Anteprima
Vedrai una selezione di 5 pagine su 16
Riassunto esame Storia moderna, I temi e le fonti, prof. Dall'Olio Pag. 1 Riassunto esame Storia moderna, I temi e le fonti, prof. Dall'Olio Pag. 2
Anteprima di 5 pagg. su 16.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia moderna, I temi e le fonti, prof. Dall'Olio Pag. 6
Anteprima di 5 pagg. su 16.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia moderna, I temi e le fonti, prof. Dall'Olio Pag. 11
Anteprima di 5 pagg. su 16.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia moderna, I temi e le fonti, prof. Dall'Olio Pag. 16
1 su 16
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

II

Le scoperte geografiche

La scoperta

L'impresa di Cristoforo colombo è stata finanziata dalla monarchia di Spagna allo scopo di cercare

una nuova via per le Indie, dato che il Portogallo si avviava a impadronirsi della rotta che passava

per l’Africa scoperta da Bartolo Diaz nel 1487.

Successivamente allo sbarco di Colombo, gli "indiani" interagirono con i nuovi venuti, infatti, fu

soltanto dopo Colombo che gli abitanti di tutta l’America divennero materiale di repressione.

 

Conquiste e colonie spagnole

Scoperte ed esplorazioni da un lato ed espansione territoriale dall'altro non possono essere

considerate realtà distinte. Nel 1494 il trattato di Tordesillas, stipulato tra Spagna e Portogallo,

divise il mondo in due “zone di influenza”.

Se la conquista delle isole caraibiche (abitate da popolazioni sparse, disorganizzante e assai poco

sviluppate) è spiegabile con relativa facilità, la situazione era molto diversa nell’America centrale e

meridionale, su cui dominavano due grandi imperi, cioè, rispettivamente, l’azteco e l’inca.

Conquista dell'America centrale: l'impero azteco

Come mai i poco più di 500 uomini di Cortes riuscirono a portare a termine un’impresa così

impegnativa? Cortes comprese la natura fragile dell’impero azteco, nel quale una sola popolazione

teneva soggiogate tutte le altre; si alleò con i più deboli e ottenne una vittoria schiacciante a danno

degli uni e dell’altro.

Conquista dell’America meridionale: l’impero Inca

La conquista dell’America meridionale, iniziata da Francisco Pizarro, si svolse in un arco di tempo

più lungo, sia a causa della difficoltà di penetrazione in un territorio ricco di barriere naturali, sia

per la resistenza indigena. La strategia che utilizzò Pizarro contro gli Inca si componeva degli stessi

elementi che avevano consentito la vittoria a Cortes sugli aztechi: superiorità tecnologica, alleanza

con i più deboli, guerra totale.

Organizzazione delle colonie

Parallelamente alla conquista vera e propria, procedeva l'opera di organizzazione politica ed

economica dei territori americani.

1. Politica: Furono distinti due viceregni la nuova Spagna (Messico e zone limitrofe) e il Perù

(America meridionale), dotati di strutture amministrative ricalcate sul modello spagnolo

2. Economica: ben presto iniziò un’intensa opera di sfruttamento economico, creando forme di

dominio dell’uomo sull’uomo; la più antica fu l’ecomienda, provvedimento attraverso il

quale ai coloni spagnoli era affidato un certo numero d’indigeni. In pratica, l’ecomienda,

finisce col diventare un sistema di schiavitù istituzionalizzata.

La colonizzazione inglese

Fino alla seconda metà del cinquecento, spagnoli e portoghesi non ebbero rivali nel nuovo mondo.

A partire dagli ultimi decenni del cinquecento e dai primi del seicento inglesi, francesi e olandesi

cominciarono a stabilire proprie colonie in Nord America.

Le operazioni di insegnamento, al contrario della conquista spagnola, non furono inizialmente

condotte con mezzi forniti dallo Stato, bensì dai privati.  

 

 

 

I beni materiali e il commercio coloniale

Nella seconda metà del cinquecento, nell’America spagnola e portoghese cominciò a scarseggiare la

manodopera. Fu così che ebbe origine uno dei commerci più spietati e creditizi dell’età moderna:

quello degli schiavi negri.

Dalla regione del Golfo di Guinea gli africani erano acquistati dagli spagnoli che, a loro volta, li

rivendevano in America.

Le colonie portoghesi in Asia

Piuttosto diversa era la situazione in estremo oriente. Le colonie portoghesi in Asia si trovavano a

fronteggiare civilità assai più evolute più potenti rispetto a quelle dell’America precolombiana,

come gli imperi cinese, indiano, e giapponese. Essa pertanto furono limitate a piazzeforti

strategiche, localizzati quasi sempre sulle coste, visto che non fu possibile l’occupazione di vasti

territori nell’entroterra.

Il monopolio ispano-portoghese entra in crisi e subentra l’Inghilterra

A partire dal secondo cinquecento, cominciò il declino economico della Spagna e del Portogallo.

Ne trassero vantaggio l’Olanda e, soprattutto, l’Inghilterra. L’episodio forse più significativo è la

cessione ufficiale dell’asiendo (cioè dell’esclusiva) della tratta degli schiavi neri all’Inghilterra,

avvenuta al termine della guerra di successione spagnola nel 1713.

I “selvaggi”

In Asia gli europei ebbero a che fare con civiltà più sviluppati, che spesso e volentieri guardavano i

nuovi arrivati con disprezzo. Occorre infatti tener conto della rivalità commerciale e religiosa

(Islam contro cristianesimo).

Un’altra aria che offriva molte resistenze alla penetrazione Europea fu il Giappone.

III

Politica: la nascita dello Stato moderno

Le idee

Italia: Niccolò Machiavelli

Il pensiero di Niccolò Machiavelli, maturò nel corso della crisi che investì gli stati italiani tra la fine

del quattrocento e gli inizi del secolo successivo.

Gli scritti di Macchiavelli rappresentano al tempo stesso il riflesso di quella crisi e la volontà di

superarla. La sua riflessione si sofferma principalmente sull’individuo.

Nel 1513 scrisse il principe con l'intenzione di tracciare il profilo di un capo di Stato prima delle

debolezze che avevano contraddistinto i governi italiani fino ad allora.  

Francia: Jean Bodin

Jean Bodin visse negli anni in cui le guerre di religione tra cattolici e protestanti scossero

profondamente il regno di Francia. Bodin è stato identificato esclusivamente come fautore

dell’assolutismo monarchico. In effetti, la sua affermazione secondo cui il monarca e svincolato

dalle leggi che egli stesso emana, sembrava andare proprio in quella direzione. Tuttavia, egli

ammetteva l’esistenza di leggi superiori che neppure il re era autorizzato a violare, per esempio, la

legge divina.  

Inghilterra: Thomas Hobbes

• Chi teorizzò una sovranità ancora più assoluta di quella delineata da Bodin fu

l'inglese Thomas Hobbes. Le turbolente vicende della rivoluzione inglese

contribuirono ad infondere in lui la concezione che gli uomini inizialmente vivessero

in uno stato di natura, ossia una guerra di tutti contro tutti E che i singoli, attraverso

un patto, trasferiscano gran parte dei loro diritti al sovrano, che in cambio garantiva

pace, sicurezza e giustizia ai suoi sudditi.

John Locke

• John Locke, come Hobbes, passò molti dei suoi anni in esilio, fuggendo, non da una

rivoluzione, ma dalla restaurazione degli Stuart.

Locke riconosce la natura convenzionale delle istituzioni politiche e parla di un

accordo di tutti gli uomini, tuttavia, per lui potere legislativo e potere esecutivo

devono essere separati e collocati in mani differenti, per garantire la libertà dei

sudditi e salvaguardarli dalle possibili tentazioni autoritarie dei governi. Questo

principio è ancora alla base delle moderne democrazie occidentali. Locke, Insomma,

si può considerare un capostipite del pensiero politico liberale.

Le istituzioni e la pratica vera politica tra Cinque e Seicento

All'inizio dell'età moderna vi fu un processo di unificazione territoriale e di centralizzazione: fu

ridotto cioè il ruolo dei feudi e delle aree esenti dalla giurisdizione dei monarchi.

Ovunque il potere dei re si dispiegava in tre ambiti:

L'esercito

• La fiscalità

• La giustizia

Con la nascita e lo sviluppo delle monarchie moderne, la giustizia dei re in parte si sovrappose, ma

in parte anche rispettò l’esistenza di quelle “giustizia e particolari”.

 

a) Spagna

Nonostante il matrimonio tra Ferdinando d'Aragona e Isabella regina di Castiglia, fino al 1512 i due

regni ebbero monarchi distinti e anche dopo l’unificazione, le due parti del regno rimasero

istituzionalmente separate. Ciò era dovuto anche dal fatto che la monarchia castigliana, alla fine

della riconquista, aveva acquistato grandissima forza e potere.  

b) Francia

L’editto di Nantes del 1598 mise fine alle guerre di religione che avevano lacerato la Francia per

più di trent'anni. Oltre che uno dei primi esempi di tolleranza religiosa, esso rappresenta anche

un’espressione della forza e del prestigio che la monarchia francese era riuscita a mantenere.

Alla stesura e alla pubblicazione dell’editto parteciparono un consiglio, a fianco del re, e il

Parlamento di Parigi. È significativo, tuttavia, che una delle questioni più importanti che furono

sollevate, fu la vendita delle cariche pubbliche che consentiva di renderle ereditarie, ma su questo

punto si ebbe una netta spaccatura tra nobiltà e clero, i quali intendevano far dipendere privilegi e

incarichi unicamente dalla nascita, e il terzo Stato, per il quale invece la possibilità di acquistare

cariche pubbliche era un fattore di ascesa sociale. L'assemblea si concluse con un atto di autorità

della monarchia, senza che fosse raggiunta una conclusione, il che è un'ulteriore testimonianza dello

scarso peso delle rappresentanze nella Francia di antico regime.

La Francia, insomma, appare come uno degli stati europei in cui si realizzò maggiormente un

governo di tipo assolutistico (l'apogeo del potere monarchico si ebbe durante il regno di Luigi XIV).

c) Inghilterra

Dal giuramento di fedeltà prestato dal clero regolare inglese a Enrico VIII, emerge una caratteristica

generale del potere monarchico nella prima età moderna, ossia la tendenza a sottomettere alla

propria volontà anche quei settori che tradizionalmente erano vincolati ad altre obbedienze, come il

clero. Dopo l’“Atto di supremazia” il re rappresentava l'unico vertice della Chiesa nazionale

inglese.

Tuttavia, accanto alla "potestà regia e assoluta" un imprescindibile centro di potere era il

Parlamento, il quale deteneva un forte potere legislativo e la cui presenza caratterizzò tutta la

politica inglese, influenzandone gli sviluppi.

d) Impero

Carlo V era anche re di Spagna. Di fatto, scelse di lasciare agli innumerevoli territori posti sotto la

sua sovranità un largo margine di autogoverno. Al contrario, suo figlio Filippo, che insieme alla

Spagna ereditò in Paesi Bassi cerco di ispanizzare e quel territorio attraverso una politica di tipo

assolutistico. Il risultato fu lo scoppio di una grande rivolta, da cui nacque la Repubblica delle

Province Unite

e) Polonia e Russia

In Polonia il monarca era eletto dall'ass

Dettagli
A.A. 2013-2014
16 pagine
10 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/02 Storia moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher beariassunti.net di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia moderna e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Dall'Olio Guido.