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Estratto del documento

IV

La costruzione di un nuovo cristianesimo (1521-1529)

Lutero alla Wartburg (1521-1522)

Nella fortezza della Wartburg Lutero rimase nascosto quasi un anno; nessuno sapeva dove si

trovava, c'era incertezza sul suo destino, ma Lutero provava una forte inquietudine, si sentiva

vulnerabile al demonio e alle sue tentazioni.

In questo periodo portò a termine la traduzione in tedesco del Nuovo Testamento e scrisse una

grande quantità di opere di ogni genere.

Gli inizi della Riforma a Wittemberg

Nel frattempo, a Wittenberg l’attuazione della Riforma faceva i suoi primi passi in assenza di

Lutero.

L'evento che forse più di ogni altro colpì i cittadini della città fu il matrimonio dei sacerdoti. L’altra

grande realizzazione concreta dei primi tempi della riforma a Wittemberg fu la modifica della

liturgia: si cominciò a recitare la messa in tedesco e a somministrare l'eucaristia sotto le due specie,

incoraggiando i fedeli a prendere l'ostia e il calice con le proprie mani.

Il trattato sull’abolizione della messa privata

Nel frattempo, Lutero scrisse il trattato “Sull’abolizione della messa privata”. In quell’ opera, egli

ribadiva le sue idee sul sacerdozio come funzione, anziché come ordine separato dagli altri. Sfiorò

anche il problema di un eventuale ruolo attivo delle donne nella Chiesa.

La seconda parte del trattato era dedicata alla messa: essa non poteva venire “dedicata” ad alcuno

poiché la liturgia domenicale doveva essere la libera proclamazione della parola di Dio a tutta la

comunità dei fedeli.

Disordini a Wittemberg

Nel passare da questi principi alle riforme concrete, tuttavia, a Wittenberg si verificarono numerosi

disordini, come la rimozione delle immagini sacre dalle chiese e la loro distruzione violenta.

Lutero si allarmò nel sentire le notizie provenienti da Wittenberg: dal punto di vista strettamente

religioso, egli temeva che l’orientamento così attento alle regole potesse far nascere un nuovo

legalismo; dall’altra parte, Lutero era contrario alle azioni violente, anche perché la violenza

sarebbe stata una pessima propaganda per la Riforma.

Il ritorno di Lutero a Wittemberg

Consapevole del grave rischio che correva, Lutero tornò a Wittenberg, dove il centro della sua

attività divenne la predicazione. Per Lutero, prima di introdurre riforme dall’alto occorreva

conquistare il cuore e la mente dei cittadini. Tuttavia si trovò ad affrontare anche problemi ben più

concreti e urgenti, come quello della scelta dei pastori per le chiese riformate e la riorganizzazione

finanziaria delle comunità.

Riguardo alla nomina dei pastori e si dichiarò a favore dell'elezione da parte delle singole

congregazioni. Quanto ai problemi finanziari, egli propose di istituire una cassa comune, i fondi

dovevano servire al sostentamento dei pastori, al mantenimento degli edifici ecclesiastici e alla

beneficenza pubblica.

Con l'abolizione del celibato ecclesiastico il matrimonio e la famiglia assunsero un significato

religioso per tutta la comunità.

Nei suoi primi anni a Wittenberg, infine, Lutero si occupò del culto pubblico e della liturgia,

cancellando le parti del canone che si riferivano alla messa come sacrificio e abolendo le messe

private.

Un’importanza centrale nella liturgia e nella spiritualità luterane ebbe la musica.

Lutero e il potere politico.

La guerra dei contadini e Thomas Muntzer (1525)

Intorno al 1525 Lutero si trovava a lottare su due fronti: contro i cattolici e contro gruppi radicali

per i quali la riforma doveva coincidere con una rigenerazione totale dell'umanità, condotta anche

con metodi violenti, e con una rivoluzione politica e sociale.

Lutero condusse le sue battaglie con la parola e la riflessione: cominciò a riflettere seriamente sui

rapporti tra religione e politica scrivendo il trattato “Sull’autorità secolare”. Secondo Lutero

l’autorità politica è stata stabilita da Dio, però, introduceva una distinzione:

Regno del mondo

Il regno del mondo non è cristiano, ma rappresenta la vita associata degli uomini.

Secondo Lutero, la funzione delle autorità secolari era proprio quella di impedire che il mondo

degenerasse nel caos e nella violenza; l'unico modo era quello di usare la forza, occorrevano,

dunque, l’autorità secolare e la spada.

Regno di Cristo

Nel Regno di Cristo, vigevano la libertà evangelica e la morale proclamata da Cristo, perciò, le

autorità temporali non dovevano intervenire sulla coscienza dei sudditi.

Thomas Muntzer la guerra dei contadini

Thomas Muntzer era un’ ex discepolo di Lutero, il quale organizzò una protesta su due fronti:

contro il potere politico e per la affrancamento dalle dure condizioni di vita.

Da un lato, infatti, c’era il potere dei principi che andava affermando la propria supremazia,

dall'altro lato, l'andamento dell'economia che spingeva i proprietari terrieri a rifarsi su quei

contadini che erano loro soggetti.

Ciò che cambiò drasticamente la situazione fu proprio l'avvento della Riforma protestante. Il

principio dell'assoluta preminenza del Vangelo fornì ai contadini una piattaforma per le loro

rivendicazioni. Esse non venivano più avanzate in nome dell'”antico diritto”, bensì del “diritto

divino” evangelico uguale per tutti.

Per gli avversari cattolici di Lutero, la guerra dei contadini offri una serie di argomenti polemici

contro l’odiato riformatore, attribuendogli univocamente la responsabilità di quella sollevazione.

Il contrasto tra Erasmo e Lutero

Lutero, che aveva avuto la possibilità di un'istruzione universitaria, l'aveva rifiutata per entrare in

convento; Erasmo, che l'aveva desiderata, si era invece visto imporre la vita monastica.

Erasmo si rivelò insofferente alle chiusure e alle costrizioni della vita conventuale. L’unica sua

consolazione era lo studio, ma l’amore per la cultura fini con la allontanare Erasmo da quella vita

monastica; si mise al servizio di alti ecclesiastici o si fece assumere come precettore di figli di

persone illustri.

La critica alla mondanità del cristianesimo del suo tempo si congiungeva ad un feroce attacco alla

corruzione della Chiesa e della società: anche Erasmo aveva detestato la ricerca della cumulo di

meriti di fronte a Dio; per Erasmo il cristianesimo doveva consistere in poche verità fondamentali,

ricavabili dal Vangelo e dalla ragione umana.

Ma Erasmo non riuscì a sottrarsi alla mischia come desiderava. I suoi potenti amici, tra cui il Papa,

lo spingevano a dare un segno della sua appartenenza alla Chiesa cattolica prendendo la penna

contro il riformatore sassone. Erasmo passava in rassegna i brani delle scritture su cui Lutero si era

fondato e ne proponeva una diversa interpretazione.

Lo scontro tra Erasmo e Lutero si è visto come la rottura definitiva tra Umanesimo e Riforma.

Il fondamento su cui Erasmo poggiava i suoi valori moderni era la centralità dell'uomo

nell'universo, che implicava anche la sua libertà di scelta.

Per Lutero, invece, condividere questi fondamenti voleva dire forgiare un Dio a immagine e

somiglianza dell'uomo, al contrario di quanto indicavano le scritture.

Erasmo e Lutero: l'unica spiegazione possibile ai loro pensieri opposti è che entrambi furono figli

del loro tempo.

La riorganizzazione delle strutture ecclesiastiche

Nel 1525, Lutero prese in moglie una delle suore uscite dal monastero che aveva ospitato a

Wittenberg: Katharina.

Nel frattempo, era morto l’elettore di Sassonia Federico il saggio, gli succedette il fratello Giovanni,

con il quale Lutero intrattenne rapporti diretti e personali.

In questo periodo Lutero, dopo aver messo a tacere le opposizioni interne, cominciò a occuparsi

degli aspetti visibili della sua Chiesa. Il problema principale era l’aspetto economico.

Il riformatore aveva distinto una “Chiesa visibile”, in cui gli sono mescolati agli veri cristiani e una

“Chiesa invisibile”, di natura spirituale, composta solo dagli autentici credenti; quest’ultima,

poteva essere riconosciuta sono da Dio e si sarebbe rivelata alla fine dei tempi.

Lutero constatava che la massa degli uomini e delle donne del suo tempo era ancora lontana dallo

spirito più autentico del cristianesimo. Nella società dominavano egoismo, violenza e indisciplina,

Magia, superstizione e stregoneria.

Lutero e Zwingli

Dopo Lutero, venne Zwingli.

Proveniva dal clero secolare e quindi ebbe da subito un’attenzione più intensa e continua. Predicò

contro le indulgenze, abbracciando la dottrina luterana della giustificazione per sola fede.

Il riformatore svizzero applicava il principio luterano del sola Scriptura, ma, invece di mettere

l’accento sui paradossi del rapporto tra fede e opere, svolgeva un ragionamento partendo da

premesse chiare e giungendo alla conclusione con un procedimento logico e consequenziale.

Anche Zwingli riconobbe come validi soltanto battesimo e eucarestia, ma attribuì loro un carattere

esclusivamente simbolico.

Lutero fece di tutto per contrastarlo; la disputa rischiava di dividere il fronte riformato proprio in un

momento in cui occorreva compattezza. La riforma, infatti, si era diffusa anche al di là dei confini

tedeschi. Il fronte protestante andava consolidato e unificato.

I colloqui di Marburg e la scissione della riforma: Chiesa evangelica e Chiesa riformata

Lutero e Zwingli si trovavano a Marburg, la discussione fu aspra e alla fine non venne raggiunto

nessun accordo, la Riforma si era dunque scissa in due tronconi: le chiese che si richiamavano

all'insegnamento di Lutero vengono denominate “evangeliche”, mentre quelle che si ispirano

all'opera di Zeingli e, successivamente, di Giovanni Calvino, prendono il nome di “riformate”.

Lutero e gli anabattisti

La proliferazione delle chiese e delle sette sembrava non arrestassi mai.

Da Zurigo emersero gli anabattisti, cioè i “ribattezzatori”; essi vivevano in comunità completamente

separate da ogni aggregazione politica ripudiando la violenza in qualsiasi forma. Queste posizioni

portavano le congregazioni a separare completamente la comunità religiosa da quella politica e

civile e a rifiutare qualsiasi forma di partecipazione alla vita della società.

Si parla, a questo proposito, di sette, ossia realtà contrapposte a quella delle chiese.

Stava per avere inizio l’”età confessionale”, un periodo in cui all’unità della cristianità occidentale

si sostituì una molteplicità di confessioni religiose, ognuna delle quali si contrapponeva alle altre.

V

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A.A. 2013-2014
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/02 Storia moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher beariassunti.net di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia moderna e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Dall'Olio Guido.