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LE SORELLE MAILLY-NESLE. AMORI IN FAMIGLIA. LOUISE-JULIE

Servono gli sforzi di cinque sorelle, aiutate molti intrighi, per far superare a Luigi la

timidezza che lo allontana dalle donne; per fargli tradire la moglie a cui è legato dall’abitudine

e dal dovere; per fargli affrontare la condanna dei confessori e per liberarlo dalla tutela di un

vecchio precettore tirannico, che non vuole rinunciare all’influenza che ha su di lui.

Discendenti da una famiglia di antica nobiltà di spada originaria della Piccardia, con un

patrimonio dissestato e genitori dalla morale molto elastica, Louise-Julie, contessa di Mailly,

Pauline-Félicité, marchesa di Vintimille, Diane-Adélaide, duchessa di Lauraguais, Hortense-

Félicité, marchesa di Flavacourt, e Marie-Anne, marchesa di La Tornelle, iniziano tutte il re,

in modo più o meno diretto, all’erotismo, all’amore, alla politica, ma creano pure il clima di

scandalo che toglie a Luigi XV il rispetto dei sudditi.

Dopo 7 anni di unione, stanco delle serate passate con la moglie, Luigi XV comincia a

frequentare il cercle che si riunisce nell’appartamento dell’amabile e raffinato conte di

Toulouse, ultimo figlio di Luigi XIV e Madame de Montespan. Per la prima volta, insieme ad

alcuni dei più grandi signori della sua corte, il re si sente a suo agio e impara a ridere e a

scherzare. Alla luce di questa socievolezza aristocratica, amichevole e complice, il suo

255

Il duca di Luynes, marito della dama di compagnia della regina e sua amica del cuore, descrive nel suo diario le

abitudini quasi borghesi della moglie di Luigi XV. Vedi la cit. che sta a p.264 del libro e questa pagina del riassunto. 117

bisogno da amare è evidente a tutti che Mademoiselle de Charolais, bella, libera, disinvolta

sorella del duca di Bourbon che fa parte del suo piccolo gruppo, decide di aiutarlo. Molto più

vecchia di Luigi per proporre sé, cerca, aiutata dal suo ex amante, il duca di Richelieu, una

candidata che non sia intrigante, ambiziosa, e che non si accaparri in esclusiva l’amicizia del

re; sceglie la figlia maggiore del marchese di Nesle, la contessa Louise-Julie de Mailly.

Nel 1733 Madame de Mailly ha 23 anni, è coetanea del re. Sposatasi giovanissima con

un cugino povero e libertino da cui vive separata, la contessa subentra alla suocera nella carica

256

di dama di palazzo della regina e si fa benvolere . Se la mancanza di ambizioni e la sua

estraneità alle lotte di potere le danno la simpatia della corte e la neutralità del card. Fleury, la

257

sua adesione alla sensibilità e al gusto dei tempi nuovi la rendono invece seducente .

Istruita da Bachelier, domestico personale del re, sul comportamento da tenere, Madame

de Mailly è introdotta in una stanza sottostante gli appartamenti reali, dove è raggiunta da

Luigi XV. Ne segue una scena penosa per l’amor proprio di entrambi: in un’epoca in cui, a

immagine del bel mondo, tanto i libertini di Crébillon figlio che gli innamorati gareggiano, nei

romanzi e sul palcoscenico, nell’arte della parola, Luigi e Louise prigionieri del loro

258

imbarazzo, rinunciano a ogni parvenza di badinage galante e lasciano parlare i fatti

Malgrado il debutto poco glorioso, una reputazione già molto compromessa e un

disperato bisogno di soldi, Louise è fiera, disinteressata, sentimentale. Ama il re per 9 anni,

preoccupata solo di comprendere i suoi desideri e di mantenere vivo l’interesse che egli prova

per lei. La loro storia è tenuta a lungo segreta e Louise subisce l’umiliazione di molti

appuntamenti clandestini nel guardaroba del re. Poi Luigi diserta il letto coniugale e, da

Pasqua 1738, non prende più i sacramenti e rinuncia a toccare gli scrofolosi. Troppo credente

per scegliere, come i suoi predecessori, di mostrarsi pentito per qualche settimana per salvare

le apparenze in vista della Pasqua, Luigi preferisce riconoscere pubblicamente che è adultero.

Il re si assume questa colpa non perché ama Madame de Mailly, ma perché nella sua vita

il piacere occupa ormai un posto irrinunciabile. In Louise – amante scelta per lui da

256 “E’ ben fatta, giovane, ma non bella, con una grande bocca ben fornita di denti, e per di più è divertente. Non è

intelligente ed è priva di ambizioni” annota il marchese d’Argenson nel suo diario. Tutte le citazioni sono nelle note.

257

“Tutto, nel suo aspetto, nel magro ovale del viso bruno, aveva quel fascino piccante e sensuale che attrae i giovani”

scrivono un secolo dopo i Goncourt, maestri nell’arte della rievocazione storica basata sull’erudizione e l’empatia.

“Era una di quelle bellezze provocanti, con le guance imbellettate e le sopracciglia marcate: il suo splendore sembra un

raggio di sole al tramonto. E’ una di quelle tipiche donne rappresentate in tutti i ritratti dei pittori della reggenza, con il

largo colletto di organza e la stella sulla fronte, le quali, con le gote accese, il sangue ardente, gli occhi brillanti e grandi

come occhi di Giunone, il portamento audace, l’abbigliamento disinvolto, vi vengono incontro dal passato con le loro

grazie sfrontate e superbe, come le divinità di un baccanale…Il volto di Madame de Mailly esprimeva per intero la sua

indole. Fervida, appassionata, fiera e felice oltre ogni dire di fare…la conquista di un re di Francia <<bello come

l’amore>>, si era certo mostrata pronta e decisa a qualunque avance, a qualunque concessione”. Vedi la nota al t. prec.

258 “Il re era imbarazzato e la tirò per il vestito; lei disse che aveva un gran freddo ai piedi e si sedette vicino al fuoco.

Il re le prese la gamba e il piede che erano molto belli, e da lì salì alla giarrettiera; poichè ella aveva ricevuto istruzioni

di non opporre resistenza a un uomo tanto timido, disse: <<Oh, mio Dio! Non sapevo che Vostra Maestà mi avesse fatto

venire per questo, altimenti non sarei venuta”. A quel punto il re le saltò addosso…” (marchese d’Argenson). 118

Mademoiselle de Charolais e dal duca di Richelieu - egli trova una donna libera e

appassionata, che non pratica il sesso tra scrupoli e preghiere e che gli conoscente di

riprendere da adulto il viaggio per Citera che comincia quando si sposa. Un viaggio che

abbandona la rotta dell’intimità coniugale e adotta come guida l’imperativo dell’amour gout,

parola d’ordine di tutta la sua generazione.

Punto di partenza dell’instancabile perlustrazione delle regioni dell’Eros, e pur non

esaurendo le curiosità di Luigi, Madame de Mailly diventa il perno su cui ruota la nuova vita

del re. Allegra, divertente, accomodante, Louise sa rendere piacevole la vita. Possiede un

perfetto uso di mondo e sa, con sensibilità e pazienza, distrarre l’amante, farlo uscire dal suo

mutismo e stemperare le asprezze del suo carattere. Timida, prudente, terrorizzata di perdere il

favore del re, la contessa ha l’accortezza di guadagnarsi le simpatie della corte, prodigandosi

in favori e gentilezze, ed evita si subire l’ostracismo del cardinale Fleury stando lontana dalla

politica. Anche se la sua situazione resta precaria e Luigi XV, per limitare lo scandalo, si

rifiuta di riconoscerla ufficialmente come favorita, il re usa concludere le sue partite di caccia

con cene per pochi intimi – tra cui la contessa - nei petits appartamentes che egli si fa

costruire a Versailles; il re si abitua pure a passare uno o più giorni alle settimana nelle

residenze reali vicino Parigi insieme a pochi amici

Comincia così una vita parallela a quella ufficiale che permette al re di sottrarsi allo

259

sguardo dei cortigiani e vivere come un semplice privato nella sua stessa reggia .

260

È una scelta rischiosa e in contrasto con la tradizione monarchica francese .

I primi e più gravi sospetti riguardano la condotta morale dell’ “unto del Signore”. Il re

si sottrae al controllo dei suoi cortigiani per abbandonarsi a tutti gli eccessi, a cominciare da

quello sessuale. Non appena formulate, tali supposizioni si diffondono tra il pubblico, da

259 Luigi XV diserta spesso gli intrattenimenti previsti dal calendario settimanale di Versailles, raramente mangia in

pubblico e preferisce trascorrere il tempo nelle stanze dell’apparato. Come se ciò non sia di per sè offensivo, porta con

sé pure qualche privilegiato scelto in base alla procedura, insultante, del débotté: al ritorno dalla caccia, mentre gli

tolgono gli stivali, il re detta la lista di coloro che vuole invitare a cena, e i loro nomi sono poi letti ad alta voce

nell’anticamera dove i cortigiani apsettano di sapere la loro sorte. Pochi sono pure i fortunati chiamati a seguirlo nei

suoi vari spostamenti fuori da Versailles. Il malcontento di una distinzione che non considera il rango e l’etichetta e la

mortificazione subita dagli esclusi sono, tuttavia, meno gravi delle accuse al re riguardo ciò che avviene oltre la porta

chiusa dei petits apparementes. Come rileva un decennio dopo il duca di Croy, gli stessi privilegiati ammessi sanno che

“il vero privilegio era rappresentato dall’accesso agli altri petitt cabinets, dove potevano entrare pochissimi tra i più

vecchi e i più intimi dei cortigiani”. Se il re si sottrae ai suoi doveri e si nasconde, significa che la sua infrazione al

protocollo è dettata dalla necessità di celare infrazioni ancora più gravi. E sulla natura di queste ultime la fantasia corre.

260

Dai tempi di Francesco I di Valois l’etichetta reale non solo esalta la grandezza del re ma garantisce a ogni suddito un

ruolo preciso. Lo spettacolo della corte ha bisogno di attori e di spettatori e si basa su un tacito accordo fra il re e i

cortigiani: questi sacrificano la loro libertà per omaggiare il re e il re rinuncia alla sua per vivere in mezzo a loro.

A differenza dei monarchi spagnoli o degli imperatori austriaci, che fanno una vita molto ritirata, quelli francesi passano

tutta la loro giornata in pubblico, si intrattengono familiarmente coi grandi signori del regno, e pure il più umile dei

cortigiani può avvicinarlo. Imperscrutabile e insindacabile nelle sue scelte politiche, per tutti gli altri aspetti della sua

vita il re francese non ha segreti per i suoi sudditi, ed essi controllano tutti i suoi gesti. Così, al di là della curiosità e del

voyeurismo di cui è oggetto, questa vita sempre in pubblico, dove persino le funzioni fisiologiche fanno parte dello

spettacolo, garantisce innanzitutto trasparenza e comporta un mutuo vantaggio: se il re sorveglia i cortigiani, questi a

loro volta sono in grado di verificare la sua condotta, godono della sua vicinanza e possono pretendere la sua attenzione.

119

Versailles a Parigi, alle province più marginali, scendendo tutti i gradini della societ&ag

Dettagli
A.A. 2013-2014
175 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/02 Storia della pedagogia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher miservonoriassunti di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della pedagogia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università del Salento o del prof Colaci Anna Maria.