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DE MUSICA
1. PREMESSA GENERALE
Parla un narratore esterno che si configura essere un allievo di Onesicrate. Lo loda
partendo da un aneddoto che ha come protagonista lo stratega Focione come per la
moglie di Focione, lo stesso marito era il suo ornamento così per l’allievo il suo ornamento
è la conversazione colta del maestro (cioè Onesicrate).
Parla Onesicrate.
2. È il 18 dicembre cioè il secondo giorno delle feste di Crono. Onesicrate è colui che
indice il simposio e invita a cena due esperti di musica: Lisia e Soterico di Alessandria.
[Lisia fu maestro di musica molto competente nella parte pratica, riceveva da Onesicrate
un sussidio per gli studi; Soterico fu un personaggio molto colto.]
Onesicrate, dopo aver detto che il giorno precedente avevano parlato di grammatica, ora
crede che l’argomento migliore da trattare sia la musica perché è un atto di devozione
primaria che gli uomini devono fare nei riguardi degli dei in quanto è grazie a essi che si
può vivere il beneficio di una voce articolata.
I temi da affrontare sono 4:
Chi fu il primo a dedicarsi alla musica?
Le innovazioni che si sono avute nel tempo.
Coloro che si sono distinti nella scienza della musica
Qual è lo scopo di praticare la musica.
Parla Lisia.
3. Fa riferimento alla bibliografia a cui attinge, sottolineando che della musica, sulla sua
origine e degenerazione ne hanno parlato prima: filosofi, grammatici e teorici.
Tra i filosofi: Platonici ed Aristotelici a partire dal IV sec. hanno trattato questo argomento e
da quel momento inizia la degenerazione.
Risponde alla prima domanda: chi fu il primo a dedicarsi alla musica , citando
come fonte Eraclide “Raccolta di argomenti musicali”. [Originario di Eracle nel Ponto,
visse nel IV sec. e fu allievo di Speusippo, Platone e Aristotele. Compose numerose opere
riguardanti vari campi del sapere, tra cui quella citata.] Egli trova l’origine della musica
nel mito, sostenendo che il primo a dedicarvisi è stato Anfione. Personaggio mitologico,
figlio di Zeus e Antiope, si dice abbia inventato la composizione citarodica.
A sostegno di quanto dice, c’è una stele a Sicione che riporta i nomi della sacerdotesse di
Argo, dei poeti e dei musicisti. Tale epigrafe è la fonte di Eraclide dove il nome di Anfione è
il primo. Eraclide poi cita altri personaggi mitologici:
Lino di Eubea: poeta e musicista mitologico, figlio di Apollo e Calliope. Compose i
o
primi canti funebri e a seguito della sua morte venne chiamato “Lino” un particolare canto
funebre. Secondo alcune fonti portò il numero delle corde della lira a quattro.
Ante di Antedone: musicista mitologico che compose i primi inni.
o Piero di Pieria: musicista mitologico che compose poemi sulle Muse.
o Filammone di Delfi: poeta e musicista mitologico. Fu autore di nòmoi citarodici.
o
Cantò in musica le peregrinazioni di Leto e la nascita di Artemide e di Apollo. Inoltre allestì
per primo i cori nel santuario di Delfi. Secondo alcune fonti fu autore di alcuni nòmoi
citarodici attributi a Terpandro. Secondo Pausania fu vincitore dei giochi Pitici.
Tamiri: cantore mitologico di origine tracia ricordato anche da Omero. Secondo la
o
leggenda fu il più melodioso e affinato dei cantori del suo tempo, a tal punto che avrebbe
sfidato le Muse e che sarebbe stato mutilato per hybris. Scrisse “La guerra dei titani contro
gli dei”.
1 Democo di Corcìra: cantore mitologico, ricordato da Omero come il cantore che
o
cantava alla corte di Odisseo. Compose un “ritorno degli eroi” che avevano lasciato Troia
in compagnia di Agamennone.
Lo stile di questi autori citati ricorda quello di Stesicoro: visse nella seconda metà
o
del VII sec. in Magna Grecia e il suo vero nome era Tisia, mentre Stesicoro (istitutore di
cori) era un soprannome datogli dopo la riforma del canto corale. I suoi canti erano basati
sulla rielaborazione di miti tradizionali con una più attenta caratterizzazione psicologica dei
personaggi. Il suo stile era impregnato di lirismi omerici. cantò i temi dell’epica utilizzando i
metri della lirica corale. Nel De Musica è riportato che componeva versi ma non si hanno
altre fonti a riguardo. Secondo Glauco, prese come modello Olimpo.
Secondo Eraclide, Terpandro definì e classificò i nòmoi citarodici. Terpandro vive
o
alla fine del VII sec., originario dell’isola di Lesbo. Fu uno dei primi noti musicisti della
Grecia arcaica. Si spostò a Sparta, dove diede vita alla prima scuola musicale, mettendo
fine ai dissidi interni della città. Fu vincitore alle prime carnee spartane e vinse quattro
volte di seguito ai giochi pitici di Delfi. Gli vennero attribuiti l’introduzione della nete dorica,
l’invenzione del barbitos, l’invenzione dell’armonia missolidia e l’invenzione degli scoli
simposiali. Secondo la leggenda utilizzò la lira di Orfeo.
Secondo Eraclide, Clona fu il primo compositore di nòmoi aulodici. Originario di
o
Tegea o Tebe. Come Clona anche Polimnesto di Colofone si dedicò allo stesso genere.
4. Sembra che, date le contraddizioni, ci sia un cambio di fonte, ma quale sia non viene
detto. La contraddizione sta nel fatto che prima dice che i nòmoi citarodici vengono prima
degli aulodici e alla fine del cap. 4 dice il contrario. Questo probabilmente perché gli antichi
erano divisi in due sulla priorità cronologica della citarodia e dell’aulodia.
In seguito ribadisce che Terpandro sistematizza i nòmoi citarodici, chiamandoli: […]
- I primi nòmoi citarodici erano in versi epici e ciò lo dimostra Timoteo [visse nella metà del
V sec., originario di Mileto, fu allievo di Frinide e morì ad Atene. Diffuse il nuovo stile
ditirambico favorendo l’evoluzione del gusto verso il genere cromatico, attraverso la
fusione graduale dello stile ditirambico (verso non epico) con versi epici. Inoltre introdusse
la lira a 11 corde. Le sue innovazioni furono oggetto di satira da parte dei poeti comici.]
- Sussegue un’ulteriore ripetizione del fatto che Terpandro si sia segnalato nell’arte
citarodica: lo ripete perché utilizza fonti mettendole insieme.
- Il capitolo si chiude con un’ulteriore contraddizione di tipo cronologico, perché Glauco
D’Italia, che è del V sec a.C. e visse a Reggio, asserisce che Terpandro era anteriore ad
Archiloco (VII sec.) e allo stesso tempo che venne dopo i compositori di aulodie. Archiloco
risale alla metà del VII sec., originario di Paro. Fu un poeta e un soldato dal carattere fiero
e indipendente. Servì come mercenario a Taso e prese parte alla grande colonizzazione.
Fu il pretendete di una certa Neobule. Si crede sia morto in battaglia a Nasso. La sua
poesia fu molto sperimentale provando diversi generi. Egli sottopose a revisione alcuni
valori tradizionali dei gène nobiliari ellenici, come il sacrificio della vita o la coincidenza di
etica ed estetica. Secondo Pindaro introdusse la combinazione ritmica e
l’accompagnamento dall’acuto del canto.
5. Contiene tutta una serie di contraddizioni. Il capitolo si apre con una nuova fonte:
“Raccolta sulla frigia” di Alessandro che fu uno storico e grammatico, risalente al VII
sec. Il discorso qui passa agli strumenti a fiato e all’aulodia. Alessandro afferma che fu
Olimpo il primo a portare la musica con lo strumento a fiato ai Greci dalla Frigia, così come
fecero i Dalli Idei. Il termine “crumata”* significa percussione ma viene utilizzato anche per
lo strumento a corda perché si percuote col plettro ma anche per quelli a fiato perché
nell’interno dell’aulo l’ancia vibra e percuote l’aria. In realtà questo riferimento ai Dattili Idei
non è propriamente corretto perché i Dattili stanno a Creta: non solo non importano ma a
loro non si possono attribuire gli strumenti a fiato.
2 Olimpo è stato colui che ha importato, ma il primo a suonare è stato Ignide che è un
o
musicista mitologico di Telene? e alcune fonti gli attribuiscono l’invenzione dell’aulos; il
secondo ad aver suonato è stato il figlio Marsia, di origine Tracia. Secondo una leggenda
avrebbe sfidato Apollo utilizzando l’aulòs gettato via da Atena. Olimpo è quindi discepolo di
Marsia e fece conoscere ai greci l’aulos di tradizione frigia e l’armonia lidia. Secondo
Aristosseno sarebbe l’inventore de genere enarmonico, e secondo altri sarebbe anche
l’inventore del ritmo prosodiaco e del baccheo.
Terpandro avrebbe imitato i versi di Orfeo e Orfeo non avrebbe imitato nessuno
o
perché prima di lui musicisti non ce n’erano, tranne i compositori di aulodie doppia
contraddizione: – Perché si era parlato del musicista Anfione – E’ stato detto che la
citarodia viene prima dell’aulodia.
Orfeo è figlio di Eagro e della musa Calliope. Apprese l’arte della lira da Apollo e fu
o
il primo a praticare la citarodia. Su Orfeo vi sono molte leggende. La tradizione vuole che
le onde del mare abbiano partorito la sua testa mozzata e la sua cetra sulla spiaggia di
Lesbo, qui trovata da Terpandro.
Quindi chi è il primo citaroda? Anfione o Orfeo? È una contraddizione.
Le contraddizioni continuano perché Alessandro in questo momento dice, come
o
aveva detto Glauco, che Terpandro e Clona sono precedenti di Archiloco che è del VII sec.
Non reggerebbe più il discorso se pensassimo che Terpandro e Clona vengano prima del
VII sec.
Un’alta contraddizione sta nel fatto che alcuni storici sostengono che fu Ardalo di
o
Trezene a catalogare i nòmoi aulodici prima di Clona.
Risponde alla seconda domanda: le innovazioni nel tempo.
Fino all’età di Frinide, la citarodia manteneva una certa semplicità e non era
o
possibile alterare i melodi, i ritmi, le accordature perché il nòmos era una legge impossibile
da trasgredire
[Frinide nasce nel 475 a Mitilene, iniziò come auleta per poi diventare citaroda. Fu maestro
di Timoteo ed è da considerare uno dei principali responsabili del cambiamento della
musica in età classica.]
Così come anticamente erano fissati i numeri, era fissata anche la forma della
o
cetra. Fissata al tempo di Cepione [figura inventata], allievo di Terpandro. La cetra fu
chiamata asiatica perché usata da citaredi di Lesbo, che abitavano vicino all’Asia.
[L’ultimo citaredo di Lesbo fu Periclito, con la sua morte ebbe fine la tradizione
o
citarodica. Anteriore ad Ipponatte.] [Ipponatte: fine VI sec., di Efeso. Poeta colto e raffinato
ma maledetto, mendicante di bassifondi. Compose s