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Alberione, ma poi quando interviene l’Inghilterra la Spagna perde e all’Abate gli viene
vietato di aiutare Elisabetta. Poi i Savoia scambiano con l’Austria la Sicilia per la Sardegna.
Allora Elisabetta punta al ducato di Parma che era in mano ad un suo parente Antonio
Farnese il quale non aveva figli. Quindi Elisabetta riesce a far ottenere al figlio Carlo V il
ducato di Parma nel 1733.
Successivamente Carlo si congiunge a Livorno con l’esercito Spagnolo che punta alla
conquista del Regno di Napoli cogliendo di sorpresa le truppe austriache.
Infatti quando l’esercito spagnolo arriva a Napoli non c’è una grande resistenza da parte di
quello austriaco. Così nel 1734 Carlo di Borbone acquisisce il regno di Napoli con il
come di Carlo VII.
Augusto III diventa Re di Polonia. Stanislao acquisisce la Lorena, Carlo di Borbone il
Regno di Napoli e Sicilia e l’Austria la Lombardia e la Toscana.
Il regno di Napoli governato da Carlo di Borbone.
Con Carlo di Borbone il regno di Napoli diventa indipendente con un sovrano proprio e
nazionale.
Carlo attuò un vasto piano di riforme infatti gli anni del suo governo vennero definiti “ il
tempo eroico della dinastia” e venne definito come un sovrano illuminato.
Dal momento che quando salì al trono era ancora molto giovane la mamma gli affiancò molti
abili ministri
Carlo voleva cerca di porre gli interessi statali al di sopra degli interessi della chiesa e
degli interessi feudali poiché il benessere non doveva essere di pochi ma di tutta la
popolazione.
Egli fece due riforme molto importanti:
• Nel 1740 avviò la riforma del Catasto Onciario, il quale fu un intervento di
carattere fiscale che introduceva un sistema tributario maggiormente equo poiché
era rivolto anche ai beni delle famiglie più ricche e della chiesa.
• Tassa i beni della chiesa e limita i privilegi ecclesiastici, infatti i sacerdoti non
saranno più esentati dalle tasse.
Fu introdotta anche una riforma universitaria volta a limitare gli insegnamenti religiosi. E
nel 1741 ci fu un concordato tra Stato e Chiesa. Ci fu al formazione di tribunali misti per
decidere il “diritto d’Asilo”.
A metà 700 Napoli si presentava come una grande capitale e come centro culturale
illuminista al pari con Londra e Parigi. Fece abbellire Napoli e le province con tante
bellezze architettoniche e fece costruire nel 1737 il teatro San Carlo. Nel 1751 fece anche
progettare la Reggia di Caserta da Vanvitelli.
Carlo voleva anche cercare di limitare i poteri della feudalità ma ci riuscì con scarsi
risultati poiché i Privilegi della feudalità erano troppi.
Il Regno di Napoli con Carlo di Borbone aveva quindi una nuova reputazione
positiva a livello europeo.
Nel 1741 quando Carlo VI d’Asburgo muore, il quale era imperatore d’Austria nasce la
guerra di Successione austriaca. Carlo di Borbone viene coinvolto nella guerra a causa della
madre, poiché egli voleva rimanere neutrale.
In questa guerra troviamo due coalizioni contro, una formata da Olanda, Inghilterra e
Austria e un’altra formata da Francia e Spagna. Nel 1744 Carlo riesce a salvare il regno e
vince a Velletri.
Successivamente Carlo sposa Maria Amalia di Sassonia e diede alla luce un figlio
Ferdinando.
Nel 1759 muore il Fratellastro di Carlo, Ferdinando VI, senza eredi. Così come da testamento
Carlo di Borbone deve andare a regnare in Spagna con il nome di Carlo III di
Spagna(mentre a Napoli si chiamava Carlo VII).
Durante il periodo di trono vacante in spagna regnò la mamma di Carlo, Elisabetta Farnese,
per pochi mesi. Quando Carlo III acquisì la corona Spagnola mandò lontano la madre poiché a
corte era solo d’ostacolo.
Regno di Napoli sotto Ferdinando IV
Nel 1759 Il posto di Carlo di Borbone viene occupato dal figlio Ferdinando, il quale era
minorenne quindi fu affiancato da un consiglio di reggenza, di cui faceva parte Bernardo
Tanucci. Il consiglio di reggenza durò dal 59 al 67 quando Ferdinando compì 16 anni e poté
prendere il potere del regno di Napoli sotto il nome di Ferdinando IV, e fu sempre affiancato
da Tanucci poiché era un abile politico.
Nel 1764 ci fu una grande carestia.
Successivamente Ferdinando sposò Maria Carolina D’Asburgo, figlia di Maria Teresa
D’Austria, quale sistemò tutte le sue figlie a corte. Infatti Maria Antonietta stava a Parigi
Maria Carolina a Napoli e Maria Amalia entrò nel Ducato di Parma. Tra le sorelle Maria Carolina
era la più colta. Infatti Ferdinando al contrario di Maria Carolina era molto rozzo, dal momento
che non aveva avuto un’ottima educazione.
Quando Maria Carolina entrò tra i consiglieri del re mandò via Tanucci, e fece una politica più
liberale differente da quella di Carlo di Borbone.
Quando Tanucci venne allontanato si diffuse la Massoneria appoggiata dalla regina
Tra gli anni 70 e 80 emerse la figura importante di Genovesi che il protagonista di uno
spirito di collaborazione tra intellettuali e politica. Genovesi ottenne la prima cattedra di
economia politica in Europa in un’Università privata. Egli pensava che il Mezzogiorno per
uscire dall’arretratezza dovesse puntare sull’agricoltura, sviluppo mercantile e produttività.
Inoltre affermò che le proprietà dovevano essere divise in maniera più equa.
Genovesi è un esponente del mercantilismo e propone il libero commercio del grano poiché
dice che le leggi restrittive portano alla carestia. Dalla scuola di Genovesi uscirono importanti
Illuministi come Giuseppe Maria Galanti e Mario Pagano. Galanti era un economista che
si rende conto della precarietà e disordine che c’erano nel regno. Nel 1791 verrà nominato
visitatore del regno. Nel suoi libri Galanti descrive il regno di Napoli nel quotidiano e
analizza gli aspetti negativi e positivi, in questo modo analizza anche il malessere socio
economico che si registra nel regno. Egli critica spesso gli abusi delle corti feudali e baronali,
infatti è convinto che si dovrebbe abolire la feudalità in modo graduale. Infine egli critica
anche il patrimonio della chiesa.
Altro personaggio importante fono Filangieri e Palmieri. Il primo riteneva che l’agricoltura
fosse la principale fonte di ricchezza e inoltre voleva una distribuzione equa delle terre per
garantire ad ogni cittadino quanto basta per vivere.
Palmieri fu la voce della Puglia di quel tempo e fu nominato direttore delle finanze nel 1791.
Grimaldi era calabrese e attuò a Seminara, sua città natale, esperimenti che riguardavano
seta e olio con un programma di riforme. Secondo Grimaldi il governo doveva intervenire nel
campo educativo e tecnico. E inoltre affermava che si dovevano attuare nuove tecniche in
campo agricolo.
Delfico era abruzzese e metteva in evidenza i problemi dell’Abruzzo.
Ognuno di essi ha idee volte a migliorare lo stato in quel periodo. C’è chi lotta contro la
disordinata distribuzione delle terre, chi contro il lusso, chi contro il brigantaggio e c’è chi
vuole la libertà di commercio.
I caratteri dell’illuminismo napoletano
Durante l’Illuminismo il regno di Napoli riuscì a svilupparsi su più fronti, dal punto di vista
scientifico, religioso, culturale. Ci fu un maggiore confronto con i centri di cultura europei
Ci fu una crescita economica fino al periodo di crisi nel 1764 dovuto alla carestia. Dopo la
crisi ci fu piano piano una ripresa demografica ed economica. L’aumento della
popolazione si concentrò soprattutto nella capitale, nel Casertano e nel Salernitano, dove
era racchiuso il 40% della popolazione del regno. Si sviluppò anche la produzione di lino,
canapa, si sviluppò la produzione tessile , infatti vennero create in quel periodo la Real
Fabbrica di San Leucio e la produzione di ceramica di Capodimonte.
La rivoluzione napoletana
Tra il 1790 e il 1793 si formò nel regno di Napoli il nucleo dei “patrioti” italiani che
volevano attuare una rivoluzione per creare una repubblica nel regno simile a quella
francese. Napoleone Bonaparte è a favore di questi patrioti e li appoggia. Napoleone voleva i
territori del regno di Napoli e nel 1798 scoppiò una battaglia contro la Francia a Roma,
dove l’esercito francese, guidato da Championnet, ebbe la meglio.
La rivoluzione napoletana fu un dramma per il regno ma allo stesso tempo necessaria per
avviarsi verso nuove riforme. I patrioti ebbero vari motivi per fare una rivoluzione:
• Furono repressi tutti i movimenti a favore della rivoluzione francese e di una congiura
antiborbonica, Pagano fu condannato all’esilio e il Delfico arrestato.
• La monarchia vigente non era equilibrata poiché i privilegi erano soprattutto delle classi
sociali più elevate.
• Questi patrioti erano appoggiati dai francesi
La monarchia di Ferdinando IV invece era appoggiata dalla chiesa e da quella parte del
popolo che non vedevano la Repubblica come un qualcosa di innovativo e positivo.
Ad un certo punto Ferdinando IV e Carolina scappano di nascosto in Sicilia,
accompagnati da una nave inglese, davo aver svuotato le casse dello stato, poiché era stato
decapitato il ministro del regno. Lasciarono Pignatelli come loro rappresentante che non era
in grado di affermare il proprio potere e nel regno c’era una confusione totale.
La giunta degli eletti(rappresentanti dei cittadini)cercò di prendere il potere dello stato ma
riuscì ad ottenere solo l’amministrazione della milizia urbana affidatagli da Pignatelli.
Tra la popolazione si diffusero varie idee, come quelle di fare una rivoluzione e allearsi con i
francesi, simile alla rivolta di Masaniello.
Nel 1799 Champonnet voleva occupare il regno, ma Pignatelli lo fermò stringendo
l’armistizio di Sparanise.
Questo accordo prevedeva la cessione alla Francia delle province di Capua e un contributo di
2 milioni e mezzo da pagare in 2 rate in 2 settimane. [era impossibile per l’Italia mantenere
questo accordo poiché i banchi del regno erano vuoti].
Allora il popolo decise di difendersi da solo nominando due rappresentanti e iniziarono gli
assalti alle fortezze.
Pignatelli, vista la situazione insostenibile scappò in Sicilia dal re.
Allora Napoli rimase in preda all’anarchia.
Il 23 gennaio 1799 venne istituita la Repubblica napoletana da Championnet la quale
ebbe 2 governi e durò 6 mesi.
Il primo governo provvisorio unificava il potere legislativo ed esecutivo. I patrioti che
avevano sempre appoggiato la Repubblica designarono i 25 membri del governo, il quale fu
diviso in vari comitati che si occupavano di diverse politiche.
Il primo ministro fu Carlo Lauberg: prof. Universitario che insegnava alla Nunziatella.
Ad aprile questo primo governo ve