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33) LA PRIMA GENERAZIONE ROMANTICA: WEBER E SCHUBERT
L’opera che viene davvero salutata come prima opera romantica tedesca è Der Freischultz (Il franco
cacciatore) di Weber: formalmente è un Singspiel in lingua tedesca costituito da dialoghi recitati
inframmezzati da pezzi chiusi musicali, attinge dall’opera-comique francese, ma non mancano
influssi dell’opera italiana, tuttavia il colore è tedesco e romantico (Canti e danze popolari, natura,
ambientazioni notturne, oscure presenze soprannaturali, motivi ricorrenti associati a significati
simbolici); la forma romantica, a differenza di quella classica equilibrata, è squilibrata, cioè la
tensione monta sempre più per poi calare repentinamente. Il successo del Freischulz è così
dirompente che Weber decide di lanciarsi in una grand opera(Opera interamente musicata) eroico-
romantica, l’Euryanthe, ma fallisce. L’ultima opera di Weber, Oberon, è scritta in inglese, ma torna
alla tipologia del Singspiel ed alla dicitura di opera romantica. Weber riassume in sé quelli che
saranno i tratti tipici dei musicisti romantici: attivista culturale (Direttore artistico, fondatore di una
lega artistica, critico musicale, scrittore), strumentista virtuoso, direttore d’orchestra, diffusore della
nuova musica.
Schubert nasce nel 1797 a Vienna; sovrastato dall’ombra di Beethoven e quella di Rossini, l’unico
spazio che riesce a ritagliarsi è quello di riunire per serate musicali una ristretta cerchia di amici e di
suonare nei salotti nobiliari, studia al Regio-Imperial Convitto, canta come voce bianca nella
cappella di corte diretta da Salieri con cui studia composizione, lascia l’impiego come maestro nella
scuola del padre e si trova in ristrettezza economiche, ottiene sporadici successi, ma la critica
definisce la sua musica troppo complicata e pesante , oltre al rimprovero di scrivere per teatro senza
averne sufficiente esperienza, solo con il 1825 iniziano i successi (Entrato a far parte della Società
degli amici della musica, organizza un concerto interamente dedicato alla sua musica), tra le altre
cose scrive musica sacra e sinfonie, è definito il classico (Classicismo viennese) della musica
romantica.
34) MENDELSSOHN, SCHUMANN, CHOPIN
Mendelssohn nasce nel 1809 ad Amburgo, da una famiglia berlinese di banchieri; dal talento
precoce, vive sempre ai livelli più alti della società, a Berlino (Dove conosce Hegel e Goethe) studia
pianoforte, violino e composizione, compie numerosi viaggi culturali (Svizzera, Francia,
Inghilterra, Scozia, Italia), educato alla musica di Bach e dei classici viennesi di Mozart, di Handel
e di Beethoven, viene definito un neoclassico o un romantico-classicheggiante, si cimenta in tutti i
generi musicali, presenta le tipiche caratteristiche dei musicisti romantici (Attivista culturale,
strumentista virtuoso, direttore d’orchestra, diffusore delle nuova musica e di quella antica a Lipsia,
direttore artistico a Dusseldorf, fondatore e direttore del Conservatorio di Lipsia).
Shumann nasce nel 1810 a Zwickau; si esprime in una duplicità tipicamente romantica, da un lato
l’entusiasta e dall’altro il malinconico, inoltre da un lato la mentalità borghese prosaica, sociale e
economica dall’altro quell’esigenza poetica di dedicare anima e corpo alla musica, dapprima
dedicatosi alla letteratura, in un secondo momento l’abbandona e studia come pianista e
compositore a Lipsia, è la figura tipica del musicista romantico, è attivista culturale, tronca presto
l’attività di strumentista virtuoso per una paralisi alla mano destra, è diffusore della nuova musica, è
critico musicale, fonda una rivista (Nuova rivista musicale), fiuta giovani talenti (Chopin,
Mendelssohn, Liszt, Brahms), segue un ordine nel comporre (Pianoforte, Lieder, sinfonie, musica
da camera, oratori, fughe, pezzettini per pianoforte destinati all’infanzia), rifiuta gli elementi
extramusicali (Programma), ma carica le sue musiche di riferimenti esterni (Opere letterarie, motti
letterari, citazioni musicali), fonda una lega artistica, soffre di una malattia psichica e di crisi
nervose, tenta il suicidio gettandosi nel Reno, viene ricoverato in una clinica psichiatrica privata
dove muore.
Chopin nasce nel 1810 in Polonia; studia pianoforte e composizione a Varsavia, viaggia a Berlino e
a Vienna (Prima uscita dalla Polonia come concertista) riscuotendo un discreto successo, il secondo
soggiorno a Vienna è invece fallimentare, viaggia poi a Monaco, Londra, Parigi dove rimane
(Varsavia è caduta in mano ai russi) e dove l’alta società parigina lo contende per averlo nei salotti e
come insegnante di pianoforte, raramente si esibisce in concerti pubblici, è un musicista romantico
sui generis che mantiene sempre una certa barbaricità, scavalcando a piè pari il classicismo
viennese per riallacciarsi direttamente al settecento, ad uno stile galante e sensibile, ad un’arte del
porgere, viaggia in Inghilterra e in Scozia, rientra a Parigi e affronta una situazione difficile per la
rivoluzione e le condizioni di salute.
35) BERLIOZ E LISZT
Il romanticismo francese si differenzia molto da quello tedesco: il primo mantiene la parola musica
indissolubilmente legata alla parola teatro, mentre il secondo attribuisce il primato estetico alla
musica strumentale.
Berlioz nasce nel 1803 a La-Cote-Saint-Andrè; è il più teatralizzato dei compositori romantici, la
musica gli viene insegnata solo a livello dilettantistico tramite lezioni private per essere poi
ammesso al conservatorio di Parigi, compone la Synphonie fantastique, sinfonia per orchestra
integrata da un programma che delinea una trama narrativa (Gli incubi di un uomo sotto l’effetto di
droghe), di forte teatralizzazione, accennato autobiografismo e con un idee fixe, un tema musicale
che unifica, definita sinfonia a programma o dramma strumentale, scrive poi Aroldo in Italia,
Romeo et Juliette, La dannazione di Faust, l’infanzia di Cristo, opere liriche come il Benvenuto
Cellini, I troiani, viaggia in Italia, Parigi, Germania, Austria, Inghilterra, Russia, ottenendo
grandi successi all’estero, ma lottando duramente in patria, è attivista culturale, è critico musicale, è
direttore d’orchestra, è diffusore della nuova musica e di quella antica, è direttore artistico e
scrittore.
Liszt nasce nel 1811 in Ungheria; raccoglie il messaggio di Berlioz, scrive in tedesco e poi inglese,
inizia a soli 11-12 anni una carriera concertistica professionale di alto livello che lo porta a
primeggiare a Londra e Parigi (Dove ascolta Paganini), sente l’esigenza di realizzare quella
rivoluzione romantica di Hugo, fa uso di materiale musicale totalmente nuovo, rivoluzionario,
sperimentale, propone un messaggio poetico come Berlioz fondendo la musica strumentale con la
poesia per creare un doppio sonoro della poesia, rievoca echi letterari e pittorici come in Sposalizio
(Lo sposalizio della Vergine di Raffaello), in Il pensieroso (Un statua di Michelangelo), viaggia in
Turchia, è Kappellmeister a Weimar
, avvia la stagione del poema sinfonico (Poesia e musica
sinfonica), forma un cenacolo di allievi che costituiscono poi la corrente dei neotedeschi, è critico e
scrittore, è diffusore della nuova musica, viaggia a Roma, Weimar e Budapest, muore a Bayreuth.
36) L’OPERA ITALIANA 1800
L’Italia del 1800 si dedica quasi interamente all’opera: il teatro mantiene la funzione settecentesca
di ritrovo serale di un pubblico nettamente spartito in classi; ma la concezione drammaturgica è
cambiata: dal regno della fantasia alla verità drammatica, non il godimento estetico, ma la
partecipazione emozionale (Identificazione con i personaggi, verosimiglianza nella
rappresentazione, timbri vocali naturali e quindi il protagonista inizia ad essere un tenore, caratteri
elementari e personaggi dominati da un solo sentimento, trame standardizzate, nuovo tipo di
innaturalezza dettata dalle passioni, finale tragico - morte o pazzia -, ambientazione medievale).
La musica non è più il fine, ma il mezzo per realizzare un dramma coinvolgente, il recitativo secco
scompare del tutto, sostituito dalla declamazione del recitativo accompagnato dall’orchestra
(Riduzione del numero di versi da cantare perché è un procedimento lento), i versi misurati
prevalgono sui versi sciolti (Per permettere duetti ed ensamble, cioè canto simultaneo di più
personaggi). Il libretto assume uno stile decisamente poetico ed un suo specifico linguaggio.
Donizzetti nasce nel 1797 a Bergamo; conosce ben presto l’opera francese ed il classicismo
viennese, studia a Bologna, ottiene i suoi maggiori successi nel sud Italia (Roma, Napoli), tra le sue
opere serie Anna Bolena, Torquato Tasso, Lucrezia Borgia, Lucia di Lammermoor e tra quelle
comiche L’elisir d’amore.
Bellini nasce nel 1801 a Catania; studia al conservatorio di Napoli, ha un retroterra culturale che è
quello della scuola napoletana, ottiene i suoi maggiori successi nel nord Italia, tra le sue opere serie
Bianca e Fernando, Il pirata, La straniera, Zaira, I Capuleti e i Montecchi, La sonnambula, la
Norma.
Entrambi si trasferiscono a Parigi: Bellini ottiene la stima di Chopin e Rossini, ma muore
prematuramente. Donizzetti, senza più rivali, conquista Parigi e Vienna, scrive l’opera buffa Don
Pasquale e il grand opera Dom Sebastien, i danni cerebrali causatigli da una malattia venerea gli
impediscono di scrivere, muore a Bergamo.
Entrambi si confrontano con l’eredità rossiniana: la differenza con Bellini risiede nella vocalità,
cioè egli abolisce le colorature per una linea più melodica e fluida, la sfondo orchestrale è quasi
neutro, ridotto ad un tappeto armonico. Donizzetti, più europeo, non condivide l’assoluta dedizione
belliniana all’opera seria, dedicandosi molto all’opera buffa ed avviando una mescolanza dei due
generi (Parimentiuna mescolanza tra l’opera italiana e quella francese).
Verdi nasce nel 1813 in provincia di Parma; è il maggior operista italiano del 1800, riceve una
buona educazione alla musica fin da bambino, studia a Milano, vede un incipit zoppicante (L’opera
Oberto, conte di San Bonifacio è un successo, ma l’opera buffa Un giorno di regno un fallimento,
muore la moglie e due figli), sul punto di abbandonare l’attività di compositore, viene spinto a
scrivere dall’impresario della scala Bartolomeo Merelli, scrive il Nabucco (Veicola un messaggio di
ottimismo politico), un vero trionfo, seguono gli anni di galera in cui si dedica esclusivamente alla
composizione (I lombardi alla prima crociata, Ernani, I due foscari, Macbeth), la drammaturgia
della sue prime opere vede grande ottimismo e senso morale, una nitidezza che non nasconde alcun
mistero, personaggi a tutto tondo, intensi