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Venezia nel 1815, si impadronì rapidamente dello stile compositivo italiano, a quel tempo rappr. Soprattutto da
Rossini, e ottenne un notevole successo con diverse opere italiane, particolarmente con Il crociato in Egitto
(1824). Ma Parigi restava la meta delle sue ambizioni, e dopo esservi andato per sovrintendere all'allestimento
del Crociato, si dedicò allo studio sistematico delle partiture dell'opera francese. Assimilando anche questo
stile, raggiunse la maturità del suo linguaggio, nel quale sono presenti contemporaneamente l'armonia tedesca,
la melodia italiana e il declamato francese. La prima opera francese di Meyerbeer, Robert le Diable (1831) fu
un trionfo, seguito 5 anni dopo da quello degli Huguenots. Altri due grand-opèras furono Le prophète (1849) e
L'africaine (1865); per quando riguarda gli opéra-comiques si possono invece citare: L'etoile du Nord (1854) e
Le pardon de Ploermel (1859).
Lo straordinario fascino da lui esercitato su tante generazioni di pubblico ha portato a una reazione negativa, a
un punto tale che le qualità che lo portarono al successo sono proprio le stesse per le quali ora è rifiutato. Le
opere scritte corrisposero perfettamente al gusto del tempo e quindi sono documenti importanti di una fase
della cultura europea dell'800. La musica di Meyerbeer va considerata in rapporto al suo contesto storico. Egli
fu un compositore dotato e versatile e, dal punto di vista della costruzione drammatica, pochi lo hanno
uguagliato. Maestro di grandi effetti, si sforzava di ottenere dai libretti il massimo della resa scenica ed
emotiva. La sua musica è ricca di melodie e tecnicamente molto ben costruita, il ritmo è vigoroso e l'armonia
spesso originale, mentre l'orchestrazione, i cori e l'impiego delle voci soliste sono costantemente brillanti.
Nelle sue opere non mancano momenti di grande bellezza e commozione. La sua ultima opera, L'africaine,
presenta uno stile musicale più sobrio e coerente, stile purgato da molti eccessi giovanili, ricco di bellezze
melodiche, e con alcune preziosità armoniche interessanti.
La sua armonia e il suo modo di trattare l'orchestra hanno in seguito influenzato molti compositori. Uno dei
maggiori discepoli di Meyerbeer, quantunque ingrato, fu Wagner, il cui Rienzi (1842), si proponeva di battere
M. e Scribe sul loro stesso terreno. Tutto l'apparato scenico e drammatico del grand-opéra venne impiegato nel
libretto di Wagner, e la musica, con le melodie dovente ripetute, la monotonia della frase, i numeri corali e gli
ensembles massicci e le dimensioni smisurate, è simile a quella di Meyerbeer. Wagner iniziò il suo percorso
artistico dando prova di padronanza di uno stile del quale in seguito divenne il più accanito oppositore.
Per quanto riguarda Berlioz, invece, il suo capolavoro è Les Troyens (1856), un grand-opéra nella forma,
mentre per il contenuto e lo spirito è un degno successore dei drammi musicali di Gluck e delle opere
romantiche di Lesueur. Il piano complessivo di Benvenuto Cellini (1838) è una serie di episodi; l'ouverture è
fra i suoi migliori brani strumentali. Béatrice et Benedict (1862), tratta da Molte rumore per nulla di
Shakespeare, ha momenti di grande lirismo e un tono di fondo quasi malinconico; è ricca di particolari
raffinati. La damnation de Faust (1846) è un dramma sinfonico. L'immaginazione fantastica di Berlioz e il suo
virtuosismo orchestrale toccano il vertice. Les Troyens sono senza dubbio l'opera francese più importante dell'
800, ma la lunghezza, il costo altissimo della messinscena e l'originalità del linguaggio musicale hanno
scoraggiato gli impresari dall'assumersi i rischi dell'allestimento. Les Troyens sono un'opera costituita da
numeri definiti con molte grandi scene corali e balli. L'intreccio non riguarda i grandi temi della storia e della
leggenda: la caduta di Troia, la fuga di Enea, il soggiorno a Cartagine, la partenza dei troiani per l'Italia e la
morte di Didone. I personaggi sono parte di un dramma cosmico e non persone interessate semplicemente alla
resa drammatica delle loro sofferenze. Il carattere arcaico e sovrapersonale di quest'opera è potente. La linea
melodica di Berlioz segue la tradizione francese di totale fedeltà al testo. Di particolare interesse è lo stile
misurato classico, cioè la purificazione e concentrazione che caratterizza la maturità del genio.
Berlioz ebbe un discepolo in David, uno dei suoi primi orientalisti della musica francese dell'800, la cui ode
sinfonica Le désert ebbe un successo clamoroso a Parigi nel 1844. la sua opera La perle du Brésil (1851) ha
molti punti di contatto con L'africaine di Meyerbeer, Herculanum (1859), vinse un premio di stato nel 1867.
Ma il lavoro di maggior successo fu l'opéra-comique in 2 atti Lalla-Roukh (1862). L'orientalismo di David fu
un precoce es. di quelle tendenze esotiche del romanticismo francese che avrebbero assunto un rilievo
maggiore nell'opera degli anni '70-'80.
CAP 20 – L'opéra-comique, l'operetta e l'opéra-lyrique
L'opéra-comique – Ancor prima della Rivoluzione francese si erano delineate nel mondo dell'opéra-comique 2
tendenze ben distinte. Da un lato le opere come Le deserteur di Monsigny, Tom Jones di Philidor e Richard di
Grétry in cui gli aspetti comici erano secondari rispetto agli elementi romantici/sentimentali. Altri compositori
700eschi che scrissero opere di questo tipo furono Dezède, che compose circa 15 opéra-comique a Parigi, e
Dalayrac, un compositore insolitamente prolifico e popolare. Durante e dopo la Rivoluzione questo filone di
commedia romantica continuò a essere coltivato, ma aveva un potente rivale nelle numerose pièces a sauvetage
e nei molti drammi dell'orrore dello stesso periodo. Né bisogna dimenticare le opéra-comiques a soggetto
patriottico che suscitarono solo un interesse passeggero. Autori di opéra-comiques erano: Steibelt con Romeo
et Juliette (1793) e Berton, le cui opere di maggior successo furono Montano et Stephanie, Le delire (1799) e
Aline, reine de Golconde (1803). Tutte queste opere assunsero un atteggiamento + o – serio nei confronti del
tema trattato, atteggiamento che a sua volta si rifletteva nello stile musicale. Médée di Cherubini e Joseph di
Méhul sono es. di questa combinazione di temi seri con la vecchia prassi dell'opéra-comique di alternare il
canto con dialoghi parlati. In tal modo questo genere si avvicinò allo stile tradizionale.
È indicativo del ravvicinamento delle sue due forme musicali il fatto che tutti i compositori d'opera erano
ugualmente attivi nel campo dell'opéra-comique. L'antica Académie Royale de musique continuò ad essere
un'istituzione nazionale sotto i governi rivoluzionari e ricevette un congruo sostegno da parte di Napoleone. I
suoi compositori di maggior rilievo in questo periodo furono Cherubini, Lesueur, Méhul e Spontini. Tra le
figure di secondo piano ci sono Grossec, Lemoyne, Kreutzer, Catel e Loiseau de Persuis. Contemporaneamente
continuò una fioritura di un genere più leggero di opera comica su libretti ispirati a intrighi divertenti o con
sviluppi di improbabili situazioni farsesche, uniti a una musica di estrema semplicità e di richiamo popolare.
Fra gli specialisti di questo genere: Devienne (Les visitandines, 1792); Solié (Le secret, 1796); Della Maria (Le
prisonnier, 1798); Isouard (Les rendez-vous bourgeois, 1807).
Boieldieu rappresenta l'opéra-comique francese dell'800 in quella che si può definire come la sua fase classica.
Alcuni suoi opéra-comiques giovanili furono accolti favorevolmente. Dopo un soggiorno a Pietroburgo tornò a
Parigi dove si fece conoscere con Jean de Paris (1812). tra le sue opere più tarde ricordiamo Le Petit Chaperon
Rouge (1818), il suo capolavoro. A lui va il merito di aver sostenuto l'opera comica nazionale francese contro
le lusinghe dell'opera italiana. La sua musica non è né colta né brillante; può essere criticata per la frequente
monotonia della frase e le eccessive ripetizioni testuali, ma in compenso possiede in grado superlativo le doti
francesi di chiarezza, misura e semplicità. Nella Dame Blanche queste qualità vengono applicate a un libretto
di Scribe tratto dalla Signora del lago, dal Monastero e da Guy Mannering, che mette insieme un eroe perduto,
un castello stregato, un tesoro nascosto e simili accessori della migliore tradizione romantica.
Con le opere di Auber si entra in una nuova fase dell'opéra-comique, caratterizzata nei libretti da una maggior
finezza che prende il posto delle fantasiose ingenuità romantiche dell'opera precedente, e nelle melodie da una
presenza sempre crescente di elementi italiani. Auber e Scribe erano tipicamente parigini, e la loro produzione
possiede una vivacità, un'aria da boulevard, una qualità vigile, nervosa, spesso scherzosa che ne costituisce uno
degli elementi di maggior fascino. Il loro primo grosso successo fu Le maçon (1825), seguito da una lunga
serie di opere. Lo stile musicale adatto all'opera comica in genere ha tessitura leggera, orecchiabile, vivace. Le
melodie più caratteristiche sono costruite su un motivo principale in ritmo puntato o in 6/8, che viene ripetuto
più e più volte senza che intervenga nulla di simile a uno sviluppo musicale. Meno comuni sono melodie
liriche dal profilo elegante e appena insaporite da cromatismi; le forme solistiche preferite sono strofiche; ci
sono molti duetti e terzetti; il coro viene impiegato con libertà; i numeri strumentali sono poco importanti e
consistono solo in ouvertures , entr'actes e a volte danze o marce.
Con Hérold gli aspetti italiani si fanno ancora più vistosi. Egli era un giovane e brillante compositore che vinse
il Prix de Rome nel 1812 e nel 1815 eseguì a Napoli un'opera buffa, La gioventù di Enrico V. Dotato di un
talento per lo stile teatrale, non ebbe un successo duraturo in Francia se non verso la fine della sua breve vita,
con Zampa (1831) e Le pré aux clercs (1832). Zampa si basa su un libretto confuso e melodrammatico, e
presenta una grande varietà di espressione musicale. Le pré aux clercs è più coerente e unitaria sia nel testo che
nella musica. Lo stile di Hérold illustra molto bene il suo stesso assioma: “ricordati che è il ritmo che fa tutto”.
La sua musica è più virile di quella di Auber; le melodie sono potentemente accentate e ricche di sincopi,
appoggiature e improvvisi mutamenti alla tonalità della sopratonica o a tonalità ancora più remote. Ogni
effetto viene ripetuto più volte. Un espediente caratteristico consiste nel declama