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La trasformazione costituzionale in Germania durante la prima guerra mondiale

Cancelliere, ormai inviso ai militari, e lo sostituì con il grigio conservatore Georg Michaelis. La destra nazionalista fece un ultimo tentativo per riorganizzarsi: il funzionario prussiano Wolfgang Kapp fondò il Partito della Patria, cui aderì anche Von Tirpitz.

Nel frattempo continuava l’opera dei Comitati Intergruppi: i loro capi si recarono dal gabinetto civile imperiale per chiedere la rimozione del Cancelliere e questa era di per sé già una rivoluzione costituzionale. Michaelis se ne andò presto e il fatto che il suo successore, Georg Von Hertling, si consultasse con i partiti prima di assumere l’incarico e nominasse come suo vice Von Payer, dimostrava come la trasformazione costituzionale procedesse spedita. La riforma era anche uno dei requisiti fondamentali dettati dagli americani per la fine della guerra, ma poiché Hertling resisteva ai cambiamenti, i partiti si mossero per liberarsene; la situazione si risolse da sola.

Poiché il Kaiser firmò un ulteriore legge per la parlamentarizzazione del sistema e Hertling si dimise spontaneamente.

Dalle consultazioni che Von Payer condusse con i partiti, uscì un governo guidato dal principe inodore di liberismo Max Von Baden e composto da ministri espressi dalle forze politiche. Ma era troppo tardi: la guerra era in fase di stallo, le basi navali erano in rivolta e le scorte alimentari sempre più magre. Improvvisamente i comandi militari decisero di arrendersi: i generali Paul Von Hindenburg e Erich Ludendorff se ne andarono, consigliando al governo di cedere il potere ai socialdemocratici responsabili della disfatta. Il Kaiser fu costretto ad abdicare e Von Baden lasciava la Cancelleria ad Ebert, in ossequio al principio costituzionale inglese di affidare l'incarico al partito parlamentare di maggioranza.

Verso Weimar

Al vuoto totale di potere e alla delegittimazione dei partiti, si aggiunse una confusa situazione semirivoluzionaria.

Ebert lasciò che l'onda facesse il suo corso, incanalandola il più possibile sotto il controllo dell'SPD e salvaguardando la coalizione con i cattolici e i liberali progressisti; Ebert divenne Presidente del Consiglio dei Deputati del Popolo. E poté siglare i tre compromessi fondanti della Repubblica di Weimar: il primo fu quello di mantenere, in cambio della sua fedeltà, la Reichswehr come corpo separato; il secondo fu l'accordo con il capo dei sindacati socialdemocratici Carl Legien e il capo degli imprenditori Hugo Stinnes che contemplava la cogestione del mercato del lavoro dietro garanzie su salari e occupazione; il terzo fu l'impegno ad abbandonare progetti di rinnovamento che prevedessero l'abolizione delle autonomie federali. La vecchia destra conservatrice si riorganizzò nel Partito Nazional-Popolare Tedesco sotto la guida dell'ex ministro prussiano Oskar Hegt. Il Zentrum aveva superato quasi indenne la bufera.

della guerra, durante la quale aveva dato prova di acceso nazionalismo. I liberali, come al solito, ebbero i problemi maggiori: mentre gli intellettuali domandavano il superamento delle vecchie divisioni in nome dell'adesione al modello politico moderno, i liberali progressisti fornivano il nucleo organizzativo per il nascente Partito Democratico Tedesco. Nessuna mano fu però tesa ai nazional-liberali di Gustav Stresemann, considerato un protetto di Ludendorff; di conseguenza, essi fondarono il Partito Popolare Tedesco per raccogliere il vecchio elettorato moderato.

L'SPD rimaneva il più grande partito della sinistra, anche se il suo dominio non era incontrastato: dopo l'assassinio di Haase, Arthur Crispien divenne leader degli indipendenti mentre nel 1918 la Lega di Spartaco si trasformò in Partito Comunista Tedesco sotto la guida di Paul Levi. Nel 1920 la fusione tra i due movimenti non ebbe pieno successo.

Al Congresso di Gorlitz, l'SPD si diede un

nuovo programma riformista e nel 1922 poté concludere la riunificazione con quegli indipendenti che non avevano accettato l'egemonia comunista. Nell'arcipelago dell'estrema destra si distingueva invece il piccolo Partito Operaio Nazionalsocialista, erede di una precedente formazione capeggiata da Anton Drexler e avente Adolf Hitler come capo della propaganda. Alle elezioni per la costituente del 1919 si ebbe un largo riflesso degli entusiasmi rivoluzionari che percorrevano la Germania: la partecipazione elettorale fu massiccia e l'SPD ottenne la maggioranza. Si formò la cosiddetta Coalizione di Weimar con il Zentrum e il Partito Popolare Tedesco. I caratteri della Repubblica di Weimar L'origine della repubblica e della democrazia in Germania fu abbastanza improvvisata e la sua Costituzione frutto delle riflessioni dell'intelligenza politica che aveva da tempo iniziato a discutere la crisi del sistema bismarckiano e soprattutto di un giurista.della sinistra liberale, Hugo Preuss. La forma dello Stato si mantenne federale e il popolo divenne il detentore del potere: tutti gli uomini e le donne al di sopra dei 20 anni eleggevano i membri del Reichstag, il quale conferiva e revocava la fiducia ai governi. La grande novità del sistema di Weimar fu l'introduzione di un Presidente della Repubblica eletto ogni sette anni a suffragio universale, comandante delle forze armate, dotato di un potere quasi diretto di scioglimento del Reichstag e, in caso di necessità o pericolo per la sicurezza, di un potere legislativo autonomo. La Costituzione non riservava alcuna particolare attenzione ai partiti, eppure, grazie alla legge elettorale proporzionale, detenevano una posizione chiave nel sistema, tanto da fargli guadagnare l'appellativo di Parteinstaat. Ad essi era demandata la formazione delle liste e solo previ accordi ufficiali e pubblici si poteva aspirare all'ultima spartizione dei voti su base nazionale; questo

Fece ritenere alla giurisprudenza che le dimissioni di un deputato dal partito comportassero la perdita del mandato.

La lotta partitica

Anche se l'avvio del nuovo corso fu reso difficile dal perdurante stato di agitazione sociale e dai conati rivoluzionari, il sistema era comunque abbastanza saldo: nel 1920 a Berlino fu sventato il tentativo insurrezionale del generale Wolfgang Kapp e nel 1923 il Putsch di Hitler a Monaco, nonostante l'atteggiamento ambiguo dei vertici militari. Le elezioni del 1920 segnarono un significativo calo dei consensi per la Coalizione di Weimar e la gestione del primo Presidente della Repubblica, il socialdemocratico Friedrich Ebert, si presentava tutt'altro che facile: egli invitò la Coalizione a rinsaldarsi e ad aprire a sinistra, ma la cosa naufragò per il rifiuto degli indipendenti ad entrare nel governo; esplorò poi inutilmente una coalizione di destra. Ebert si rassegnò dunque ad affidarsi a un governo minoritario.

guidato dal Zentrum e sostenuto esternamente dall'SPD. L'esperimento durò meno di un anno e nel 1921 l'SPD tornava al governo con il Zentrum il cancelliere cattolico Joseph Wirth. Poiché l'inflazione galoppava ed era difficile che un partito di sinistra potesse condividere le responsabilità di governo, nel 1922 fu chiamato il tecnico Wilhelm Cuno. Il precipitare della situazione dettò la necessità di una nuova grande coalizione con Gustav Stresemann alla Cancelleria: resterà in carica solo cento giorni, ma riuscì ad avviare il risanamento. Gli anni seguenti furono caratterizzati da una certa stabilità della classe politica: se tra il 1923 e il 1928 si ebbero ben sei governi, di fatto i cancellieri furono solo Wilhelm Marx del Zentrum e l'indipendente Hans Luther. Nel 1925 moriva Ebert e si aprì la campagna per la successione alla Presidenza: tutti i partiti presentarono un proprio uomo. Il cattolico Marx

Era il favorito dellesinistre e del Zentrum, ma i capi della destra, spalleggiati da Von Tirpitz, decisero al secondoturno di candidare con successo il vecchio Paul Von Hindenburg,

La sinistra non riuscì a trovare una dimensione che la portasse fuori dalle secche ideologiche:con il programma del 1925, l'SPD tornava alle sue tradizione marxiste, mentre l'ala giovanile lamentava l'annacquamento della lotta di classe nel contesto repubblicano; per far fronte agli scontri fisici con la destra, l'SPD diede sostegno a una formazione paramilitare interpartitica ma di fatto egemonizzata dai socialisti. Forte era la concorrenza dei comunisti guidati dal filo-sovietico Walther Ulbricht, che dopo il 1928 sposeranno la teoria del socialfascismo e continuarono in una politica di generica e generale sfida al sistema, in attesa del crollo che avrebbe aperto le porte alla rivoluzione proletaria.

Nel frattempo, uscito di prigione, Hitler riorganizzava il partito a Monaco con la violenza pianificata.

Il sistema era fondato sull'obbedienza diretta al capo e ai capidistretto, i Gauleiter. Avendo compreso che i campi di manovra per l'NSDAP fossero il proletariato urbano afflitto dalla disoccupazione e le residue formazioni paramilitari rivoluzionarie, Hitler diede spago sia alla componente socialista rappresentanti da Gregor Strasser e Joseph Goebbels, sia alla quella militare delle SA capitanate da Ernst Rohm. Muller - Bruning - Von Papen - Schleicher Grazie a Stresemann la situazione economica della Germania migliorava. Dalle elezioni del 1928 uscì un nuovo governo della SPD appoggiato da una grande coalizione e guidato da Hermann Muller. Mentre la Grande Depressione faceva sentire i suoi contraccolpi e lo scontro politico si radicalizzava, i nazisti avanzarono nelle amministrazioni locali e l'SPD entrò in contrasto con i comunisti in Prussia, dove operò con il pugno di ferro in materia di ordine pubblico. Nel 1929 Muller si salvò dal voto disfiducia ma la coalizione cadde comunque l'anno seguente. I consiglieri di Hindenburg escogitarono allora un Governo del Presidente: Heinrich Bruning, capogruppo del Zentrum, fu chiamato alla Cancelleria con poteri speciali. L'operazione non fu particolarmente brillante e lo si vide alle elezioni del 1930: nazisti e comunisti fecero un balzo in avanti. Per recuperare il controllo sugli eventi, Bruning manovrò per prolungare il mandato di Hindenburg che scadeva nel 1932, ma Hitler si atteggiò a difensore della Costituzione e riuscì a impedirlo. La vecchia Coalizione di Weimar si rassegnò a ricandidare il Maresciallo. Due mesi dopo, Bruning veniva travolto da una situazione ormai ingovernabile: l'esercito e gli industriali ricercavano l'alleanza con Hitler e la Costituzione non era più in grado di garantire l'unità del Paese. Artefice della caduta di Bruning era stato il generale Kurt Von Schleicher, ma al Cancellierato fuchiamato un aristocratico cattolico, Franz Von Papen, che diede vita a un cosiddetto gabinetto dei
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A.A. 2012-2013
42 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Methius di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dei partiti politici e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Roma Tre o del prof Bartoloni Stefania.