tempo più o melo lungo —> ragazze tuttofare.!
Oltre alle attività domestiche, la donna di servizio doveva aprire agli ospiti, liberarsi dei visitatori
indesiderati, accettare i biglietti da visita, fare la spesa e sbrigare commissioni, badare ai bambini e aiutare
nella preparazione e nell’organizzazione di feste o serate. Dovevano mostrarsi sempre PRONTE E
DISPONIBILI e eseguire gli ordini e le istruzioni: raramente si riusciva a percepire tutto ciò in senso
liberatorio.!
Tutti i lavori dovevano svolgersi in modo da passare inosservati e il risultato doveva essere di una mano
invisibile e esperta. Ciò di cui le giovani donne disponevano quanto a conoscenze, capacità e bravura,
l’avevano appreso dalla madre o da un’altra parente nella casa paterna e molto imparavano dalla padrona
di casa o da colleghe più esperte.!
Le donne di servizio erano in movimento fino a 16 ore al giorno. L’inizio e la fine dell’orario di lavoro o
anche le eventuali interruzioni del riposo notturno erano stabiliti soltanto dal capriccio dei padroni di casa. I
minuti di tranquillità erano rari. Il tempo libero non era regolato per legge, salvo quello per seguire le
funzioni religiose. Le ragazze di servizio si aggrappavano ai diffusissimi romanzi d’appendice.!
RELAZIONI!
Presto il quotidiano ritornava. La maggior parte delle volte era il della padrona di casa a riportarle nella
realtà, perché era soprattutto con le DONNE BORGHESI che le domestiche dovevano avere a che fare —>
equilibrio precario: dipendeva dall’età di entrambe le donne, dalla loro personalità, dal loro orizzonte di
esperienze, dalla grandezza della famiglia e dalle condizioni materiali di base.!
Nelle famiglie molto benestanti la padrona di casa veniva in contatto con le donne di servizio per dare loro
delle indicazioni; altrimenti teneva la regia distanza. La manualità di madri e figlie era impiegata quasi
esclusivamente per suonare il piano e in altre attività artistiche —> dovevano tenere l’apparenza.!
Se si trattava di una domestica esperta e di una giovane donna borghese, che appena sposata si trovava
per la prima volta da sola a dirigere una casa, allora la donna di servizio poteva trarre profitto dalle proprio
conoscenze e dal proprio patrimonio di esperienze e conseguire una posizione di riguardo.!
Col tempo le donne di sevizio dovettero vedere nei precetti e divieti una pesante limitazione alla loro libertà
personale. Inoltre, la maternità piena di attenzioni della padrona di casa si trasformava spesso in autorità
inavvicinabile quando entrambe sostenevano la loro parte al di fuori della casa. Nel RAPPORTO DIRETTO
CON I FIGLI DEI PADRONI, le donne di servizio scoprivano i limiti di questa maternità. Confronto
significativo se le figlie dei padroni avevano la loro stessa età. Le donne di servizio a volte traevano profitto
dal vantaggio formativo delle loro coetanee borghesi e rinfrescavano con il loro aiuto le loro rudimentali
cognizioni di lettura e scrittura. Spesso imitavano gli standard borghesi. All’epoca si temeva l’influsso
nefasto delle ragazze di servizio sulle figlie dei padroni: perciò vi erano manuali di comportamento,
vademecum sulla gestione domestica e articoli che mettevano in guardia contro un’eccessiva confidenza
tra le adolescenti e le donne di servizio.!
Nella frequentazione con le figlie dei padroni era trasmessa la sensazione che a mancanza di libertà fosse
il destino delle donne. Se queste comuni esperienze di ineguaglianza della donna di servizio e delle figlie
dei padroni potevano preservare nel corso degli anni giovanili una certa intimità, la fase di familiarizzazione
tra figli maschi e domestiche terminava molto prima.!
La minaccia di approccio era costituita dal PADRONE DI CASA. Nonostante le possibilità di contatto tra
donne di servizio e padrone di casa fossero rare, poiché i loro campi di attività erano assai divergenti, esse
si dovevano sottomettere alla sua autorità assoluta, come accadeva per tutti i membri della famiglia: i suoi
ordini erano legge. Una serie di donne di servizio iniziò a scoprire sulla propria pelle che questi ordini
potevano spingersi fino a richieste a sfondo sessuale. Gli unici membri della famiglia coi quali le donne di
servizio potevano intrattenere un rapporto disteso e amichevole erano i BAMBINI. Le condizioni dei
bambini e delle donne di servizio si assomigliavano molto: spesso di età non distanti, in tutti i casi
sottostavano al potere di interdizione dei genitori borghesi e comprensione dei loro valori e delle loro idee.
La donna di servizio e i bambini dei padroni di casa si vedevano alleati per nascondere le punizioni e per
aggirare i divieti. !
Soltanto in situazioni dove l’universo borghese illuminato iniziava a vacillare, suonava l’ora delle donne di
servizio: ogni volta che la natura reclamava i suoi diritti, come nelle nascite, nelle malattie e in caso di lutti.
Non a caso la padrona di casa si augurava frequentemente che la donna di servizio la assistesse durante il
parto: importanti erano le erbe officinali e le ricette segrete delle domestiche.!
Le donne di servizio potevano vedere e sentire più di quanto non sarebbe piaciuto alla borghesia. La
borghesia aveva paura che l’intimità familiare potesse divenire di dominio pubblico per il tramite delle
donne di servizio. Esse erano a conoscenza della lista della spesa, dell’economia domestica, etc.!
Le lamentele sulle donne di servizio erano tanto antiche quanto lo era il lavoro stesso.!
L’obbligo di indossare UN’UNIFORME, mentre ci si lamentava della mania di eleganza delle domestiche,
dimostrava la paura di fronte a confini che stavano fumando.!
Vi erano SPERANZE DI MIGLIORAMENTO a provare una spiccata propensione al cambiamento —> i
domestici abbandonavano frequentemente i padroni di casa che li avevano cresciuti, spesso ben prima di
quanto sarebbe potuto loro andar bene. Questa voglia di cambiamento delle donne di servizio era
propiziata ancora dalle offerte promettenti, con le quali la borghesia si accaparrava le domestiche. Non
c’era più equilibrio tra la domanda e l’offerta sul MERCATO DELLA SERVITÙ —> la domanda di servitù
divenne l’argomento principale intorno al quale ruotavano i discorsi delle riunioni delle signore al caffè, nelle
quali la moglie del dottore e quella del consigliere del commercio intonavano la geremiade sul tema il
personale.!
Le FIGLIE DEGLI OPERAI DELLE CITTÀ tentarono di seguire le orme del padre e di impiegarsi in
fabbrica —> mercato di lavoro alternativo. Le donne di servizio incontravano le giovani operaie nelle sale di
danza e in altre occasioni nel loro tempo libero, ammirando e invidiando la loro eleganza e la loro sicurezza
e facendo la conoscenza di una opzione possibile anche per loro, grazie alla quale voltare la schiena alla
famiglia padronale.!
FASE DI PASSAGGIO PER FORMARE UNA PROPRIA FAMIGLIA —> le domestiche si legavano per la
vita ai primi partner di ballo, parenti di amiche o conoscenze fatte nel corso della spesa giornaliera. Tra gli
artigiani e i piccoli commercianti, le domestiche erano valutate come un buon partito, giacché portavano
con sé una dote, conoscenze e abilità di economia domestica, un modello di comportamento e una
rappresentazione di valori borghesi. La maggior parte, però, si sposava con un operaio.!
L’inizio della Prima Guerra Mondiale segnò la fine del lungo XIX secolo e così il secolo delle donne di
servizio.!
!
LA MAESTRA di Claudia Hueramp!
MAESTRA: UNA OCCUPAZIONE INTELLETTUALE PER LE FIGLIE DELLA BORGHESIA!
L’insegnamento poteva essere ritenuto l’unica professione abbastanza adeguata al ceto. Questa scelta
professionale fu gettonata per tutto il XIX secolo, man mano che venivano istituite sempre più scuole
elementari, così come scuole superiori femminili pubbliche e private. Perciò, si rese ben presto
apprezzabile anche una differenziazione sociale tra le due aspirazioni. In ogni caso, non tutte le ragazze
che avevano completato la formazione come maestre esercitavano la professione poiché obbligate a
guadagnare per il proprio sostentamento. Finiti gli studi, molte frequentavano una scuola magistrale per
riempire in modo sensato il loro tempo libero o un ulteriore anno di collegio.!
Il lavoro era relativamente protetto e sicuro, perciò attraeva le donne in giovane età: avevano frequentato
fino all’età di circa 15 anni la scuola superiore femminile, poi avevano eventualmente trascorso un anno in
un collegio per raggiungere l’età di 16/17 anni; all’età di 19/20 anni potevano già essere maestra
perfettamente formate ed aver passato l’esame di abilitazione all’insegnamento.!
Era diffusa in tutta Europa l’inclinazione di molte municipalità a impiegare preferibilmente delle donne,
perché erano giovani e di regola nubili, di conseguenza non necessitavano di uno stipendio elevato
(contrariamente agli insegnanti maschili); inoltre, se giungevano al matrimonio, abbandonavano il servizio
scolastico.!
Nel corso del XIX sec., sempre più giovani decisero di diventare insegnanti anche per la metamorfosi
economica della borghesia, che da una comunità fondata sulla produzione e sul consumo si trasformava in
una comunità di solo consumo.!
LE MAESTRE COME ANTESIGNANE DELLE BATTAGLIE PER I DIRITTI DELLE DONNE!
Si erano avventurate al di fuori della sfera familiare, nella dimensione pubblica; avevano conseguito una
certa indipendenza e