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XV
L’apogeo dell’assolutismo: la Francia di Luigi XIV
Luigi XIV
Luigi XIV assunse il potere nel 1661. Questo lungo regno rappresentò l'apogeo dell'assolutismo
monarchico e fu anche il periodo in cui la Francia giunse più vicina a esercitare una supremazia sul
resto dell’Europa. Questo disegno venne sconfitto dalla coalizione delle altre potenze.
Nel suo governo Luigi XIV preferisce servirsi di ministri di nascita modesta, che a lui solo
dovessero la propria e relazioni e fossero quindi più docili ai secoli.
I consigli:
• Consiglio Superiore: era un organo molto ristretto, comprendente i ministri della guerra,
degli affari esteri, delle finanze e presieduto sempre dal re.
•
• Consiglio dei dispacci: esaminava la corrispondenza ricevuta dalle province
•
• Consiglio delle parti: competente nelle questioni giuridiche
•
• Consiglio delle finanze
Gli intendenti: erano i portavoce degli interessi locali.
Gli officiers: erano i detentori di uffici ereditati o acquistati per denaro. Essi componevano una
forza intermedia tra la società e lo Stato.
Gli organi della giustizia mostrano i limiti dell'assolutismo francese: le norme variavano da luogo a
luogo e la legislazione regia lasciava scoperte molte aree. Nel nord della Francia prevaleva il diritto
consuetudinario, diverso nelle province; nel sud vigeva invece il diritto romano; senza contare il
diritto canonico.
Lo stesso valeva in campo amministrativo e fiscale.
Nei primi anni Luigi XIV proseguì la vita itinerante, tra Parigi e le varie residenze reali, tipica dei
suoi predecessori. Ma a partire dai primi anni Ottanta, la corte si trasferì a Versailles.
Il soggiorno a Versailles si trasformò per la nobiltà francese in una prigionia dorata, che
costringendola a vivere sotto gli occhi del re e allentando i suoi legami con le clientele e i territori
d’origine riduceva l’indipendenza e le possibilità di azione politica.
Durante il regno di Luigi XIV non si avranno più episodi di anarchia militare come la fronda; dalla
lotta contro lo Stato, l’alta nobiltà passerà al tentativo di occupare lo Stato a proprio vantaggio.
Il Paese
Fuori da Versailles si trovava il paese: le tecniche agricole non erano variante molto dai secoli del
basso medioevo. Consistenti scorte animali e tecniche agricole più avanzate erano presenti solo
nelle aree contigue ai Paesi Bassi e nelle rare aziende di grandi dimensioni delle zone intorno a
Parigi.
Nobili, clero e contadini
Accanto agli estesi possedimenti del clero, dei nobili e dei borghesi di città, il contadino per vivere
tutto l'anno aveva bisogno di integrare il lavoro agricolo con un altro lavoro a domicilio per
l’industria.
Gli oneri da pagare
Il feudatario esigeva dovunque un censo annuo. A questi diritti signorili si aggiungevano le decime
riscosse dal clero e il privilegio statale sotto forma d’imposte dirette o indirette.
La grande maggioranza degli abitanti delle campagne viveva ai limiti della pura sussistenza.
L’economia
Assumendo il controllo delle finanze, Colbert si propose due obiettivi essenziali: rimediare al grave
dissesto dei conti pubblici e rilanciare la stagnante economia francese.
Una delle prime iniziative del regno di Luigi XIV fu la creazione di una camera di giustizia
straordinaria per indagare sugli illeciti arricchimenti di finanzieri, appaltatori e ricevitori delle
imposte. Fu possibile a questo punto diminuire il debito pubblico.
Non ci sono sotto Colbert provvedimenti particolari a favorire le campagne; lo sforzo principale era
invece concentrato sulle manifatture e sono in commercio con l’estero, al fine di accrescere la
massa di denaro circolante all’interno del paese.
Il capisaldi della strategia di Colbert furono:
• Controllo sulla qualità dei prodotti e della manodopera
• Concessione di sovvenzioni e privilegi agli imprenditori
• Protezionismo doganale
• Costituzione di Compagnie privilegiate per il commercio (Compagnia delle Indie)
• Potenziamento delle infrastrutture atte ad agevolare la circolazione dei prodotti
Le coscienze
Il regno di Luigi XIV è caratterizzato dallo sforzo di dettare regole valide per tutti, di imporre
l'ordine e l'uniformità non solo nei comportamenti, ma anche nei gusti e nelle idee.
La vita religiosa
A questa tendenza non poteva certo sottrarsi la vita religiosa. In questo settore Luigi XIV si trovano
ad affrontare tre problemi: la diffusione della corrente giansenista, i contrasti con Roma e la
questione ugonotta.
• I gensenisti: ponevano l'accento sull'interiorità della fede e svalutavano l'apparato delle
devozioni esteriori tipico del cattolicesimo. Il giansenismo si era largamente diffuso
trasformandosi in un movimento di opposizione al centralismo papale.
• Contrasti con Roma: il conflitto con la curia di Roma si era creato a proposito della
cosiddetta régale. Si trattava del diritto privilegio di percepire le rendite dei seggi
vescovili vacanti e di conferire i benefici ecclesiastici da essi dipendenti. Nel 1673 Luigi
XIV estese questo diritto a tutte le diocesi di nuovo acquisto, suscitando la dura
reazione della Santa Sede.
• Gli ugonotti: continuava a permanere nel Paese una forte minoranza protestante: i
calvinisti, detti in Francia ugonotti.
• Nel 1685 fu emanato un editto di Fontainebleau, che annullava l’editto di Nantes (il
quale assicurava la libertà di culto) e faceva obbligo a tutti i francesi di riconoscere e
praticare il culto cattolico. Così il calvinismo, in Francia, sopravvisse clandestinamente.
Le guerre di Luigi XIV
La prosperità e il rafforzamento del regno erano la necessaria premessa per l'attuazione di un
disegno egemonico. Alle vecchie forme di reclutamento (volontario) si aggiunse, dal 1688,
Un’embrione di coscrizione obbligatoria, la “milizia”.
Guerra alla Spagna: pace di Aquisgrana
La prima operazione militare di Luigi XIV fu la «guerra di devoluzione" contro la Spagna: basata
sulla rivendicazione dell’eredità spagnola da parte di Luigi XIV in nome della moglie Maria Teresa,
figlia del defunto re di Spagna Filippo IV.
L’occupazione francese dei Paesi Bassi preoccupò l’Olanda e l’Inghilterra che, esercitarono forti
pressioni su Luigi XIV perché interrompesse la sua avanzata.
Con la pace di Aquisgrana (1668), furono riconosciuti al re di Francia i vantaggi territoriali fino
allora acquisiti nelle Fiandre.
Guerra all’Olanda: pace di Nimega
Il risentimento del Re Sole nei confronti dell'Olanda portò di lì a pochi anni alla riapertura delle
ostilità. Nel 1672 un’alleanza di Francia, Inghilterra e Svezia, dichiararono guerra alle Province
Unite. Tuttavia, l'entrata in guerra di Spagna e Impero contro la Francia, la decisione dell'Inghilterra
di firmare una pace separata con l’Olanda e la sconfitta dell’alleato svedese imposero a Luigi XIV
la firma della pace di Nimega (1678). La Spagna, fu costretta a cedergli la Franca Contea e alcuni
lembi delle Fiandre.
Guerra all’Impero
Luigi XIV riprese quasi subito la sua politica di espansione in direzione dell'Impero, occupando una
serie di territori e riaprendo le ostilità contro la Spagna.
Nel 1686 fu stipulata ad Augusta una lega difensiva tra Spagna, Impero, Svezia e Olanda. Nel 1689
alla lega d’Augusta aderirono anche in Inghilterra e il
(vedi ultimo capoverso cap. XVI la caduta della monarchia)
duca di Savoia Vittorio Amedeo II.
Nel 1696 Luigi XIV stipulava una pace separata con duca di Savoia, cui succedette la fortezza di
Pinerolo. La pace generale, firmata a Ryswick nel 1697, ristabilì la situazione antecedente il
conflitto.
Il tramonto del re sole
L'opposizione sorda, ma diffusa, contro l'assolutismo di Luigi XIV si manifestava nelle sommosse
popolari, nella contestazione economica e politica e della rivendicazione di maggiori poteri da parte
di esponenti dell'alta aristocrazia.
Luigi XIV morì il 1° settembre 1715. Il suo successore era Luigi d'Angiò, figlio del duca di
Borgogna.
XVI
Tra Sei e Settecento
La “gloriosa rivoluzione” e l’ascesa della potenza inglese
Carlo II Stuart: l’accordo con il Parlamento e il trattato segreto con la Francia
La monarchia Stuart era stata restaurata nel 1660 sulla base di un compromesso con il Parlamento,
dal quale dipendeva per le spese straordinarie. Carlo II Stuart poteva tuttavia godere di una certa
libertà per effetto del trattato segreto stipulato nel 1670 con il re di Francia, che, in cambio della
promessa dello Stuart di prestargli manforte contro l’Olanda e di adoperarsi a favore di una
restaurazione del cattolicesimo, si impegnava a versarmi un consistente estorsivo annuo.
Il Test Act (1673)
Nel 1673 il Parlamento votò un Test Act, che subordinava l'assunzione di cariche civili o militari a
una professione di fede anglicana. I timori erano alimentati dal fatto che Carlo II era privo di figli
maschi e che l’erede al trono era il fratello Giacomo, fervente cattolico.
La caduta della monarchia
Di fronte ai problemi religiosi e dinastici si crearono due schieramenti politici: i tories, sostenitori
della monarchia di diritto divino e della Chiesa anglicana e i whings sostenitori del Parlamento e di
un più vasto fronte protestante.
Il conflitto d’interesse tra tory e whing assunse il carattere di una contrapposizione tra il “partito del
paese” (whing) e il “partito della corte” (tory).
Dopo il 1680, con Giacomo, la politica regia si sviluppò in un senso chiaramente assolutistico.
Ma i maggiori esponenti whing e tory si accordarono per rivolgere un appello allo statolder
d'Olanda Guglielmo III che nel 1688 sbarcò in Inghilterra, costringendo Giacomo II a fuggire in
Francia. Il Parlamento offrì la corona a Guglielmo.
La "gloriosa rivoluzione" del 1688-89 (così chiamata perché non comportò spargimento di sangue)
si trattò di una svolta decisiva nella storia politica dell’Inghilterra: una svolta che sbarrò per sempre
la strada dell’assolutismo e aprì la via verso un governo di tipo parlamentare.
Il mutamento della monarchia inglese ebbe come conseguenza il suo ingresso nella coalizione
europea che nel 1689 apri le ostilità contro la Francia.
Guerre prolungate e incremento della spesa pubblica non incisero peraltro sull'economia inglese,
che continua a svilupparsi a ritmi sostenuti. Le manifatture e i traffici in genere continuarono a
espandersi, ponendo in tal modo le basi per la “rivoluzione industriale” nel tardo Settecento.
L’espansione della monarchia austriaca
Nel corso della guerra dei trent'