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Rapporto tra musulmani e non musulmani: è un’area particolarmente cruciale dal punto di vista

della storia e dell’evoluzione dell’islam. Anche su questo aspetto la lettera delle scritture e ciò che

queste dicevano viene solo in parte rispettata; guardando ciò che afferma il testo coranico si nota

che l’approccio è quello dell’obbligatorietà della conquista del mondo interno e dell’islamizzazione

del mondo intero. Versetto del corano che dice riferendosi ai non musulmani di combatterli, si

comanda di combatterli in ogni caso. Versetti del genere compaiono in diversi punti del testo

coranico. Islam da un lato afferma questi principi ma nel concreto vengono ridimensionati

attraverso la riflessione di tipo giuridico. Ciò che avviene nella comunità è che ben presto i

conquistatori musulmani si rendono conto di non poter conquistare il mondo intero, ed emerge così

in seno alla giurisprudenza la distinzione territoriale che poi rimarrà classica tra la terra dell’islam e

la terra della guerra: distinzione tra dar al islam e dar al harb. Differenza non sta che nella terra

dell’islam sono tutti musulmani e fuori no, la differenza sta nel fatto che nella terra dell’islam

comandano i musulmani, fuori comandano i non musulmani. Questo punto è ben enfatizzato, ma è

stato comunque capito spesso male. Differenza elaborata daI giuristi musulmani, di cui pero non

c’è traccia nel testo coranico. Sempre lo stesso problema del fondamento. Accettare la distinzione

tra le due terre significa accettare il fatto che l’islam non conquisterà tutto il mondo, ci sarà sempre

una parte di mondo che non sarà sotto il dominio dell’islam. Capacità di lasciare come lettera

morta il comandamento coranico, anche se per esempio si ha l’obbligo di fare almeno una volta

all’anno la guerra contro la terra non musulmana, questo sarà un compito attribuito al califfo dai

testi di diritto. Dovere che con il passare del tempo diventerà sempre più teorico, simbolo.

All’interno dei confini del califfato: dinamica inizialmente non prevista dall’islam, avrebbero dovuto

islamizzare tutti, guardando al testo coranico quello che si dice è che tutti quanti debbano

abbracciare l’islam, nella realtà non sarà così. Nella sua avanzata territoriale le armate musulmane

ingloberanno intere comunità non musulmane, alcuni accetteranno l’islam per motivazioni diverse,

altri non si convertiranno, e i conquistatori accetteranno questo fatto.

Perché accettavano?

- tutta l’enfasi dell’islam è sulla supremazia, sul mantenimento del potere, è inconcepibile che non

comandi l’islam. Il punto fondamentale è il possesso del potere politico, se lo si ha poi si può

anche essere tolleranti;

- tassa imposta ai non musulmani, era quindi conveniente per ragioni economiche il fatto di avere

un gran numero di non musulmani che pagavano la tassa. In generale tutti pagavano la Zakat

(tassa normale), in più i non musulmani dovevano pagare come pegno per la vita la Jizyia. 22

- avere non musulmani, cooptandoli all’interno della struttura del califfato, era una necessità per i

musulmani, possedevano competenze che gli arabi non avevano;

- i musulmani erano sempre convinti della superiorità de messaggio islamico, quindi non c’era

necessità di forzare la conversione, vista la superiorità i non musulmani sarebbero stati

gradualmente assorbiti dalle istituzioni islamiche.

Si crea quindi una coabitazione tra musulmani e non musulmani. I non musulmani vivevano in

uno stato di soggezione, drappo giallo sui vestiti per distinguersi; serve a ricordare che la loro

posizione non era necessariamente confortevole. La cosa interessante all’interno di questo

discorso è che questa coabitazione porta ad un’ulteriore complessità all’interno del califfato.

Elemento di stratificazione sociale all’interno della società, basata sull’antichità della

conversione. Fenomeno della gerarchia sociale legata all’antichità della conversione si crea

soprattutto nell’islam periferico. Creazione di genealogie spesso inventate che davano credenziali

di nobiltà. Se è vero che per essere importanti bisogna vantare origini islamiche, allora si inizia a

inventare genealogie. Nell’islam la costruzione della nobiltà ha una valenza religiosa. Se sei arabo

sei superiore perché più vicino al cuore dell’islam, ma anche valenza religiosa. Più l’islam si

allontana dal centro, più queste stratificazioni sociali diventeranno complesse. Stratificazioni

basate sul potere, anche se ufficialmente vengono basate sulla religione. Esempi di genealogie

inventate per elevarsi: pashtun afghani nati da Qays, personaggio pashtun afghano che era

andato a Medina al tempo del profeta, il quale lo aveva convertito e poi lui a sua volta era tornato

in Afghanistan e aveva islamizzato e convertito tutti. E’ una tradizione, un mito inventato.

Significato è che non potendo pretendere di essere arabi, i pashtun hanno costruito una leggenda

per elevarsi ricollegandosi alla figura di Muhammad.

Altro esempio: nella penisola iberica il contatto con la cultura araba ha portato ad un sorta di

arabizzazione; Popolazione locale si distinguerà in due gruppi:

- persone non musulmane che conservarono la propria religione (ebraica o cristiana) diventando

non musulmani all’intento dell’islam, accettando il loro dominio, chiamati zhimmi (popoli protetti);

chiamati arcaizzati perché imparano lingua araba e anche i costumi, i modi di vita, agiranno

come mediatori tra culture;

- persone che accetteranno l’islam e si convertiranno

Questi esempi fanno capire quanto complessa diventa la struttura del califfato nel contatto tra

musulmani e non.

Come ci si convertiva all’islam? Modalità attraverso cui le comunità hanno abbracciato l’islam:

tema difficile da affrontare per varie ragioni:

- quando si parla di conversione, cambio di religione, si parla di qualcosa di ambiguo, la stessa

categoria sociologica della conversione è un po’ vecchia, oggi è da considerarsi piuttosto

superata. Cambio di religione si basa su idea della religione superata. Religioni erano concepite

come dimensioni ben definite, spazi chiusi con i loro confini, se erano così era molto facile

distinguere chi era dentro e chi fuori e quindi anche il passaggio da una religione all’altra.

Passaggio univoco che non lasciava strascichi, no forme intermedie. Questa visione è piuttosto

sorpassata, figlia di concezioni europee che risalgono alla sociologia del 18-19 secolo. Oggi si

sa che la religione non è così, tutte le religioni non sono uno spazio ben delimitato con confini

chiari in cui è facile stabilire chi è dentro e chi fuori, esistono tante forme, ci sono tante persone

che non condividono lo stesso modo di seguire una data religione. Conversione, come tutte le

forme di acculturazione, non è mai un fenomeno a senso unico, è sempre biunivoco, influenza

reciproca. Chi accetta le credenze di un’altra comunità non è detto che le accetti tutte, e tenderà

ad adattarle alla propria visione. Chi accetta una visione, una religione, finirà per influenzare la

nuova religione portando credenze, ecc. Conversione cosa significa? Fenomeno molto più

complesso, conversioni non sono né veloci né immediate né perfette. Possono richiedere

generazioni intere. Portavano spesso ad una islamizzazione imperfetta, si mantenevano alcune

credenze, che venivano applicate alla nuova religione. Alla luce di questo discorso si può vedere

quanto è difficile interpretare le varie tradizioni di conversione;

- problema delle fonti: studiosi occidentali si sono scontrati con questo problema. Le fonti

raramente sono contemporanee agli eventi, di solito sono posteriori. Fonti più antiche derivano

da scritti di dotti, intellettuali, che seguivano le armate islamiche nella loro conquista ma che si

insediavano in una località solo dopo la fine del conflitto, dopo che si era già insediata una

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comunità musulmana. Una volta stabilizzata e pacificata la situazione arrivavano i dotti, si

insediavano e scrivevano/narravano quello che era accaduto. Fonti islamiche antiche vanno

spesso decodificate, interpretate. Le fonti islamiche che ci narrano gli eventi legati alla conquista

del territorio e islamizzazione non distinguono tra conquista del territorio e conversione. Dotti

che raccontano fasi dell’islamizzazione le riassumono con formule standard, tipo ‘il califfo

attaccò e le popolazioni accettarono l’islam’. Questi racconti venivano interpretati da alcuni

intellettuali come prova dell’avvenuta conversione, non dell’avvenuta conquista. In realtà non

era detto che accettassero la religione, questi racconti narravano la conquista, non la

conversione. Questa avveniva in un arco di tempo molto più lungo. Per i narratori arabo

musulmani questo non era importante, ciò che contava era il conquistatore che portava l’islam

alle popolazioni non musulmane. Effettiva conversione all’islam: processo molto meno veloce;

- di solito le fonti che ci raccontano il fenomeno della conversione sono esterne agli eventi, sono

gli osservatori esterni che raccontano come una società è diventata islamica, è raro che la

stessa società si racconti. Fonti ci sono, ma sono complicate, sono emerse tardi e prese sul

serio ancora dopo; le fonti interne hanno iniziato a emergere durante l’epoca coloniale, ma per

lungo tempo sono state scartate, perché non considerate attendibili/importanti. Questo perché

erano fonti di tipo popolare. Es: funzionari coloniali spesso girando per i villaggi raccoglievano

informazioni, nel fare questo lavoro burocratico raccoglievano un sacco di storie orali,

informazioni, storie sull’origine dei villaggi e delle tribù, e trascrivevano queste storie e queste

informazioni raccolte. Tutto ciò che è stato raccolto non era mai stata presa sul serio, presa solo

come curiosità, folklore, oggi invece ci si è accorti che questa mole di materiale è la fonte più

preziosa per ricostruire la storia locale. Non è che queste fonti siano di facile lettura, però

finalmente abbiamo una voce.

Ci sono alcune teorie e spiegazioni su come le persone si convertivano, tutte queste modalità di

conversione sono autentiche, hanno avuto un altro validità, che però è relativa:

- più antica spiegazione: teoria della spada, conversione forzata. Conquistato il territorio e o ti

converti, o ti taglio la testa. Non si può escludere che questa modalità di conversione abbia

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
57 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/13 Storia e istituzioni dell'africa

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher scvas di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dei paesi afro-asiatici e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Trieste o del prof Abenante Diego.