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Colonizzazione europea in Africa

Belgio nel 1908 fece sua l'amministrazione del Congo in possesso al re Leopoldo. Spagna Marocco e Sud del Sahara restarono fuori Danesi Olandesi e Scandinavi che avevano partecipato attivamente alle prime fasi dellapenetrazione europea. Restò formalmente fuori dalla conquista coloniale anche la Liberia, fondata da exschiavi neri riportati in Africa dall'America e costituitasi in Repubblica indipendente dal 1847.

Sotto l'imperialismo inglese e in particolare quello feroce della guerra anglo boera nel sud-africa, venne promosso un progetto che esaltava la missione dell'uomo bianco, tutti i boeri anche quelli bianchi divennero oggetto dei processi di "indigenizzazione" e "deumanizzazione" che normalmente erano riservate solo ai neri. Dalla fusione fra le due colonie inglesi e le due ex repubbliche boere nacque nel 1902 l'Unione Sudafricana che nel 1910 divenne un dominion indipendente all'interno del Commonwealth.

Diverse

regioni furono sottomesse effettivamente solo a molta distanza di tempo dalla proclamazione formale del rapporto coloniale e in molti casi l'amministrazione coloniale non riuscì mai ad insediarsi del tutto. A spartizione completata gli stati precoloniali non esistevano più e con essi si dissolse quell'ordine socio-istituzionale che pure le amministrazioni coloniali tenteranno più tardi di evocare e ricomporre, inventando anche le tribù africane (Ranger), per sfruttarle o per semplificare la gestione dei territori e per dare una configurazione culturale ai vari popoli.

8) Il colonialismo italiano

1- Dal Mediterraneo al Mar Rosso

Al pari delle altre potenze europee, l'Italia ha partecipato alle esplorazioni in Africa, e quindi alla penetrazione commerciale, economica e politica, ma il suo colonialismo è avvenuto in ritardo e con proporzioni molto ridotte. Questo ha permesso all'Italia alla fine del colonialismo, di recuperare velocemente una

relazione di collaborazione con i paesi africani indipendenti senza l'ingombro di antichirancori. L'Italia ha perduto le colonie come conseguenza della sconfitta nella 2GM e nella vita politica e nell'immaginario popolare, non c'è mai stato un esame di coscienza sulle implicazioni del colonialismo, ma è molto diffusa la tendenza a auto-assolversi e dare tutte le colpe al fascismo. L'espansione dell'Italia in Africa si concentrò nella regione del Mar Rosso (Etiopia, Eritrea, Somalia) ma iniziò dalle coste del Mar Mediterraneo, già occupate però da nazioni molto più forti (la Francia in Algeria e Marocco e la GB in Egitto) e dovette quindi accontentarsi di una prelazione sulla Libia, che si tradusse in conquista solo nel 1911, grazie al tacito appoggio della GB, che preferiva la debolezza dello Stato Italiano ad una eventuale invasione della Libia e delle terre orientali da parte di Francia o Germania. Per molti annicomunque l'Africa rimase un terreno secondario per la nostra politica, dove la Sinistra storica non vedeva con simpatia i programmi di conquista. L'Italia poi dopo l'unità aveva ancora problemi di instabilità e sviluppo, e non c'erano capitali e flussi economici da collocare all'estero. Ne risulta quindi un colonialismo improvvisato, spinto più per imitazione delle altre potenze che da vere esigenze statali. Aspingere nel senso del colonialismo erano la Lega Navale, l'Istituto Coloniale Italiano, la Società d'esplorazione commerciale in Africa (per fini espansionistici e imperiali) e per fini economici la Marina Mercantile, l'industria cantieristica e bellica e le missioni cattoliche, impegnate a contendere fedeli all'Islam. Tra gli obiettivi coloniali italiani, era oramai divenuto un chiodo fisso l'Etiopia. La posizione geopolitica dell'Italia al centro del Mediterraneo e la larga generalizzazione delfenomeno coloniale, costrinsero i politici italiani a spingere verso la conquista, per rimanere al passo con le altre potenze europee. Il 12 giugno 1882, Mancini proclamò che "l'Italia aveva assunto una missione di pace e civiltà nel Mar Rosso" e si prodigò affinché il nostro paese fosse invitato al Congresso di Berlino nel 1884, dove l'Italia convertì la sua astensione a programmi coloniali con contenuti politici. 12 - I primi possedimenti L'Italia aveva da tempo una molteplicità di agganci e tradizioni coloniali: le glorie delle repubbliche marinare, le iniziative economiche in Levante e nel Nord Africa, i grandi navigatori ed esploratori, il trasferimento oltremare di minoranze che hanno dato prova di una non comune capacità di integrarsi nelle società di accoglienza. L'Insediamento dell'Italia in Africa orientale iniziò nel 1869, lo stesso anno dell'apertura del Canale di Suez, con

L'atto di compravendita di Assab (uno scalo di piccolo rilievo commerciale sulla costa) stipulato tra la compagnia Rubattino di Genova e i sceicchi che ne detenevano la sovranità. Questa linea di comunicazione diretta tra Mediterraneo e Mar Rosso consentì all'Italia di avvicinarsi all'Etiopia e nel 1882 permise la nascita del "colonialismo ufficiale italiano", con la bancarotta del Rubattino e il conseguente subentro dello Stato italiano.

Fondazione dell'Eritrea attorno ad Assab, venne creata una rete di interessi che culminò nella fondazione dell'Eritrea, la colonia primigenia, ritagliata a spese di Turchia, Egitto e Etiopia. Nel 1885 l'Italia occupò con una repentina operazione militare la città portuale di Massau e il relativo entroterra, con il tacito consenso dell'Inghilterra e la morte di centinaia di soldati italiani, impegnati a consolidare il possedimento prima dominato dall'altipiano abissino.

La colonia Eritrea fu proclamata ufficialmente il 1° gennaio 1890 e Asmara come capitale. Somalia, altra direttrice di penetrazione nell'Africa orientale, fu la regione costiera del Corno vero e proprio, abitata da pastori islamizzati somali. L'Italia procedette per gradi, territorio dopo territorio e con vari trattati di cessione firmati con sultani locali, poté prendere il controllo diretto della Somalia nel 1905, fissando la capitale a Mogadiscio. Etiopia, Eritrea e Somalia erano tappe di avvicinamento. La posta più ambita del colonialismo italiano era l'Etiopia. Con il Trattato di Uccialli (2 maggio 1889), firmato insieme all'imperatore Menelik II, l'Italia presumeva di avere istituito sullo stato del negus un protettorato. Menelik invece attribuiva al trattato un valore molto minore e nel 1893 denunciò una delle clausole (art.17) le cui versioni in italiano e amharico erano diverse. Si creò così un clima di diffidenza e tensione.che portò Italia ed Etiopia alla guerra. Aiutata anche da rifornimenti militari francesi, il 1° marzo 1896, l'Etiopia sconfisse l'Italia ad Adua, chiudendo così l'avventura coloniale italiana. Con il Trattato di Addis Abeba del 26 ottobre 1896 che pose fine alla guerra, l'Italia riconobbe a tutti gli effetti la sovranità dell'Etiopia, facendosi però confermare il possedimento dell'Eritrea. Per alcuni anni in Italia nessuno volle più sentire parlare di colonialismo e Africa, e fino all'aggressione fascista del 1935, Adua è stata un'onta insopportabile per i nazionalisti di casa nostra. 3 – Gli anni della Prima guerra mondiale Nella promozione di una ripresa d'interesse per il colonialismo, si distinse Ferdinando Martini, letterato e politico, che divenne il primo governatore civile dell'Eritrea e che invitò politici e stampa italiana al 1° Congresso di Asmara nel 1905, per sensibilizzare il pubblico ele autorità sul successo italiano in questa colonia. Nacque così l'Istituto Italiano Coloniale (ICI) nel 1906. Nonostante le sconfitte e l'impiego di forze nel Corno d'Africa, l'Italia non aveva rinunciato al Mediterraneo, e prese spunto dalla crisi marocchina per far rivalere i propri diritti sulle province ottomane di Tripolitania e Cirenaica. Per assicurarsi il controllo della Libia, l'Italia dovette combattere una guerra contro la Turchia, che durò pochi mesi, e una successiva contro le formazioni politico-religiose che difendevano l'autonomia della Cirenaica e Tripolitania come parte delle terre dell'Islam. Il Trattato di Losanna del 18 ottobre 1912 il governo ottomano abdicò e il territorio che passò sotto la sovranità italiana si estendeva dal mare fin dentro il Sahara. La conquista della Libia segnò un salto di qualità e di quantità nell'azione coloniale italiana. L'Italia ufficiale era

Oramai decisa ad imporre con tutte le forze le sue mire coloniali, e venne creato il ministero delle Colonie, che formò competenze in ambito coloniale.

4 - La fondazione dell'Impero

L'occupazione effettiva dei possedimenti in Africa ebbe luogo nel periodo tra le due guerre, molto più tardi rispetto alle costruzioni imperiali delle maggiori potenze europee e quando il colonialismo su scala mondiale era oramai in regresso.

Le circostanze in cui si attuò l'opera coloniale dell'Italia fascista, prima il Libia e poi in Etiopia, macchiò di infamia il nostro colonialismo. Il regime costituito da Benito Mussolini nel 1922, raccolse e coordinò suggestioni ideologiche e ambizioni di potenza, di fierezza razziale e nazionalistica, che culminò con l'occupazione dell'Etiopia e nella proclamazione dell'impero.

Libia: L'azione militarmente più impegnativa prima dell'invasione dell'Etiopia, fu la lunga...

guerra controla Senussia in Libia. Dopo la prima guerra mondiale, l'Italia fu costretta a ritirarsi dal territorio libico, tenendo la propria sovranità solo in poche città sul litorale. Dopo dieci anni, l'esercito italiano rinforzato da truppe eritree, impiegò armi e rappresaglie contro i civili, istituì campi di concentramento e decimò il bestiame dei pastori beduini per annientare il nemico. La sconfitta finale della Senussia fu sancita con la cattura, condanna a morte ed esecuzione in pubblico del prestigioso Omar al Mukhtar, un patriota per tutti i libici. La Libia fu poi organizzata per essere una colonia di popolamento, dove un massiccio trasferimento di italiani aveva dotato di infrastrutture viarie, idriche e abitative il territorio. Lo scoppio della 2GM impedì la completa realizzazione di queste grandi opere.Somalia Negli anni '20, fu completata l'occupazione e ricomposizione della Somalia italiana, che aveva già loizioni coloniali in Africa, l'Italia iniziò a interessarsi alla Somalia. Nel 1889, l'Italia ottenne il controllo del porto di Mogadiscio e nel 1905, la Somalia italiana divenne ufficialmente una colonia italiana. Il governo coloniale italiano in Somalia fu regolato dallo Statuto della Colonia dal 1908. Questo statuto stabiliva le regole e i diritti dei coloni italiani e dei somali sotto il dominio italiano. Il governo coloniale italiano aveva il potere di amministrare la Somalia e di prendere decisioni politiche ed economiche per il bene della colonia. I somali, tuttavia, avevano pochi diritti e poca voce nel governo coloniale. L'obiettivo principale dell'Italia era sfruttare le risorse naturali della Somalia, come il bestiame, il cotone e il legname. Gli italiani introdussero nuove tecniche agricole e costruirono infrastrutture, come strade e ferrovie, per facilitare lo sfruttamento delle risorse. Tuttavia, l'amministrazione coloniale italiana fu spesso caratterizzata da discriminazione e sfruttamento nei confronti dei somali. I somali erano costretti a lavorare nelle piantagioni e nelle miniere italiane, spesso in condizioni di lavoro precarie. Inoltre, l'Italia cercò di imporre la propria cultura e lingua ai somali, cercando di assimilarli alla cultura italiana. Le scuole italiane furono aperte in Somalia e la lingua italiana fu promossa come lingua ufficiale. Lo Statuto della Colonia del 1908 rimase in vigore fino al 1941, quando l'Italia fu sconfitta durante la Seconda Guerra Mondiale e perse il controllo della Somalia.
Dettagli
Publisher
A.A. 2008-2009
24 pagine
11 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/13 Storia e istituzioni dell'africa

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher trick-master di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dei paesi afro-asiatici e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Macerata o del prof Dirar Uoldelul Chelati.