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All’inizio il meccanismo sembrò funzionare, poi Moro fece uscire a battaglia, composto di
il gettito si affievolì, proprio mentre le operazioni italiani, diede buona prova di sé, ma non riuscì a
militari entrarono in una fase di ristagno. prevalere al primo assalto. I piani prevedevano a
Ludovico pur godendo di un momentaneo questo punto l’ingresso nella mischia di un
vantaggio numerico, non volle o non seppe secondo e di un terzo quadrato, composti il
uscire dal tatticismo per passare vigorosamente primo da svizzeri e il secondo da tedeschi. Ma
all’attacco. Di conseguenza la fiducia dei quando vennero raggiunti dall’ordine di entrare
milanesi nelle sue chances di vittoria cominciò a in azione, essi non si mossero. La notizia
scendere e l’intero circuito di alimentazione dell’ammutinamento provocò lo sfaldamento
fiscale si inceppò. dell’esercito milanese. La battaglia venne persa
- Novara (1500)- senza neppure essere combattuta fino in fondo.
Solo il 2 marzo Ludovico il Moro si decise a La sera stessa lo Sforza scoprì di essere caduto in
porre l’assedio a Novara. Spinto dall’apprensione ostaggio da quella parte dell’esercito che era
egli chiese rinforzi al suo principale alleato in riuscita a riparare dentro le mura. L’indomani gli
terra svizzera, Schinner, vescovo del Sion, il uomini d’arme borgognoni aprirono le trattative
quale gli mandò un contingente assai folto di con i nemici, dai quali ottennero il lasciapassare
bassa qualità. Ma quando tra le truppe per tornarsene a casa propria. Anche i soldati
mercenarie forestiere si diffuse il sospetto che il elvetici fecero sapere a Ludovico il Moro di aver
loro datore di lavoro non disponesse dei mezzi deciso di arrendersi ai francesi e come unica
con cui pagarle, essi smisero di ubbidirgli e concessione gli permisero di unirsi a loro,
presero a ricattarlo, reclamando il diritto di travestito, nell’uscire dalla città. Camuffato da
autofinanziarsi con il mettere a sacco Novara in fante svizzero, l’ex duca si mescolò fra la folla
caso di vittoria. Ludovico rifiutò tassativamente dei soldati autorizzati dai vincitori ad
ma dovette rinunciare all’assalto alle mura della abbandonare Novara. Ma riconosciuto venne
arrestato e nel maggio fu deportato in Francia. segnò l’apice della prima fase dell’ascesa
Finì rinchiuso nei sotterranei nella valle della principesca di Cesare Borgia che il 15 maggio
Loira: una prigione di stato dove venne 1501 venne solennemente investito del ducato di
sottoposto a un’incarcerazione rigorosa fino alla Romagna. Cesare fece in modo che sua sorella
morte nel 1508. Lucrezia Borgia, sempre per intercessione
- La meteora del duca Valentino- papale, andasse sposa ad Alfonso d’Este, l’erede
In concomitanza con la caduta degli Sforza, del ducato di Ferrara, il quale possedeva
Cesare Borgia inaugurò la sua avventura in un’importante propaggine in Romagna.
Romagna. Egli mosse alla conquista di Imola, L’erezione della Romagna a ducato non
formalmente per conto del papato ma con il titolo rappresentava il punto di arrivo ma solo un
di luogotenente del re di Francia. La pietra di passaggio intermedio negli smisurati piani del
fondazione del nuovo stato borgiano di Romagna Valentino, che presero a spaziare su diversi
fu la signoria dei Riario governata dalla vedova scenari tutti localizzati nella fascia geografica
reggente Caterina Sforza Riario, nipote di centro italica. La composizione del suo esercito
Ludovico il Moro. I Riario erano una famiglia venne adesso parzialmente variata, con la
savonese che era stata insediata nel microcosmo diminuzione dell’apporto francese. Un ricambio
romagnolo per volere congiunto degli Sforza e di che trovava la sua ragione nel colpo a sorpresa
papa Sisto IV. Quando Cesare Borgia si avvicinò che Cesare meditava su Bologna, città che
a Imola, gli abitanti non esitarono ad aprirgli le sognava di aggregare al suo ducato dopo avervi
porte della città. La rocca si difese fino all’11 eliminato la signoria dei Bentivoglio. Ma era
dicembre, giorno in cui la guarnigione ottenne noto che i Bentivoglio godevano della protezione
una capitolazione assai onorevole; dopo di che il di Luigi XII il quale non sembrava propenso ad
duca Valentino si affrettò a mettere il campo abbandonarli. Raggiunto dalle diffide del
contro Forlì, dove si ripeté lo stesso copione: la sovrano francese il Borgia dovette lasciare al
cittadinanza spaventata e avversa ai suoi signori, loro posto i Bentivoglio. L’attrito con il re di
spalancò le porte. L’animosa Caterina si Francia era in ogni caso latente e venne allo
rinchiuse nella rocca con un migliaio di uomini e scoperto quando Cesare volse le sue mire alla
resistette fino al 12 gennaio 1500, quando un Toscana. Dopo aver occupato Piombino egli
massiccio assalto la costrinse ad arrendersi. diede segni di volere Pisa, Siena e perfino
Dopo una pausa di alcuni mesi fu il turno di Firenze. Tuttavia dovette rinunciarvi perchè
Pesaro, retta da un ramo collaterale di casa davanti all’alternativa se privilegiare lui o i
Sforza che venne destituito del vicariato fiorentini Luigi XII preferì continuare a figurare
pontificio da Alessandro VI e dichiarato ribelle come alto protettore di Firenze, generosa di
dalla Chiesa. La sentenza venne eseguita quando sovvenzioni monetarie. Cesare recedette anche
Cesare poté finalmente dirigersi su Pesaro: la dalla Toscana, ma solo per ripiegare sulle
cittadinanza gli diede un aiuto sollevandosi Marche afflitta da un vuoto di potere derivante
contro il proprio signore, Giovanni Sforza che si dall’eclissi politico-militare di Napoli e di
diede alla fuga. Poi fu la volta di Rimini. Dato Venezia. Nel giugno 1502 il Borgia aprì una
che da tempo la Rimini malatestiana era divenuta campagna ai danni di alcuni signori marchigiani
un protettorato veneziano, la sua conquista destò che si erano posti sotto la protezione francese. La
la reazione della Serenissima che si considerò presa di Urbino irritò Luigi XII che compì un
lesa nei suoi interessi territoriali. Cesare Borgia viaggio in Italia al fine di ottenere spiegazioni
non ebbe timore di sfidare i veneziani era anzi dal Valentino. A Milano venne dato
deciso di sottrarre alla loro la sfera di influenza, appuntamento a lui e a tutti gli altri signori di
tutta quanta la regione adriatica. La medesima Italia che si riconoscevano dipendenti dalla
sottostima egli dimostrò nei confronti di Firenze Francia. Il re fu disposto ad abbuonare al
che non esitò a colpire procedendo Valentino i suoi azzardi in cambio del rinnovo
all’annessione di Faenza. La presa di Faenza del legame di favore sussistente tra casa Borgia e
la corona di Francia. Questa era infatti la leva mostrare i primi cenni di ostilità contro il Borgia.
che consentiva a Luigi XII di piegare ai propri Conscio della posizione di precarietà del figlio,
voleri la politica temporale del papato. In Alessandro VI sollecitò la Serenissima a
occasione del convegno di Milano risultò chiaro prenderlo sotto la sua protezione. Ma i veneziani
che il re di Francia puntava a fare del duca non raccolsero l’invito a diventare la potenza
Valentino il suo interlocutore privilegiato in terra italiana protettrice degli interessi temporali del
italiana: a lui avrebbe delegato il governo della papato. Al contrario essi diedero mano ai
parte centrale della Penisola, mentre la Francia preparativi per una guerra in Romagna nella
avrebbe steso il suo dominio sopra la val Padana previsione che la morte di papa Borgia, che si
e il Mezzogiorno. I primi a insorgere contro un intravedeva vicina, avrebbe buttato all’aria le
simile disegno furono i condottieri italiani che acquisizioni accumulate dal suo implacabile
militavano sotto Cesare Borgia. Costoro erano figlio.
titolari di signorie cittadine e rurali, sparse tra le
Marche, l’Umbria e il Lazio, la cui LA SCONFITTA DI VENEZIA
sopravvivenza sarebbe stata sacrificata. Per
contrastare un simile sviluppo degli eventi i - Controverso rapporto con il papato-
condottieri strinsero una lega che venne giurata Nel 1499 la repubblica di Venezia si eclissò dalla
nel castello Magione, presso Perugia: il fine era scena degli avvenimenti italiani per circa un
quello di ostacolare con tutti i mezzi un ulteriore triennio: la ragione fu che dovette vedersela con i
potenziamento del Borgia, fidando sul sostegno turchi. Solo al termine di un triennio di aspre
che sarebbe pervenuto da Firenze e da Venezia, lotte essa poté pervenire a una pace con il sultano
le potenze più interessate a fermare la sequenza Bajazet II; dopodiché fu libera di rientrare
delle sue conquiste. L’iniziativa dei congiurati nell’arena italiana.
della Magione si dimostrò prematura e fu Stretta dall’urgenza di contenere la pressione
compromessa dalle mosse inavvedute dei suoi ottomana negli anni precedenti la Serenissima
animatori. Costoro fecero l’errore di scoprirsi aveva ricercato il sostegno del papato.
come pubblicamente nemici del Valentino, salvo Speculando sulle difficoltà in cui versavano i
poi pentirsi e richiedere il suo perdono, dopo veneziani, papa Alessandro VI barattò
aver constatato che fiorentini e veneziani non si l’accettazione delle loro richieste di aiuto con
sarebbero mossi perchè timorosi di incorrere l’assenso alla creazione di un ducato romagnolo
nelle rappresaglie del re di Francia. Ai quattro per Cesare Borgia. L’impegno papale nelle lotta
più importanti condottieri ribelli Cesare offrì antiturca condusse a un risultato di assoluto
volentieri una riconciliazione che gli servì solo rilievo. La semplice nascita di una simile
per averli nelle proprie mani in occasione del coalizione (a cui si aggiunse anche l’Ungheria),
convegno di Senigallia; dopo di che li fece perire portò al capovolgimento della situazione: la
miseramente. Tra le vittime vi furono membri flotta turca ripiegò sulla difensiva e il sultano si
della famiglia romana degli Orsini la quale affrettò a offrire una pace. Il trattato di pace
sormontò il muro di inimicizia che la divideva sembrò indicare nell’alleanza con la Chiesa
dai ghibellini Colonna e strinse assieme a costoro romana la via maestra che avrebbe consentito
un’intesa offensiva che mise il baronaggio laziale alla Serenissima di uscire a testa alta dal duello
sul piede di guerra contro il duca Valentino. In con il nemico ottomano. I veneziani avrebbero
quel frangente i maggiori condottieri delle potuto trovare nel papa anche l’interlocutore loro
famiglie romane si distaccarono quasi tutti dalla indispensabile per risolvere il problema delle
Francia voltando la loro fedeltà ora a Venezia ora guerre d’Italia. Alessandro VI non vide male,
alla Spagna. Tutto ciò accadde mentre la partita quando mise da