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GOVERNARE PER AMORE
Dal 1400 si afferma quasi ovunque la successione maschile. In Francia la legge salica viene resa
una delle leggi fondamentali del regno: l’efficacia dell’esclusione delle donne si vede
dall’immagine immediata della regina come consorte e non come regnante. Anche in veste di
reggenti vengono legittimate solo grazie al re e i governi di Caterina de Medici e Anna d’Austria
confermano l’incertezza del loro potere. Nonostante gli sforzi per scongiurarne l’ascesa al potere
(se non in rari casi da annoverare nella sfera delle virtù eroiche) proprio nel 1500 enorme
presenza di reggenti → la storiografia più che sulle azioni di governo si concentra sempre
sull’individuo e i suoi vizi e debolezze.
MARGHERITA D’ANGOULEME Durante la campagna d’Italia del fratello Francesco I governa la
Francia insieme alla madre Luisa di Savoia. Dopo la cattura del re viene autorizzata a regnare in
caso di impossibilità della madre → fama di donna eccezionale capace di governare il regno
in assenza del fratello. Autrice di una famosa raccolta di scritti licenziosi, Heptameron, in realtà
un ritratto morale delle debolezze umane e delle contraddizioni del matrimonio (stretto per
calcoli politici, necessita compensazioni al di fuori del rapporto di coppia).
L’esperienza di RENATA DI FRANCIA (sorella della prima moglie di Francesco I) e MARIA
D’UNGHERIA (sorella di Carlo V) dimostra che fino a metà 1500 i rapporti femminili si ramificano
in Europa grazie alla comune adesione alle istanze di rinnovamento spirituale nel periodo di
scisma religioso. Maria governa i Paesi Bassi per conto del fratello: manifesta adesione
all’evangelismo, che però è costretta a reprimere prudentemente (persecuzione anabattisti)
assecondando la politica dell’imperatore.
Nella complessa “età di Filippo II” nell’insieme le regnanti e le reggenti influenzano gli indirizzi
politici internazionali. A metà secolo l’assunzione del potere di due sovrane cattoliche, Maria
Tudor regina d’Inghilterra e Maria di Guisa reggente di Scozia, esaspera le divisioni interne
degli stati e polarizza gli schieramenti della politica internazionale, evidenziando i rischi
impliciti nelle successioni femminili → crisi politico-dinastiche si intrecciano con i conflitti
religiosi. L’impressionante serie di donne collocate (spesso per esplicita scelta dei loro
consanguinei) ai vertici del potere fa pensare ad un’interpretazione del loro ruolo rivolta a
obiettivi di stabilità e pacificazione dei conflitti, anche con l’uso della forza.
Donne in tempi di crisi
CATERINA DE MEDICI emblema della demonizzazione della donna al potere → fatta eccezione
per Balzac, che la definisce una reggente eccezionale che ha salvato la Francia in circostanze che
avrebbero piegato anche i re più forti, viene dipinta come un mostro addetto ad ogni sorta di vizi e
nefandezze.
Nella guerra di religione tra cattolici e ugonotti MARGHERITA DI VALOIS (il cui matrimonio viene
combinato da sua madre Caterina de Medici per consolidare la pace religiosa appena stipulata)
svolge un ruolo di mediazione appoggiando la posizione moderata del terzo partito dei politiques.
Nel 1584 però si ritrova schierata sul fronte ugonotto del marito Enrico IV e viene fatta prigioniera
dal fratello Enrico III e dalla madre → diventa poi anello importante del passaggio di dinastia da
Valois a Borbone, accettando il divorzio dal marito per farlo sposare con Maria de Medici e
assicurando la continuità del potere trasmettendo i beni di sua madre a Luigi XIII , nato dal
nuovo matrimonio. La figura di Margherita viene demonizzata e dipinta come incestuosa e
avvezza al macabro (leggenda di Stendhal e Dumas nell’800 sulla fissazione per la testa
dell’amante sottratta al boia) → biografie ottocentesche tendono a sfociare nella pornografia più
che concentrarsi sulle azioni politiche delle regnanti.
QUATTRO REGINE E UN’ISOLA
Nove giorni di regno
LADY JANE GREY regna per nove giorni nel 1553 dopo la morte del cugino Edoardo VI →
preferita nella successione alle sorellastre Maria ed Elisabetta, ritenute di nascita illegittima,
anche perché di fede anglicana. Secondo l’Atto di Successione firmato da Enrico VIII il trono
sarebbe dovuto passare alla cattolica Maria Tudor, che con un abile calcolo politico finge con
ingenuità di riconoscere Jane e rinunciare al trono in cambio di terre (non viene neanche
incarcerata per evitare ribellione). Maria si era sempre autorappresentata come fanciulla indifesa e
bisognosa di protezione da parte dello zio Carlo V → lascia tutti di stucco quando organizza
l’opposizione a Jane proclamandosi regina. Jane Grey, dopo essersi rifiutata di convertirsi al
cattolicesimo viene giustiziata → immagine della martire della fede protestante viene ripresa
durante la crisi politica della dinastia Hannover nel 1700.
I sei anni di MARIA TUDOR
Educata per volontà della madre Caterina d’Aragona secondo uno specifico trattato dedicato
all’educazione cattolica delle femmine (nessuna formazione di governo). Infelice infanzia e
giovinezza da bastarda, contrapposta alla sorella Elisabetta. Nel 1553 è la prima regina inglese
ad essere consacrata con cerimonia dell’unzione → è contemporaneamente sia regina che re
sovrano.
Il problema del diritto delle donne a regnare non si era mai posto in Inghilterra perché c’era sempre
un erede maschio, ma a metà 1500 le pretendenti al trono sono tutte donne. Dubbi sul sesso della
regina si presentano soprattutto in occasione di proposte matrimoniali con principi stranieri →
matrimonio con Filippo II: precedenza di Maria come sovrana, siede nel posto riservato al re, colori
dorati del re. Accordo matrimoniale prevede che il potere della regina non può essere
compromesso dalla subordinazione al marito (separazione identità regina e moglie) → regno
troppo breve di Maria non rende possibile capire se la regina avrebbe innalzato il marito al suo
livello: sempre re consorte, mai incoronato.
Demonizzazione della regina come espressione del cattolicesimo trionfante: già poco dopo la
morte si guadagna la fama di Maria la Sanguinaria. Allo stesso tempo dipinta come umana e
gentile creatura vittima del destino. In un certo senso la sua politica è stata pionieristica (stimolata
dall’esempio della madre combattiva) nella sua difesa del cattolicesimo.
Il trionfo della regalità femminile
Rispondendo al libello di John Knox contro il “mostruoso regno femminile” il vescovo protestante
John Aylmer sostiene la legittimità di ELISABETTA I per restaurare la chiesa anglicana dopo la
morte di Maria → il ruolo di regina sui juris non si addice alle donne ma ci possono essere
eccezioni decise dalla divina provvidenza.
Elisabetta compensa la difficoltà del riconoscimento del suo sesso attraverso la glorificazione
propagandistica della propria immagine di regina facendo leva sulla verginità, ma solo dalla
seconda fase del regno (nella prima accento sul matrimonio e maternità, nel periodo in cui
pensava seriamente di sposarsi) → efficacia del mito della verginità e delle trasfigurazioni
simboliche nella rappresentazione della regalità (immagine della vergine Astrea, dea della
giustizia). Mito della ininterrotta continuità del suo potere doveva per forza ancorarsi a
rappresentazioni mitologiche (reincarnazione di divinità dell’Olimpo) per compensare alla
“pecca del femminile” → regina è un re senza il “secondo corpo” (quello immortale
rappresentato idealmente dalla possibilità di rinascere di maschio in maschio rendendo possibile
l’immortalità della propria stirpe).
Lei stessa partecipa alla costruzione del proprio mito, identificandosi in vari ruoli (donna e regina,
madre dei sudditi, scrittrice, ispiratrice di opere) così che risulta impossibile separare la regina
persona dalla dimensione culturale in cui si è proiettata.
Il sacrificio di MARIA STUART
Per due anni regina di Francia come moglie di Francesco II (figlio di Caterina de Medici) poi
diventa regina di Scozia nel 1561 dopo la morte del padre Giacomo V → tollerante per natura,
non perseguitando i calvinisti ribelli si inimica anche parte della nobiltà cattolica senza
guadagnarsi il favore dei protestanti. Sposa l’uomo accusato dell’assassinio di suo marito,
scandalizzando sia cattolici che protestanti → i pari scozzesi si ribellano con le armi e la regina
viene abbandonata dai sostenitori, accusata di adulterio e assassinio. Imprigionata e costretta
ad abdicare a favore del figlio piccolo affidato alla reggenza di Lord Morley (fratellastro in quanto
figlio naturale di Giacomo V), che produce le prove per incastrarla per adulterio e assassinio →
Elisabetta non vuole ucciderla e la sua sorte resta incerta per vent’anni. Dopo un’ultima congiura
per assassinare la regina, viene messa sotto processo ed Elisabetta è costretta ad emanare la
sentenza di morte (1587).
La sua storia è sempre stata raccontata in chiave propagandistica da ambo le parti: anglicani
sostengono accuse infamanti e cattolici la celebrano come martire del sacrificio. La prima opera
libera da intenti apologetici o denigratori è la tragedia Maria Stuart (1801) di Schiller, dove è
dipinta come vittima della sua bellezza e passione che la trascinarono alla rovina. In
contrapposizione alla santa vergine Elisabetta, il “femminile” di Maria è inteso come debolezza
e inettitudine naturale a esercitare il potere.
REGALITÀ FEMMINILE NEL SEICENTO
Collasso e ripresa della monarchia inglese
Giacomo VI condanna la decapitazione della madre Maria Stuart, che però rende più probabile la
successione al trono inglese quindi si schiera comunque dalla parte di Elisabetta. Suo figlio è Carlo
I, decapitato nel 1649 dai rivoluzionari protestanti (continuità nella successione degli Stuart), che
aveva sposato ENRICHETTA MARIA (figlia di Enrico IV e Maria de Medici) fanatica cattolica che
influenza il marito → rappresentata come dominatrice dispotica, esempio di come l’opinione
pubblica aborrisse l’attivismo politico delle regine consorti quando non si limitava al ruolo di
mediatrici e patronesse. Con suo figlio Carlo II la dinastia Stuart torna sul trono d’Inghilterra,
Scozia e Irlanda → per assicurare continuità alla dinastia e alla chiesa anglicana protestante
mette da parte la preferenza per la successione maschile, designando sua figlia Maria per la
successione → MARIA II STUART si sposa con Guglielmo d’Orange e nel 1688 invadono
l’Inghilterra. Re Giacomo II abdica e fugge. Maria sceglie il ruolo di moglie e delega i diritti di
regnante al marito, limitando di fatto i propri poteri (ruolo su